Lungo la strada che collega Castelsantangelo sul Nera a Castelluccio, in corrispondenza della forca di Gualdo, si imbocca un bivio a sinistra per la località La Baita. Si risale con l'auto all’insellatura dove si trovano l’albergo ed un ampio parcheggio. Da qui in poi la strada è interdetta al traffico (sbarra e cartello che segnala strada pericolosa! ripenso per un istante alle rotabili friulane, del tipo Paularo-Cason di Lanza oppure la strada di val Zemola ...).
01-Le pendici del monte Porche
02-La prateria discontinua del primo tratto dell'escursione
Lungo la sterrata troveremo due alberi: saranno gli unici di tutto l’itinerario. Se desiderate avere ombra, questa è l'unica vostra occasione. I Sibillini infatti sono stati da secoli sfruttati per il pascolo e sono praticamente privi di vegetazione arborea al di sopra di una certa quota.
03-La linea di crinale che si snoda fino alla Sibilla
04-Tratto di cresta tra Porche e Valllelunga
Aggirati pigramente due cimotti erbosi, si raggiunge la fonte della Iumenta attrezzata con alcune vaschette in cascata (al nostro passaggio era disponibile acqua, manna per il ritorno). Oltre questa, il sentiero prosegue su una larga mulattiera che con un paio di ampi tornanti supera un pendio a zolle erbose discontinue dove fioriscono abbondanti ranuncolo e cerastio. Dalla spalla poco a monte possiamo osservare la prosecuzione del sentiero che taglia le pendici del monte Porche in direzione della forcella quotata 2090. Si comincia quindi a salire in diagonale intersecando un vero e proprio giardino.
05-Fioritura di genziane
Infatti nella seconda metà di giugno il tratto è ricoperto da fioriture di genziana, cerastio e pedicularia. Molto comuni sono anche le endemiche viole di Eugenia, nei colori viola e giallo e i nontiscordar di me.
06-La strada che deturpa il fianco della Sibilla
Si continua su sentiero quasi in falsopiano portandosi ad una ampia insellatura erbosa. Qui ci si affaccia su un catino verde in bella visuale sul torrione di Palazzo Borghese. Si tralascia l’evidente sentiero che si dirige in quella direzione (bella visuale sulle caratteristiche doline) e si prosegue a salire a sinistra, per tracce, sulla direzione indicata da alcuni sbiaditi bolli blu. Problemi di percorrenza non ce n'è in quanto la cresta è gradinata. Con pendenza leggermente maggiore si guadagna la panoramica vetta del monte Porche. Chiarisco subito a cosa è dovuto il nome: le porche sono i rilievi che si formano tra solco e solco. Dalla cima a 2233 m, la visuale si apre non solo sul crinale verso la Sibilla, meta della nostra escursione, ma anche a sinistra sul monte Bove e sulla
Priora.
Dal punto più elevato si cala comodamente lungo il crinale NE caratterizzato da fazzoletti erbosi e rocce frantumate, toccando più avanti una insellatura che divide la cima del Porche dalla cima di Vallelunga. Il tratto successivo è quello più articolato in quanto il sentiero asseconda tutte le piccole quote che si inframezzano tra noi e la cima di Vallelunga. Teniamo grosso modo il filo di cresta o ci scostiamo poco da essa, tenendo presente che troveremo alcuni saliscendi.
Si sfiorano due intagli affacciati sull’orlo di un profondo dirupo poi la salita riprende marcata. Si oltrepassano due antecime fino ad arrivare all'erbosa vetta del Vallelunga, evitabile tagliando il pendio di sinistra. Segue un tratto orizzontale che ci porta ad una antecima dalla quale si vede distintamente l’ultimo tratto di cresta. Non molto lontana appare la vetta della Sibilla, caratterizzata da rocce rosate e dalla invasiva strada che ne taglia e deturpa le pendici. In moderata discesa seguendo fedelmente il panoramico crinale si va a toccare l’intaglio al quale giunge anche la strada stessa.
07-La caratteristica crestina sommitale della Sibilla
08-Stratificazioni rossastre sulla vetta della Sibilla
09-Sulla vetta della Sibilla
Si prosegue in falsopiano su una cresta ora abbastanza affilata e panoramica che sale con pendenza minima fin poco sotto il torrione sommitale, formato come già detto da caratteristiche stratificazioni rosate. Su terreno via via più colorato e fratturato, si evita sulla destra un gradone impercorribile e si guadagna la prima cima. Da questa si scende brevemente ad una insellatura per rimontare le facili roccette che portano al cimotto successivo. Oltre questo troviamo un netto cambio di paesaggio in quanto da lì in poi la cima è completamente erbosa. Siamo sulla vetta della Sibilla, il monte che da il nome a tutto il gruppo montuoso (2173 m, piccola croce). Qui si può arrivare anche da est, utilizzando il frequentato sentiero che parte dal rifugio Sibilla.
10-Caratteristiche doline nella alta valle Lunga
11-Fioriture di trifoglio sulla cresta del monte Vallelunga
12-Il caratteristico profilo di Palazzo Borghese
13-Viola di Eugenia
Non disponendo di due automezzi non ci è stato possibile compiere una traversata e quindi abbiamo ripercorso a ritroso quanto fatto.