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    Escursioni nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini
BlogSentieriNatura
sabato 16 giugno 2012

Escursioni nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Una permanenza di qualche giorno nel Parco nazionale dei monti Sibillini, a cavallo tra Umbria e Marche, ci ha permesso di effettuare alcune tra le più belle escursioni della zona. Crinali infiniti, cime arrotondate ma di notevole altezza ed un lago speciale sono gli aspetti che ci sono rimasti più impressi, in un vero e proprio tripudio di fioriture e di luce. La settimana infatti è stata sempre molto assolata.


Avevamo già compiuto una visita diversi anni fa ma nel primo autunno, stagione che regala altre emozioni, come ad esempio le nebbie mattutine sui piani di Castelluccio e le fioriture di stelle alpine sulla cresta del Redentore.
I rilievi dei monti Sibillini, posti come sono a cavallo tra i due mari, sono esposti spesso a forti venti, fattore che può rivelarsi un ostacolo insormontabile per la stabilità e il camminare in sicurezza.
Questa caratteristica viene descritta nelle cronache storiche di ascensioni di fine ottocento come anche, addirittura, in un testo del 1400. A noi è toccata una brezza leggera e sufficiente a mitigare il caldo precoce di questo giugno.
Diversi da quelli presenti nelle Alpi del nord-est sono i rifugi, come vedremo. La segnaletica dei sentieri ci è apparsa carente, tenuto conto che ci troviamo all'interno di un Parco nazionale. Non che ci si perda, per carità, i sentieri sono ben marcati, ma per sapere in che punto della strada inizia il sentiero o dove portano i bivi, ad esempio, c'è sempre bisogno della carta.
Come sistemazione strategica abbiamo scelto la località di Ussita, nell'hotel omonimo, che si trova al centro delle escursioni che desideravamo compiere e ottimo punto di ristoro dopo l'attività, che come si sa, predispone un buon appetito.
Commenti
  • 24/06/2019 Tre giorni, un week end lungo in compagnia degli amici del Cai di Fermo che ci hanno affiancati durante le escursioni portandoci anche a conoscere antichi luoghi ricchi di storia e pregni di leggende; base logistica Campomonaco, bel paesotto, ma purtroppo il meteo non ci è stato amico particolarmente durante quella che avrebbe dovuto essere l'escursione clou, la salita al monte Vettore con partenza dalla località Foce passando accanto al lago di Pilato, un buon dislivello per gambe tenaci. Vento in aumento, il classico vento degli Appennini che può rendere precario l'equilibrio (da provare per credere) ed il brontolio di qualche tuono ci ha convinti a limitarci al fare il giro del lago di Pilato, due laghetti attualmente ben divisi, attraversando pochi metri di neve. Una breve sosta presso i ruderi di quello che era un ricovero di pastori ed inizia a piovere, pochi minuti e tornerà il sole, succederà più volte nell'arco della mattinata, condizioni tipiche di quella conca glaciale; passeremo comunque un buon pomeriggio in compagnia perdendo il conto delle caraffe di birra alla spina.Il meteo ci è stato favorevole il giorno dell'arrivo consentendoci di risalire la verde china del monte Amandola (m.1706) con discesa a vista verso il Balzo Rosso chiudendo così l'anello al rifugio città di Amandola; breve, assolata ed interessante escursione il giorno della partenza, visita all'Eremo di San Leonardo passando attraverso la forra del torrente Tenna e la gola de L'Infernaccio, luoghi appartati camminando su sentieri che hanno visto passare Celti e Longobardi, Romani ed Etruschi;ciò che è rimasto incompiuto magari sarà stimolo per tornare in quei luoghi, fra persone cordiali e disponibili
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