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    Anello del Montemaggiore da passo Tanamea
    Prealpi Giulie
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaF37

Anello del Montemaggiore da passo Tanamea

Avvicinamento

Tramite la strada statale n.356, o più direttamente, piegando a destra dalla statale n.13, Pontebbana, all’altezza di Tricesimo, si giunge a Tarcento. Dalla zona centrale del paese ci si tiene a destra oltrepassando il ponte sul Torre ed imboccando successivamente a sinistra la strada statale n.646 che risale la Alta valle del Torre. La rotabile risale lungamente la valle compiendo poi una marcata ansa ad est per seguire il corso del torrente Mea. Si prosegue ancora fino al valico di passo Tanamea dove è possibile parcheggiare comodamente (m 851, ampio spiazzo sulla destra).

Descrizione

L’escursione ha inizio lungo la strada asfaltata che dal passo scende moderatamente verso Uccea ed il confine di stato con la Slovenia. Poco prima del ponte sul rio Bianco si imbocca, sulla destra, una pista forestale con segnavia CAI n.712 (segnalazioni). Il primo tratto si svolge al'interno di un bosco di faggio, ornato nella tarda primavera dalla fioritura di dentaria a cinque foglie, pervinca e anemone. Pochi metri prima che la pista si esaurisca, fare attenzione alla prosecuzione del segnavia CAI sulla destra. Dopo essere usciti per un tratto dal bosco si attraversa un impluvio dirupato che è stato attrezzato con una breve fune metallica. Si prosegue la salita in un bosco misto a prevalenza di faggio, arricchito da diverse specie quali l'acero di monte, il sorbo degli uccellatori ed il sorbo montano. Lungo gli affioramenti rocciosi che costeggiano il sentiero, nonostante la quota modesta, fiorisce il rododendro nano, un arbusto alpino strisciante che abita i macereti dolomitici. Si attraversa il letto di un torrente e poi lo si risale per un tratto sulla sua destra orografica. Più in alto si piega a sinistra e ci si allontana dall'alveo per risalire di nuovo nella faggeta un ripido pendio che porta ai ruderi di casera Starmaz. Proseguire con una serie di tornanti a ridosso di paretine rocciose dopodiché, attraversata un'altra zona dirupata, un brusco cambio di direzione ci porta a risalire il versante orientale del monte Starmaz. Il sentiero, con andamento ora pressoché pianeggiante, passa in prossimità della cima (m 1329). Qualche piccola schiarita sulla sinistra, affacciata sui dirupi meridionali del monte, ci offre l’occasione per rifiatare prima visuale aperta sulla catena del Montemaggiore il crinale tra il Montemaggiore e la sella Kris.
Si perde quota nel bosco passando alla testata del vallone del rio Starmaz che si abbassa verso est mentre nell’opposto versante la visuale si apre d’infilata sulla catena dei Musi. Ad un bivio tenere la sinistra e continuare con lievi saliscendi fino ad arrivare ad una schiarita. Prestare ora la massima attenzione alle segnalazioni che portano sulla sinistra ad aggirare tutto il versante nord del monte Brieschi fino a raggiungere, a quota 1386, i ruderi di alcune casere. Su questi terreni umidi e concimati si sviluppa una vegetazione quasi infestante di veratro, pianta velenosa dalle caratteristiche infiorescenze a pannocchia di colore giallo verde. Usciti definitivamente del bosco, con lieve risalita si guadagna un valloncello erboso punteggiato dalla fioritura di primula odorosa, primula maggiore, genziana di Clusius e genziana primaticcia. Arrivati alla sella di Riobianco (m 1490) lo sguardo si apre sul versante opposto, caratterizzato da una lunga successione di modeste elevazioni boscose. Alla nostra sinistra il crinale scende ancora per poi impennarsi nuovamente, in territorio sloveno, con la lunga dorsale dello Stol.
Dalla sella ci si innesta a destra sul segnavia CAI n.742 che proviene da Montemaggiore iniziando a risalire lungo la panoramica cresta erbosa. Pur non presentando tratti difficili, il percorso richiede ora una certa attenzione a causa della vicinanza con il ripidissimo versante sud. E' in questo ambiente che l'orecchia d'orso forma nel mese di maggio spettacolari fioriture di un bel colore giallo vivo. Si percorre il crinale con pendenza via via meno impegnativa fino a raggiungere la punta di Montemaggiore (m 1613, libro e timbro di vetta, ampio panorama).
Con percorso quasi pianeggiante si percorre il tratto più gradevole dell’escursione lungo la comoda dorsale erbosa raggiungendo ben presto la punta di Lausciovizza (m 1620, madonnina). La suggestione di questo tratto che offre continui spunti di osservazione invoglia ad indugiare il più possibile su queste praterie prima di perdere quota scendendo ad una piccola depressione (m 1560, quadrivio). Vi è qui la possibilità di visitare, con breve deviazione, il ricovero di Montemaggiore (m 1468), ben visibile in basso a destra. Una traccia scende nella conca sottostante, oltrepassando una fascia detritica ricoperta da mughi, fino a raggiungere il ripiano su cui sorge la costruzione. Frutto di una pregevole e recente opera di ristrutturazione sull'originario edificio militare risalente alla Grande Guerra, il ricovero è aperto e ottimamente arredato tanto da richiedere, giustamente, l'abbandono degli scarponi per l'ingresso nei locali.
Risaliti sul crinale, ignorare il segnavia che scende sul versante sud verso Cornappo e proseguire aggirando un costone. Si cala poi per gradoni erbosi, raggiungendo la verde insellatura di forcella Kris (m 1529), punteggiata dalle fioriture del botton d'oro e dell'anemone alpino. Qui abbandonare il percorso di cresta per scendere a destra nella conca sottostante percorrendo alcune svolte (segnavia CAI n.711). Oltrepassati i ruderi degli stavoli Cuntia si rientra nella faggeta, scendendo lungamente un ripido canale. Lo si abbandona per piegare a destra, perdendo quota con alcuni tornanti fino a raggiungere i ruderi di un casolare. Tramite una pista forestale si oltrepassa il torrente Mea e ci si riporta esattamente al punto di partenza.

Variante in salita da Montemaggiore (EE)

La catena del Gran Monte è raggiungibile anche dalle piccole frazioni che si trovano ai piedi delle ripide pendici meridionali. Dalla più orientale di queste, Montemaggiore, ha inizio il sentiero che raggiunge direttamente la punta di Montemaggiore. Lasciata l'auto presso la chiesa (m 795) si prosegue imboccando la pista che si stacca dal primo tornante (cartelli, segnavia CAI 742). La si segue per qualche centinaio di metri fino ad incontrare sulla sinistra le indicazioni CAI. Ci si alza quindi sopra la strada per intersecare dopo poco l’impluvio di un greto asciutto. Con qualche svolta si sale ad una costa per raggiungere poi la base di una ampia zona erosa. Lasciata a sinistra la vecchia traccia che scende a Cornappo, si traversa il circo detritico per rientrare nuovamente nel bosco. Qui, nella pineta a pino nero, pino silvestre e ginepro, la pendenza inizia farsi sostenuta con il sentiero che sale a strette svolte. In breve si esce allo scoperto sulle praterie che discendono dalla punta di Montemaggiore. Con una diagonale verso destra, sempre in decisa salita, ci porta sul filo di una costa (m 1275), nei pressi di un piccolo gruppo di faggi contorti. Il sentiero sale qualche metro tra le ginestre sfiorando un grande faggio, poi riprende a traversare su pendici sempre più ripide. Una ultima macchia di faggi richiede attenzione a causa della pendenza e della mancanza di un calpestio definito. Nella parte alta il sentiero compie ancora qualche svolta su terreno insidioso e quindi esce sulla sella di Riobianco (m 1490) dove ritroviamo il percorso già descritto. Dovendo scendere dal medesimo itinerario è necessaria cautela nei traversi superiori che vanno comunque evitati in caso di terreno gelato o scivoloso.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dei Fiori
Sentieri CAI
Escursione
Attrezzature
A - Passamani
Mese consigliato
Maggio
Carta Tabacco
026
Dislivello
1100
Lunghezza Km
11,8
Altitudine min
834
Altitudine max
1620
Tempi
Dati aggiornati al
2018
I vostri commenti
  • 13/05/2020 Sabato 9 maggio, a distanza di due mesi dall’ultima escursione, finalmente si tolgono le ragnatele a zaini e scarponi e si torna per monti. Anche noi seguiamo le orme di Loredana (grazie per le info!) e decidiamo di compiere l’Anello del Montemaggiore in senso orario, come proposto dalla guida. Sulla parte inferiore del CAI 712 anche le zecche stanno festeggiando la fine del lock-down, ne colleziono 5 sui pantaloni. Il sentiero di salita alterna tratti ripidi e qualche passaggio su terreno un po’ impervio a lunghi ghirigori nel bosco di faggio, dove la traccia a volte si confonde nella spessa lettiera di foglie; grazie ai segnavia, disposti in buon numero, e a qualche ometto, non ci sono comunque problemi di orientamento. I ruderi della Casere Starmaz e Montemaggiore sono ormai assediati dal bosco. Sulla Punta di Montemaggiore, dove sostiamo per il pranzo, c’è una discreta e inusuale presenza di escursionisti, in genere a coppie, tutti comunque si tengono a rispettosa distanza. La piccola croce di legno non c’è più, sempre presente invece la cassettina con il timbro e qualche foglio volante, lasciamo un quadernetto nuovo. Il tratto di cresta sin oltre Punta di Lausciovizza è un vero piacere, finalmente respiriamo vita e libertà a pieni polmoni! Breve sosta al Rifugio ANA e poi lunga discesa nel bosco per il 711a, affidandoci prevalentemente ai segnavia, in quanto la traccia non è sempre chiara. Preferibile la percorrenza in senso orario, come abbiamo fatto anche noi, per affrontare in salita il CAI 712, che presenta qualche difficoltà maggiore. Proprio un bel giro per ricominciare! Mandi a tutti!
  • 12/05/2020 Domenica 10 maggio, sulle tracce di Loredana (vedi commento precedente), siamo saliti alla punta di Montemaggiore da passo Tanamea, una delle escursioni da noi previste per la "fase due". Al passo sostano già diversi autoveicoli di probabili escursionisti in movimento dopo il "fermo".Lungo il tratto iniziale su pista si osserva il vecchio sikilift arrugginito, dei tempi nei quali qui si sciava, un manufatto di archeologia sportiva.Si sale lungo il ripido sentiero diretto al ricovero Montemaggiore, tenuto sempre in ordine, e poi alla Punta di Montemaggiore. Sulla cresta, da ambo le direzioni, cominciano a vedersi alcune sagome di esecursionisti chè però non incrociamo. Erba ancora sostanzialmente secca e solo qualche fioritura di orecchia d'orso.Al ritorno si passa per la punta di Lausciovizza per scendere poi lungo il 711 a Tanamea.Alle prossime!
  • 06/05/2020 Si inizia, non vedendo l'ora di poterlo fare, quasi dimenticato il sacro rito della preparazione dello zaino, la voglia o forse l'ansia fanno scordare che serve anche qualcosa da sgranocchiare, e i bastoncini? Un flash notturno me li fa ricordare e comunque non penso proprio alla macchina fotografica. A Passo Tanamea 9°C, vento ed un'auto, mentre cammino sul sentiero 711 vado indietro , molto indietro con la memoria, a quando negli anni 80 venivamo qui a sciare, quando ci si scaldava “da Nella”, il bar con il vecchio jukebox funzionante. Salita faticosetta, manca l'allenamento al dislivello, il letto di foglie intriga, ma in compenso il bosco è in festa, luminoso, il sole filtra attraverso il delicato verde delle giovani foglie dei faggi; al bivio proseguo lungo il sentiero 711a che conduce direttamente al ricovero Montemaggiore, da lì a poco arriverà anche chi si occupa della manutenzione e gestione dello stesso. Abbandono il sentiero a favore di una buona traccia che sale a sinistra del ricovero e che in breve si raccorda con il 742 , breve sosta alla Punta di Montemaggiore, panorama che riempie il cuore nonostante la lieve foschia, discesa prudente al monte Starmaz fra sassi, foglie e trincee ancora ben evidenti. Qualche ulteriore saliscendi è il pegno da pagare per raggiungere finalmente la strada asfaltata e raggiungere, in salita, l'auto. Percorso fatto in senso antiorario rispetto alla relazione, segnavia e tabelle presenti, ben percorribile con la solita prudenza dove la discesa si fa ripida e le foglie nascondono radici galeotte, il breve tratto attrezzato è in ordine, anche i salti di roccia non presentano particolari difficoltà.
  • 08/06/2019 Fatto oggi. Il sentiero 711 � appena entrato nella mia personale classifica dei sentieri pi� noiosi..al secondo posto dopo il Pellegrino :-D Sassi e radici di faggio, ombra e foglie di faggio, faggio sopra sotto e in parte per ore ed ore..consigliabili buoni scarponcini, bastoncini e clima secco, pena la perdita delle rotule.Super la cresta, peccato per la velatura verso la pianura, belle le fioriture e la pace ovunque attorno a me. Al grido di "non si vive di solo faggio!!" auguro a tutti buone escursioni!!
  • 01/06/2019 Fatto oggi l’anello come da descrizione, la salita nel bosco a nostro parere un po’ noiosa, sicuramente ripagata una volta sbucati nella sella di rio Bianco, piacevole la traversata con splendidi panorami a 360•, cominciano ora le splendide fioriture, concordo con il commento precedente riguardo la discesa. Mandi
  • 26/05/2018 Fatto oggi. Tutto l'anello è segnalato ottimamente; diversamente sarebbe improponibile visto che salita e discesa si svolgono su tracce nascoste dal fogliame. Da percorrere sicuramente nel senso proposto da Sentieri Natura. Discesa sul 711....F A S T I D I O S A.....
  • 19/05/2018 Percorso oggi l’anello del Montemaggiore da passo Tanamea. La giornata si incrina troppo presto e già alle 11,30 troviamo riparo nell’ultimo lembo di bosco prima della cresta. Quasi un’ora di grandine sottile e pioggia sotto le mantelle e i faggi. Cessate le ostilità, si continua poi per cresta scendendo appena possibile al ricovero per evitare altri rovesci che comunque non ci sono stati, almeno sopra di noi. Qualche chiazza di neve innocua nelle conche a nord. L’anello come da descrizione. Segnaletica recente da seguire con attenzione. Sempre suggeriamo prudenza, prudenza nei versanti ripidi e nella faggeta scivolosa. Incontrato solo un escursionista che rientrava in mattinata per non perdersi la tappa del Giro.
  • 23/10/2016 21/10/2016 Con la variante da Monteaperta,sent.711 raggiunta la cima di Punta di Momtemaggiore,sfruttando la buona giornata,anche se da valle si notava che anche sul Granmonte era caduta la prima neve.Il manto candido faceva la sua comparsa sul sent.verso quota 1300,rendendo molto suggestivo il paesaggio.Da sella Kris solo un pò di cautela, in salita sulla cresta per neve a tratti ghiacciata, ma senza difficoltà per arrivare in quota.Sù uno spettacolo quasi l"lunare"per tutto il percorso fino al grande ometto di Punta Montemaggiore creato dalla vegetazione ricoperta dal ghiaccio.Il rientro per lo stesso percorso,con la risalita per visitare il Ric. A.N.A. visto aperto dal "manutentore"e amici saliti per sua chiusura invernale.Mandi
  • 09/05/2016 08/05/2016 bellissima escursione ma faticosa ,sentiero 712 ben segnalato fantastico il 742 (1km di cresta) molto impegnativo il 711 per via della neve rimasta e per le foglie che rendono scivoloso il percorso visto queste difficolta l'anello nel suo complesso come difficoltà lo avvicinerei più ad escursione EE
  • 18/05/2015 Percorso ieri 17/05/15. Bel percorso di cresta, solo un pò di foschia verso la pianura. I segnavia ci sono e sono ben visibili, ma il percorso del sentiero CAI è cambiato rispetto alle vecchie cartine: ora si aggira tutto il versante nord-orientale del monte Brieschi. Il canalino di discesa con le foglie è abbastanza scivoloso...
  • 26/10/2014 Fatto oggi. In salita le indicazioni sono da seguire alla lettera altrimenti si rischia di girovagare per faggette per ore ed ore. Parecchi incontri con dei camosci bellissimi.In cima panorama a dir poco "disorientante" .... si va dalla pianura al Canin e in una giornata come oggi anche il Mangart e il Mataiur ... veramente mozzafiato.La discesa .... be le faggete in autunno saranno si belle ma c'è il rovescio della medaglia. Ad un certo punto mi son trovato le foglie all'altezza delle ginocchia, bello si .... ma sotto cosa c'era? Mah ... ad ogni modo è andato tutto bene.Sei ore dure ma i venti minuti di cresta son stati una bella ricompensa.
  • 05/10/2014 Fatto questa mattina lo splendido labirinto, vario e in certi tratti assai scosceso che collega il Tanamea alla cresta del Gran Monte. Confermo la segnaletica recente e ben disposta, anche se da tenere costantemente sott'occhio perché la traccia spesso scompare. Impossibile perdersi comunque.
  • 21/07/2013 Percorso tentato di fare a giugno.Dopo il letto del torrente le indicazoni sono praticamente inesistenti e se non le si trova (come è capitato a me) si cammina per sette ore nella faggeta su un sentiero segnalato (segni bianco-rossi ma nessun numero) che conconduce a delle rovine di qualche casera.Se non si ha un buon senso dell'orientamento, la faggeta è si magica (moltissimi camosci a tiro di obiettivo), ma potrebbe essere rischiosetta.
  • 23/06/2013 Fatto il 22-06-2013 da passo Tanamea trovando il sent. 712 ben segnalato. Bello. Misto. Ma arrivare alla forcella di Rio Bianco era un miraggio.Salito alla punta di Montemaggiore e percorrendo la panoramica cresta erbosa mi facevano cornice colorata le innumerevoli e indescrivibili fioriture estive (tra cui la cicerchia gialla). Dopo la Madonnina di Punta Lausciovizza notavo adagiata per terra segnaletica che mi ricordavala discesa al Ricovero Montemaggiore, trovato aperto da un addetto A.N.A..Risalito in cresta mentre sopra di me il cielo diventava minaccioso.La discesa verso sella Kris era d'obbligo con una visita alla enorme croce di ferro.Imboccato il sent- 711 fui accompagnato fino a metà percorso da tuoni, pioggia e grandine, non potendo gustare a fondo le bellezze che la montagna ci offre, anche se con qualche disagio....Alla prossima.Mandi
  • 17/06/2013 Percorso ieri. saliti da Passo Tanamea per il 712 fino alla forcella di Rio Bianco, dove arriva il sentiero 742 proveniente da Montemaggiore che si segue fino in cima alla Punta di Montemaggiore. Dopo aver percorso la dorsale erbosa fino nei pressi di Sella Kris siamo anadati a dare una occhiata al rifugio ANA per poi imboccare il 711A che scende a Tanamea. Percorso molto bello. Appena usciti dal fantastico bosco di faggi del versante nord, prati fioriti, genziane, pulsatille, rododendri e botton d'oro. In cielo i grifoni facevano a gara con i parapendio a chi sfruttava meglio le correnti d'aria. Peccato per la densa foschia.
  • 28/04/2012 Fatto oggi, con l'unica variante, rispetto alle indicazioni di SN, che, dopo essere sceso al ricovero Montemaggiore, per chiudere l'anello ho proseguito lungo il sentiero 711a. La giornata è stata bellissima, davvero calda per la stagione in corso. In cielo c'erano tanti amanti del parapendio e anche un aliante. Finalmente sono riuscito a vedere anche il mare dal Granmonte. Mauro.
  • 18/04/2011 Il 17 aprile 2011 il ricovero Montemaggiore (o ANA Monteaperta) era fastidiosamente chiuso, anche dalle finestre si vedeva che dentro tutto era in ordine, addirittura di lusso, per un ricovero.Poco dopo la Punta Lausciovizza c'è una nuova deviazione segnalata per raggiungere il ricovero (cartello): si risparmiano venti minuti circa. Tutti i sentieri sono comunque sempre molto ben segnalati.
  • 12/10/2009 Segnalo la tracciatura di un nuovo sentiero (711A) che dal ricovero Montemaggiore (o Montaperta) scende in mezzo al bosco e va ad incrociare il sentiero 711 a circa 15-20 minuti dal passo di Tanamea. Seguire con attenzione i segnavia. Per il resto non c'è niente di nuovo da segnalare.
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    23/10/2016 la cima di Punta Montemaggiore
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