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    Cime Centenere dalla Val Cimoliana
    Prealpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaF05

Cime Centenere dalla Val Cimoliana

Avvicinamento

Da Barcis si risale lungo la val Cellina fino a Cimolais prendendo poi a destra subito dopo il ponte sull’ampio greto del torrente Cimoliana. Seguendo le indicazioni del Parco delle Dolomiti Friulane si imbocca la stretta rotabile che risale la valle sul versante di destra orografica. In breve si raggiunge la località ponte Compol dove si lascia l’auto (m 728, spazio adibito a parcheggio poco prima del ponte). Oltre questo punto la strada è soggetta nei mesi estivi al pagamento di un pedaggio.

Descrizione

Dal parcheggio si imbocca, sulla sinistra, la pista sassosa che prende a risalire la Val del Compol, costeggiando il greto del torrente (segnavia CAI n.374). Dopo avere oltrepassato un restringimento della valle presso una bastionata rocciosa, la pista interseca un piccolo greto secondario trasformandosi successivamente in mulattiera. Si risale a svolte in un rado bosco con buona pendenza poi il sentiero entra in una giovane faggeta iniziando una lunga diagonale. Sfiorato un dirupo esposto sulla forra del torrente, il sentiero raggiunge il bivio con il segnavia CAI n.358 che lasciamo a destra tenendo la direzione principale. Si prosegue ancora per un tratto fino alla marcata ansa a quota 1085, dove il sentiero inverte la direzione orientandosi verso sud. La tranquilla monotonia del bosco è interrotta da una fascia rocciosa e da due piccoli impluvi asciutti che il sentiero interseca. Intorno a quota 1300 la pendenza aumenta e poco prima che la vegetazione si diradi un cartello ci segnala l’ultimo punto utile per fare legna in previsione di una sosta a a casera Lodina. Poco dopo si esce alla base del pendio prativo che conduce alla casera. Il sentiero sale sul margine di un ampio prato dove fioriscono a giugno la scorzonera rosea, il raponzolo orbiculare e la vulneraria. Su queste specie è facile osservare anche il volo di alcune farfalle alpine quali l’aurinia e la mnemosine. Lasciato a sinistra il bivio segnalato per la discesa diretta (sentiero per esperti), si raggiunge una vasca in cemento con sorgente ed in breve si guadagna il ripiano di casera Lodina (m 1567), ottimo e frequentato punto di appoggio. Situata sulle pendici orientali del monte Lodina, la casera è stata trasformata in accogliente ricovero e dispone di una stanza con cucina economica, panca, tavolo e camino. Al piano superiore sei pagliericci con materassini in gommapiuma consentono anche di pernottare.
Dalla casera un comodo sentiero sale a svolte lungo il pendio soprastante poi, dove la pendenza aumenta, piega a destra portandosi verso una sorta di sperone erboso con mughi. Da qui si inverte ancora la direzione iniziando a salire in diagonale su terreno via via più roccioso, sfiorando i resti poco evidenti di casera del Bergon. Con una serie di piccole svolte si sale quindi alla ampia insellatura di forcella Lodina (m 1860) dove si incontra il segnavia CAI n.374a che proviene dal versante opposto. Poco prima della forcella un cartello segnala a destra la prosecuzione del segnavia CAI n.374 verso le Cime Centenere e forcella Duranno.
Si inizia a rimontare una sorta di dosso su sentiero meno marcato ma comunque ben segnalato da alcuni paletti. Con pendenza moderata, in ambiente prevalentemente erboso, il sentiero si incunea in un ampio solco naturale tra splendide fioriture di rododendro irsuto, botton d'oro, ormino, biscutella e camedrio. Si tratta della Busa di Vediei, vero giardino dolomitico che costituisce forse il tratto più suggestivo dell'intero itinerario. In ambiente più roccioso, seguendo alcuni ometti che possono essere di grande aiuto in caso di scarsa visibilità, si sfiorano le colonie di mughi che scendono dalle pendici di sinistra. Ad inizio estate, nei pressi dei nevai in rapido scioglimento, fanno la loro comparsa anche le soldanelle e gli anemoni alpini mentre osservando con attenzione la vicina cresta delle Centenere si possono facilmente cogliere le sagome degli stambecchi. In moderata salita si giunge nei pressi di un esteso affioramento calcareo con evidenti fenomeni carsici che prelude all'ultimo traverso. Su sentiero recentemente scavato si taglia agevolmente lungo ripide pendici erbose raggiungendo un marcato costone. Qui il sentiero piega a sinistra e, rimontando sopra un profondo vallone, guadagna il filo di cresta nei pressi delle Centenere. Raggiunto l'intaglio roccioso compreso tra le quote 2275 e 2240, il sentiero si sposta sul versante della val Zemola per poi proseguire verso la forcella Duranno su terreno più impegnativo. A questo punto possiamo ritenerci soddisfatti, tanto più che le due cime sono facilmente raggiungibili: la quota 2275 lungo la cresta nord, erbosa ma un poco esposta, mentre la quota 2240, forse più interessante, attraverso la traccia del vecchio segnavia CAI (ometto di pietra e splendida visuale sul vicino Duranno). Di grande interesse sono anche le fioriture che possiamo individuare tra le rocce. Queste comprendono specie comuni quali orecchia d'orso e la silene a cuscinetto ma anche piccoli gioielli della flora alpina come la genziana del monte Tricorno, la primula tirolese, la petrocallide dei Pirenei.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dei Fiori
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
021
Dislivello
1500
Lunghezza Km
14,4
Altitudine min
728
Altitudine max
2275
Tempi
Dati aggiornati al
2016
I vostri commenti
  • 12/06/2019 Percorso ieri (11 giugno) fino a quota 2110. Il sentiero fino a forcella Lodina si percorre agevolmente. I numerosi schianti causati dalla tempesta dello scorso autunno sono stati rimossi con notevole mole di lavoro. Dopo la forcella la traccia si perde facilmente ma è intuitiva (occorre fare attenzione in caso di scarsa visibilità). Sulla busa dei Viediei c'è ancora tantissima neve accumulata (per lunghi tratti anche sulla traccia). In prossimità delle cime Centenere alcune ripide lingue di neve ostacolano il passaggio e non vale la pena rischiare di scivolare a valle. Avvistati stambecchi in cresta e probabilmente un cane procione.
  • 24/06/2016 23/06/2016.Una bella giornata di sole fa da contorno alla salita alle Centenere. Camosci nel bosco della salita al pascolo della casera; vasca con fonte è molto gradita, poco sotto la casera Lodina. I rododendri di Busa dei Vediei attendono a giorni la fioritura ma ben presenti sono tutte le altre specie floristiche. Le tracce e i segnavia (sbiaditi) tendono un poco a scomparire nell'ultimo tratto prima dell'innesto sul sentiero scavato. Raggiunta la cimetta erbosa delle Centenere, espostissima sull'altro versante.Luogo dove ci si sente davvero fuori dal mondo. Paesaggio e panorama ripagano in pieno dalla non breve escursione.
  • 07/12/2015 Saliti ieri da Ponte Compol fino alla forcella Lodina, tentativo per la cima Lodina dal versante della forcella non riuscito. Da segnalare poco prima di uscire dal bosco una bollinatura rosso fluorescente di una vecchia traccia in discesa diretta ( non si tratta del sentiero Valentino ma di altra traccia). Niente neve fino alla Casera. Dalla Casera alla forcella tratti di neve ghiacciata che richiedono attenzione a dove mettere i piedi. Bellissimo il colpo d'occhio sul Duranno e cime vicine. Sorvegliati a vista da un gruppo di camosci che si teneva a debita distanza, con le nuvole sotto di noi. Piacevole girovagare al sole nei pressi della forcella. Cime Centenere troppo lontane per oggi.....così tanto per tornar giù al buio ......
  • 08/07/2015 Mi sveglio prima delle tre. Un’ora dopo la frontale supplisce ad una luna che non penetra una traccia amazzonica. L’aria fresca non è l’unico motivo per una partenza notturna. E’ un modo diverso d’incedere. Pare un'altra dimensione, spaziale e sonora che s’appropria dei sensi, acuisce ogni sfumatura. Ma non solo sensoriale. Si cammina nel vuoto. Si sale accompagnando la notte nel lento abbraccio con il giorno. Il silenzio penetra l’animo e pian piano, così com’è entrato, prendendo possesso d’ogni parte di me, lascia spazio al risveglio della vita. Il primo cinguettio fa tremare dall’emozione…ci siamo, a rive il di! Ma in questo caso lo “sdrondenamento” inizia prima. Giunto alla Busa dei Vediei, mi si para davanti! Un palco enorme come non ho mai visto. Signore della penombra, pare lo spirito della foresta tutta. Un cervo possente, mi osserva e scende senza accenno di corsa verso il bosco. Stordendomi. Ci metto un po’ a ritrovare il ritmo, ma alle cinque e mezza son sulla cima rocciosa. Puntuale come quella palla infuocata che spunta da dietro la dorsale di Cima dei Frati. Tutt’intorno le nubi rimangono accovacciate sotto le vette. Gonfie e pronte per una nuova ascesa o per svanire. I rondoni iniziano a tagliare l’aria festeggiando un altro giorno che nasce. Ostinato. Nonostante tutto. Nonostante noi. Schegge di momenti da vivere. Il caffé bollente tra le mani mi fa sentire la persona più ricca e fortunata del pianeta. E aspetto che ogni cosa si vesta del suo colore. Salutando tutte le picche familiari, conoscendone altre. Dopo un paio d’ore vado a curiosare verso forcella Duranno. Il mio consiglio è di evitare il malagevole troi che attraversa in versante della val Zemola per scendere comodamente il crinale roccioso, raccordandosi in breve al sentiero. Poco più avanti una grotta naturale ospita un’estesa fioritura di Silene quadridentata e una Madonna, pregevolmente intagliata in un ramo di faiâr. Poi appare l’Eliantemo maggiore. Mi sconvolge apprendere di come ogni fiore di questa specie viva un solo giorno, abbandonando i suoi petali come fossero un regalo del sole del mattino. Suggerisco di arrivare in forcella e quindi di risalire facilmente l’ultima delle Centenere (quotata 2295). Da qui c’è solo il Duranno. Al ritorno sull’altra cimotta incontro una giovane stambecca. Si fa fotografare con garbo. Le fioriture e le marmotte di Loredana paion emigrate in altri lidi. Più tardi il sole inizia a esser violento e scendo a riprendere poche cosa lasciate in casera. La ritrovo aperta con sparpagliato di tutto, fuori e dentro. Una coppia. Gli chiedo se salgono su qualche cima. Mi rispondono che han dormito in casera. Non immagino la mia faccia nel rispondergli “ma, cjale, JO ndai durmit achi”. Tre secondi sospesi tra la comicità e il profondo senso di prenderci mutuamente in giro. Poi l’arcano si svela. Al loro arrivo, dopo le cinque, io ero già bell’è partito. Scambiamo qualche parola poi li lascio al loro risveglio. Abbraccio sorridente quel bosco gentile, che mi regala ancora due camosci, madre e cucciolo, per poi rimaner serbato, per sempre, tal zei emozionâl che o mi strissini daûr.(06.07.2015)
  • 07/06/2015 Percorso che è di grande soddisfazione se i rododendri sono in fiore e il cielo terso, ieri mancavano queste due componenti, per i rododendri bisognerà aspettare credo una settimana per l'esplosione di colore, per il meteo il discorso è diverso...tante altre varietà di flora, ancora soldanelle (anzi, belle fresche) crocus, primule auricole accanto alla viola bifoglia, botton d'oro e genziane: di Clusius, di koch, bellissime quelle del Tricorno, primule tirolesi sulle rocce presso la quota 2275. Qualche marmotta nella Busa dei Vediei dove qualche bell'ometto e paletto indicano la direzione che comunque è intuitiva (se senza nuvole). In salita ben evidente la traccia che porta alla forcella del Duranno, ma aggirato l'intaglio roccioso qualcosa ci è sfuggito, ben visibile il sottostante rifugio Maniago.
  • 12/08/2014 Percorso domenica 10/08/14. Percorso stupendo da Casera Lodina in poi, ma i segnavia sono pochi e sbiaditi, attenzione con nebbia. Il traverso sotto le Centenere avviene su terreno instabile ma si passa senza problemi. Saliti alla cima 2240 m per roccette e sfasciumi, i vecchi segnavia CAI li abbiamo visti solo in cima. Splendide visuali su Duranno e Preti, nonostante le nuvole che in questa estate non ci lasciano mai.
  • 27/11/2011 Fatto ieri il percorso descritto da SN fino quasi alla cima di quota 2240. Sul crinale e sul versante rivolto al Duranno c'era ancora neve e si faceva fatica ad avanzare. C'era anche ancora un po' di neve nella Busa dei Vediei. Tutta la zona è di una bellezza selvaggia e dà un grande senso di solitudine, ho incontrato solo 2 persone in 8 ore di escursione! Mauro.
  • 18/09/2011 Percorso ieri fino a casera Lodina. Due belle grasse vipere sul sentiero nel prato sommitale che sale alla casera.
  • 03/10/2010 Percorso ieri. Segnalo variante sino alla c.ra Lodina attraverso il sentiero alpinistico "Lucchini" che sebbene impegnativo non è nè difficile tecnicamente nè esposto (ovviamente serve esperienza). La partenza del sentiero è subito all'inizio della valle (scritta su masso con piccolo parcheggio). Dopo un avvio incerto, presso dei casolari la traccia prende quota e da lì la via è inconfondibile e confluisce con la normale poco prima della casera.
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