Avvicinamento
Da Barcis si risale lungo la val Cellina fino a Cimolais prendendo poi a destra subito dopo il ponte sull’ampio greto del torrente Cimoliana. Seguendo le indicazioni del
Parco delle Dolomiti Friulane si imbocca la stretta rotabile che risale la valle sul versante di destra orografica. In breve si raggiunge la località ponte Compol dove si lascia l’auto (m 728, spazio adibito a parcheggio poco prima del ponte). Oltre questo punto la strada è soggetta nei mesi estivi al pagamento di un pedaggio.
Descrizione
Dal parcheggio si imbocca, sulla sinistra, la pista sassosa che prende a risalire la Val del Compol, costeggiando il greto del torrente (segnavia CAI n.374). Dopo avere oltrepassato un restringimento della valle presso una bastionata rocciosa, la pista interseca un piccolo greto secondario trasformandosi successivamente in mulattiera. Si risale a svolte in un rado bosco con buona pendenza poi il sentiero entra in una giovane
faggeta iniziando una lunga diagonale. Sfiorato un dirupo esposto sulla forra del torrente, il sentiero raggiunge il bivio con il segnavia CAI n.358 che lasciamo a destra tenendo la direzione principale. Si prosegue ancora per un tratto fino alla marcata ansa a quota 1085, dove il sentiero inverte la direzione orientandosi verso sud. La tranquilla monotonia del bosco è interrotta da una fascia rocciosa e da due piccoli impluvi asciutti che il sentiero interseca. Intorno a quota 1300 la pendenza aumenta e poco prima che la vegetazione si diradi un cartello ci segnala l’ultimo punto utile per fare legna in previsione di una sosta a a
casera Lodina. Poco dopo si esce alla base del pendio prativo che conduce alla casera. Il sentiero sale sul margine di un ampio prato dove fioriscono a giugno la
scorzonera rosea, il
raponzolo orbiculare e la
vulneraria. Su queste specie è facile osservare anche il volo di alcune farfalle alpine quali l’
aurinia e la
mnemosine. Lasciato a sinistra il bivio segnalato per la discesa diretta (sentiero per esperti), si raggiunge una vasca in cemento con sorgente ed in breve si guadagna il ripiano di
casera Lodina (m 1567), ottimo e frequentato punto di appoggio. Situata sulle pendici orientali del monte Lodina, la casera è stata trasformata in accogliente ricovero e dispone di una stanza con cucina economica, panca, tavolo e camino. Al piano superiore sei pagliericci con materassini in gommapiuma consentono anche di pernottare.
Dalla casera un comodo sentiero sale a svolte lungo il pendio soprastante poi, dove la pendenza aumenta, piega a destra portandosi verso una sorta di sperone erboso con
mughi. Da qui si inverte ancora la direzione iniziando a salire in diagonale su terreno via via più roccioso, sfiorando i resti poco evidenti di casera del Bergon. Con una serie di piccole svolte si sale quindi alla ampia insellatura di
forcella Lodina (m 1860) dove si incontra il segnavia CAI n.374a che proviene
dal versante opposto. Poco prima della forcella un cartello segnala a destra la prosecuzione del segnavia CAI n.374 verso le
Cime Centenere e
forcella Duranno.
Si inizia a rimontare una sorta di dosso su sentiero meno marcato ma comunque ben segnalato da alcuni paletti. Con pendenza moderata, in ambiente prevalentemente erboso, il sentiero si incunea in un ampio solco naturale tra splendide fioriture di
rododendro irsuto,
botton d'oro,
ormino,
biscutella e
camedrio. Si tratta della Busa di Vediei, vero giardino dolomitico che costituisce forse il tratto più suggestivo dell'intero itinerario. In ambiente più roccioso, seguendo alcuni ometti che possono essere di grande aiuto in caso di scarsa visibilità, si sfiorano le colonie di
mughi che scendono dalle pendici di sinistra. Ad inizio estate, nei pressi dei nevai in rapido scioglimento, fanno la loro comparsa anche le
soldanelle e gli
anemoni alpini mentre osservando con attenzione la vicina cresta delle
Centenere si possono facilmente cogliere le sagome degli
stambecchi. In moderata salita si giunge nei pressi di un esteso affioramento calcareo con evidenti fenomeni carsici che prelude all'ultimo traverso. Su sentiero recentemente scavato si taglia agevolmente lungo ripide pendici erbose raggiungendo un marcato costone. Qui il sentiero piega a sinistra e, rimontando sopra un profondo vallone, guadagna il filo di cresta nei pressi delle
Centenere. Raggiunto l'intaglio roccioso compreso tra le quote 2275 e 2240, il sentiero si sposta sul versante della val Zemola per poi proseguire verso la
forcella Duranno su terreno più impegnativo. A questo punto possiamo ritenerci soddisfatti, tanto più che le due cime sono facilmente raggiungibili: la quota 2275 lungo la cresta nord, erbosa ma un poco esposta, mentre la quota 2240, forse più interessante, attraverso la traccia del vecchio segnavia CAI (ometto di pietra e splendida visuale sul vicino
Duranno). Di grande interesse sono anche le fioriture che possiamo individuare tra le rocce. Queste comprendono specie comuni quali
orecchia d'orso e la
silene a cuscinetto ma anche piccoli gioielli della flora alpina come la
genziana del monte Tricorno, la
primula tirolese, la
petrocallide dei Pirenei.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dei Fiori