Avvicinamento
Da Cimolais si seguono le indicazioni del
Parco delle Dolomiti Friulane imboccando la rotabile che si addentra nella lunga
Val Cimoliana. Il transito è soggetto nei mesi estivi al pagamento di un pedaggio che viene riscosso al punto informativo presso il Ponte Compol. Si risale così tutta la valle fino a giungere a Pian Meluzzo dove si può parcheggiare comodamente (m 1163).
Descrizione
Dal parcheggio proseguire lungo la pista tralasciando subito a destra la deviazione per le
Bregoline. Dopo avere attraversato un ghiaione, la strada sfocia nella ampia radura di
casera Meluzzo per poi disegnare un'ansa verso la val Postegae. Lasciato a destra il segnavia CAI n.362, ci si innesta nuovamente sul greto della val Meluzzo (CAI n.361) seguendone il bordo fino al crocevia presso il
Cason dei Pecoli (m 1363). Qui si tralasciano le due diramazioni laterali iniziando a salire con pendenza più marcata all'interno di un bosco misto. Più in alto si taglia un pendio di
mughi e si traversa definitivamente il greto principale che ha assunto ora il nome di rio Valmenon. Oltrepassata una ampia radura tra grandi esemplari di
abete rosso e
larice, con un'ultima risalita si arriva al pianoro di
casera Val Binon
(m 1778, gestita nel periodo estivo). Dal ricovero si prosegue lungo il sentiero principale innestandosi quasi subito, verso destra, sul
Truoi dai Sclops che proviene da
forcella Urtisiel (segnavia CAI n.369). Dopo un tratto più detritico, il sentiero si affaccia sul pianoro erboso del Campuros, bellissima distesa prativa, solcata da un piccolo rio. Da qui si sale verso il catino di
forcella Val di Brica, raggiungendo in breve l'intaglio, sorvegliato da un caratteristico monolite (m 2088, ampio panorama). Si scende nell’opposto versante, tagliando in alto la testata della val di Brica fino al bivio con il CAI n.379 che scende a destra. Noi invece proseguiamo ancora diritti, iniziando ad affrontare la seconda significativa salita di questa lunga escursione. Passando ai piedi del Mus di Brica si risale una costola detritica per poi rimontare a sinistra, su terreno friabile, fino alla stretta
forcella dell'Inferno (m 2175). In bella visuale sulla alta val di Guerra, si cala ora in diagonale portandosi alla vicina
forcella Fantulina alta (m 2110) e successivamente, con qualche attenzione, al
passo del Mus (m 2063). Il canale che scende dal passo verso la val di Suola è inizialmente agevole ma poi la gola si rinserra tra alte pareti rocciose dove le ghiaie hanno il sopravvento. Passata la strettoia il sentiero si orienta verso sinistra perdendo quota su terreno ripido che migliora solo alla confluenza con il segnavia CAI n.363. Qui la salita riprende per conche e dossi verdi, al cospetto delle imponenti pareti dolomitiche che racchiudono la alta val di Suola. Giunti al
passo di Suola (m 1994), si scende leggermente nell'opposto versante lasciando a sinistra il sentiero per la val di Rua. Il nostro percorso invece riprende a salire appressandosi alle pareti rocciose soprastanti. Aggirato uno spigolo, la ripidezza aumenta assieme alla friabilità del terreno che si fa sempre più sabbioso. Finalmente un aereo sperone e la successiva cengia consentono di rifiatare prima di affrontare il breve pendio finale che termina alla
forcella Rua Alta (m 2144). Dopo questo nuovo cambio di panorama, si traversa in quota mirando ad un grande macigno, visibile già dall'insellatura, dove troviamo l'ennesimo bivio. Lasciato a sinistra il sentiero che scende a
casera Pramaggiore, iniziamo così a rimontare il ripido pendio che discende dalla
forcella Pramaggiore. Si sale per verdi fino a trovare una costa detritica dove i tornantini sono un poco rovinati, poi con una breve diagonale si guadagna la cresta e la vicina
forcella Pramaggiore (m 2295), punto più elevato del nostro anello. Dall'intaglio, il CAI n.366 scende nel catino sottostante, sfiorando le due
forcelle Sidon alta e bassa. Sul fondo della conca si trovano numerosi macigni crollati dalle pareti del
Pramaggiore che ora ci accompagnerà con la sua mole per un buon tratto. Ci si affaccia così sul ripiano successivo che mostra un versante destro prevalentemente erboso mentre il fianco sinistro è occupato dagli immensi ghiaioni che scendono dalla cresta del
Pramaggiore. Si attraversa piacevolmente questo straordinario angolo dolomitico passando nei pressi di un ultima conca erbosa che si lascia sulla sinistra. Più a valle, i primi
larici annunciano l'orizzonte della vegetazione arborea e infatti, dopo qualche svolta, si entra in un paesaggio dominato dalle prime conifere. Oltrepassato un grande macigno si taglia un ripido pendio che termina presso la radura del Casone Val dell'Inferno (m 1791, ruderi), invaso dalle
romici. Presso il ruscelletto si confluisce nel CAI n.362 che arriva dal
passo del Mus e che ora ci riporterà a fondovalle. Dopo una serie di svolte il percorso si orienta decisamente a destra (ovest) e comincia a scendere in diagonale nel bosco, non distante dal torrente che scorre più in basso. In corrispondenza di una schiarita si interseca il greto di un torrentello, ma il traverso dura poco e la discesa riprende decisa nel bosco di
faggio che ci accompagnerà da qui in poi. Il sentiero mantiene ancora la stessa direzione avvicinandosi progressivamente al greto di fondovalle al quale infine arriva con un paio di svolte. A questo punto, tenendosi sul fianco destro, si percorre lungamente il solco della val Postegae fino a raccordarsi al bivio descritto inizialmente.
Avvertenze
Data la lunghezza dell'itinerario, è consigliabile spezzare l'escursione in due giorni con pernottamento al
rifugio Flaiban Pacherini .