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lunedì 16 maggio 2016
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Monte Linas - Punta Perda de sa Mesa

Il massiccio del monte Linas comprende i rilievi maggiori della Sardegna meridionale. Ora che il tempo si è messo al bello, non vogliamo certo mancare la salita alla cima più alta della zona: la Punta Perda de sa Mesa. Conta solamente 1236 metri di altezza ma ci saprà emozionare per l’ambiente aperto, simile, con le dovute distinzioni, a quello di quote ben più alte. Il punto di partenza si trova lungo la strada che da Gonnosfanadiga sale al parco comunale Perda de Pibera. Se sopravvivete al labirinto del paese (cercate le indicazioni del parco) vi ritroverete sulla strada che risale il corso del rio Piras. Seguitela per circa 3 km e poi svoltate a destra presso il ponte a quota 282. Lasciata l'auto, potete seguire le indicazioni del CAI 102 sulla pista sterrata che passa presso una abitazione. Dopo un breve tratto che coincide con il greto, la pista prende quota con qualche svolta tra belle fioriture di cisti e cardi. Oltrepassata una piccola ancona, la strada scende leggermente per arrivare alla sua conclusione presso il greto di un rio (sorgente). La prosecuzione è ora sul sentiero che punta con decisione alla gola boscata soprastante.
01-La valletta del rio Piras 01-La valletta del rio Piras
02-Il bosco alle pendici del monte Linas02-Il bosco alle pendici del monte Linas
03-Le pendici scoscese del monte Linas03-Le pendici scoscese del monte Linas
Stiamo entrando nelle pieghe del monte Linas di cui si iniziano a vedere gli affioramenti rocciosi, noti per essere tra i più antichi d'Italia e d'Europa. Un cartello lungo il sentiero (m 550 circa) stima in un'ora e mezza il tempo necessario a salire alla sella Genn'e Impi, ma alla fine ci metteremo poco più di un'ora. La pendenza, infatti, si fa decisamente più marcata e si sale veloci all'ombra del bosco che regala una gradevole frescura. Nella parte finale il sentiero entra in una fitta macchia di lecci dove si procede a strette svolte tra le profumate fioriture dei ciclamini. Solo poco sotto la forcella, si esce all'aperto ritrovando una serie di ometti che ci guidano a risalire senza difficoltà alcune ruvide placche. Ancora un breve tratto tra gli arbusti e si esce sulla bellissima insellatura di Genn'e Impi (m 1035), in maggio un vero giardino mediterraneo di cisti e margherite.
04-Sulle placche rocciose sotto Genn'e Impi04-Sulle placche rocciose sotto Genn'e Impi
05-Dalla sella di Genn'e Impi uno sguardo alla gola che abbiamo appena risalito05-Dalla sella di Genn'e Impi uno sguardo alla gola che abbiamo appena risalito
Sui due lati la sella è contornata da pinnacoli e pietrisco che ci riportano con la mente a luoghi assai distanti. La sella è un crocevia di direzioni: la nostra è quella che si stacca a destra. Dovrebbe essere il CAI 103, ma in realtà, da qui in poi, di segnavia ne troveremo pochi e sbiaditi: poco male poiché il percorso è comunque intuitivo. Risalita una grande placca, ci si porta su terreno erboso, cercando qualche ometto o tracce di passaggio.
06-Fioriture lungo la cresta 06-Fioriture lungo la cresta
07-In discesa dalla Punta sa Cabixettas07-In discesa dalla Punta sa Cabixettas
Raggiunta la cresta, si rimonta facilmente alla Punta sa Cabixettas con la sua croce metallica e l'ancona dedicata a Sant'Antonio (m 1202). Da questa antecima possiamo finalmente vedere la nostra meta e la comoda e ampia cresta erbosa che conduce alla Punta Perda de sa Mesa. Ginestre, cisti, margherite e viole ricoprono quasi interamente il cammino che conduce in vetta dove ci attende una piccola croce metallica (m 1236). Grazie anche alla ottima visibilità, la visuale si apre in tutte le direzioni per un panorama ed una escursione che ricorderemo a lungo.
08-Il giardino sulla vetta del monte Linas08-Il giardino sulla vetta del monte Linas
09-Punta Perda de sa Mesa da Punta sa Cabixettas09-Punta Perda de sa Mesa da Punta sa Cabixettas
10-Punta Cammedda dal sentiero di cresta10-Punta Cammedda dal sentiero di cresta
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