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    Sardegna orientale - Sos Nidos Corrasi
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domenica 28 settembre 2014
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Punta Sos Nidos e Monte Corrasi da Oliena

Il Supramonte è una vasta regione della Sardegna orientale che si nota fin da lontano nelle percorrenze in automobile. Questo altopiano calcareo, infatti, spicca per il candore delle sue rocce così diverse dal paesaggio delle alture circostanti. Quando il monte Corrasi e la punta Sos Nidos ci sono apparse, il giorno stesso dell'arrivo nell'isola, abbiamo avuto l’impressione di essere ai piedi di vette molto più elevate, ma in realtà si arriva poco sopra i 1600 metri. La possibilità di raggiungerle entrambe in una sola escursione ci ha così spinto verso Oliena dove ha inizio questa piccola avventura nel cuore del Supramonte.
01-Lungo i tornanti della Strada 'e Pradu 01-Lungo i tornanti della Strada 'e Pradu
02-La Strada 'e Pradu nell'ombra del mattino02-La Strada 'e Pradu nell'ombra del mattino
Dalla parte alta della cittadina, seguendo le indicazioni per l’Hotel Cooperativa Turistica Enis e Monte Maccione, si cerca e si risale la strada cementata che con una lunghissima serie di svolte arriva all’Hotel. Superata la struttura si prosegue ancora su una strada prevalentemente sterrata che può mettere a dura prova la vettura. Destreggiandosi alla meglio, dopo alcuni km si arriva ad uno slargo per manovre che segna la fine del tratto percorribile con normali automezzi. C’è già un’auto parcheggiata e lo consideriamo come segno di buon auspicio per la giornata. L’escursione prosegue a piedi lungo la pista polverosa che ben presto attraversa un boschetto di lecci. Numerose pecore brucano nei paraggi e con il loro campanelli creano una atmosfera quasi alpina.
03-Le pendici calcaree di Punta Sos Nidos03-Le pendici calcaree di Punta Sos Nidos
04-Formazioni rocciose del Supramonte di Oliena04-Formazioni rocciose del Supramonte di Oliena
Fortunatamente al mattino la salita si svolge nel versante all’ombra e così saliamo piacevolmente nella brezza mattutina, seguendo i larghi tornanti della strada. Oliena appare molto più in basso sotto di noi ed è già illuminata dal sole così come i pinnacoli che si intravedono più in alto. Con la quota il versante su cui ci troviamo si fa alquanto ripido tanto da rendere necessaria la presenza di una grande massicciata per sorreggere la pista. Questa in alto prende il nome di Iscala ‘e Pradu e con un’ultima rampa raggiunge una ampia insellatura dalla quale si apre una straordinaria visuale sul paesaggio aspro e lunare del Supramonte di Oliena. Sembrerebbe un luogo arido e desolato, ma in realtà ospita una flora specializzata che annovera diversi endemismi.
05-Lame rocciose sulle pendici del monte Cusidore05-Lame rocciose sulle pendici del monte Cusidore
06-Panorama verso est da Sos Nidos: riconoscibile Dorgali06-Panorama verso est da Sos Nidos: riconoscibile Dorgali
07-Il reticolo di coltivi nella valle del Cedrino07-Il reticolo di coltivi nella valle del Cedrino
08-Sulla sommità di Punta Sos Nidos08-Sulla sommità di Punta Sos Nidos
Ci fermiamo sul bordo per cercare di riconoscere le nostre mete odierne: il monte Corrasi si trova alla nostra destra come pure il sentierino che si avvia nella sua direzione. Noi invece imbocchiamo la traccia che si diparte dal margine sinistro della piazzola portandosi in breve ad una sorta di ripiano più verde. Ci troviamo ora ai piedi della punta Sos Nidos nel bel mezzo di un paesaggio particolarmente tormentato e carsificato. Alcuni ometti ci aiutano a trovare i passaggi migliori che avvengono quasi galleggiando tra rocce cariate e lame affioranti. Si arriva così alla base della fascia rocciosa che cinge il cupolotto sommitale: qui la pendenza si fa più sostenuta ma con l’aiuto dei preziosi ometti si oltrepassa una sistema di placche e cengette che conduce direttamente sul pianoro di vetta. Dal grande ometto in cima (m 1348) la visuale si apre anche verso est abbracciando un panorama estesissimo che ha come elementi principali il reticolo dei coltivi nella valle del Cedrino e i picchi calcarei del Supramonte.
09-Il paesaggio lunare del Supramonte dalle pendici di Punta Sos Nidos09-Il paesaggio lunare del Supramonte dalle pendici di Punta Sos Nidos
10-Resti di ricovero in pietra presso Su Pradu10-Resti di ricovero in pietra presso Su Pradu
11-I ginepri contorti di Su Pradu11-I ginepri contorti di Su Pradu
12-Lo Stazzu Su Pradu12-Lo Stazzu Su Pradu
Ridiscesi ai piedi della piccola bastionata di rocce lisce, proviamo a scendere direttamente verso lo stazzo Su Pradu che si nota più in basso, presso un grande ripiano con vegetazione. Una serie di ometti sembra portare in quella direzione, ma ben presto tutto scompare nella pietraia indistinta. Non resta allora che fissare nella mente la direzione da seguire dopo lo stazzo e riprendere la discesa a vista. Il terreno è decisamente scomodo e ci ritrova spesso a camminare su rocce profondamente solcate: ma siamo friulani e il terreno ci è usuale! Finalmente si cala ad un rudere da dove un buon sentierino a destra porta in pochi minuti allo stazzo Su Pradu.
13-Punta Carabidda e il tasso isolato che fa da riferimento13-Punta Carabidda e il tasso isolato che fa da riferimento
14-Panoramica verso il mare e Dorgali14-Panoramica verso il mare e Dorgali
15-La vetta del monte Cusidore15-La vetta del monte Cusidore
16-I dirupi del monte Corrasi16-I dirupi del monte Corrasi
Ricordando quanto abbiamo visto più in alto, lasciamo a destra lo stazzo mirando ad alcuni speroni rocciosi sul lato opposto del ripiano. Tracce di passaggio conducono ora verso un marcato solco che si risale sulla destra fino a passare accanto ad un caratteristico tasso isolato. Ancora pochi minuti di salita e ci si raccorda con il sentiero principale del monte Corrasi. Qui le rocce hanno un colore più scuro come anche il piccolo corridoio che si attraversa dopo poco. Successivamente il sentiero inizia a salire in modo più deciso arrivando poco sotto la linea di cresta dove sembra di essere ormai arrivati. In realtà il sentiero aggira ancora una costa e si porta sul pendio sottostante la vetta a cui si arriva con un ultimo strappo (m 1463). Facendo attenzione al dirupo che precipita nel versante opposto ci fermiamo per una meritata sosta prima di riprendere la via del ritorno.
17-La cresta del monte Corrasi17-La cresta del monte Corrasi
18-Lungo il sentiero di discesa dal monte Corrasi18-Lungo il sentiero di discesa dal monte Corrasi
19-Roccia in bilico presso il sentiero19-Roccia in bilico presso il sentiero
20-Oliena dalla Scala 'e Pradu20-Oliena dalla Scala 'e Pradu
Commenti
  • 09/08/2021 13/06/2021- Raggiunto nuovamente la cima di Sos Nidos. Superato il labirintico assetto delle viuzze di Oliena, si è individuata la direzione ottimale per hotel Maccione. Da qui si prosegue con lunga risalita in auto alternando tratti ripidi, asfaltati e sterrati. Ci precede una robusta 4 x4, forse un accompagnatore per le persone stipate all'interno.A piedi: la pista 'e Pradu è ancora un po' ombreggiata a metà mattina e sulle pareti rocciose addossate alla strada resistono le fioriture dell'onnipresente santolina e di campanule.Alla piazzola appare il segnavia CAI in direzione di Sos Nidos; i segnali sono appena dipinti e sembrano ben disposti.Incrociamo un gregge di pecore e capre, sorvegliato da una attenta vigile cagna-pastora.Il sentiero prosegue senza grandi strappi, ma a un certo punto ci rendiamo conto che non si dirige ad affrontare il pendio sommitale, ma continua a traversare e poi a scendere; quindi lo abbandoniamo per salire su placche calcaree, meno difficili di quanto sembri. Compaiono anche alcuni ometti che ci guidano in cima a Sos Nidos.Una numerosa comitiva è in transito sulla cresta vicina, altri invece salgono sul monte Corrasi. Qui in cima a Sos Nidos, invece, ci raggiunge una escursionista solitaria accompagnata solo dalla radio ad alto volume.Abbiamo impiegato circa 1 ora e mezza.
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