Avvicinamento
Da Nimis per la Val Cornappo si raggiunge Taipana da dove si prosegue poi per Campo di Bonis e Montemaggiore. Al bivio a m 748, si tralascia la strada che scende verso Campo di Bonis per seguire a sinistra la tortuosa rotabile che si esaurisce a Montemaggiore (m 795, parcheggio presso la Chiesa).
Descrizione
Poco prima della Chiesa di Montemaggiore, sulla destra arrivando, si trovano le indicazioni del segnavia CAI n.744 che coincide qui con il tracciato della antica strada Montemaggiore Sregnobardo e con il Sentiero Italia. Si inizia, quindi, scendendo in modo deciso tra resti di muretti a secco nella boscaglia che mostra ancora i segni del gelicidio che ha colpito queste zone all'inizio del 2014. Oltrepassato un grande
faggio si inizia a pecepire il rumore del rio Lemagna mentre il sentiero si fa più largo e comodo. Si arriva così nei pressi del ponte ad arco che un tempo permetteva di oltrepassare il rio. Il manufatto, ora inagibile, è coperto da un telo in attesa di tempi migliori e per il guado ci si destreggia sui sassi poco più a monte. Superato l'impluvio, si rimonta qualche metro per poi procedere in gradevole traverso fino alla costa che ospita i ruderi di casera Toutisouze (m 581). Qui il sentiero gira la costa innestandosi nella valle del Rio Bianco che forma più in basso una profonda forra. Il primo incontro con il rio avviene poco dopo, in un punto in cui il greto è largo e comodo da attraversare (m 542). Sulla sponda opposta, una bella mulattiera, a tratti lastricata, sale a svolte una valletta esposta a settentrione in un bosco formato prevalentemente da
faggio e
acero di monte. A quota 688 si esce improvvisamente sul bel ripiano di Certegna, dove si trova l'unica abitazione risistemata alla quale arriva anche la pista che sale dal Ponte Vittorio Emanuele. La prosecuzione si trova sulla sinistra mentre poco più a monte si possono visitare i ruderi degli altri stavoli. La pista inerbita che ci porterà verso le pendici del Gran Monte (indicazioni per il Cammino Celeste), corre sul filo della dorsale boscata che separa il Rio Bianco dal Rio Nero, i due corsi d'acqua che più a valle danno origine al Natisone. Tenendosi inizialmente sulla sinistra, la strada si dilunga verso nord affacciandosi di tanto in tanto sulla catena dello Stol. Più avanti, oltrepassato un tratto cementato sopra un dirupo, la pista inizia a salire portandosi sul fianco destro della costa. Si arriva così ad un cartello che segnala a destra la deviazione per Breginj (Bergogna). Noi invece ci teniamo a sinistra iniziando il tratto più interessante della escursione. La pista, o quel che ne resta, attraversa il pendio eroso e friabile che caratterizza questa parte del versante. Su terreno quasi sabbioso si cala ancora fino ad arrivare nuovamente all'intersezione con un giovane Rio Bianco, pochi metri a valle del punto in cui il torrente forma un paio di cascatelle intervallate da una pozza. Il luogo è suggestivo e merita di essere visitato risalendo brevemente il greto incassato. L'ambiente soprastante è particolarmente tormentato ed eroso, richiamando alla mente paesaggi di quote ben maggiori. Dopo avere attraversato la base dei calanchi la pista riprende quota per poi iniziare un lungo traverso sulle pendici della
Punta di Montemaggiore. Ad un tornante ci si tiene a destra per assecondare la valletta del rio Lemagna poi la pista prosegue con qualche saliscendi fino al punto in cui si stacca a destra il segnavia CAI n.742. Ancora una breve discesa e ci ritroviamo esattamente al punto di partenza.