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    Ricovero Igor Crasso da Stolvizza
    Prealpi Giulie
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    Ricovero Igor Crasso da Stolvizza
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    Ricovero Igor Crasso da Stolvizza
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNatura

Ricovero Igor Crasso da Stolvizza

Avvicinamento

Da Resiutta risalire la val Resia tralasciando le diramazioni per Borgo Povici e più avanti per San Giorgio, Sella Carnizza e Oseacco fino all’abitato di Stolvizza poi imboccare la deviazione che porta alla frazione di Ladina. Individuata via Rastie la si segue in salita ma prima di arrivare al suo termine si prende a sinistra (indicazioni CAI) oltrepassando le ultime case e innestandosi su una ripida e stretta rotabile che si può percorrere ancora per un paio di svolte parcheggiando l'auto dove l'asfalto finisce (m 630).

Descrizione

La pista prosegue con qualche svolta nel bosco di pino nero e pino silvestre lasciando intravedere il tratto intermedio della val Resia, caratterizzato da terrazzamenti boschivi profondamente scavati. Ben presto la pista si trasforma in una comoda mulattiera che sale a svolte regolari con pendenza gradevole. L'incontro con un piccolo tabernacolo precede di pochi metri l'arrivo alla base della grande radura prativa che ospita gli stavoli Tuurse (m 860). Qui la primavera si veste con i colori della genziana primaticcia e della primula odorosa mentre gli alberi da frutto attorno alle case si ricoprono di candide fioriture. Dagli stavoli bassi si raggiunge un ripiano superiore dove ha inizio uno dei tratti più belli dell'escursione. Il sentiero infatti prende a traversare in moderata salita tagliando le ripide pendici del monte Tanarado. La larga e comoda mulattiera si snoda tra grandi piante di pino nero e tappeti di erica, offrendo ampie visuali sul monte Sart e sui piccoli nuclei di case che si intravedono sulle coste di fronte. Si giunge così ad una insellatura con crocifisso alla quale si raccorda da sinistra un altro sentiero che sale da Stolvizza. Il nostro percorso si sposta ora sull'altro lato della costa, in vista della valletta del rio Lommig. Si sale ancora tra le eriche tralasciando a sinistra una prima traccia per mantenersi sul segnavia principale. In breve il sentiero esce alla base della grande radura con gli stavoli diroccati di Lommig (m 1163, grande tronco scheletrito).
Diversi sentieri, alcuni dei quali ancora rintracciabili, conducevano da questi luoghi verso l'altopiano del Pusti Gost. Uno di questi ha origine dietro al rudere sulla sinistra: lo imbocchiamo scendendo per qualche metro su traccia poco marcata. Cercando la giusta direzione tra le ginestre, si inizia poi a traversare nella faggeta per innestarsi dopo poco su un sentiero più evidente che proviene da Lom. Ancora pochi minuti in falsopiano e si esce al limitare di una grande radura con stavoli (Osrizza e Carnizza). Da qui si può tenere la destra e salire direttamente agli stavoli Strilla e quindi al segnavia CAI più in alto. In alternativa si può allargare il giro cogliendo l'occasione per visitare in modo più completo il Pusti Gost. In questo secondo caso ci si innesta a sinistra sulla pista di servizio e tramite questa si riprende quota sfiorando gli stavoli Bilapenc ed una bella sorgente. Poco prima di uno stavolo ristrutturato si tralascia definitivamente la pista per imboccare a destra il segnavia CAI n.632. Si giunge così ad una zona di prati inclinati, disseminata di pini isolati e qualche faggio, che il sentiero traversa in leggera contropendenza. Si passa accanto ad uno stavolo diroccato alzandosi poi successivamente verso le pendici del monte Calzano dove la visuale sul Pusti Gost e sul monte Sart è alquanto favorevole. Oltrepassato l'innesto del sentiero che proviene da Strilla (piccolo cartello), si compie una marcata ansa sfiorando il profondo canalone del Rio del Vento. Successivamente si riprende a salire tagliando in diagonale pendici brulle caratterizzate da una stentata boscaglia di ginestre, eriche e qualche pino rinsecchito. Con visuali sempre più ampie si rimonta fino a passare sotto una grande parete da cui scende una cascatella. Il sentiero affronta poi una rampa e inverte la direzione con un passaggio a ridosso di pareti rocciose, portandosi sopra la cascatella stessa. Ancora qualche svolta tra i monconi dei tronchi anneriti da un incendio e infine si arriva a reimmettersi sul CAI n.643 che avevamo lasciato a Lommig. Da qui la bandiera e il camino del rifugio Crasso ci fanno sembrare più vicina la nostra meta. Lasciata a sinistra la originaria mulattiera, si sale in diagonale mirando ad un grande antro naturale presso il quale il sentiero compie un tornante risalendo poi a piccole svolte il ripido pendio soprastante. Giunti nei pressi del ricovero ci si ricongiunge con la mulattiera di guerra e tramite questa si guadagna il panoramico ripiano che ospita il rifugio Igor Crasso (m 1665, ampio panorama sul belvedere soprastante).
Per il ritorno è possibile compiere una piccola variante che utilizza l'originario tracciato militare. Poco sotto il rifugio anziché seguire il sentiero utilizzato per salire, ci si può tenere a destra lungo la comoda mulattiera che corre proprio sul filo del crinale affacciato sulla val Raccolana (attenzione ad un punto franato, evitabile salendo il cocuzzolo soprastante). Questo tracciato si dilunga per un tratto in cresta fino ad un marcato tornante dal quale si può raggiungere agevolmente la quota 1585 del Picco Peloso (vertiginoso panorama sulla val Resia e sul selvaggio versante settentrionale di sella Buia). Si scende poi in diagonale fino ad una insellatura e quindi ci si raccorda con il CAI 643. Tramite questo si perde quota velocemente toccando gli stavoli Lom (m 1211) e i ruderi dai quali ha preso avvio l'anello. Per il resto si utilizzerà il percorso già fatto in precedenza.

Avvertenze

Chi desidera salire direttamente al rifugio Crasso può evitare la larga ansa del Pusti Gost e proguire lungo il CAI n.643 fino alla meta.
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
027
Dislivello
1000
Lunghezza Km
13,3
Altitudine min
630
Altitudine max
1655
Tempi
Dati aggiornati al
2022
I vostri commenti
  • 29/10/2022 Salita ieri al ricovero Crasso da Stolvizza, evitando l'ansa per il Pustigost e compiendo l'anellino per il Picco Peloso. Sentieri e ricovero in ordine, belli i colori dei larici e sole pieno. Lungo il ritorno, sono risalita al Tanarado. Dal CAI 643 si stacca la traccia a svoltine appena zappate che porta ai 1078 metri della quota, sede di antico sito fortificato di epoca tardo romana liberato dalla vegetazione.
  • 12/05/2022 Uscita di oggi per il mio annuale appuntamento con il Ric. Igor Crasso. Giornata perfetta: meteo buono, vegetazione contenuta che non infastidisce, sentieri a posto, buona variet� floristica. Solo un p� di foschia limita la vista sempre gratificante comunque. Al rientro opto per la discesa al Pusti Gost con reimmissione sul 643 prima del bivio per Ladina/Stolvizza. Come sempre tutto molto appagante. Buine mont e mandi. (12/05/22).
  • 27/03/2022 Fatto oggi come da relazione, seguendo la 'variante' per il sentiero 632. Il 643 e' in ottime condizioni e ben segnalato; trovata anche una vipera che prendeva beatamente il sole sul sentiero. Arrivati al momento del bivio a sinistra, nei pressi di un rudere collocato in cima a una radura pratica, le cose cambiano: qui il sentiero non e' segnalato e all'inizio e' poco evidente, difficile da seguire. Quasi quasi conveniva girare a sinistra molto prima, seguendo l'indicazione per il Pusti Gost, il cui sentiero taglia in diagonale e arriva alla stessa radura con i due stavoli dove inizia il tratto di strada sterrata. Finita la strada sterrata, un'altra sorpresa: il 632, all'inizio ben segnalato, dopo alcuni stavoli diroccati si perde nella vegetazione ed e' difficile ritrovare la traccia (si sprofonda qua e la' nella neve). Ritrovato il sentiero, si fa piu' marcato e da qui in poi si procede senza problemi al bivio per il Picco Peloso e il Ricovero Crasso. Andiamo a visitare prima quest'ultimo, che e' aperto e ben fornito di letti (8 al piano terra e altri sul soppalco). Fuori una allegra comitiva si riposa. Facciamo quindi il piccolo giro fino al Picco Peloso, e qui troviamo parecchia neve ghiacciata sul sentiero. Dal Picco il panorama e' ancora piu' notevole, sovrastato dal Cimone. Il ritorno sul 643 non presenta difficolta' e dopo poco ci si ricongiunge al tratto gia' percorso all'andata. Piccola capatina alla trincea e alla grotta di osservazione prima di rientrare a Stolvizza.
  • 09/06/2021 A Ladina oggi non c'è stato verso di trovare un buco per l'auto che non fosse in odore di qualche possibile osservazione, per cui dietrofront fino a Stolvizza e salita utilizzando l'ottimo sentiero che puntando verso il Pusti Gost offre in alternativa la possibilità di agganciare alla selletta col Crocefisso il 643 di cui alla descrizione in SN. Tramite questo, su fino al ricovero. Panorami un po' compromessi verso le cime più lontane in particolare quelle dolomitiche ma c'è da vedere parecchio lo stesso. Umidità molto elevata e si strasuda. Una puntata verso i soliti cimotti belvedere, l'osservazione di qualche bella specie floreale e, fatta merenda, il rientro in direzione del Picco Peloso e successivamente per Strilla con discesa fino a ricollegarmi col sentiero fatto all'andata. Tutto molto bene. Sentieri sempre a posto e mai invasi dalla vegetazione che presenta in particolare erba piuttosto bassa. Zero neve anche in alto nei brevi tratti esposti a settentrione. Sempre gratificante girare in Val Resia. mandi a duç. (09/06/2021)
  • 11/09/2020 9 settembre 2020 bellissima giornata, salgo da Stolvizza seguendo il 643, entro in bivacco per salutare Igor, trovato tutto a posto, bandiere andate.
  • 04/07/2020 Complice il Covid, non ero riuscito a tornare al Crasso in primavera. Ho rimediato oggi. Percorso sempre ottimo. Erba falciata fino alla Cappelletta di Tuürse, anzi se si sale per il P4 è polverizzata. Più sopra il sentiero è comunque ben percorribile e solo nelle radure di Lomyc e Lom un po' invaso dalle erbe. Scelgo poi di passare per il Picco Peloso che presenta abbondante fioritura di ginestre e maggiociondolo. Dopo la sosta al Ricovero Crasso salgo a Sella Buia e decido di procedere per la traversa fino al tratto sottostante le ultime propaggini della Cresta Indrinizza e le prime a ovest del Sart. Un autentico spettacolo della natura viste le numerosissime specie fiorite in abbondanza. Ho dovuto impormi di vincere la forte tentazione di coprire gli ultimi 350mt. di dislivello per la Forchia di Terrarossa alla luce del fatto che non conoscevo le condizioni attuali del 634 che scende dal Marussigh. Peccato, ma d'altra parte non era previsto l'anello. Dietrofront, una firma sul libro dell'Alta Via e rientro al Crasso e Ladina per la via dell'andata. Diversi gli escursionisti in zona, un paio in MBike. Escursione sempre remunerativa nonostante l'abbia ormai ripetuta molte volte. Mandi a duç.(04/07/20)
  • 16/02/2020 Raggiunto il bivacco Crasso da Stolvizza. Il cielo durante la salita comincia a coprirsi di velature; arrivati all'edificio comincia a tirare vento sostenuto. L'ampio ricovero Crasso è frequentato da gruppi che hanno passato la notte; arrivano anche diversi escursionisti di giornata. Niente neve ne' ghiaccio lungo il percorso. Nell'antro naturale lungo il sentiero, sotto il bivacco, una piccola sorgentella riempie d'acqua una bacinella naturale.Buona settimana a tutti.
  • 28/06/2019 salito oggi- Causa la giornata bella ma particolarmente afosa, mi sono limitato a salire al ricovero per mezzo del sent.643. Una squadra di addetti al parco, lavoravano allo sfalcio dell'erba lungo tutto il sentiero.Il ricovero è aperto e in ottimo stato. Complimenti a tutti. Buona vita a tutti
  • 25/04/2019 Pasquetta 2019 degnamente festeggiata con una bella scarpinata tra amici. Ancora una volta si torna in Val Resia, imperdibile in questa stagione! Lasciate le auto presso l’ampio park di Stolvizza (a Ladina le possibilità di parcheggio sono limitate), abbiamo seguito l’ottimo sentiero CAI 643 che, attraverso ambienti molto suggestivi e vari, fa guadagnare senza troppa fatica i 1.100 metri necessari per arrivare al Ricovero Crasso. Il rifugio è una bomboniera, veramente accogliente, superattrezzato, panoramico e in un contesto splendido! Com’era prevedibile, oggi c’è un po’ di movimento. Dopo una lunga sosta, ridiscendiamo lasciando quasi subito il segnavia CAI per imboccare sulla destra la mulattiera che ci conduce in meno di un quarto d’ora sul Picco Peloso, un bel punto d’osservazione sospeso sulla Val Raccolana. La mulattiera prosegue comoda e ben tracciata e riporta in breve sul sentiero ufficiale; al bivio, ci teniamo a destra sul CAI 632, che traversa portandosi sopra le case di Strilla, verso le quali si scende direttamente per traccia (cartello). Lasciato un saluto sul quaderno degli ospiti dell’accogliente stavolo di Luciano, scendiamo ancora brevemente verso le baite più orientali del Pusti Gost, poi imbocchiamo a sinistra della strada la buona traccia (cartello) che scende nel bosco, attraversa il greto del Rio Lommig e, con una piccola risalita, si ricongiunge al CAI 643. Dopo un breve tratto, prima del Tana Rado, lasciamo definitivamente il segnavia CAI per seguire il tracciato del Vertical Kilometer, che ci riporta a Stolvizza per il ripido vallone del Rio Lommig. L’anello da noi percorso può costituire una interessante alternativa a quello proposto dalla guida e si svolge su sentieri segnalati o tracce ben individuabili e percorribili senza problemi. Indispensabile però la Tabacco per districarsi tra i vari bivi e i numerosi sentieri che scendono dal Pusti Gost. Il dislivello è abbastanza impegnativo, ma non si sente tanto. Allego la traccia gps. Mandi a tutti!
  • 28/04/2018 Nei giorni scorsi avevo osservato dalla dorsale Ruschis Sagata etc. il rapido arretrare del fronte neve e quindi oggi ho deciso per l'annuale salita al Ric. Crasso. Park in Ladina. Meteo buono con appena un po' di velatura. Al 2° tornante dopo quelli asfaltati lo schianto di un pino mi obbliga a crearmi un varco tagliando in qualche modo due rami e passando sotto il tronco senza altri problemi. Diversi altri pini divelti o spezzati sono un ricordo della pazzia meteo della scorsa estate ma non interessano il percorso. Si sale come al solito bene tra buone fioriture: Primula veris, Genziane, Pinguicola, più in alto ancora qualche ostinata Epatica, buoni folti ciuffi di Primula comune, Erica e Orecchia d'orso sulle rocce.Diverse Dentarie in faggeta. Verso il Picco Peloso mini Crochi bianchi ove appena sciolta la neve. Anche un paio di precoci Pulsatille verso Sella Buia. Percorribilità sempre buona a parte il piccolo inghippo iniziale di cui sopra, e priva di neve. Chi fosse interessato a proseguire verso il Marussigh troverà sgombra la traversa sotto il Picco di Mezzodì e Cresta Indrinizza. Sotto il Sart praticamente la neve è ancora ben presente con rari brevi intervalli e poi continua. A Sella Buia il sentiero che scende verso Pezzeit ha ancora un mt. circa di neve e non è da lì valutabile lo stato dello stesso. Al rientro solo una breve deviazione sotto Tuurse ove indicata la trincea della 1^ Guerra Mondiale con successivo ricollegamento al 643. Diversi incontri di altri escursionisti verso il Crasso e di podisti che corrono su anelli del Pusti Gost e chiudono sul 643. Al Ric. Crasso le ringhiere in legno esterne rifatte e camino e tetto sistemato. Come sempre tutto molto interessante e appagante. Mandi e buine mont a duç. (28/04/18).
  • 17/04/2017 Raggiunto oggi approfittando della finestra di tempo buono previsto fin verso le 13, e questa volta per accelerare i tempi utilizzato il sentiero 643 sia in salita che in discesa. Visitato il vicino Picco Peloso con ottima vista sul dirimpettaio gruppo del Montasio imbiancato dalla leggera nevicata del giorno precedente, aria frizzante e qualche fiocco di neve ci raggiunge trasportato dal vento, poi piccoli chicchi ghiacciati rimbalzano a terra; il vento porta profumo di bosco, di terra, di erba, colore predominante il giallo delle innumerevoli primule odorose e più a valle delle forsizie mentre i ciliegi fioriti smuovono i rami.Qualche goccia di pioggia ci accompagna fin quasi a Ladina
  • 07/04/2017 Escursione del 2 aprile 2017. Giornata dalle previsioni meteo incerte, preferiamo salire direttamente a Sella Buia per il sentiero CAI 643. La mulattiera ha una buona pendenza, costante ma mai troppo ripida, e fa guadagnare rapidamente quota senza richiedere grossi sacrifici. Arrivati al Bivacco, e visto che il tempo tiene, su consiglio di un altro escursionista prolunghiamo la passeggiata percorrendo un tratto dell’Alta Via Resiana sino alla croce e alla cassettina con il libro di via. E’ un buon consiglio perché il percorso, che taglia in leggera salita il versante sud della cresta Indrinizza, è riposante e molto spettacolare, sospeso com’è sulla parte alta della Val Resia. In un’oretta andata/ritorno siamo di nuovo al Bivacco Crasso. Sulla via della discesa, deviamo per la bella mulattiera che porta sulla cima del Picco Peloso, da non perdere per il panorama ancora più ampio verso le selvagge cime della Val Raccolana e che si allarga fino a comprendere quasi l’intera catena del Montasio, fino al Modeon del Buinc. Tranquilla la discesa verso i prati e gli stavoli di Strilla, una visitina per lasciare un saluto sul quaderno dei visitatori allo stavolo di Luciano, poi perdiamo la traccia (tratteggiata in nero sulla Tabacco) che da Strilla dovrebbe riportarci allo stavolo Lomming … scendiamo direttamente nella faggeta fin sul greto del torrente, dove ribecchiamo un altro sentiero non ufficiale che alla fine sbocca sul 643, ma ben più sotto Lomming, appena sopra quota 1.000, dove chiudiamo l’anello per ridiscendere verso Lodina. Alla fine, con tutti gli “optional”, ne è venuto fuori un bel giro da oltre 1200 m di dislivello per 5 ore e ½ di marcia. Bello, vario, panoramico, non eccessivamente faticoso, veramente consigliabile – specie in primavera e in autunno! Splendido il panorama in tutte le direzioni dal belvedere del Bivacco Crasso, ma ancora di più dal Picco Peloso! Non perdetevelo!
  • 19/06/2016 Escursione di ieri partendo da Ladina per ammirare questo ricovero e godere di un ottimo panorama. Niente da segnalare rispetto ai commenti precedenti.
  • 08/06/2016 Questa escursione che ho scelto per ieri 07/06, è, per me, uno dei must a cui difficilmente rinuncio. Vista la giornata meteo finalmente benevola salgo a godermi tutto quanto questo sito ci offre. La natura è ben sveglia sia per la flora che la fauna e il passaggio alle varie quote e ambienti mi offre una varietà di osservazioni incredibile. A ciò si aggiunga che il percorso è praticamente perfetto. Volendo essere pignoli, ho notato solo lo schianto di un bell'abete, che peraltro non crea alcun problema di superamento, su una traversa verso i 1.300mt. Per il resto un tripudio di varietà da pascere occhi e spirito. Ho proseguito per un buon tratto passando per Sella Buia ove, il sentiero che scende a Pezzeit credo che, oltre che dismesso, sia ormai un ricordo. Il tratto successivo in direzione del Sart è sempre godibile e privo di neve. Una lingua scende in un canalino ma ha vita breve. Non proseguo oltre, sulle pendici del Sart, perchè la nuvolaglia che è comparsa sul Canin comincia ad appesantirsi. Per cui dietrofront senza fretta eccessiva. Sentirò il primo tuono ormai già in auto lungo la vallata. Buone montagne.
  • 16/04/2016 Fatta oggi la salita da Stolvizza fino al ric. Crasso. Poco da aggiungere rispetto all'ultimo commento se non che nel giro di tre giorni la neve si è ulteriormente ridotta e che oggi un freddo vento sconsigliava di proseguire oltre sella buia. Mauro.
  • 13/04/2016 10/04/2016 E' stato piacevole ritornarci dopo due anni,al Ric. Igor;prezioso punto di passaggio e d'appoggio per belle escursioni pure impegnative in una splendida vallata.Ormai la neve, poca e a chiazze ha lasciato il posto alle timide fioriture primaverili e rendendo facile la salita sul sicuro sentiero…il sole latitante è coperto ora da grossi, ma innocui nuvoloni rendendo freddina la permanenza al Ric.e la visuale meravigliosa a 360°.D'obbligo la discesa a Sella Buia, e con l'invitante sentiero il proseguimento fino al limite di percorribilità per neve,prima di scendere....una "visita"alle cimette vicine,ritardando il rientro e rubando gli ultimi attimi di una fantastica escursione; ne è proprio valsa la pena...Mandi
  • 12/11/2015 11/11/15-Ancora una volta al Ric. Crasso dopo quella primaverile di quest'anno e le precedenti. Lascio l'auto in Ladina nel solito piccolo spiazzo e su sui brevi quanto erti tornanti asfaltati. Il fiato è subito rotto! Dopo il tratto bianco su carrereccia, il sentiero fin da subito si presenta in condizioni ottime e così sarà fino alla mèta. I fiori sono un ricordo, ma il piacevole incedere in una giornata così bella e calda, ripaga di questa assenza. Al trivio con il vecchio faggio, giungono i primi di sette bikers sloveni con i quali si procede. Al Crasso il panorama si presenta ottimo: Civetta, Pelmo, Antelao ecc. Una puntata alla selletta a est del ricovero e ai rispettivi cocuzzoli a nord e sud, amplia la vista. Un saltino a Sella Buia e il forte impulso a procedere verso la Forchia di Terrarossa a rispolverare ricordi. Ne percorro un tratto per dar retta alle gambe, ma il buon senso e la brava guardiana che bada a che non esageri, visto un certo inghippo patito, mi inducono al dietro front e giù verso il picco Peloso non fosse che per ampliare la vista su tutta la catena del Montasio fino al Modeon. Le luci sempre più calde del sole che si abbassa, sono un'ottima compagnia al ritorno e danno una sensazione di intimità. Difficile che questa valle deluda! Buone montagne a tutti.
  • 26/10/2015 25/10/2015-Saliti al ricovero Crasso lungo l'itinerario descritto, in una bella e mite giornata di inversione termica. Ci accompagnano i caldi colori autunnali del bosco. Persone lavorano presso gli stavoli, diversi escursionisti al ricovero Crasso. Sentieri in ordine, è un vero piacere percorrerli. Panorama super. Alle prossime!
  • 01/10/2015 Meta venuta fuori così, quasi per caso, vicina, dislivello contenuto, perfetta per un giornata iniziata con meteo incerto e vento e poi si è dipanata tranquillamente anche con qualche sprazzo di pallido sole. Sentieri in ordine, trovata anche la traccia che si stacca a sinistra degli stavoli Lommig, la cascatella cui fa cenno la relazione, oggi era ridotta a qualche goccia scivolante lungo la parete. Utilizzata in salita la comoda e ben marcata mulattiera militare (brevissimo tratto esposto) raggiungendo anche il Picco Peloso con buona vista sulla sottostante Val Raccolana; il ricovero è un gioiellino, pulito, magnifica stufa in maiolica. Per il rientro a Ladina utilizzato il sv 643; latitanti i colori dell'autunno, ben presenti qualche mezzo metro di orbettini.
  • 13/09/2015 Dopo 2 anni ho rifatto questo percorso ma in senso contrario a quanto indicato nella relazione di SN- Non aggiungerò altre considerazioni sulla sua bellezza, ma desidero elogiare quanti si prodigano per mantenere questi sentieri in così ottimo stato. Per me, che viaggio prevalentemente in solitaria, sono una garanzia di sicurezza e tranquillità. Un saluto anche a Gianluca, occasionale conoscenza, con il quale ho potuto scambiare se pur poche parole. Io spero sempre di rivedere chi conosco, su altre cime e quindi anche a lui dirò....arrivederci.Buona vita a tutti
  • 13/09/2015 Percorso ieri per la prima volta (12/9), fatta la via diretta, sentiero e rifugio a posto. Ringrazio Ettore, conosciuto in partenza dell'itinerario, per la compagnia in parte del percorso e le spiegazioni che mi ha dato.
  • 09/03/2015 fatto domenica 12 marzo da stolvizza,non abbiamo fatto l'anello ma dritti al rifugio e tornati indietro per la stessa strada. giornata bellissima e già primaverile, infatti nella tratto finale a mezz'ora dal ricovero abbiamo trovato la prima e intorpidita viperella della stagione. pochissima neve e nessun problema per arrivare. il rifugio è veramente bello e completo, complimenti! vista bellissima dalla cimetta sopra al ricovero poi, gustarsi il pranzo davanti al rifugio con il tepore del sole ci ha indotto ad una breve pennichella. dopodichè gambe in spalla e via giù,dal parcheggio in paese al rifugio 2,45 ore ,1,45 al ritorno,senza fretta... da segnalare la moltitudine di nidi di processionarie!
  • 05/06/2014 Percorso il 1 giugno 2014, sentiero ok ma infestato da zecche,quindi pantaloni lunghi chiari avvolti dai calzini e occhio clinico soprattutto per le ninfe,cioè le minuscole neo-zecche
  • 10/05/2014 Rododendro nano in fioritura intorno all'Igor Crasso.Unica novità rispetto ai post precedenti.Oggi io e Luca saliti lungo l'acquedotto,passati per il Pusti Gost e saliti al ricovero con il CAI da Raccolana.Poi giù con il 634.Una giornata meravigliosa.Ciao
  • 09/05/2014 08/05/14 Integro quanto già chiaramente esposto da "marcocar" con qualche nota in quanto al momento dell'incontro con lui e il suo simpaticissimo Franklyn stavo rientrando dal tratto che oltre il Crasso si dirige ad est. Poco prima della forcellina sopra il Ricovero si incontra un tratto di pochi mt. di neve di pressocchè nessun ostacolo. A tale forcella ho fatto un rapido saltino ai due modesti rilevi a nord e sud del sentiero dove il panorama sui due versanti è privo di ostacoli. Balza ora più che mai all'occhio il contrasto che c'è tra i luminosi verdi primaverili della Val Raccolana e il vastissimo bruciato soprastante. Poi la breve discesa a Sella Buia a monte della quale persiste ancora un buon strato di neve sul quale a un tratto vedo correre a grandi balzi due magnifici camosci. Dalla Sella Buia il sentiero è ancora libero nel tratto che passa sotto il Picco di Mezzodì e la Indrinizza per poi inevitabilmente innevarsi in prossimità delle prime pendici del Sart. Constatato ciò son tornato sui miei passi dove al ricovero ho fatto conoscenza con i due magnifici amici di cui sopra che mi raggiungeranno al bivio 632/643 presso il vecchio faggio con ancòna e da dove riprenderemo assieme, con ottimi scambi di esperienze, la discesa fino all'auto che entrambi avevamo parcheggiato nel buon spiazzo di Via Rastie a q.ta 590. Colgo l'occasione per esprimere al ns. Ivo tutto l'apprezzamento per il suo post in altra sezione del sito in riferimento al tema zecche (noccioli compresi). Oggi non ne ho vista una, non perchè magari non ve ne fossero (Franklyn girovagando un po' nel suo agire da cane, ne ha prese 2/3), ma ritengo perchè il sentiero pulito e l'erba ancora bassa già a Tuurse, abbia favorito ciò. Così come confermo quanto già detto da Marcocar circa l'assenza di bruchi di processionaria sia singoli che in catena lungo la via. Che sia finita quì la migrazione? Comunque sia non dimentichiamoci che giriamo per "Sentieri" nella libera "Natura" e non sulle scale del condominio. A noi le precauzioni. Buone montagne.
  • 08/05/2014 Oggi 8 Maggio confermo i tantissimi nidi di processionaria ma nemmeno una vista sul terreno nonostante la molta attenzione (avevo con me il cane). La diffusione dei nidi cessa comunque poco sopra gli stavoli Lom. Nella parte centrale qualche zecca in corrispondenza del tratto più ombreggiato dove si trovano i noccioli.3 giovani stambecchi ci accoglievano al ricovero, assieme al mitico "cjargnel" con il quale ho poi condiviso la discesa.Sentiero completamente sgombro di neve.
  • 28/04/2014 25/04/2014Sentiero completamente sgombro da neve, ricovero in ottime condizioni. Anello ben segnalato con i cartelli del "Vertical Kilometer". Migliaia di nidi di processionarie sui pini del TanaRa-do compensate dalle numerose fioriture di orecchie d'orso nel tratto finale prima del ricovero. Ancora neve a nord verso il picco peloso.
  • 18/11/2012 Posti bellissimi in cui non mi stanco di tornare, dove si scopre sempre qualcosa di nuovo. Ad esempio la breve deviazione dagli stavoli Lom al cocuzzolo posto a S: sono una cinquantina di metri di pendio ripido, selvatico e ombroso, ma la cimetta offre una sorprendente sensazione di vetta e una insolita visuale su Cresta Indriniza, Sart e Canin. Una variante iniziale molto valida al CAI 643 è il sentiero che segue le prese dell'acqua e il rio Lommig; nei periodi freddi risulta più piacevole al ritorno quando arriva il sole, che fa anche brillare il rio con le sue cascatelle. Da Stolvizza si imbocca per via Indriniza - via Alta salendo al manufatto in cemento dell'acquedotto: qui si stacca il sentiero, sempre evidente, che procede un buon tratto in obliquo; dopo una serie di ripide svolte traversa un impluvio e rimonta un costone fino a un bivio a q. 930 c. accanto a un ponticello: continuando dritti ci si congiunge in breve al sentiero CAI sulla selletta con crocifisso a N del m. Tanarado.Dal bivio prendendo invece a sinistra e passando il ponte sul rio Lommig si perviene con percorso interessante e diretto al Pusti Gost. Il sentiero segue la linea di una dorsale verso NO fino a un panoramico pulpito q. 1065 c. con piccola edicola; sopra un breve pendio con qualche faggio (altra croce) traversa a sinistra, protetto da parapetti, uno scosceso canale. Si continua in salita obliqua passando sotto il cavo della teleferica; poco oltre fare attenzione a dove la traccia piega a destra q. 1130 c. salendo diretta un costone. Superata la stazione della teleferica, per crinale appoggiato si esce sul bordo di un ampio pianoro presso un capitello q. 1178: da qui per pista al vicino stavolo Osrizza, proseguendo con uno dei percorsi descritti nella scheda. Buone camminate!
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