Lungo il litorale de La Restinga

Ci portiamo a meridione di El Hierro, a La Restinga. Dal limite occidentale del paese, nel punto in cui la strada compie un angolo, si stacca la pista che scende al mare su nero terreno vulcanico.
A poca distanza dalla costa si trova il vulcano sottomarino Tagoro, prodotto dalla eruzione sottomarina del 2011-2012.
Percorriamo la pista e poi una delle tante tracce che segnano il paesaggio vulcanico a ovest del paese, dove possiamo cercare e ammirare gli spettacolari disegni impressi nella roccia lavica durante il processo di raffreddamento. Ci siamo un poco allontanati dalla linea di costa per visitare l'ingresso di una cavità naturale ospitante un sito archeologico (l'ingresso è sbarrato). Ripresa nuovamente la traccia, in leggera discesa ci riportiamo verso la linea di costa e rimontiamo le scogliere nel tratto successivo del litorale. E' questo il punto dove compare improvvisamente la bella visuale sulle scogliere della Montaña de Puerto de Naos, colorate di giallo, nero e rossiccio. La traccia in diagonale rimonta verso l'alto su terreno di sabbia vulcanica per riportarci nei pressi dell'ultimo rettilineo della strada asfaltata per La Restinga. Cartelli verdi avvisano che la zona è soggetta a protezione per l'avifauna ed è raccomandato non frequentare l'areale da febbraio a luglio. Siamo a gennaio e ci spingiamo oltre, proseguendo fino alla Montaña de Puerto de Naos. Il cammino fondamentalmente si svolge su cenere e lapilli vulcanici fino alla quota massima (m 152) dove possiamo vedere da un punto più elevato quanto percorso in precedenza e gettare lo sguardo sulla prosecuzione del litorale verso occidente, fino alla Cala del Tacoron e oltre. Tornati sui propri passi ci si raccorda alla strada asfaltata per seguirla in salita fino all'incirca alle pendici della Montaña de Prim. Questo è il punto dove possiamo prendere la via del ritorno, ma prima suggeriamo la breve deviazione, sul lato sinistro della strada, per visitare l'ingresso della Cueva di don Justo. Non ci sono indicazioni, il consiglio è di guardare il nostro tracciato, anche perchè nell'uniformità del paesaggio è necessario disporre del punto esatto.
La cavità è un tubo vucanico creato dallo scorrimento di lava a diverse densità. L'imbocco della Cueva di Don Justo costituisce l'ingresso a un importante reticolo sotterraneo di gallerie. L'ingresso è sbarrato da cancellata metallica: il luogo è protetto in quanto ospita emergenze di fauna troglobia. Lo sbuffo di calore che esce dall'interno ci ha lasciati impressionati (all'aperto il venticello dava la sensazione di freddino). Esattamente dall'altro lato della carreggiata asfaltata si stacca la traccia su lapilli su cui scenderemo, attraversando così il caratteristico paesaggio delle pendici sopra La Restinga, formato da sabbia nera grigia e ocra dalla quale emergono sia i segni della lava ondulata che qualche arbusto colonizzatore. Si scende progressivamente portandoci alle pendici occidentali della Montaña de La Restinga, lungo la direttrice del filo della linea elettrica. Si riattraversa una seconda volta la strada asfaltata per la Restinga ritrovando la traccia dall'altra parte sulla quale facciamo ritorno al paese.