Ci dirigiamo con l'auto in direzione di Capo Caccia, all'estremità del promontorio che si protende sul mare a sud della modesta altura del monte Timidone. Tempo addietro si cacciavano i piccioni dalle barche nelle vicinanze della riva e questa attività ha dato il nome alla località. Arrivati nei pressi dell'imbarco, imbocchiamo la strada panoramica lungo la quale dopo poco si parcheggia. Oggi c'è già un bel numero di autovetture, sia per l'indubbia panoramicità del luogo, sia anche per la presenza della vicina Grotta di Nettuno. La cavità carsica trafora il Capo sul versante nord ovest ed è un forte richiamo turistico.
01-Isolotto di Foradada a ovest di Capo Caccia
Un breve passaggio sul costone affacciato sull'isola di Foradada e ci mettiamo alla ricerca della traccia per la Torre della Pegna, nostra meta odierna. L'inizio si trova in prossimità della ultima curva: da qui fino all'arrivo ci guideranno gli ometti e alcuni bollini blu peraltro sbiaditi. Il sentierino entra subito nel terreno articolato che caratterizza queste pendici, ricoperte da una densa macchia. In lieve salita ci si mantiene nei pressi dell'orlo al quale si può accedere di tanto in tanto per gli splendidi affacci sulle scogliere e sul mare.
02-Affaccio sulla Cala d'Inferno poco dopo l'avvio del sentiero
03-Il promontorio di Capo Caccia
Tra le diverse tracce che si materializzano tra i cespugli è facile sbagliare, ma grazie agli ometti e ai bollini blu si ritrova subito la direzione che è comunque evidente.
Più in alto, per un tratto si costeggia il bordo del promontorio in vista mare, la meta ancora non si vede ma sembrerebbe vicina e invece la traccia si riporta nella macchia traversando su terreno particolarmente articolato. Improvvisamente arriviamo ad una vecchia costruzione, affacciata vertiginosamente sul bordo della cresta e pochi metri dopo alla torre della Pegna.
04-Veduta sulle scogliere
05-La torre della Pegna
Il manufatto è del 1500 e vanta una origine aragonese: infatti
peña significa in spagnolo "punta". Posta a 271 metri sul mare, rispetto al percorso fatto per arrivarci, è un luogo di sosta molto panoramico. Poco sotto il ripiano notiamo le indicazioni di un segnavia CAI (Tramariglio, 55 min.). Anche per evitare di ripercorrere quanto fatto in salita decidiamo di utilizzarlo per la discesa. Quasi tutto il dislivello lo si fa ripidamente, scendendo con cautela su campi solcati piuttosto inclinati.
06-Placche carsificate lungo la discesa
Più in basso il terreno migliora e si confluisce su una specie di strada sterrata che imbocchiamo a destra. La pista è interrotta da un cancello che ci porta a piegare a sinistra per seguire la rete di recinzione fino nei pressi di Tramariglio dove ci si destreggia in qualche modo per arrivare alla strada principale. Su asfalto si ritorna infine al parcheggio.