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domenica 6 gennaio 2013
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Pico Bejenado

Oggi è il primo giorno sull'isola. L'obiettivo è di salire su una delle poche cime definite e isolate, una vetta posta sul bordo della grande caldera del vulcano Taburiente che ci permetta di osservare il lungo tratto di cresta che visiteremo nei prossimi giorni.
01-Getti di pino canario sul Pico Bejenado01-Getti di pino canario sul Pico Bejenado
Oltretutto la cima del Pico Bejenado è molto popolare e frequentata. L'ambiente naturale che si incontra vede la predominanza di una pineta pura, di pino canario. Questa vegetazione sempreverde crea un paesaggio particolare, dominato dal colore verde brillante del pino che contrasta con la roccia vulcanica ocra e grigia, molto porosa.
02-Pineta a pino canario sulle pendici del Pico Bejenado02-Pineta a pino canario sulle pendici del Pico Bejenado
L'avvicinamento in auto si svolge da El Paso in direzione nord seguendo la strada per El Barrial. Noi abbiamo parcheggiato dove finisce l’asfalto, ma volendo è possibile proseguire in auto ancora un tratto fino al parcheggio con il cartello del Parco Nazionale (m 1150 circa). Qui si lascia la pista asfaltata per imboccare invece a sinistra la pista di Valencia (indicazioni per il Pico Bejenado, segnavia bianco giallo). La pista si innalza nel bosco di pino canario. Notiamo subito come siano caratteristici i suoi ciuffi di aghi, così lunghi e sottili, quasi dei piumini verde chiaro.
03-La corteccia rosata del pino canario - Pico Bejenado03-La corteccia rosata del pino canario - Pico Bejenado
Qualche svolta su sterrato ci porta a salire con pendenza moderata. Ben presto si arriva ad un ulteriore bivio dove si incontra la pista Ferrer. Un cartello indica che al Pico Bejenado si può andare sia a destra che a sinistra, noi prenderemo a sinistra, che è la via più diretta, lasciando l'altra possibilità per la nostra mania fissa di compiere un anello ove possibile. Imboccata quindi la pista Ferrer, continuamo con pendenza modesta all'interno della pineta di pino canario, via via più rada. Osserviamo come in questa pineta il sottofondo sia coperto dagli aghi caduti che creano un tappeto compatto color sabbia. Le cortecce mostrano grosse placche di colore rosato: una superficie di panettone glassato.
04-Alle pendici del Pico Bejenado04-Alle pendici del Pico Bejenado
Ad un bivio si abbandona la pista Ferrer e si segue il cartello che indica la direzione per il Pico Bejenado e per i Petroglifos, sulla destra. Saliamo quindi per pochi minuti sul margine di una recinzione su una stradetta che si trasforma finalmente in comodo sentiero. In questo tratto la pineta è caratterizzata da grandi esemplari contorti dalla evidente corteccia rosa e dai cisti. A gennaio, la primavera dell’isola (qui alle Canarie si parla di due stagioni, la primavera e l'estate), fioriscono i primi cisti rosa. Poco più sopra troviamo il bivio per la visita ai Petroglifi. Abbiamo la possibilità di andare a visitare, a pochi metri di distanza sulla destra, queste incisioni preistoriche. Distano solo 150 m e, pur sapendo che ci saranno altre occasioni durante la nostra permanenza a La Palma, non ci vogliamo perdere nulla. Si tratta di antiche incisioni rupestri eseguite dai Guanci, il popolo indigeno dell'isola. Non si sa molto della loro cultura. Di certo sappiamo che dopo l'arrivo dei conquistadores furono sterminati. Raffigurano spesso motivi a spirale che incontriamo anche riprodotti nella bigiotteria tipica in vendita nell'isola.
05-Petroglifo a spirale sul Pico Bejenado05-Petroglifo a spirale sul Pico Bejenado
06-Lungo il sentiero per il Pico Bejenado06-Lungo il sentiero per il Pico Bejenado
Il petroglifo è unico, inciso su un roccione, ed è protetto da una inferriata. Dopo la breve visita ci si riporta sul sentiero proseguendo con una lunga diagonale che si sposta progressivamente a sinistra. Continuando ad ampie svolte su terreno via via più roccioso si raggiunge El Rodeo (m 1585). E' il punto di cresta in cui ci si affaccia per la prima volta sull'orlo della grande caldera del Taburiente. Inoltre è il bivio col sentiero che prenderemo al ritorno. Da notare che i segnavia ufficiali sono bianco e giallo, e sulle tracce di sentiero non corrette gli stessi colori sono disposti a formare una croce per avvisarci che tale direzione è sbagliata! Questo è valido anche per gli altri itinerari nell'isola. Potrebbe essere un'idea per far impazzire i nostri benemeriti addetti alla manutenzione sentieri...
07-La nera roccia vulcanica della Punta de los Roques07-La nera roccia vulcanica della Punta de los Roques
08-Nuvole a mezza costa sul Pico Bejenado08-Nuvole a mezza costa sul Pico Bejenado
Prendiamo ora a sinistra per la cima del Pico Bejenado. Il cartello indica 1600 m: sui sentieri dell’isola le indicazioni vengono date in metri lineari. Da El Rodeo il sentiero con una lunga diagonale va ad aggirare alcune asperità della cresta raggiungendo pendici più acclivi e rocciose dove comunque riesce a disegnare svolte. I 1600 metri lineari che mancano si traducono in sostanza in una lunga serie di tornanti regolari. Più in alto osserviamo come ai pini canari si aggrappino anche lunghi licheni. Dopo aver toccato nuovamente la cresta si percorrono pochi metri sul versante settentrionale rivolto verso la caldera, per poi tornare dall'altra parte ormai in vista della meta. Su pendici via via meno pendenti si arriva alla sommità dove ci aspetta una visuale improvvisa, molto bella sulla caldera, di cui il Pico è l’ideale punto di osservazione. Da qui la caldera si presenta in tutta la sua vastità: sono 10 km di diametro, per fortuna è geologicamente spento. Dalla parte opposta si riesce a vedere bene la linea di costa e i paesi a ovest dell'isola. Il libro di vetta reca solo firme di visitatori tedeschi, inglesi e naturalmente spagnoli. Noi siamo i primi italiani da qualche mese.
09-Pino canario sugli appicchi settentrionali del Pico Bejenado09-Pino canario sugli appicchi settentrionali del Pico Bejenado
10-Pispola sulla cima del Pico Bejenado10-Pispola sulla cima del Pico Bejenado
Ci sono già diversi turisti seduti a riposare ed altri ne arrivano. Una bambina bionda spagnola col cane abbozza discorsi in lingua italiana, mentre piccoli volatili si avvicinano per mangiare le briciole.
11-Sul crinale orientale del Pico Bejenado11-Sul crinale orientale del Pico Bejenado
Tornati a El Rodeo c’è la possibilità di allungare un po' l’escursione percorrendo il tratto di cresta che conduce al belvedere Roque de Los Cuervos. Si inizia un serie di piccoli saliscendi lungo le modeste ondulazioni che caratterizzano la cresta, rimanendo sempre sul versante sud dove si sviluppa la rada pineta. Ad una insellatura si lascia a sinistra il sentiero per la Cumbrecita, un mirador raggiungibile in auto. Con una risalita un po’ più marcata si arriva ad un tratto di cresta libero da vegetazione che ci offre una bellissima visuale sulla caldera.
12-Pini canari sulla cresta del Pico Bejenado12-Pini canari sulla cresta del Pico Bejenado
13-I colori della cresta del Taburiente dalla vetta del Pico Bejenado13-I colori della cresta del Taburiente dalla vetta del Pico Bejenado
Pochi metri dopo, al bivio successivo, è possibile salire al Mirador di Roque de Los Cuervos; a destra invece iniziamo la discesa. Si mantiene più o meno la stessa direzione calando su terreno abbastanza arido a svolte regolari. Si raggiunge in questo modo l’orlo del marcato precipizio alla nostra sinistra. Il sentiero si muta in ampia mulattiera sulla quale si perde lungamente quota fino ad arrivare al punto in cui termina la pista di Ferrer. La si imbocca a destra in leggera salita. Dopo pochi minuti la pista si sdoppia e, per evitare risalite, ci si può tenere sul ramo sinistro che inizialmente coincide con una pista sterrata. Si contorna poi un impluvio dove si trova una antica briglia ed oltre questa ci si raccorda con la strada asfaltata che ritorna esattamente al punto di partenza.
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