Il Parco della Giara si trova al centro della Sardegna: la zona è una sorta di altopiano a circa 550 metri, sospeso sopra la piana della Marmilla. Tra i vari punti di accesso, scegliamo la strada asfaltata che sale da Tuili, piccolo centro del Medio Campidano. Lasciata l'auto al parcheggio, superiamo il cancello iniziando la visita dalla chiesetta di Santa Luisa, posta oltre che in un punto panoramico, anche all'interno di un sito archeologico.
01-La chiesetta di Santa Luisa, ottimo punto panoramico
02-Panorama dall'altopiano della Giara
Ripreso il viottolo principale, lo seguiamo ignorando dopo poco la deviazione che conduce ad una abitazione. Percorrendo alcune belle radure con asfodeli, cisti e viperine, arriviamo ad una zona con diversi muretti a secco. Qui sfruttiamo l'apertura nella recinzione per imboccare a sinistra la pista principale che arriva dal centro visite e che poi utilizzeremo per il rientro. Camminando tra i lecci e le querce da sughero dal tronco scorticato, arriviamo alla deviazione a sinistra per la breve visita al nuraghe Tutturuddu. Era una delle torri certamente poste a guardia dell'accesso all'altopiano: i suoi resti ora sono quasi immersi in un suggestivo boschetto muschioso.
03-Le pietre del nuraghe Tutturuddu coperte da muschio
Ripresa la via principale, tralasciamo tutte le diramazioni ritrovandoci davanti ad uno stabbio circolare (recinto in pietra per animali), dove la nostra attenzione si rivolge in basso. Diversi scarabei stercorari sono al lavoro e stanno facendo rotolare le palline con grande abilità. Dallo stabbio, un sentiero conduce a sinistra sul bordo di Pauli Piccia, uno dei grandi stagni impaludati che caratterizzano il Parco della Giara.
04-I piccoli cavalli del Parco della Giara
05-Nel Parco della Giara si pascola tra ranuncoli bianchi
06-Sul bordo di Pauli Piccia coperto da ranuncoli bianchi
Qui abbiamo l'occasione di vedere da vicino due delle attrattive principali del Parco: i cavallini selvatici e la straordinaria fioritura di ranuncolo bianco che ricopre quasi interamente il grande stagno. Ritornati al bivio prendiamo l'altra direzione guadagnando in breve anche le sponde dello stagno principale, anch'esso interamente ricoperto di fiori. La nostra guida cartacea fa cenno ad una sorgente che si trova poco distante.
07-Sughere contornano il percorso
08-Le acque di Pauli Maiori ricoperte da ranuncoli bianchi
09-La sorgente Samitza Salamessi ai margini di Pauli Maiori
La andiamo a cercare contornando il bordo della palude presso alcune caratteristiche sughere piegate. Trovato il piccolo rio che funge da immissario, ne seguiamo il corso fino al pozzo con le tre vasche rettangolari. Corredano il quadretto alcuni iris gialli e un paio di cavalli che pascolano poco distanti. Al rientro presso i bordi dello stagno cerchiamo la prosecuzione del sentiero. Inizialmente ben battuto, questo entra nella macchia e compie una larga ansa ponendosi nella direzione giusta per la chiusura dell'anello. Poco dopo attenzione a non mancare la visita ai cuvili delle Pinnette dove si possono osservare i caratteristici ripari dei pastori sardi.
10-Stabbio nel Parco della Giara
11-Cuvile in località Pinnette
Da qui un largo sentiero ci riporta alla pista principale dove ripercorriamo quanto fatto all'andata fino al varco nella recinzione che ora si ignora. Più avanti, infatti, sulla destra c'è l'interessante visita al giardino botanico. Al suo interno sono ospitate la gran parte delle specie che abbiamo incontrato oggi e che incontreremo nei prossimi giorni: ottimo per imparare a riconoscere le specie principali.