Avvicinamento
Dalla statale n.13, Pontebbana, deviare verso Moggio proseguendo poi lungo la rotabile della
val Aupa per circa 9 km fino alla deviazione per Saps che si lascia sulla sinistra. Circa 700 m più avanti si individua, ancora a sinistra, l'inizio del segnavia CAI n 435a (m 704, cartello, possibilità limitata di parcheggio lungo la strada).
Descrizione
Imboccato il segnavia si sale a svolte nel fitto bosco di
faggio e
abete rosso con discreta pendenza lungo una mulattiera a tratti lastricata. La ripidezza del versante si attenua in corrispondenza di un costone boscato che si segue fin dove esso si fa quasi pianeggiante. Una piccola ancona anticipa di pochi metri lo sbocco del sentiero nella radura di Cuel Grant (m 963) dove sorgeva un piccolo nucleo abitativo con tanto di numeri civici ancora visibili agli stipiti delle porte. La gran parte degli edifici è in rovina mentre quello più a destra conserva ancora il tetto e sembra in condizioni migliori. Sul retro delle case si rinviene una vasca con fontana ed anche la prosecuzione del segnavia che ora riprende il filo della dorsale tra grandi esemplari di faggio. Si sale piacevolmente con gradevole pendenza fin dove la costa sfuma nel corpo della montagna. Qui ci si innesta a sinistra sulla pista forestale che ha origine dalla strada della
val Aupa, qualche centinaio di metri più a monte del punto dove abbiamo parcheggiato. Si percorre la pista per poco più di 800 m poi la si abbandona presso una curva per proseguire nuovamente su sentiero (attenzione al segnavia CAI n.435a presente su un albero). Nel bosco prevalgono ora le conifere ed infatti il sentiero attraversa una fitta abetaia prima di uscire sul limitare del pascolo di
casera Lius (m 1277), di cui non resta che qualche muro. Un cartello ci guida a monte dei ruderi dove in breve incontriamo una recente pista forestale che ha sostituito il segnavia CAI n.434 verso casera Laduset. Seguendo le indicazioni per
casera Palis di Lius e
casera Turriee, noi invece ci teniamo a sinistra proseguendo nel bosco oltre la strada sterrata. Ha inizio ora una lunga mezza costa che va a tagliare un ripido pendio boscato percorso da banconate rocciose sulle quali fiorisce l'
orecchia d'orso. Dopo un punto poco più aperto il segnavia inverte la direzione e guadagna la bella radura che ospita la
casera Palis di Lius (m 1482, presa d'acqua all'esterno), punto dal quale ci è consentito dare un primo
colpo d’occhio alle montagne circostanti. L'edificio costituiva un buon ricovero ma è stato distrutto dall'incendio del 2017.
Dalla casera si rientra nel bosco per uscirne più in alto sul bordo di una conca invasa dai mughi. La cupola rocciosa del
monte Cullar appare ormai molto vicina ma sarà necessario aggirare la vetta poiché la via di accesso sale dal versante opposto. Tralasciata la mulattiera che si allontana a destra verso il
Palon di Lius (vedi variante) si perviene ad una insellatura, a quota 1641, dove la visuale si dischiude anche verso i monti di Pontebba e Paularo. Il sentiero perde ora un centinaio di metri per raggiungere la ampia insellatura erbosa di
forca Turriee e la
omonima casera (m 1555, fontana). Un vano della lunga costruzione è stato adibito a ricovero con caminetto, panche e tavolo mentre nel sottotetto sono stati collocati tre materassini di gomma. Dal ripiano, cercando di evitare il segnavia CAI n.438 che scende verso il
ricovero Chianeipade e Paularo, si seguono le indicazioni per forca Griffon e
casera Forchiutta (vecchio cartello in legno, segnavia CAI n.435). Pochi metri dopo una presa d'acqua, fare attenzione a non mancare a sinistra il bivio poco marcato per la vetta del
monte Cullar (ometto, segnavia bianco-gialli dell'Alta Via Val d'Incarojo). Il sentiero è evidentemente poco frequentato e le segnalazioni sono sbiadite ma seguendole con attenzione si raggiunge una spalla dalla quale si inizia a traversare a sinistra mantenendosi a poca distanza dal filo di una dorsale con mughi. Giunti alla base di una lingua di ghiaia, il traverso si interrompe e occorre salire faticosamente fino a riguadagnare la linea di cresta (curioso cartello di pericolo vipere!). Qui ha inizio la parte più interessante del percorso: a sinistra, infatti, si nota l'ingresso di una trincea coperta che si è mantenuta in buone condizioni mentre poco distante ha inizio una linea fortificata nella quale spiccano ancora le nicchie per le munizioni. Il sentiero prosegue ancora lungo la cresta poi aggira uno sperone con mughi ed entra in una breve galleria all'uscita della quale troviamo il bivio che utilizzeremo per la discesa. Ora proseguiamo diritti seguendo una traccia aperta tra gli arbusti che ci porta al colletto terminale. Rasentando le rocce si arriva ad un canalino friabile che si risale con l'aiuto dei mughi uscendo sulla piccola e solitaria cima del
monte Cullar (m 1764). Sul libro di vetta si firmano in pochi, probabilmente a causa dell'accesso poco evidente, ma la fatica della salita è ben ricompensata dalle interessanti vestigia militari e dall'insolito
panorama che si apre da questo isolato pulpito roccioso.
Ritornati al bivio si inizia a perdere quota cercando le rade segnalazioni ed i passaggi migliori tra la vegetazione. La prima parte della discesa è poco evidente ma poi l'originaria mulattiera riemerge dal pendio e ci conduce senza ulteriori problemi a riprendere il segnavia CAI n.435, abbandonato in precedenza. Lo si imbocca a sinistra, percorrendo con qualche modesto saliscendi le pendici occidentali del
monte Cullar. Si giunge così all'ultimo punto di appoggio di questo lungo anello: la
casera Forchiutta (m 1408), un complesso di tre edifici il primo dei quali è stato attrezzato a ricovero. La dotazione è simile a quella delle strutture già incontrate e comprende caminetto, tavolo e panche nonché la disponibilità di uno spartano giaciglio su tre materassini al piano superiore. Dal ripiano della casera si prosegue in discesa verso la sella di quota 1246 dove incontriamo la pista forestale che si è sovrapposta al tracciato dell'originario sentiero CAI n.434. Riguadagnato il versante rivolto alla
val Aupa si inizia a scendere a sinistra lungo la pista. Una scorciatoia consente di abbreviare la prima curva ma successivamente il segnavia coincide con il tracciato della pista forestale. Attenzione, dopo un paio di tornanti, ad evitare un bivio che scende a destra verso una piccola baita dal tetto verde. La direzione giusta è quella che sale moderatamente a sinistra superando un costone roccioso e quindi un impluvio. La pista prosegue ancora lungamente con altri saliscendi fino all'ultimo bivio presso la quota 1236 dove ci si tiene a destra in discesa. Ancora qualche curva e ci si ritrova al punto dove si stacca il sentiero per
casera Lius. Ora non rimane che rientrare al punto di partenza seguendo il medesimo percorso dell'andata.
Variante alla cima del Palon di Lius
Dal bivio per il Palon di Lius descritto sopra, poco prima di arrivare all'insellatura soprastante, ci si tiene a destra risalendo con lieve pendenza le pendici meridionali del verde Palon di Lius. Con qualche diagonale tra i mughi ci si alza in un ambiente in cui si possono ancora riconoscere le nicchie dei baraccamenti di guerra. Ci si tiene su questo versante seguendo una traccia che si fa via via più inerbita fin tanto che si riesce a guadagnare il filo della cresta. Da qui si può seguire la dorsale erbosa raggiungendo il punto più elevato del
Palon di Lius (m 1707) dove si apre una bella visuale su tutta la
val Aupa e sui monti di Cason di Lanza. E' possibile proseguire ancora per visitare i resti delle postazioni che si intravedono poco più avanti. Arrivati al punto dove ci si affaccia sul versante orientale (caratterizzato da un profondo dirupo), si aggira un piccolo sperone roccioso sbrecciato (resti di fortificazioni) e con una brevissima discesa si può arrivare a visitare una piccola galleria affacciata sulla
Creta dal Cronz e la sella Cereschiatis. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria