Avvicinamento
Il percorso ha inizio da Coritis, ultimo borgo della
Val Resia, a cui si giunge risalendo la strada che da Resiutta si inoltra nella valle. Raggiunta Stolvizza occorre scendere al ponte sul torrente Resia e proseguire ancora sulla sinistra orografica della valle fino al ponte poco prima di Coritis, parcheggiando presso la successiva ansa della strada (m 564, segnavia CAI n.657).
Descrizione
Attraversato su una briglia il letto asciutto del rio Secco, il segnavia lascia subito la pista per salire tra le erbe fino ad una spalla affacciata sul vallone del rio Ronc (ruderi). Ci si abbassa in diagonale verso il greto del rio e senza particolari difficoltà lo si attraversa mirando ai segni sull'altra sponda. Si risale per poco lungo il corso del torrente, individuando sulla sinistra l'inizio di una mulattiera che prende a salire a svolte nella pineta. Più in alto il bosco si infittisce ed il sentiero comincia ad orientarsi verso sinistra (ovest) attraversando una prima volta la pista forestale. Si prosegue ancora in diagonale fino ad un marcato costone dove il sentiero piega decisamente a destra raggiungendo il limitare di una bella radura con stavolo (m 900, loc. Pucciualza). Il segnavia risale ancora dietro l'edificio, intersecando più volte la strada sterrata fino a raccordarsi con questa in corrispondenza di un tratto rettilineo. Alla successiva curva fare attenzione ai segnavia sugli alberi che ci portano ad abbandonare definitivamente la forestale per proseguire su sentiero. Con una serie di piccole svolte nel bosco ci si innesta a destra sul segnavia CAI n.634 che proviene da Stolvizza (cartello). Dopo un breve traverso il sentiero riprende a salire avvicinandosi lentamente ad una scarpata scoscesa ricoperta dalle vistose fioriture gialle della
ginestra stellata. Dalle schiarite sempre più ampie si aprono ora alcune belle visuali sulla
Val Resia finché, presso un costone roccioso, il bosco si dissolve definitivamente lasciando spazio alle praterie. Doppiato lo spigolo, ci si affaccia sulle pendici inclinate del
Picco di Grubia , un versante caratterizzato da prati e bassi arbusti che danno vita ad un autentico giardino roccioso. Il sentiero, particolarmente comodo e marcato, si addentra nel vallone del rio Ronc che dovremo successivamente attraversare. Lentamente si inizia a delineare la doppia rampa che ci permetterà di risalire l'altro versante, caratterizzato da una bastionata rocciosa altrimenti impercorribile. Con qualche modesto saliscendi si giunge così al bivio presso i ruderi di
casera Grubia (m 1420) dove troviamo le indicazioni per il segnavia CAI n.642a e dove possiamo rifiatare prima di affrontare la parte più impegnativa dell'escursione.
Lasciato dunque il sentiero che prosegue in salita verso
sella Grubia, si scende lungo il pascolo invaso dalle alte erbe rientrando quasi subito nella
faggeta. Con una serie di svolte si cala sul greto del rio Ronc che in questo punto è caratterizzato dalla presenza di grandi macigni. Lo si segue in discesa per un breve tratto fino a ritrovarsi alla base della prima rampa (ometti). Il tratto iniziale si svolge su roccette sporcate da fine detrito ma poi la presenza di
mughi e terriccio rende il cammino più agevole e sicuro. Ci si affaccia quindi su un impluvio verso il quale si traversa mediante una breve cengetta attrezzata con cavo passamano. Siamo ora ai piedi della seconda rampa, più ripida, che il sentiero prende a rimontare a piccole svolte rasentando la parete di sinistra, stillicidiosa e punteggiata dalle fioriture della
pederota e della
viola a due fiori . Nella parte superiore il terreno si inclina ulteriormente ed allora il segnavia traversa a destra (cavo) portandosi su un costone di
mughi che consente di salire più agevolmente. Si giunge così ad un pulpito panoramico dove hanno termine le difficoltà: il sentiero infatti passa sopra lo sbocco del canale rientrando poi subito nel bosco. In moderata discesa si esce infine sul bellissimo ripiano prativo di
casera Canin (m 1443). L'edificio, disposto su due piani, dispone di cucina, stufa, tavolo, armadi e bagno e può ospitare fino a 25 persone.
Dalla casera, tralasciando la direzione per
Berdo di Sopra e
malga Coot , si imbocca in discesa il segnavia CAI n.642. Questo cala in una valletta erbosa poi piega a destra, interseca un ruscelletto e riprende a scendere sospeso sopra l'orlo di un dirupo. Presso un pulpito ci si può affacciare sul versante che precipita nel vallone del rio Secco, caratterizzato dalla presenza di alcuni pinnacoli che si stanno lentamente sgretolando. Si rientra nella faggeta perdendo ancora quota a comode svolte, interrotte più in basso dall'attraversamento di un piccolo rio tributario. Poco dopo, una crestina affacciata su una parete verticale ci regala un ultimo sguardo sul vallone del rio Ronch che sprofonda alla nostra destra. Si scende ora decisamente nella pineta a strette svolte e poi ancora in diagonale fino al ripiano di Berdo di Sotto (m 871, resti di abitazioni). Ancora una serie di tornanti ed il sentiero arriva ad intersecare nuovamente il greto del rio Secco oltre il quale ci attende un ultimo tratto in falsopiano che conduce alla strada asfaltata. Non rimane che scendere per qualche centinaio di metri fino a ritrovarsi esattamente al punto di partenza.
Avvertenze
Informarsi presso il
Parco delle Prealpi Giulie sulle condizioni del sentiero nei pressi del rio Ronc. Nel caso il segnavia 642a risulti inagibile si utilizzi il CAI 642 sia per la salita che per la discesa.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo