Avvicinamento
Risalendo da Tolmezzo la
valle del But, circa tre km dopo Paluzza, deviare a sinistra per la frazione di Cleulis attraversando il ponte sul But. Seguendo le indicazioni per malga Lavareit si sale a svolte fino al tornante a quota 1100 circa. Qui si lascia a sinistra la prosecuzione verso la malga e si prende a destra raggiungendo gli stavoli Frochies dove si può parcheggiare (m 1120).
Descrizione
Sul bordo della casa a sinistra, si individua il segnavia CAI n.155 che sale da Timau e lo si segue lungo una pista forestale. Questa termina in breve presso alcune baite mentre il sentiero continua sulla destra trasformandosi in comoda mulattiera. Si sale a larghe svolte nel bosco di
faggio e
abete rosso che a maggio vede ancora la presenza dell’
anemone e della
calta palustre presso i ruscellamenti. Il sentiero interseca la pista di
malga Lavareit, che utilizzeremo al ritorno, proseguendo al di là in diagonale fino ad incontrare il cancelletto che immette alla base dell’ampio pascolo di
malga Monte Tierz Bassa. Si risale tra le
romici seguendo i paletti e si arriva in breve al ripiano della casera (m 1523, sorgente). L’edificio principale è in buono stato e non sembra abbandonato da molto, ma è dotato solo di un tavolaccio. Dalla casera si traversa per poco sulla sinistra dirigendosi verso la vasca dove riprendono i segnavia. Da qui la mulattiera inizia a salire a comodi tornanti nel pascolo soprastante tra
rododendri,
genziane di Koch e piccole piante di
larice e
abete rosso. Più in alto ci si immette su una mulattiera molto marcata che taglia tutto il fianco del monte procedendo quasi in falsopiano verso la
casera Monte Tierz Alta che si intravede in mezzo al vallone. Con piacevole percorso tra gli
ontani ci si accosta alla casera che rimane sulla sinistra assieme alle stalle ormai completamente distrutte (m 1675).
Il sentiero si porta ora sul fondo del vallone del rio Sgolvais iniziando a risalirne l’ultimo tratto rinserrato tra le erbose pendici del
monte Terzo e del
Cimone di Crasulina. Aggirando i nevai residui che a maggio possono ancora essere presenti lungo il sentiero, si sale mirando alla forcella tra le due vette. Bellissimo il corteggio floristico di primavera che comprende
anemone alpino, il
geo montano e la
soldanella. Giunti sulla
forca di Tierz la
vista si apre anche verso il solitario vallone del rio Chiaula,
forcella Plumbs ed il gruppo del monte Coglians. Dalla forcella una marcata mulattiera sale a sinistra verso la conca dei
laghi Zoufplan. Noi invece proseguiamo a destra lungo il sentiero che taglia tutto il versante sud est del
monte Terzo. Raggiunto il crinale orientale si prosegue lungo una comoda mulattiera di guerra particolarmente ben conservata portandosi in breve nei pressi della vetta dove si osservano alcuni resti di fortificazioni e trincee (m 2034). La sommità è formata da due piccole vette separate da una forcellina ed offre una
visuale privilegiata verso la dorsale montuosa a ridosso del passo di Monte Croce Carnico. Oltre alle specie già ricordate sui tappeti erbosi sommitali crescono anche la
primula minima e la
genziana di Koch.
Ritornati alla
forca di Tierz possiamo rientrare percorrendo il medesimo itinerario oppure allungare decisamente l’escursione effettuando l’aggiramento completo del monte. In questo secondo caso si scende nell’opposto versante lungo il ripido pendio erboso inizialmente privo di tracce evidenti. Poco più sotto ci si infila in una macchia di
ontani dove il sentiero ricompare. I segnavia, alquanto sbiaditi, del sentiero CAI n.175 guidano a disegnare qualche tornante ma la linea di discesa è comunque evidente ed è indicata dal solco del torrentello che scorre alla nostra destra. Seguendo le anse della vallecola si scende fino a quota 1600 circa dove il sentiero interseca il rio e prosegue a destra in falsopiano verso i resti di casera Chiaula Alta (m 1568).
Il pendio sottostante alla casera è completamente invaso dalle erbe e si fatica a riconoscere una traccia ma non vi sono particolari problemi di orientamento in quanto è sufficiente scendere lungo il pascolo senza percorso obbligato. Conviene calare in diagonale proprio sotto le stalle compiendo una larga ansa fino a toccare nuovamente il fondo della valletta dove si ritrova qualche sbiadito segnavia. Ripreso il sentiero si contorna un dosso erboso raggiungendo anche il pascolo della
casera Chiaula Bassa (m 1397). Anche questa costruzione risulta abbandonata e può offrire solo un modesto ricovero. Dalla casera si abbandona definitivamente il segnavia CAI n.175 che prosegue verso
casera Collina Grande e si imbocca il sentiero ben marcato che si allontana verso destra (nord est). La traccia traversa per un tratto poi, aggirata in alto una recente frana, inizia una serie di saliscendi per assecondare alcune pieghe del monte. In una alternanza di traversi su pendii erbosi piuttosto ripidi e macchie di bosco si prosegue nell’aggiramento raggiungendo una dorsale boscata dalla quale la vista si apre sul pascolo di
casera Lavareit. Il sentiero si trasforma in comoda pista con la quale in breve si è alla casera (m 1470,
magnifico balcone sulla alta
valle del But, possibilità di ristoro agrituristico nei mesi estivi). Ora non resta che chiudere l’anello imboccando la pista di servizio che, con qualche modesto saliscendi, ci riconduce verso la dorsale est del
monte Terzo. Dall’incrocio con la mulattiera percorsa all’andata si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria