Avvicinamento
Valbruna, punto di partenza della escursione, è raggiungibile percorrendo verso nord la statale 13 Pontebbana oppure utilizzando l'autostrada A23 fino all’uscita poco dopo l’ultimo casello. Al termine del rettilineo che conduce al paese, senza entrare nel centro abitato, si parcheggia l'auto sulla destra presso l'imbocco di una strada sterrata che sale in diagonale verso alcune abitazioni (m 795).
Descrizione
Si risale lungo la carrareccia che da qui si diparte (sbiaditi segnavia CAI n.608), innalzandosi con un paio di comodi tornanti che ci portano a sfiorare alcuni casolari. Ai lati della strada siepi di
nocciolo e qualche
abete rosso ostruiscono di tanto in tanto la visuale sulla bella spianata di Valbruna che si va ampliando con la quota. Dopo aver attraversato le dismesse piste di discesa ed i relativi impianti, la carrareccia si orienta in direzione ovest salendo ancora fino a raggiungere, con andamento pressoché pianeggiante,
forcella Nebria (m 942).
Prima che la pista inizi a divallare nell'opposto versante la si abbandona per risalire i pochi metri che a destra ci separano dalla strada militare del monte Nebria. In questo tratto, fin dai primi mesi dell'anno, si possono osservare le basse e candide corolle di una vistosa pianta: si tratta
elleboro nero, una specie dalla fioritura molto precoce che abita i boschi montani. I fiori, generalmente solitari, presentano un delicato colorito bianco che tende al rosato verso la maturità. La pista inizia a tagliare in diagonale le pendici del monte Nebria attraversando un bosco misto di
faggio e
abete rosso, ma già al primo tornante la vegetazione arborea si trasforma in una pineta a
pino silvestre e pino nero con l'onnipresente
erica che si protende dai muretti di sostegno della strada. Al tornante successivo la quota raggiunta ci permette già una bella visuale sulla dorsale montuosa che ci separa dalla
val Dogna, contemporaneamente il pendio soprastante inizia a farsi piuttosto friabile e scosceso. L'apporto di ghiaie sulla sede stradale risulta notevole ma non tale da precludere la comoda percorrenza della pista che dopo poco entra in una galleria. Oltrepassato il successivo spiazzo la strada si restringe a mulattiera mentre nella componente arborea prevalgono ora il
pino nero e
mugo, più adatti a questo tipo di terreno. Si passa sotto ad uno sperone roccioso che è stato sagomato e sul quale, alzando lo sguardo, potremo notare le caratteristiche fioriture gialle dell'
orecchia d'orso. Si giunge così ad un tornante nei pressi della selletta che separa le due cime del del
monte Nebria. Qui alcuni cartelli in legno indicano a sinistra l'imbocco del sentiero che raggiunge Cima Nebria per scendere poi a Ugovizza (vedi variante). Si prosegue ancora per un tratto lungo la strada fin dove essa si esaurisce trasformandosi in un comodo sentiero. Lasciata per il momento a destra la direzione che utilizzeremo per scendere (cartello in legno per Valbruna), si aggira la vetta rimontando poi sulla boscosa dorsale sommitale che in breve conduce alla schiarita della
cima est (m 1194, croce,
panorama limitato dalla vegetazione).
Dopo essere ritornati sui propri passi si imbocca verso est il sentiero che ci ricondurrà alla strada di Valbruna. Il segnavia divalla piacevolmente sulla dorsale orientale del monte Nebria poi piega a destra scendendo in diagonale lungo il boscoso versante meridionale. Il sentiero compie ancora un paio di ampie svolte innestandosi infine su una pista sterrata che in breve ci condurrà alla strada principale. Svoltando a destra sarà necessario percorrere poco meno di un km per ricongiungersi esattamente al punto di partenza.
Variante a Cima Nebria con discesa a Ugovizza (E)
Dal tornante con i cartelli in legno si scende ripidamente con l'aiuto di un sottile cavo metallico fino alla selletta boscosa tra le due cime. Si risale poi lungo il crinale opposto tra mughi ed eriche con pendenza più sostenuta ed infine, tramite una sottile e panoramica crestina, si guadagna la cima ovest del monte Nebria ricoperta da
mughi, poco più alta della cima est (m 1207, croce, libro di vetta). Nonostante la modesta quota, il monte costituisce uno
splendido belvedere sulla Valcanale e sui monti della Val Dogna). Da qui il segnavia CAI raggiunge una antecima con evidenti resti di trinceramenti iniziando poi a scendere lungo il versante settentrionale a strette svolte. Dopo avere disceso un costone di pini si incontra il rudere di una vecchia costruzione allungata e priva di tetto. Le pendici che stiamo attraversando sono piuttosto ripide e scoscese ma il sentiero risulta ben tracciato ed offre alcune interessanti visuali su Ugovizza e sulla
Valcanale. Ormai prossimi al fondovalle si sfiora una grande colata ghiaiosa giungendo infine nei pressi del greto del Fella. Seguendo le indicazioni sui piloni dell'autostrada ci si tiene a sinistra percorrendo le sponde del fiume coperte dal viadotto. Si arriva così ad un guado cementato oltre il quale si imbocca a destra la pista che ci porterà a Ugovizza dove avremo predisposto una seconda autovettura.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria