Avvicinamento
Da Cimolais si seguono le indicazioni del
Parco delle Dolomiti Friulane imboccando la rotabile che si addentra nella lunga
Val Cimoliana. Il transito è soggetto nei mesi estivi al pagamento di un pedaggio che viene riscosso al punto informativo presso il Ponte Compol (2014, 6 euro). Si risale così tutta la valle fino a giungere a Pian Meluzzo dove si può parcheggiare comodamente (m 1163).
Descrizione
Dal parcheggio proseguire lungo la pista tralasciando subito a destra la deviazione per le
Bregoline. Dopo avere attraversato un esteso ghiaione, la strada sfocia in una ampia radura delimitata dal bosco. Superato un piccolo greto asciutto ci si riporta sulla fiumana ghiaiosa proseguendo quasi in falsopiano in un ambiente dominato dalle poche piante in grado di colonizzare il detrito. Raggiunta la confluenza con la val Postegae, il sentiero sembra incunearsi un poco nella valle stessa, ma ad un bivio (cartello) si lascia a destra il segnavia CAI n.362 dal quale scenderemo per riprendere a sinistra la direzione principale verso il
Cason dei Pecoli (CAI n.361). Dopo un breve tratto su terreno più consolidato, ci si innesta nuovamente sul greto della val Meluzzo dove la traccia di pista scompare definitivamente e si procede sulla direzione indicata da alcuni ometti. Accompagnati dalle fioriture di
parnassia,
eufrasia,
campanula cespugliosa e
asclepiade, si prosegue a salire sulla destra orografica fino a raggiungere un crocevia presso la radura del
Cason dei Pecoli (m 1363). Qui si lascia a sinistra la deviazione per il
bivacco Marchi Granzotto (segnavia CAI n.359) e la prosecuzione per la
casera Val Binon per imboccare a destra il sentiero che risale la val di Brica (segnavia CAI n.379). Oltrepassato un greto asciutto, si arriva ai piedi di un primo conoide ghiaioso che si attraversa in diagonale rientrando presto nel
lariceto. Con pendenza sostenuta, ci si alza nel bosco di conifere uscendo più in alto in corrispondenza di una lingua di ghiaia. Dopo un paio di svolte la salita riprende decisa tra i
mughi fino ad una costa oltre la quale ci si affaccia su terreno più aperto. Passando accanto ad un grande macigno si riprende a salire piegando poi decisamente a destra per uscire dal solco della valletta. Con pendenza più gradevole si arriva così al ripiano che ospita il
Cason di Brica (m 1745), piccolo ma valido ricovero sempre aperto e circondato dal bosco di
larice e
abete rosso. La prosecuzione si trova sulla sinistra con il sentierino che ora traversa fino a giungere ad una amena valletta solcata dal rio che fornisce l'acqua al ricovero. Mentre il torrente sparisce presto nel pendio, noi proseguiamo lungo il solco di questo corridoio naturale circondato dai
larici. Più in alto il sentiero piega a destra entrando in un solco parallelo per attraversare gli ultimi lembi verdi al limitare dei grandi ghiaioni soprastanti. In breve si arriva così ad un dosso dove incontriamo il
Truoi dai Sclops (CAI 369) sul quale ora ci innesteremo. Tenendosi a destra ci si innalza nel pendio erboso che si sviluppa ai piedi del Mus di Brica, poi il sentiero prosegue su una costola detritica dove fioriscono la
statice montana e diverse specie di sassifraghe. L'ambiente è frequentato anche dagli
stambecchi che da qui in poi non sarà difficile osservare mentre pascolano con i piccoli. Dove il costone si esaurisce ci si tiene a sinistra e, con una serie di piccole svolte su terreno friabile, si tocca il punto più alto dell’escursione: la
forcella dell'Inferno (m 2175). Dall’intaglio la
vista può spaziare ora sull’alta val di Guerra e sulle vette che la racchiudono, con il
monte Pramaggiore in secondo piano. Pregevole la cospicua presenza a tarda estate della
genziana di Froelich che ci accompagnerà con il suo blu intenso fino al
passo del Mus.
Dalla forcella si cala in diagonale su ghiaie raggiungendo in breve anche
forcella Fantulina alta (m 2110, buona visuale verso le
Cime Fantulina) dove si lascia a sinistra la discesa diretta per la Val di Suola. Noi invece proseguiamo lungo una piccola dorsale detritica portandoci poi sul versante destro ad intersecare una zona friabile dove occorre prestare qualche attenzione. Il sentiero perde quota per assecondare una fascia rocciosa, poi con una modesta contropendenza raggiunge anche il
passo del Mus (m 2063), sovrastato dall'imponente parete del torrione Comici. Dallo stretto intaglio si prende a destra iniziando la discesa in val di Guerra (segnavia CAI 362) tra detriti e macchie d’erba. Tagliato in quota un ghiaione si cala sul bellissimo ripiano erboso che si trova nella parte bassa della valle, disseminato dagli enormi macigni crollati dai due versanti. Superato il pianoro si rientra subito nel rado bosco iniziando a perdere quota con piacevole pendenza. Si giunge così al ripiano del Casone Val dell'Inferno (m 1791, ruderi), invaso dalle
romici e occupato al centro da un grande macigno squadrato. Pochi metri dopo, ad un bivio, lasciamo a sinistra il bivio col sentiero CAI 366 che sale a
forcella Pramaggiore e proseguiamo nella nostra discesa attraversando un piccolo rio. Dopo una serie di svolte il percorso si orienta decisamente a destra (ovest) e comincia a scendere in diagonale nel bosco, non distante dal torrente che scorre più in basso. In corrispondenza di una schiarita, si interseca il greto di un torrentello, ma il traverso dura poco e la discesa riprende decisa nel bosco di
faggio che ci accompagnerà da qui in poi. Il sentiero mantiene ancora la stessa direzione avvicinandosi progressivamente al greto di fondovalle al quale infine arriva con un paio di svolte. A questo punto, tenendosi sul fianco destro, si percorre lungamente il solco della val Postegae fino a scendere sul greto principale. Su pista in pochi minuti ci si raccorda infine al bivio incontrato all’andata.