Avvicinamento
Percorrendo la statale 52 nel tratto che collega Ampezzo a Forni di Sotto, poco prima di entrare in paese, lasciare l’auto in prossimità del ponte sul torrente Auza (m 766, piccolo spiazzo per il parcheggio, cartello CAI).
Descrizione
Imboccato il segnavia n.215 si prende a salire con pendenza costante nel bosco. Dopo aver attraversato alcune lingue di ghiaia il sentiero interseca una prima fascia rocciosa che viene superata tramite una larga rampa erbosa. Proseguendo nella sua diagonale verso destra, il sentiero incontra un tratto più articolato dove una serie di piccole svolte conduce ad un panoramico dosso affacciato sul fondovalle. In seguito la traccia rientra nel bosco, oltrepassa un solco e sale a piccoli tornanti al limitare della
faggeta tra radure sempre più ampie, invase dalla
ginestra stellata. Oltre a questa fioriscono a giugno l’
aquilegia scura, l’
orchidea bifoglia ed il
giglio di monte mentre nel bosco prevalgono la
elleborina bianca ed il
lamio bianco. Si risale ancora verso nord est, fino a raggiungere l’orlo del grande canalone del rio Clavenò. Qui il sentiero si alza lungo la spalla boscata di destra orografica in ambiente più aperto tra i primi
larici e
sorbi. Il successivo tratto, quasi pianeggiante, concede una gradita pausa alla salita che fino a questo punto è stata sostenuta. Lasciato a sinistra il bivio segnalato per forcella Pimin si attraversa un solco torrentizio e si riprende a salire in un bosco arricchito di conifere con una lunga serie di tornantini alla testata del vallone. Più in alto il sentiero traversa sulla sinistra raggiungendo i ruderi di una vecchia casera. Qui il sentiero scompare un poco tra le erbe ma con l’aiuto di alcune segnalazioni si oltrepassa tutta la radura ritrovando immediatamente la prosecuzione. Con pendenza ora più attenuata ci si innalza all’interno di un rado bosco di
abete rosso poi, oltrepassate alcune radure invase dal
botton d’oro, ci si ritrova alla base dell’ampio pascolo di
casera Montof i cui ruderi si scorgono più in alto. Accanto alle stalle (m 1742) è stato eretto un nuovo ricovero in legno, piccolo ma molto accogliente, che offre la possibilità di cucina e pernottamento per quattro persone.
Dalla casera si trascura il segnavia n.214a che va a sinistra e si prosegue esattamente dietro il ricovero seguendo con attenzione il segnavia che compie subito una brusca ansa. Seguendo una serie di paletti ci si innalza sul
pascolo sopra la casera e, superate alcune vallecole ove fiorisce la
primula di Haller, ci si affaccia su un'
ampia insellatura in vista di
forca Montof. Senza necessità di scendere si può imboccare direttamente la traccia che traversa sulla sinistra (segnavia CAI n.214), guadagnando in breve un
panoramico intaglio erboso dal quale ha inizio la lunga traversata che ci porterà a raggiungere il
passo Zauf. Il sentiero prende quindi a traversare in direzione ovest tagliando a meridione alcuni ripidi pendii erbosi poi, raggiunta una piccola insellatura, comincia ad innalzarsi sulla cresta del
monte Puintat. Senza raggiungerne la vetta il sentiero percorre un aereo tratto di cresta, protetto da alcune palizzate in legno, poi traversa sopra gli estesi dirupi del Brutto Passo nel tratto forse più suggestivo dell’itinerario. Da qui la traccia digrada sull’insellatura successiva dove il crinale si fa definitivamente largo e comodo. Con una serie di modesti saliscendi si prosegue seguendo fedelmente la linea della dorsale punteggiata dalla fioritura dell’
anemone alpino e della
genziana di Koch, fino a raggiungere la piccola elevazione erbosa del
monte Priva (m 2024,
ampio panorama). Dopo poco, laddove il crinale si impenna e diventa impraticabile, il sentiero taglia sulla destra raggiungendo un bivio. Si lascia a destra il segnavia CAI n.234 che scende verso casera Giaveada e si prosegue su mulattiera larga e sassosa, guadagnando tramite qualche svolta il punto più alto dell’escursione in corrispondenza del
panoramico e poco marcato
passo Zauf (m 2103). Allo sciogliersi delle nevi si possono osservare qui la
soldanella, i
crochi, il
ranuncolo alpestre, la
sassifraga a foglie opposte e la
primula minima. Dal passo il sentiero compie una larga ansa e prende scendere lungo un crinale, poi, raggiunta una selletta, cala nel catino pascolivo di destra. Qui la traccia si inerbisce ed occorre fare attenzione a seguire i radi segnavia. Si tralascia a destra la deviazione per
casera Montemaggiore (cartello) e si prosegue fino ad attraversare il greto di un piccolo rivo. Da qui sentiero piega decisamente a sinistra (sud) calando lungamente sulle pendici del monte Vacca per innestarsi alla fine su una recente pista forestale. La si segue in discesa solo per pochi tornanti, poi un cartello indica la prosecuzione del segnavia n.214 sulla sinistra. Tramite questo si perde ancora quota nel bosco arrivando ad un bivio che segnala la possibilità di proseguire per il sentiero CAI a destra oppure di imboccare a sinistra la scorciatoia per Forni di Sotto. Questa, segnalata da bolli bianchi e cartelli in legno nei punti chiave, permette un rientro più interessante della monotona carrareccia. Optando per questa seconda possibilità si traversa per un tratto poi si perde quota lungo una dorsale boscata. La traccia quindi piega bruscamente a sinistra (cartello), traversando ancora nel bosco poi scende lungamente rimanendo poco discosta dal rio Zuviel. Ove il corso d’acqua si infossa, il sentiero scarta sulla destra raggiungendo un ulteriore crocevia. Seguendo ancora le indicazioni per Forni di Sotto si oltrepassano i fienili Zuviel portandosi successivamente sulle balze rocciose soprastanti il paese. Su traccia ripida, lungo un solco, si raggiunge una chiesetta alpina al limitare del bosco dove fioriscono numerosi i
gigli rossi poi si cala definitivamente sui prati sottostanti. Arrivati alla strada principale non resta che attraversare l’abitato tenendo la sinistra per raccordarsi esattamente al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Vento