Avvicinamento
Da Barcis si risale lungo la val Cellina fino a Cimolais dove si prosegue in direzione del passo di Sant'Osvaldo. Giunti all’altezza di Erto Nuova si piega a destra seguendo le indicazioni per la Val Zemola. La stretta rotabile sale con alcuni tornanti a monte del paese poi, dopo aver superato l’aereo imbocco della valle, prosegue su fondo sterrato raggiungendo il parcheggio in corrispondenza del divieto di transito (m 1179).
Descrizione
Seguendo le indicazioni del
Parco (CAI 374) si imbocca la pista di servizio al
rifugio Maniago (quella di destra, più bassa, è da qualche tempo inagibile). Con questa ci si alza moderatamente tra macchie di bosco e piccole radure tralasciando dopo poco a destra la prosecuzione del segnavia CAI per mantenersi sulla strada sterrata. In breve si esce sul pascolo di casera Ferrera, da qualche anno monticata, per poi scendere ad intersecare il greto del Ge' de Bedin, ingombro di grandi macigni. Da questo punto di osservazione possiamo scorgere gli estesi calanchi che stanno erodendo la parte alta del vallone. La pista affianca ora il greto del torrente e, in gradevole copertura ombrosa, comincia a salire a regolari tornanti, arrivando alla prima intersezione col sentiero lasciato più in basso. Le fioriture di settembre sono quelle della tarda estate e si limitano agli ultimi
epilobi e alla
campanula cespugliosa. Alla diruta casera Pezzei (m 1442) si lascia nuovamente il segnavia per proseguire ancora sulla pista che ora rientra nella
faggeta. Al successivo bivio ci si tiene a sinistra (il ramo di destra interseca ancora il sentiero) e con un paio di svolte si arriva alla fine della pista. Riguadagnato definitivamente il segnavia 374, quasi traversando, si oltrepassa il solco della Val di Lausen ed infine si percorre un ultimo tratto nel bosco fino ad uscire alla base della radura che ospita il
rifugio Maniago (m 1730).
La prosecuzione si trova a sinistra, presso la fonte, dove ha inizio il segnavia CAI 382 per forcella della Spalla e sentiero Zandonella. Tramite questo ci si allontana dal rifugio salendo in diagonale tra i mughi per aggirare una costa. Con pendenza più marcata si rimonta una erta rampa che conduce sul fianco della alta Val di Lausen. Lasciati i
mughi ci si trova sulle praterie alpine miste a detriti che caratterizzano la parte alta del catino. Il lato destro del vallone, a mattina inoltrata, è in ombra e ospita ancora la fioritura tardiva del
garofanino di Montpellier e della
campanula dei ghiaioni. Si sale in diagonale fino a raggiungere un evidente dosso erboso che ci permette di discostarci un poco e ammirare la conca superiore, chiusa da una alta muraglia che sembra precludere ogni possibilità di accesso alla forcella. Ma si tratta solo di una impressione poiché, man mano che ci si accosta alle pareti, a sinistra si va delineando la rampa detritica che ci consentirà di proseguire. Risalita un’ultima costola verde, si raggiunge la base delle rocce dove possiamo cercare gli ultimi
raponzoli. Da qui il sentiero piega a sinistra (targa sentiero Zandonella) per iniziare ad affrontare la rampa. Aiutandosi con il cavo recentemente collocato e alcune staffe si rimontano i primi metri che sono anche i più impegnativi. Successivamente bolli rossi ci guidano verso una serie di cengette e facili gradini che ci accompagnano fin sotto la forcella. In ultimo si piega decisamente a destra e su terreno quasi sabbioso si giunge alla forcella della Spalla (m 2127). Come accade in altri casi sulle Dolomiti Friulane, anche qui la presenza di un fine detrito conferisce al paesaggio un aspetto molto particolare. Sulla forcella il panorama si apre improvvisamente verso le Dolomiti Bellunesi, chiuso però a destra dalla imponente mole del Duranno. Mentre il segnavia 382 inizia la sua impegnativa discesa verso il bivacco Baroni, noi ci teniamo a sinistra per seguire il largo crestone detritico che conduce alla Cima della Spalla. E’ il tratto più godibile dell’escursione con la traccia che asseconda il comodo e panoramico crinale detritico, interrotto da piccoli fazzoletti erbosi presso i quali fioriscono la
potentilla rosea e la
sassifraga verdazzurra. Oltrepassate alcune ondulazioni si arriva nei pressi della nostra meta alla quale si giunge superando un ultimo strappo un poco più erto. La Cima della Spalla (m 2234), segnalata da un semplice paletto, offre una visuale straordinaria sulla val Zemola e sull’arco montuoso che la racchiude.
Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario con la possibile variante del sentiero 374 che può essere preso in considerazione anche per la salita.