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    Anello di forcella del Leone da Pian Meluzzo
    Prealpi Carniche
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    Anello di forcella del Leone da Pian Meluzzo
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    Anello di forcella del Leone da Pian Meluzzo
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaR06

Anello di forcella del Leone da Pian Meluzzo

Avvicinamento

Da Cimolais si seguono le indicazioni del Parco delle Dolomiti Friulane imboccando la rotabile che si addentra nella lunga Val Cimoliana. Il transito è soggetto nei mesi estivi al pagamento di un pedaggio che viene riscosso al punto informativo presso il Ponte Compol. Si risale così tutta la valle fino a giungere a Pian Meluzzo dove si può parcheggiare comodamente (m 1163).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Rupe
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Luglio
Carta Tabacco
021
Dislivello
1100
Lunghezza Km
13
Altitudine min
1159
Altitudine max
2290
Tempi
Dati aggiornati al
2022
I vostri commenti
  • 01/07/2019 Percorso fatto in senso inverso a quanto suggerito nella calda mattina di domenica 30 giugno. Il percorso qua e là è ancora vittima della calamità dell' autunno scorso ma ovunque ripristinato molto bene. Ho trovato una buona idea salire (faticosamente) nel sottobosco per buona tratta dalla Val Monfalcon di Forni e scendere i ghiaioni al sole della Val Monfalcon di Cimoliana.E' un giro tutto sommato privo di particolari eccessi quindi piuttosto frequentato , anche perchè il Marchi Granzotto è il crocevia di una buona serie di destinazioni dalla Carnia al Cadore. Cresta del Leone spettacolare e i Monfalconi....poesia pura
  • 16/08/2018 Percorso oggi con temperatura gradevole e cielo sgombro da nubi.Sentiero molto ben segnalato e agevole.Dalla forcella fatta breve deviazione per raggiungere l'altro versante della sella con spettacolare vista sulla Val Monfalcon di Forni.Bivacco in buone condizioni in ordine e pulito.Disceso poi con il sentiero 359 fino alla Val Meluzzo e di seguito al rifugio Pordenone.Buone montagne a tutti.
  • 03/09/2014 Il giorno 31 agosto ho fatto l'anello come proposto da SN.Ho girato parecchio,in zona,ma questa escursione mi mancava.La sua fama è meritata.Salendo,si capisce che ogni metro prelude a un angolo ancor più suggestivo.All'inizio dei prati,lo scrosciare delle acque e i pinnacoli dolomitici catturano inevitabilmente l'attenzione.Il giardino che percorriamo è quanto di meglio si possa vedere sui monti.Un'oasi da cui è difficile separarsi,ma già sappiamo che,oltre la forcella,l'incanto si ripeterà.Procedere sui ghiaioni,fino al culmine del canale che separa la Monfalcon di Cimoliana da quella di Forni,diventa piacevole,anche se la salita,fin qui,non ha mai dato tregua.Dal valico la visuale,già ampia,diventa ancora più vasta,con un magnifico colpo d'occhio che include il comprensorio di Brica e buona parte del Truoi dai Sclops.Sotto di me il bivacco è una briciola rossa in un mare di rocce e di prati verdissimi.Iniziata la discesa,dalla mia sinistra,da forcella da las Busas,un umano viene a interrompere il mio isolamento.Al bivacco altri quattro camminatori si uniscono,provevendo da forcella del Cason.All'unisono ci troviamo,quasi fossimo richiamati dalla campana del rancio.Da qui,però,solo qualche camoscio e l'ennesimo marasso si manifesteranno.Ho approfittato dei segnali dipinti sulle rocce,per dare un'occhiata alla presa d'acqua che serve il Marchi-Granzotto,una decina di minuti più in basso,sul limite sinistro dell'ampio prato,sotto lo zoccolo che lo ospita.La portata era abbondante,tanto da creare una pozza,quasi un acquitrino.Prima del bosco,un laghetto,circondato da una mini pianura alluvionale e un bellissimo ambiente carsico,ci regala l'ultima emozione d'alta quota.Anche la sola salita a questo paradiso merita una gita.La prosecuzione nel bosco è abbastanza ripida,ma agevole.Giunto alla fiumana di fondo valle,quando i segnavia abbandonano la sponda destra,il mio rintontimento ha prevalso,guidandomi per sassi in luoghi un po' impervi,tra salici e betulle.Due giorni di ghiaioni hanno lasciato scorie,così ho vagabondato brevemente,prima di trovare la pista che termina al parcheggio del rifugio Pordenone.Voilà,fatta anche questa.
  • 18/07/2013 Ho percorso questo anello il 16/07/2013. Spesso girovagando per monti avverto forte l'impulso di rimanere lassù senza limiti di tempo a bearmi di tutto quel che la natura offre. Questa è una di quelle escursioni che suscita maggiormente quell'impulso. Dato merito a Ivo&Sandra per l'averla proposta e così ben descritta, rimando i lettori ai commenti in particolare dell'inarrivabile Loredana.Bergagna e di Graziano.Bettin perché il mio sarebbe solo una ripetizione di quel che loro han già reso così bene. Scrivo queste note solo per aggiornare di poco la situazione ferma al luglio 2012. Il percorso è chiaro e univoco salvo in due punti ove peraltro ci si destreggia facilmente. Il primo salendo appena sopra il 1° ripiano di ghiaie dove, non vedendo altri ometti, è bene buttare un'occhiata sul lato sx (salendo)e si noterà una traccia che sale in diagonale sulle ghiaie. In ogni caso non c'è pericolo di perdersi! L'altro, come già riferito da altri, per l'imbocco del 359 che scende verso il Cason dei Pecoli. Già scendendo dalla Forca del Leone, si nota facilmente alla dx. del ripiano roccioso erboso che sta a sud di quello del Biv. Marchi Granzotto, il serpeggiare bianco di un sentiero. E' lui: il 359. Per la verità già al quadrivio incrocio 342/349/359 a monte del Bivacco c'è una tabella segnaletica, ma di fatto solo una incerta traccia che scende nella conca sottostante il ripiano. E' facile comunque,dopo aver passato un paio di segnali per l'eventuale ricerca d'acqua, camminando nella conca sottostante, puntare verso dove si è visto serpeggiare il sentiero e destreggiandosi facilmente fra basse erbe. Una volta imboccato, il sentiero si percorre con facilità sebbene presenti segnaletica alquanto datata ma perlomeno non essendoci alternative non ci si sbaglia. Il primo segnale con numero l'ho trovato in forma di targhetta su un albero a quota 1670 circa poi sotto già segni migliori. Nessun problema neanche nel greto del fondovalle dove i segni, questi si freschi, non danno adito a dubbi. Anello imperdibile. Buone camminate.
  • 03/07/2012 Forcella del Leone in una assolata giornata di inizio luglio: ROOAAARRRRR, ma come commento mi sembra troppo sintetico. aggiungerò che, come sempre, i quasi 4000 m. della galleria Fara mettono in comunicazione due modi, uno in cui padroneggia il sole e uno in cui la nebbia aleggia su tutto. La foschia permane fino ad oltre Cellino, sale dal torrente proprio come avviene lungo la val del Torre; lungo il greto presso ponte mezzo canale ci sono già campeggiatori, pedaggio a Compol e via di corsa..a passo di lumaca verso il rif.Pordenone. La strada offre scorci interessanti e suggestivi, il parchrggio si anima, al rifugio c'è movimento. Subito nel bosco incontro qualche rana montana che ben si mimetizza con l'ambiente, sembrano pelose, e poi allo scoperto, il ghiaione non da scampo, sole e caldo. Dietro a me, un po' più in basso, due escursionisti. Pianin pianello arrivo ai verdi, rumor di acque, finalmente fresche sorgenti, accanto ad una pozza un sasso completamente ricoperto di verdissimo muschio, sembra un ramarresco porcospino..., eppure quelle due figurine dietro hanno un che di familiare...Bivio con il sv 360, inagibile, non c'è nemmeno più sulla cartina, ultima fatica prima della forcella, due scoiattoli in scarpe da ginnastica e racchette scendono veloci, io invece scendo verso il bivacco con cautela, ghiaino scivoloso, faccio sobbalzare due escursionisti al fresco dietro un masso. Arrivo al bivacco Marchi, lo apro, una sosta ed ecco poco dopo arrivare anche le due figurine dietro a me, ma...sono i signori del sito! Sandra e Ivo in missione, piacevolissimo incontro. E adesso giù in discesa, alternanza di tratti allo scoperto e nel bosco afoso, canalini, tornantini, una scivolata sulle foglie secche e arrivo a c.ra dei Pecoli, oramai la fatica è terminata resta solo il tratto lungo il greto del torrente che, se pur lungo, è piacevole. Un paio di guadi, mi siedo su un sasso e bevo a piene mani quell'acqua freschissima (spero che l'antitifica faccia il suo dovere). Slalom fra i sassi alla ricerca di ometti o segnavia, poi la pista si fa verde e poi ancora ghiaie fra arbusto ma adesso dislivello zero e finalmente l'auto. Il tempo di togliere gli scsarponi ed ecco materializzarsi presso l'auto accanto i signori SentieriNatura. Ancora un saluto e poi ritorno infinito, greto del Cellina gremito di persone, ombrelloni e lettini, attraverso una Barcis piena di vita.Loredana
  • 27/09/2011 circondati dai camosci abbiamo fatto questo anello:faticoso l'inizio ma molto gratificante l'arrivo in forcella e il panorama che si gode dal bivacco.
  • 20/08/2011 Per tutta la vita rincorri il sogno di girare il pianeta in lungo e largo, alla scoperta di luoghi incantati e gente di tutte le razze, per poi scoprire che il posto più bello al mondo ce l’hai proprio alle spalle e ti sei perso tante occasioni per conoscere meglio te stesso. Questa è la riflessione che mi ha accompagnato lungo tutto questo, a dir poco, splendido tragitto, fatto alcuni giorno or sono. Lo consiglio vivamente a tutti quelli che vogliono capire perché le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio dell’Umanità. Un compendio pressoché unico e completo di quest’ambiente: boschi, fauna, fiori, ghiaioni, rocce, guglie e torrioni dalle forme magiche, valli glaciali, ruscellamenti, cascatelle, acque che sgorgano e scompaiono, greti dei fiumi, distese prative e sullo sfondo l’incantevole melodia del silenzio e l’estrema solutine. Sembra di essere proiettati al di là del tempo e dei sogni. Un luogo incantevole. Lungo tutto il percorso si incontrano splendide fioriture: campanule, parnassie, aquilegie, genziane asclepiadi e di froelich, garofani di Montpellier e ciclamini. Attenzione a dove mettete i piedi nel tratto di sentiero nel bosco, tra il rifugio Pordenone e l’attacco al ghiaione: c’è una nutrita colonia di rane montane. Ho avvistato alcuni camosci (fischiano pure loro?). La descrizione dell’anello, riportata sul sito, è fedele. Giusto anche il senso di marcia. Il giro contrario non sarebbe così remunerativo. La salita fino alla forcella è sempre ben segnalata con ometti e segnavia e, seppur faticosa, è sempre regolare e senza particolari strappi. Il panorama dalla forcella è un tuffo al cuore. Ho incontrato difficoltà solo per imboccare correttamente il 359 dal bivacco Marchi Granzotto (ridipinto e in ottimo stato; complimenti a chi si è dato da fare). Tant’è che sono finito “per mughi” con un vago senso di smarrimento. Gira che ti rigira, alla fine sono riuscito a beccarlo (peccato che tutta la pittura rossa sia finita sul Bivacco; una spruzzatina in più su qualche sasso non sarebbe stata male). Allora: il 359 è il sentiero che scorre a destra del ripiano che si trova di fronte al bivacco, all’imbocco della Val Meluzzo. Evitate di seguire alcuni radi bolli rossi che deviano il percorso sulla sinistra. La discesa è sempre bene segnalata e confermo il ripasso recente dei segnavia. Prestate solo attenzione ad individuare il punto, segnalato con ometto e segnavia, in cui ci si sposta sulla sinistra orografica del fiume. SENTIERO INDIMENTICABILE SCOPERTO GRAZIE A SENTIERI NATURA E AI SUOI APPASSIONATI COMMENTATORI. Ciao a tutti. Graziano.
  • 14/08/2011 Entusiasmante escursione odierna, mai difficile solo un po' faticosa la risalita lungo il ghiaione della val Cimoliana fino alla f.lla del Leone. Ambiente ricco di ruscellamenti, sorgenti, cascatelle per cui ricche fioriture, tappeti di eufrasia alpina, erba rota, parnassia, campanule dei ghiaioni, cerastum, ranuncolo montano, il sempre presente garofano di Montpellier, un tripudio di colori, avvistato qualche camoscio. Sul sentiero che scende al bivacco Marchi-Granzotto abbondanza di papavero giallo, genzianella delle Dolomiti e qualche genziana di Froelich. A quota ca. 1900 un piccolo franamento di ca. m.10 costringe ad una breve risalita su un balcone roccioso che si supera tranquillamente. Nel tratto compreso fra casera Meluzzo e la scorciatoia che porta al rif. Pordenone una inaspettata macchia di genziana asclepiade. Alla data odierna il sent.361 da casera dei Pecoli è sempre ben segnalato anche lungo il greto (segnavia ripassati, qualche paletto ed ometti), si arriva tranquillamente al park.Itinerario gratificante, silenzioso, spettacolare per il panorama e la maestosità delle cime; un plauso al team di SN che testa i percorsi per poi permettere a noi di goderne.Loredana
  • 13/07/2011 classicissimo paesaggio dolomitico, con scorci suggestivi. Faticosi, ma non difficili i ghiaioni della salita. La discesa non è segnalata benissimo, in particolare nel tratto finale: dopo il cason dei pecoli, attenzione ai segnavia, e soprattitto a non mancare il punto in cui il sentiero attraversa il greto definitivamente per spostarsi sulla sinistra orografica e poi immettersi nella stradina che riporta a pian meluzzo. Come spesso accade, la salita offre viste molto più emozionanti della discesa, ma si tratta, nel complesso, di un anello veramente bello.
  • 24/08/2010 Fatta il 22 agosto 2010, la Val Monfalcon di Forni merita sempre.
  • 16/07/2009 Effettuato il 15 luglio 2009. Spettacolare panorama dalla forcella del Leone
  • 21/07/2008 effettuata sabato 19 luglio 2008meravigliosa la Val Monf. di Cimoliana, da non perdere il Porton..in Val Mofalcon di forni.
  • 12/07/2008 Fatta il 22/06/08. Stupenda camminata dalle viste spettacolari. Particolarmente interessanti i laghetti che si formano a 30 min dal rifugio MArchi-Granzotto. Consigliatissimo. Di difficoltà media.
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  • L'intaglio della forcella salendo dal sentiero 359
    27/09/2018 L'intaglio della forcella salendo dal sentiero 359
  • Vista sulla Val Monfalcon di Forni
    16/08/2018 Vista sulla Val Monfalcon di Forni
  • Bivacco Marchi Granzotto
    16/08/2018 Bivacco Marchi Granzotto
  • Bivacco Marchi Granzotto dalla forcella
    16/08/2018 Bivacco Marchi Granzotto dalla forcella
  • Monfalcon di Cimoliana
    16/08/2018 Monfalcon di Cimoliana
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