Avvicinamento
Da Gemona del Friuli si imbocca la strada statale n.512 in direzione di Trasaghis ed Alesso. Il punto di partenza dell'escursione si trova presso le case di Oncedis a cui si può arrivare percorrendo la strada che unisce Alesso ad Avasinis (m 199, segnavia CAI n.840, parcheggio ai bordi della rotabile).
Descrizione
Lasciata l’auto, il sentiero ci porta ad attraversare quasi subito il piccolo alveo del rio Oncedis poi, rimanendo alla destra del solco, lo risale integralmente all’interno di un rado bosco a
pino nero recante i segni di un recente incendio. Al termine di questa prima risalita si giunge ad una selletta tra il monte Sprizias ed il monte Curgnul (cartello). L’attraversamento di un solco franoso consente di guadagnare il versante meridionale del monte Curgnul, dove numerosi tronchi scheletriti mostrano in modo più evidente l’azione del fuoco. Il sentiero prosegue alternando brevi strappi a tratti più rettilinei e traversando lungo il bordo superiore del dirupo che sta alla base del monte. Rientrati nella pineta si inizia a contornare le pendici occidentali del monte Coloreit perdendo qualche metro per assecondare un rio dopodichè si risale alla pista forestale di
malga Amula.
Prendere a sinistra e percorrere la strada sterrata per poche centinaia di metri fino a giungere ad una evidente deviazione sulla destra (cartello). Imboccata la prosecuzione del segnavia CAI n.840, si traversa per un tratto tra le
eriche poi si inizia a risalire all’interno di una pineta il letto asciutto del piccolo Riu dal Boschet. Più in alto il solco torrentizio, punteggiato a marzo dalle fioriture del
bucaneve e dell’
erba trinità, passa in prossimità di una caratteristica parete rocciosa che lo racchiude sulla sinistra. Da ultimo un tratto particolarmente eroso immette sulla breve risalita finale verso gli
stavoli di
forchia Amula (m 867, tavolo e panche). E’ assai consigliabile, a questo punto, una breve visita alle costruzioni che sorgono sulla sinistra a poca distanza dalla forcella. Da
forchia Amula, seguendo le puntuali segnalazioni, si divalla rapidamente fino a confluire sulla pista forestale, recentemente aperta, che serve
malga Amula e che, probabilmente, ha tolto al luogo quella connotazione di solitudine ed integrità che possedeva in precedenza. E’ possibile seguire la strada o evitare un paio di tornanti utilizzando quel che resta del sentiero. In ogni caso ci si innesta definitivamente sulla pista, arrivando alla
grande radura di
malga Amula (m 732).
Proseguendo nella traversata si procede oltre in direzione di malga Cuvii (cartello) avvicinandosi alla parte alta del vallone del torrente Leale. L’originario sentiero qui purtroppo è stato sostituito dalla pista forestale ad eccezione di un tratto particolarmente suggestivo che si può ancora percorrere cercando il segnavia CAI sulla sinistra, dopo una decina di minuti da malga Amula. Superata una costa ci si abbassa rapidamente a toccare il greto di un torrente giungendo poi alla confluenza con un altro rio. Prima di proseguire si consiglia di risalirne l’alveo roccioso fino ad una grande e profonda pozza verde, alimentata da una cascatella. Seguendo i segnavia si prosegue dalla parte opposta del greto risalendo in una faggeta fino ad una dorsale dove si ritrova la pista forestale. Tramite questa si ridiscende nuovamente ad una valletta più larga dove il corso d’acqua scorre tranquillo alle pendici del monte Palons. Dopo alcuni guadi si giunge ad una confluenza dove i segnavia ci indicano di deviare lungo il ramo di destra. Prima di continuare lungo il solco del rio Cuvii possiamo andare a visitare la vicina malga Cuvii che dista ormai solo pochi minuti. Proseguendo infatti lungo la pista si arriva alla radura che ospita la piccola costruzione a due piani. La casera è sempre aperta e dispone al piano terra di camino, cucina economica, tavoli e panche mentre al piano superiore si trovano alcuni materassi.
Dopo essere tornati sui propri passi si abbandona definitivamente la pista forestale per imboccare la prosecuzione del segnavia CAI per forchia Sclusons. Sorpassati alcuni ruderi, il tracciato lungo il torrente, ora molto più incassato, richiede qualche divagazione supplementare sull’una o sull’altra sponda. Dopo altri piccoli attraversamenti si risale un ultimo corso d’acqua fin dove esso ha origine in corrispondenza di una vasca con cascatella. Salendo più ripidamente, per zolle erbose nella pineta, si rimontano infine i pochi metri che ancora ci separano dalla solitaria
forchia Sclusons (m 839) immersa in una densa
faggeta.
Dalla sella si scende lungo il bosco avvicinandosi al bordo del torrente Sclusons, nel punto in cui esso comincia a prendere corpo. Lo si guada un paio di volte in corrispondenza di una parete rocciosa incombente. Si attraversa quindi il canalone del rio Pallauran (piccolo gradino friabile, evitabile sulla sinistra), proseguendo poi a mezza costa alti sul greto del torrente che nel frattempo si è molto allargato. Giunti ad uno sperone boscato che sdoppia la valle lo si scavalca sulla destra affacciandosi su un canalone secondario lungo il quale si scende tra ghiaie, sfasciumi e costole erbose. Seguendo i segnavia si punta al fondo della valle dove si intravedono nuovamente brillare le acque del torrente Sclusons. Raggiunto il greto in corrispondenza di una bella cascata con vasca, si prosegue lungo la sponda di sinistra orografica, infine tramite uno stretto ponticello in cemento si guadagna definitivamente l’altro versante. Risaliti pochi metri, si raggiungono i prati sottostanti ad un vecchio stavolo confluendo nella mulattiera che si affaccia direttamente sulla
valle d'Arzino all’altezza del canale di San Francesco. Con un paio di svolte si scende alle case di Seletz dove avremo sistemato un secondo veicolo.
Avvertenze
La traversata richiede necessariamente la presenza di due auto agli estremi dell’escursione. Chi volesse rientrare a piedi al punto di partenza può utilizzare il segnavia CAI n.827 (bivio a destra poco prima di scendere a Seletz) raggiungendo
forchia Armentaria e da questa rientrare ad Alesso tramite la lunga carrareccia. In questo caso però vanno sommati circa 300 metri di dislivello in più ed almeno raddoppiata la lunghezza in km.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua