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    Anello del monte Zaiavor da passo Tanamea
    Prealpi Giulie
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    Anello del monte Zaiavor da passo Tanamea
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    Anello del monte Zaiavor da passo Tanamea
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    Anello del monte Zaiavor da passo Tanamea
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaV36

Anello del monte Zaiavor da passo Tanamea

Avvicinamento

Da Tarcento si imbocca la strada statale n.646 che risale lungamente la val Torre compiendo poi una marcata ansa ad est per seguire il corso del torrente Mea. Si prosegue ancora fino al valico di passo Tanamea dove è possibile parcheggiare comodamente (m 851, ampio spiazzo sulla destra).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Vento
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Maggio
Carta Tabacco
026
Dislivello
1100
Lunghezza Km
11,5
Altitudine min
833
Altitudine max
1815
Tempi
Dati aggiornati al
2015
I vostri commenti
  • 29/06/2020 Ho ripetuto ieri 28.06.20 la cresta dello Zaiavor ma in senso inverso: partenza da passo Tanamea, casera Nischiuarch, bocchetta Zaiavor, sella Carnizza, bocchetta Zaiavor, passo Tanamea. Il percorso di cresta, fatto in senso inverso, si è rivelato più facile (forse perché già fatto) ma più faticoso. Complice il caldo afoso la risalita del bosco, dalla casera , è stata discretamente faticosa non essendoci una traccia battuta. E poi chiaramente nel senso E-O il dislivello aumenta e non poco.PS ad integrazione del mio commento precedente, la descrizione si riferisce principalmente al percorso di cresta, non essendoci sul sentiero CAI alcuna difficoltà nè tecnica nè di orientamento.
  • 31/05/2020 Completato oggi l'anello proposto, senza passare per la cima dello Zaiavor. Percorso non difficile ma con alcuni brevi tratti delicati, concentrati nella prima metà, in cui la cresta va aggirata scendendo sul versante sud e calpestando zolle un po' esposte: in totale 5' di vera attenzione. L'orientamento è semplice, anche se è un percorso riservato a chi alla montagna dà del tu. Soprattutto nel bosco il percorso è divertente se hai un minimo di intuito ed esperienza, magari con l'ausilio della traccia gps; ma essendo praticamente privo di segnavia (la cresta non è CAI) può diventare poco piacevole, per usare un eufemismo, se ti aspetti di trovare bollini ogni 2 metri...
  • 08/05/2020 Ore 7.30 siamo a Passo Tanamea, finalmente è ora di ricominciare con il rito del caffè e della fetta di torta, nessuno ancora in giro, il cuculo ci saluta ed il suo verso incredibilmente ci accompagnerà lungo tutta l'escursione; la proposta è di compiere l'anello di cresta, per me un ritorno per il compare montanaro una prima volta. Tranquilla la salita fin alla croce, uno di quei percorsi che si fanno con la mente rilassata, sui pendii sotto la Bocchetta pascolano i camosci, ci guardano fra l'incuriosito ed il sorpreso, fermi, e poi corrono via ed intanto giù in fondo voci, forti. Breve la sosta presso la croce priva di bandierine, proseguiamo fino alla quota 1830, poca neve residua lambisce il versante resiano, qui la fioritura è tipica del post neve: piccoli crocus bianchi e pallide soldanelle; procediamo attenti districandoci fra sassi e zolle ballerine ed intanto uno scarpone 47 s'incastra in un buco, nessun danno. Nel frattempo è giunto in vetta il gruppo ciarliero e già si mordono i panini, scambio di saluti con qualche vecchia conoscenza e giù per poi risalire e ridiscendere e risalire ancora, parecchie volte mantenendoci prevalentemente sul filo di cresta. Spesso manca ogni riferimento anche se la direzione è intuibile, spesso ci rigiriamo a guardare i cimotti alle spalle, il cielo è limpido, privo di nubi, non possiamo non soffermarci ad ammirare tutto quello che ci sta intorno, fioriture comprese, dopo tanto tempo tutto è bello e nuovo, fanno parte del tutto anche il paio di sonnolente vipere scomodate sul Kazarjuvac; occasionalmente ci conforta la presenza di qualche sbiadito bollo; nel bosco le spesse foglie non danno di certo una mano, ci si arrangia e poi il miraggio dei segnavia giallo rossi, è fatta o quasi. Stranamente si alternano tratti di sentiero discreto ad altri in cui tutto sparisce, poi intravediamo lo spiazzo verde di Nischiuarch, finalmente! Le casere sono oggetto di importanti ristrutturazioni, una sosta, acqua e frutta secca e poi il comodo sentiero che non ricordavo salisse così, ed ancora foglie che quando lasciano il posto a ghiaia e verde sei sulla strada accanto al Rio Bianco. L'arrivo è su asfalto e pure in salita, il cuculo adesso tace, contenti assoporiamo il tiepido caffè gustandoci l'ultima fetta di torta. Personalmente trovo soddisfacente l'anello così com'è proposto, dai ricordi risalenti a quattro anni fa mi sembra che il tracciato forse si sia deteriorato e l'intrico di rami si è ...intricato ulteriormente, trovata utile anche la traccia gpx
  • 07/01/2020 Saliti sabato 4 gennaio da passo Tanamea. Trovata neve dura solo nell'ultimo tratto, dalla forcella fino in cima, sufficienti i ramponcini. Avvistati in tutto 15 camosci. Discesa lungo lo stesso itinerario.
  • 05/10/2019 Salito ieri come da relazione fino al monte zaiavor e rientrando per S.Anna di Carnizza e il ric.nischiuarch. Tutto il percorso è ottimamente segnato e agibile. Rispetto al 2014 l'ho trovato modificato in alcuni tratti, modifiche causate da cedimenti del terreno. Percorso molto bello e vario, ma piuttosto lunghetto. Però vale la pena. Buona vita a tutti
  • 04/10/2018 Da Passo Tanamea saliti alla vetta dello Zaiavor, con discesa dalla stessa parte. Lungo la salita alla forcella ci accompagnano i suoni dei bramiti dei cervi nascosti nei boschi zona casera Nischiuarch. Si cammina con pendenza omogenea sulla mulattiera fino alla stretta Bocchetta. Dopo il ripido strappo dalla forcella alla cima con croce (m 1815), si è proseguito alla cimetta m 1830 (terreno carsico con zolle di erba, attenti ai buchi) anch'essa esile.Il panorama arriva fino al mare; la cassetta metallica del libro di vetta (m 1815) (ancorata al suolo) contiene ormai solo acqua e un paio di penne biro; manca ancora un po' di tempo per accendere i colori dei boschi. Nessun escursionista oltre a noi, ma a sella Carnizza si lavora col taglio legname.
  • 10/06/2018 Percorso l’intero anello oggi 10/06/2018 come proposto da SN, scegliendo la variante che in discesa porta a S. Anna di Carnizza, per poi risalire a casera Nischiuarch lungo la comoda sterrata. Dalla Bocchetta di Zaiavor la risalita dei ripidi gradoni erbosi non è difficile ma fisicamente impegnativa e faticosa. Guadagnata la cima del monte Zaiavor (piccola croce e libro di vetta “annacquato”), richiede qualche attenzione maggiore raggiungere la quota 1830 (improvvisamente alle ore 11:00 è iniziata a salire dal fondovalle una fitta nebbia che, oltre a precludermi la visuale, mi ha “consigliato” ad una rapida discesa verso la Bocchetta di Zaiavor). Per il resto escursione tranquilla che impegna per quasi 7 ore di cammino. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 21/05/2018 salito oggi raggiungendo solo lo zaiavor. Il cambiamento meteo mi ha consigliato di rimandare il giro per Carnizza a tempi migliori. Percorso sempre ottimamente segnalato. Assenza totale di neve sul percorso.Buona vita a tutti
  • 04/06/2017 Variante per monte Zaiavor da S. Anna di Carnizza. Escursione effettuata il 02-06-17. Il sentiero che porta al M. Zaiavor inizia proprio vicino alla chiesa di S. Anna, e precisamente sulla destra della strada bianca che porta a C.ra Nischiuarch. Il primo tratto di mulattiera, è un piacevole camminare tra un rigoglioso bosco di faggi poi, a quota 1285 il bosco finisce e si prosegue in una zona aperta, dove solo alcuni arbusti coprono le ripide pendici che scendono dal M. Zaiavor. Si prosegue sempre per mulattiera ora inerbita oltrepassando due brevi tratti un poco erosi che non creano nessun problema e in breve si giunge alla Bocchetta di Zaiavor dove incrociamo anche il sentiero che proviene da passo Tanamea. Il sentiero aggirato uno sperone friabile, inizia a salire verso la cima prima con pendenza poco marcata poi, l’inclinazione aumenta notevolmente. Procedendo tra gradoni erbosi che rendono il proseguire abbastanza faticoso si raggiunge la cima, croce e libro di vetta (completamente inzuppato d’acqua da non poter aprire). Noi dalla cima abbiamo proseguito per cresta fino a quota 1830 dove il crinale inizia a scendere. Questo tratto di cresta a mio parere è la parte più bella dell’escursione. Anche se guardando dalla cima dello Zaiavor il percorso potrebbe sembrare esposto, in realtà si percorre senza difficoltà, prestare attenzione solo alle buche che si nascondono tra le erbe. Panorama che ricompensa abbondantemente la fatica spesa per la salita. Per il rientro stesso percorso di salita con incontro ravvicinato di vipera aspis sul sentiero.
  • 29/12/2016 Ancora una gradevole uscita in questo inverno NON inverno. L'iniziale annuvolamento, ben presto fa capire che non intende rovinarmi la l'escursione. In cima godo del tappeto di nubi che si estende sulla pianura, con il matajur che lascia fuori la sua cima. In tutte le altre direzioni, grandi panorami che ben presto diventano preda nella mia macchina fotografica. Il percorso è perfettamente segnalato e non presenta difficoltà particolari, fatto salvo il tratto dalla bocchetta alla cima, caratterizzato per la sua pendenza.Ma il terreno perfettamente asciutto agevola la salita. Un percorso questo che appaga veramente lo sforzo profuso.Buona vita a tutti.P.S.- un saluto ai tre ragazzi conosciuti in cima e con i quali ho potuto condividere il ritorno a passo tanamea.
  • 20/12/2016 salito ieri 19/12 sul Zaiavor, in cima bora fredda e nebbia (poi disciolta) che non mi ha fermato e ho continuato lungo i molti saliscendi e passaggi, non sempre semplici, della cresta sino alla casera Nischiaurch. Alla casera dei giovani simpatici a controllare se possibile venir a festeggiare capodanno. Come dicevo la cresta ha dei punti "delicati" ma non impossibili, certo non per tutti, a mio parere.
  • 22/11/2016 20/11/2016 Con una giornata così incerta il percorso non era nel programma ma... di un'escursione fino alla Casera Nischiuarch, con poco dislivello, e...restando in "zona".Dal Passo di Tanamea con il sent.739, su un tappeto di foglie rossastre di un bel bosco di faggio ormai spoglio,la rilassante salita per l'accogliente Casera,dopo la sosta "obbligata"...la voglia di prolungare l'escursione fino alla chiesetta di S. Anna di Carnizza,da lì..ci assale il forte desiderio (ormai) di completare l'insperato anello,salendo con il sent.727 alla Bocchetta di Zaiavor. Arrivati,in sella la saggia decisione di, (almeno) evitare, la invitante cima del Monte, vista la tarda ora...e rientrando prima dell'imbrunire al Passo di Tanamea.Mandi
  • 20/06/2016 Fatto il giro sabato 18/06 per proseguire sulla scia dei "Sentieri del Vento" dopo aver fatto il monte Rodolino. Le condizioni erano perfette, l'erba secca della cresta è ormai sparita ed ha lasciato il posto a nuovi ciuffi verdi. Le difficoltà sono inferiori rispetto alla cresta del Rodolino probabilmente anche per merito della alta e folta erba che forniva un ottimo "freno" durante le ripide discese nei vari intagli.La traccia è intuitiva fino a che non si entra nel bosco dove onestamente qualche dubbio sopraggiunge. In generale, consiglio di tenersi sempre a cavallo di cresta e non farsi tentare dai vari percorsi che sembrano più agevoli e che si addentrano nel versante nord del bosco.Sono andato via abbastanza veloce, 4 ore e 40 tutto il giro.Il panorama è stupendo con bellissime viste sulla cresta del Chila, sul Canin e Sart. Si vedeva benissimo anche il Cimone.
  • 25/05/2016 L'amico d'oltre regione non conosce i Musi, fai tu mi dice....scelta pensata anche per chi è solito fare vie di ravanate ed alpinistiche, così propongo l'anello per cresta tanto mando lui davanti a cercar le tracce. Alla bocchetta come si apre il panorama gli si apre anche il cuore, e poi su lesti verso la cima, Tabacco a terra fissata con i sassi, bussola e nomi alle cime mentre le bandierine tibetane svolazzano. Nuovamente alla bocchetta iniziano le ripide salite e discese su zolle, cercando il punto migliore di appoggio della suola che con l'erba secca e il terreno un po' umido non si scherza,e anche gli aggiramenti di qualche roccetta richiedono attenzione; poche foto oggi e tanta concentrazione. La traccia la si segue abbastanza facilmente fino a quando si entra nel bosco quando la perdiamo, si fa su è giù fino a che in basso non individuiamo un segnavia, passo veloce sull'abbondante e subdola lettiera e poi, finalmente, la verdissima conca di casera Nischiuarch xi appare. Beh, sosta meritata, visita alla casera e controllo libro delle firme, l'acqua del rubinetto è freddissima ma una rinfrescatina mette ordine alle idee. Bella discesa fino alla strada, soffermati a guardare il manufatto praticamente sulla strada, ci è sembrata un'opera bellica. Beh, all'amico ravanatore nonchè alpinista è stato contento della giornata e mi ha fatta pedalare perchè abbiamo impiegato poco più di 6 ore per l'anello completo
  • 22/04/2016 20/04/2016 Dal Gran Monte la settimana scorsa avevo controllato la situazione neve,c'erano ancora vistose lingue, che però non mi destavano problemi per la salita.Sempre invitante il Mt.Zaiavor fatto diverse volte,ma arrivare arrivare alle Cas. Nischuiarch per cresta era "stuzzicante"...ben presto sul sent.727 la neve fà la sua comparsa, qualche chiazza prima ,poi uniforme e compatta fino al greto esterno;nella salita per la Bocchetta solo nei tornanti, ma senza creare problemi. Con il sicuro sentiero (privo di neve)la breve salita per la cima a gustare la stupenda panoramica a 360°, e dopo il "doveroso"fissaggio delle bandierine alla croce la discesa per la stuzzicante meta.Dalla Bocchetta un susseguirsi di saliscendi (più o meno)impegnativi sulla articolata cresta,fino all'inizio della vegetazione dove con "qualche"sbiadito bollo nel fitto bosco;dei dubbiosi ma puntuali segnavia gialli/rossi invitano alla prosecuzione del percorso,pure nella nevosa discesa tra i faggi,arrivando ben presto alla radura delle Cas.Nischiuarch ,sempre belle e ben tenute,con la palizzata est. nuova di zecca , con il sent.739 la discesa a Tanamea....è stato emozionante.....Mandi
  • 14/11/2015 Saliti oggi, sentiero molto bello e ben segnalato. Panorama grandioso.
  • 26/10/2015 24/10/2015-Escursione al monte Zaiavor con chiusura come da commento precedente. Inversione termica ci regala un clima gradevolissimo e il cielo terso un grande panorama.
  • 22/10/2015 Prima volta ieri sul Monte Zaiavor seguendo la relazione di SN.Per il rientro optato per la variante più facile: dalla Bocchetta discesa per il versante nord, col sentiero 727 a Sant'Anna di Carnizza, con la sterrata sent. 739 per casera Nischiuarch, infine rientro al Passo di Tanamea con il 739.Sono stata molto soddisfatta di questo anello, più bello di quanto mi aspettassi, per diversità di ambienti attraversati e per i grandiosi panorami, complici una giornata dal cielo terso ed i caldi colori autunnali che possiamo ammirare solo in questo periodo dell'anno.Oltretutto i sentieri sfalciati e per lo più asciutti hanno fatto il resto, rendendo questa escursione facile e remunerativa. Unico tratto forse più impegnativo la ripida salita sulla cresta orientale, che si presenta tuttavia larga e bella gradonata, la cui ascesa sicuramente può risultare difficoltosa in caso di terreno bagnato, innevato o ghiacciato.Qualche tratto eroso scendendo dalla Bocchetta verso nord, dove il sentiero in ombra è più duro. Totale assenza di neve lungo l'intero tragitto, a parte qualche labile traccia sul tratto di cresta tra la cima est mt 1815 provvista di croce, e la cima ovest mt 1830, da quest'ultima bel colpo d'occhio sul resto del gruppo Musi.Un giro che consiglierei a chi ha già una certa esperienza e possiede un discreto allenamento, considerate anche le contropendenze che si devono affrontare durante la discesa: 150 mt di dislivello ca da Sant'Anna di Carnizza alla casera Nischiuarch, più una ulteriore risalita lungo il sent. 739 all'altezza delle rocce zona Roncat. Incrociati sei escursionisti durante il tragitto, altre due persone in cima oltre a noi due. Mancato per poco l'incontro con il signor Patacca (iscritto a questo sito) alla casera Nischiuarch, di cui abbiamo letto il commento nel libro firme.
  • 26/12/2014 26 12 2014Percorso fatto oggi vista la splendida giornata, decidiamo di salire a Passo Tanamea pe smaltire il panetone,e mantenere un pò di forma, al monte ZAIAVOR I meno 02 gradi alla partenza,non ci scoraggiano,poi un tiepido sole ci accompagna la salita fino alla Bocchetta dove un vento gelido ,ci faceva esitare per la cima.In salita verso la vetta il sentiero ghiacciato richiedeva attenzione, poi sù lo sguardo gioiva di un panorama stupendo delle nostre belle montagne innevate.Il rientro per lo stesso sentiero il 727,scendere pe San Anna di Carnizza non era consigliabile,(troppo ghiacciato ).BUON ANNO e buone camminate a TUTTI.
  • 03/11/2014 01/11/2014-Salita da passo Tanamea alla cima dello Zaiavor; sentiero tutto a posto, panorama splendido, tre coppie di escursionisti sloveni e italiani. Troppo tardi per i colori autunnali: la faggeta è ormai spoglia; si rientra a Tanamea ormai all'ombra e nonostante la giornata mite ci si accorge che l'autunno è arrivato.
  • 17/07/2014 Salito ieri 16 luglio. Tratto Tanamea-zaiavor: Tutto ok. Ritorno per s.anna di carnizza: a parte piccoli franamenti nel tratto iniziale, il sentiero è perfettamente percorribile. carnizza-nischiuarc-tanamea, tutto ok. Da bocchetta zaiavor a Tanamea via carnizza-nischiuarc, con passo normale, ha richiesto 3 ore nette.Buona vita a tutti
  • 05/06/2014 percorso a fine maggio, sentiero ok e senza neve,presenza zecche all'attacco del sentiero
  • 18/05/2014 Escursione in solitaria sulle Creste dello Zaiavor; 16 maggio 2014Desideravo un percosso in solitaria, in compagnia del mio esperto cagnetto ( Magritte ), desiderio di comunicare con la montagna. Lo zaiavor con le sue creste rispondeva ai miei sogni . In precedenza ero stato due volte sulla cima più alta, rinviando l’appuntamento con la dorsale. Le previsioni del tempo mettevano variabile. Quindi partenza alle prime ore dell’alba, pioggia prevista verso le ore 11:00 .Il sentiero che porta alla conca dello Zaiavor è pulito e ben segnato, alcuni residui nevai rendono l’ultimo tratto poco maneggevole, si consigliano i ramponi per alcuni tratti, il catino finale è quasi sgombro da neve, due chiazze di neve sul tratto prima della bocchetta facilmente evitabili.Alla bocchetta la prima sorpresa, n metro e mezzo di neve ne bloccano la visuale sulla sottostanta valle dell’ Uccea. Lo Zaiavor è ricoperto per metà di neve(lato nord ).intuisco che il tratto finale del sentiero che va in vetta è coperto di , il forte vento che soffia da nord mi consigliano di andare direttamente sulla cresta che scende verso est. Risalgo l’esile traccia alla destra della bocchetta , fino a portarmi sul filo di cresta , le raffiche di vento sono impetuose,trovo rifugio dietro un monta rozzo e decido di indossare i ramponcini a 6 punte, utili per nevai e tratti erbosi .Riparto e risalgo il crinale sull’esposto lato sud per evitare le raffiche di vento.In breve mi porto sulla prima elevazione,lo sguardo vola sulle cime che seguono, meno semplice di come immaginavo, rimango affascinato dalla visuale , mi fermo a sognare un po’. Rifletto che la scelta di evitare lo Zaiavor si è rivelata arguta , come anche la scelta di indossare i ramponcini di emergenza.Scendo il primo pendio erboso,dopo la seconda elevazione ( q 1658 ) mi aspetta un ripido e scivolo canalino di terriccio , penso il tratto più difficile, superato questo il continuo è intuitivo, ed evidente, radi bolli rossi indicano di aggirare gli ostacoli 8alberi o frasche )sull’esposto lato sud, dove con passo sicuro e cautela si aggirano gli ostacoli. La progressione vista l’esposizione continua è lenta, la concentrazione altissima. Nell’ultimo tratto dopo l’ultima elevazione il sentiero entra nella boscaglia , accompagnato da radi segni giallo rossi sui faggi , il sentiero perde rapidamente quota fino sbucare nell’erbosa conca del bivacco Nischiuarch . Finalmente un break . tolgo ramponcini e slaccio gli scarponi, Magritte ed io ci godiamo un lauto pasto ( carne in scatola lui e barretta energetica io ), foto di rito ( autoscatto )e via per l’ultimo tratto che in meno di un ora ci riporta in auto.Note; Il sentiero è lungo all’incirca 12 km, quota massima raggiunta 1666 metri , il sentiero fino al catino è per escursionisti, la cresta per esperti con passo sicuro , i ramponcini si sono rivelati utili, ho messo quasi tre ore a fare la cresta per la presenza costante a nord di neve. Il Forestiero Nomade Malfa e il suo cagnetto Magritte .
  • 19/05/2013 Lo cullavo da un po’, sapendo che sarebbe stato amore a prima vista.. Parto presto, fa fresco, il sentiero è tenuto magnificamente, pulito, ben segnato, con un dolce tappeto di foglie. Il cielo è plumbeo…sono i Musoni..cosa mi aspettavo? La salita è rallentata da qualche estesa e invitante fioritura di pinguicole. Soldanelle, orecchie d’orso e colombine mi accompagnano alla bocchetta. Sembra febbraio, un vento freddo mi strattona fino alla quota 1830. I Musi sono immersi nella stessa nube in cui sono immerso io, non mi arrendo e mi acquatto per oltre mezz’ora tra le rocce, mangio, guardo cartina e foto e aspetto tra i rondoni che quasi mi sfiorano.. finalmente eccoli, immersi in uno stentoreo silenzio, meravigliosi nella loro severa fierezza. Lampi di sole li fan brillare. Mi nutro di emozioni e ritorno sui miei passi. Le tre dorsali (Guarda-Zaiavor-Gran Monte) formano un oceano verde che brulica di vita, selvatiche navate naturali la cui visione mi cattura oltremodo. La cresta non è da sottovalutare e sconsigliatissima con neve o minacce di pioggia…per fortuna entrambe assenti (presenti le prime sambucine). Perdersi è impossibile. I camosci, a parte un’ombra furtiva, sono tutti rintanati..massa aiar. Però il cammino potrebbe entrare a pieno titolo nei “Sentieri dei gasteropodi” per la quantità di meravigliose lumacone brune anch’esse chiuse nella loro tana. Prolungo la camminata fino al monte Nischuarch immerso nella vegetazione. La casera presenta gli edifici aperti, uno col camino l’altro con le brande. Scendo lasciando un pezzo di cuore che tornerò presto a riprendere..
  • 02/05/2013 Fatto ieri, nonostante il tempo incerto e il ginocchio ancora un po' dolorante dall'ultima escursione sulla cima ovest del Musi. Sono arrivato fino a metà circa della cresta che collega l'antecima con la croce di vetta e la cima vera e propria e poi sono tornato indietro per lo stesso percorso, senza fare l'anello. Lungo il percorso, nel tratto iniziale nel bosco, ho incontrato alcuni piccoli nevai residui con neve marcia e, in particolare, i resti di una slavina che ha abbattuto alcuni faggi, che ostruiscono leggermente il sentiero. Il tratto di mulattiera fino alla bocchetta è quasi completamente sgombro di neve, come pure il tratto dalla bocchetta fino all'antecima. Vista la giornata, il panorama dalla cima non era l'ideale ma ho potuto notare che il versante nord del gruppo Chiampon-Postoucicco appare quasi completamente sgombro di neve, mentre quello del Gran Monte appare un po' più innevato, in particolare nella conca intorno al rifugio Montemaggiore. Non è mancato nenache stavolta l'incontro quasi ravvicinato con 7 camosci. Mauro.
  • 09/07/2012 Fatto ieri 08-07-12. Dalla bocchetta alla casera ho fatto la variante per la cresta. Molto bella e panoramica, ci sono radi bolli rossi in cresta per i punti più difficili. La consiglio per il variare continuo di panorami tra la Val Uccea e la Val del Torre. Di Buon passo la cresta la si percorre in 3 1/2.
  • 20/06/2012 Sopraggiunto impegno, poco tempo a disposizione per cui traversata del Chiampom rimandata ad altra data, Zaiavor andata e ritorno per la stessa via, max 5 ore, può andare bene. E sono pure contenta dell'itinerario cambiato perchè, oltre ad aver attraversato uno splindido silenzioso bosco, ho avuto un incontro eccezionale: un cucciolo di capriolo, meno di 2 mesi secondo me visto l'incertrezza nel muoversi e mi deve avere scambiata per la sua mamma (o più verosimilmente per la nonna). L'incontro è avvenuto proprio all'uscita dal bosco, mi si è avvicinato traballando ed emettendo suoni acuti, la madre spia da più in alto, con il musetto mi sfiora una gamba, lo accarezzo, sono talmente sorpresa ed emozionata che riesco giusto a fare un paio di scatti prima che lui risalga sulle roccette e scompaia fra i rododendri. Bellissimo incontro, l'unico di tutto il percorso.Loredana
  • 02/04/2012 Questo monte sta diventando sempre più affollato ultimamente :-))))
  • 01/04/2012 ZAIAVOR ANDATA E RITORNO. L'ho percorso ieri 31/03/12. Purtroppo la presenza di neve mi ha dissuaso dal fare l'anello e ho preferito limitarmi a toccare antecima e cima dello Zaiavor e scendere per la stessa via. Sentiero estremamente semplice anche per i pivelli come me, favorito dall'encomiabile lavoro di tracciatura e ripasso dei sv da parte del Cai di Tarcento (bravi ragazzi). Un bellissimo balcone sulle Creste dei Musi, sul Canin e sul Sart oltre che sulla pianura friulana. Occhio alla discesa dalla cima con terreno bagnato se non volete trovarvi con le terga nelle fauci della bocchetta. Graziano
  • 30/03/2012 L'ultima volta che ho percorso questo sentiero era l'agosto 2009, nostalgia di Zaiavor. Come spesso accade la Val del Torre sembra un girone dell'inferno, vapori che salgono dalla forra, temperatura in discesa; rallento e alzo lo sguardo a sinistra per scorgere il puntino rosso del Brollo appollaiato lassù, sulle aspre creste dei Musi. Parcheggio da Nella, da anni chiuso, freddo, mi scalderò ed intanto infilo i guanti; parto che è oramai giorno fatto. Noto subito che dall'ultima volta il tratto iniziale del sentiero è stato ripulito da ramaglie, a sinistra fa bella mostra di sè un bell'esemplare di fior di stecco, in salita cuscini di erica, abbondanza di dentaria a nove foglie, erba trinità e primule. E' un sentiero piacevole, ben marcato, gli scarponi a tratti affondano nell'abbondante lettiera, unico rumore le foglie che volutamente smuovo, a destra tracce di un vecchio fuoco; dove la poca neve residua si scioglie fiorisce ricca la petasite ora rosea ora bianca. E' una bella giornata, calda, bello il bosco reso luminoso dal sole, continui sali scendi e dopo un'ultima lingua di neve esco allo scoperto per risalire la bellissima conca, la mia meta è lì davanti, bella ripida, segnavia ripassati, fioritura di piccoli crocus bianchi, erba carlina della precedente estate. Arrivo allo bocchetta, si, i bolli rossi sono stati ripassati, un'occhiata alla sottostante valle di Uccea e salgo con calma e cautela. Si alza ul leggero e silenzioso vento, la salita è un po' faticosa ma i passaggi sono sicuri, scorgo la cima, credo di essere arrivata e invece no, la cima è oltre, ecco, adesso si che intravedo la croce, anocra qualche passo e ci sono (ma come ha giustamente detto Mauro questa è solo l'antecima). Il cupolotto è come sempre arato dalle pecore, piccola chiazza di neve e niente più. Panorama verso Sud limitato dalla foschia, ben individuabile il Matajur, limpida e spettacolare la visione sulla dorsale del Guarda e Canin, ben visibile sella Kriz e la sua croce, casera Nischiuarch posta nel verde. Mi godo tutto questo, questo silenzio totale che s'infila nell'anima, chiedo che mi rimanga la volgia e la forza di continuare a calpestare sentieri.Loredana
  • 28/03/2012 Salito oggi. Visto il tempo limitato a disposizione, non ho fatto l'anello ma mi sono limitato a salire dal passo Tanamea alla Bocchetta Zaiavor e da lì alla cima con croce e libro di vetta (che in realtà è un'antecima ...). Per il Ritorno ho seguito lo stesso percorso a ritroso. Ho trovato solo qualche chiazza di neve qua e là, nei punti più in ombra. Durante tutto il tragitto non ho visto anima viva, tranne un branco di timidi camosci, che si tenevano a distanza di sicurezza. La giornata è stata davvero calda per essere fine marzo e in cima si stava da dio. La giornata non è stata una delle più limpide ma dalla cima si poteva comunque ammirare il panorama a 360°, la vista sul Canin è semplicemente mozzafiato. Mauro.
  • 07/12/2011 Salito oggi e rispetto alla relazione del sito non c'è nessuna variazione. Fino ad oggi niente neve e alla bocchetta del Zaiavor c'è un segnavia rosso sul pendio ad est con la scritta Nischuarch per cui probabilmente la traccia di cresta è segnalata. C'era anche l'idea di percorrerla ma le condizioni meteo non ci hanno proprio invogliato (cime coperte dalla nebbia, freddo, vento) per cui siamo tornati indietro per il sentiero di salita.
  • 10/04/2011 I giornali dicono che ci troviamo in presenza del mese di aprile più caldo degli ultimi 80 anni! Meglio, così i sentieri si liberano prima dalla neve! La salita fino alla bocchetta di Zaiavor è quasi completamente sgombra dalla neve e ci si arriva facilmente. La salita al M. Zaiavor l'avevo già fatta in un'altra occasione, ma ho visto che c'è ancora neve, quindi per farla in sicurezza bisogna aspettare ancora un po'. Ho tralasciato la discesa a S. Anna di Carnizza, ma anche qui il sentiero è ancora abbondantemente coperto da neve, quindi anche per questo è meglio aspettare ancora un bel po'. L'alternativa per il crinale che dalla bocchetta s'nnalza dalla parte opposta rispetto lo Zaiavor è sgombra dalla neve in quanto passa interamente sul versante sud, ma è alquanto impegnativa; non c'è un vero sentiero, ed anche quando pare aver superato la parte più difficile (il "ripido"canalino terroso!), le difficoltà non sono finite; nella zona dei piccoli faggi tocca esporsi pericolosamente su prati quasi verticali; nella parte finale s'incontano dei contrassegni rosso-gialli, ma a volte si perdono. Insomma ci vuole un po' di orientamento per non perdersi, ed anche un buon allenamento; i saliscendi paiono non finire mai.; dalla bocchetta Zaiavor alla casera Nischiuarch ho impiegato quasi 2 ore e mezza. Ma ne è valsa la pena! Dalla Casera alla strada asfaltata non si impiegano più di 50 minuti (vi aspettano ancora alcuni saliscendi, non del tutto trascurabili).
  • 13/06/2009 Come già stato segnalato nella sezione "Sentieri inagibili" il tratto di 727 tra la bocchetta di Zaiavor e S. Anna è inagibile: delle slavine hanno sradicato e portato con sè numerosi alberi che, in molti punti, ostacolano il sentiero. In alcuni tratti è ancora presente la neve. Il passaggio, in ogni caso, è possibile senza rischi, solo è difficoltoso e si è notevolmente rallentati. Nel resto dell'anello sentieri in buone condizioni.
  • 01/06/2009 Sentiero CAI: sent.727. da bocchetta zaiavor a s.anna di carnizza. causa slavine, il sentiero è nascosto in più punti , inoltre, la caduta di diversi alberi, rende difficoltoso il percorso.. meleet@alice.it
  • 11/05/2009 Saliti in data 10.05.09, da passo Tanamea solo fine al monte Zaiavor, e rientro per la stessa via.Ancora neve salendo, prestare attenzione, ancora tanta nove sul versante di S. Anna di Carnizza. Salita non difficile e remunerativa, se fatta senza neve
  • 03/07/2006 Effettuato il giro in data 02/07/06 il sentiero non presenta difficoltà di passaggio o orientamento chiudendo il giro passando per la vecchia strada sterrata da S.Anna a Casera Nischiuarch. Il panorama dallo Zaiavor se siete fortunati arriva fino al mare. Casera Nischiuarch è stata ristrutturata ed adibita a bivacco (camino otturato). Consiglio una sosta al bar da Nella al punto di arrivo/partenza non tanto per il caffè quanto per ammirare il juke box a L.100 IMPERDIBILE !!!
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