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    Appennino Tosco Emiliano Traversata del Libro Aperto
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    Appennino Tosco Emiliano Traversata del Libro Aperto
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    Appennino Tosco Emiliano Traversata del Libro Aperto
BlogSentieriNatura
venerdì 17 giugno 2005

Traversata del Libro Aperto dalla Doganaccia all'Abetone

Nei giorni precedenti il bel tempo si è fatto desiderare, ma ora si è rimesso al bello e in una giornata di sole (e tanto vento in cresta) ci facciamo accompagnare dal nostro albergatore nel versante toscano, alla Doganaccia. Dopo avere sistemato la nostra auto all'Abetone, l'idea è quella di percorrere il lungo tratto di cresta che collega le due località passando per la doppia vetta del Libro Aperto in un percorso che unisce storia e natura.
01-Faggio isolato sotto il passo della Croce Arcana01-Faggio isolato sotto il passo della Croce Arcana
02-Il sentiero del crinale sulla Vista del Paradiso02-Il sentiero del crinale sulla Vista del Paradiso
03-Le brughiere del crinale appenninico03-Le brughiere del crinale appenninico
04-Verso Cima Tauffi04-Verso Cima Tauffi
Il sentiero che porta in quota è breve come breve è anche il dislivello che ci separa dal Passo della Croce Arcana, alto valico carrozzabile, posto a cavallo tra le province di Pistoia e Modena. Come da manuale ci innestiamo sul segnavia 00 del crinale appenninico iniziando verso sinistra il lungo percorso di cresta. Il primo tratto si svolge su facili dorsali erbose dai nomi particolari quali Vista del Paradiso, Colle Piaggiacalda, i Balzoni, Colle Acquamarcia. Raggiunta anche la Cima Tauffi (m 1799), ha inizio la parte più impegnativa dell'escursione con il sentiero che ora incontra alcuni pinnacoli rocciosi che vanno evitati sulla destra o superati direttamente per l'esile cresta. Solo nei pressi del monte Cervinara il crinale ritorna più facile ed erboso fino ad esaurirsi sulla vetta più alta del Libro Aperto (m 1937).
05-Il crinale presso Cima Tauffi05-Il crinale presso Cima Tauffi
06-In discesa da cima Tauffi06-In discesa da cima Tauffi
07-Fioriture di doronico sul crinale07-Fioriture di doronico sul crinale
08-Articolazioni rocciose lungo il crinale08-Articolazioni rocciose lungo il crinale
L'interesse naturalistico di questa cima è dato dalla presenza di una stazione di rododendro ferrugineo, una delle più meridionali dell'Appennino, che abbiamo la fortuna di vedere nello splendore della fioritura di giugno. Le caratteristiche più alpine che appenniniche di questa cima si completano con la presenza di una colonia di marmotte.
09-Avvallamento lungo il crinale erboso09-Avvallamento lungo il crinale erboso
10-Verso le pendici del Libro Aperto10-Verso le pendici del Libro Aperto
11-Ultimi saliscendi sulla cresta del Libro Aperto11-Ultimi saliscendi sulla cresta del Libro Aperto
12-Rododendri fioriti lungo il crinale12-Rododendri fioriti lungo il crinale
13-Marmotta presso la vetta del Libro Aperto13-Marmotta presso la vetta del Libro Aperto
La prosecuzione del nostro itinerario passa per la selletta tra le due pagine del Libro Aperto e quindi in decisa discesa lungo le praterie occidentali. Al successivo crocevia della Verginetta teniamo ancora il segnavia 00, aggirando poi la boscosa elevazione del monte Maiori. Oltre questo, il sentiero si trasforma in pista sterrata concludendosi al passo dell'Abetone dove sarà bene avere con noi le chiavi della nostra auto...
14--La cima più elevata del Libro Aperto14--La cima più elevata del Libro Aperto
15-Gerani presso la vetta del Libro Aperto15-Gerani presso la vetta del Libro Aperto
16-Le due vette del Libro Aperto16-Le due vette del Libro Aperto
17-Le pendici del Libro Aperto17-Le pendici del Libro Aperto
18-In discesa tra prati e rocce affioranti18-In discesa tra prati e rocce affioranti
Commenti
  • 23/06/2017 E' finita la festa, i miei 5 giorni camminando sulle creste dell'Appennino Modenese finiscono sul Libro Aperto, anzi, mezzo Libro, con un'auto sola parcheggiata all'Abetone. Abetone, ricordi di tanti anni fa, di ferragosti vacanzieri e spensierati, oggi tanti parcheggi, tutti vuoti e tutti a pagamento, e l'auto dei carabinieri ferma accanto al bivio. L'albergatore presso il quale alloggio a Pievepelago mi aveva proposto di salire all'Abetone con la corriera, arrivare al Libro Aperto (tanto te in poco più di due ore ci sei) e poi continuare fino al Cimone e scendere a Fiumalbo (che ti vengo a prender io e così tu vedi che bel paesino l'è); proposta respinta, oggi vorrei poca fatica, fa tanto caldo e per fortuna s'inizia nel bosco, un po' spennacchiato, ma che si riscatta con i numerosi cippi confinari di cui uno a terra; deduco che indicavano anche l'andamento della strada, un po' come i nostri segnavia, sulla parte superiore una linea retta se la strada è dritta, altrimenti ad angolo molto aperto in corrispondenza di una curva. Mi dilungo un po' verso il lago della Risaia, e poi sentiero fra i fiori, garofanini e ginestre a volontà, salitina alla cima tondeggiante, cima occupata, ma chi si rivede...un gruppo di escursionisti di Novara, ci stiamo incontrando da tre giorni, loro proseguono verso il rifugio Duca degli Abruzzi, io scendo evitando con cura la grossa catena, aggiro la difficoltà e prima di tornare sui miei passi, m'incammino verso il monte Lagoni, così, per camminare sotto il sole nel silenzio, oggi assente il famoso vento dell'Appennino, dopo un po' inizio il rientro, in uno spiazzo all'ombra, un gruppo di scout seduti in cerchio discutono della biodiversità. Durante il rientro a Pievepelago mi fermo a visitare Fiumalbo, città d'arte, edilizia di sassi, tetti in ardesia, una chicca.
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