12/12/2016 askatasuna Anch’io come Roberto, c’ero passato vicino molte volte, ed una giornata piena di impegni fa cadere la scelta su di un itinerario spensierato. Evito la noia della carrareccia con un ritmo da canide ed in breve raggiungo i resti della casera. Al passo di Pizforchia compaiono dei bolli azzurri. In realtà sarebbero superflui, grazie alla trincea scavata tra i mughi che funge da binario. Sono sulla cima, guardo l’orologio e sorrido. Itinerari brevi come questo, ti danno la possibilità di buttar l’ancora per oltre due ore, anche in giornate corte come queste. D’ondeggiare placido tra le nuvole, sfogar occhi e lenti della fotocamera. Rigirarti come un topolino inquieto o sederti e sospirare. E ti perdi tra coordinate già note, ripercorrendo tutta la dorsale pesarina fino alle orecchione dei Siera, sbirci verso il Popera, ti fai zittire dalla mole del Chiadin, mentre ti verrebbe da accarezzare la testolona bianca del Peralba. Ma dopo i convenevoli con il panorama, mi rivolgo, per l’ennesima v ...