Avvicinamento
Tramite la strada statale n.356, o più direttamente, piegando a destra dalla statale n.13 Pontebbana, all’altezza di Tricesimo, si giunge a Tarcento. Dalla zona centrale del paese si seguono le indicazioni per Sedilis proseguendo fino al piazzale della chiesa presso la quale si può parcheggiare (m 412, cartello indicatore dei percorsi).
Descrizione
Dal piazzale si imbocca la stradina cementata che sale a fianco del cartello e la si segue fino ad incontrare un segnavia in legno con un'ellisse verde (indicazioni per Forte del Bernadia, via "I Stai") che ci indica di lasciare la pista a favore di un sentiero che si stacca sulla destra. Ha inizio qui la salita che ci permetterà di superare la ripida scarpata meridionale del
Bernadia, ed infatti la traccia prende subito ad inerpicarsi sulle pendici boscate del monte. Con una serie di svolte su terreno non sempre agevole ci si innalza destreggiandosi tra affioramenti rocciosi. Uno di questi, a forma di banconata, deve essere superato affrontando un piccolo gradino un poco più ripido. Si traversa successivamente a destra costeggiando una balaustra in legno poi la salita riprende decisa, sempre all'interno del bosco formato prevalentemente da
acero di monte,
aceri campestri,
castagno,
orniello,
carpino nero,
roverella. Infine, dopo un ultimo strappo presso una macchia di
noccioli, si esce nei pressi di una radura con stavoli (m 722) dove termina questa prima parte del percorso.
Imboccata la pista di servizio ci si innesta a destra sulla strada asfaltata che sale da Sedilis, ma la si abbandona al primo tornante per imboccare la sterrata con divieto di transito che si stacca a destra. Alcuni cartelli lungo il percorso evidenziano come la zona sia interessata da fenomeni di carsismo, rilevabile dalle rocce solcate che affiorano. Superate due vecchie costruzioni militari si raggiungono le batterie permanenti del
monte Pocivalo (m 791,
interessante punto di osservazione). Qui si incontrano i segnavia gialli appartenenti al percorso D dell'Alta Val Torre ed anche i classici segnavia bianco rossi che ci guideranno per tutto l'anello. Proseguire, quindi, per sentiero in direzione nord ovest rientrando subito nel bosco dove si procede in quota su terreno ancora disseminato di affioramenti rocciosi. Dopo essere passati accanto ad una grande dolina (cartello) si esce in breve sul ripiano prospicente il monumento Faro e la fortezza di monte Lonza, il cui recupero è stato completato nel 2008 (m 852). Il panorama che si apre sulla pianura invita ad un momento di sosta per apprezzare il dettaglio che nelle giornate limpide si spinge fino al lontano gruppo del Piancavallo.
Riprendere ora la strada asfaltata in direzione di Villanova seguendola per circa 1400 m, fin dove le segnalazioni ci invitano a piegare a sinistra. La traccia, con percorso vario, asseconda le anse di questo versante perdendo progressivamente quota nel bosco. Si passa accanto ad un rudere presso un abete secolare per confluire infine in una mulattiera che porta alla frazione di Dolina (m 655). Seguendo la strada principale si esce dal borgo presso una locanda dove ci si tiene a destra su asfalto, raggiungendo il piccolo cimitero di Villanova. A questo punto è consigliabile proseguire ancora per pochi metri fino ad un punto panoramico aperto sulle catene montuose che racchiudono l'Alta val Torre. Ritornati al cimitero si imbocca la strada per Chialminis che però si abbandona subito per deviare a sinistra scendendo tra le case. Si seguano ora con attenzione i segnavia bianco rossi che, dapprima su pista e poi su sentiero, scendono ad innestarsi nella rotabile asfaltata che conduce a Borgo Vigant. Raggiunta piccola frazione (m 581, cartello illustrativo) ci abbassiamo sulla destra lungo una scalinata in pietra che conduce ad un punto di sosta. Qui si lascia per il momento il percorso principale per andare a visitare, ancora sulla destra, l'ingresso dell'
abisso Vigant, recentemente attrezzato con una passerella che entra nella grotta fin dove questa si restringe. Una fotocellula collegata all'impianto di illuminazione fornisce la luce necessaria per osservare la parte più interna della cavità.
Ripreso il sentiero si supera una piccola dorsale poi si entra nel vallone di un affluente del Cornappo iniziando un bellissimo traverso a mezza costa tra i di
castagni ai quali si aggiungono i noccioli e gli
aceri di monte, in uno dei tratti forse più belli del percorso. Dopo avere intersecato il rio, che subito sotto precipita bruscamente, il sentiero guadagna nuovamente la strada asfaltata poco prima delle case di Borgo di Mezzo (m 622). Si attraversa la frazione insistendo poi in discesa fino al primo tornante dove si abbandona la strada principale per proseguire diritti verso Tamar. Il segnavia ci guida verso le case più basse del piccolo borgo dove la strada si esaurisce ed il percorso si riporta su sentiero. Non ci resta ora che risalire nuovamente al ripiano delle batterie del monte Pocivalo. Lo facciamo rientrando nella boscaglia disseminata di affioramentei calcarei e di vecchi camminamenti. Seguendo con attenzione i segnavia, che sono comunque frequenti e ben collocati, si sale in diagonale passando accanto ad una baita di caccia poi, dopo una specie di conca boscata, il sentiero disegna ancora alcune svolte sul fianco orientale del
monte Pocivalo riguadagnandone ben presto la cima in corrispondenza delle batterie. Da qui fino al parcheggio si utilizzerà il percorso fatto all'andata.
Avvertenze
L'itinerario proposto utilizza per gran parte le segnalazioni dei percorsi circolari della Alta Val Torre al cui
sito si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri della Memoria