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    Monte Veltri dalla Forca di Pani
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaR09

Monte Veltri dalla Forca di Pani

Avvicinamento

Da Enemonzo, raggiungibile attraverso la Strada Statale n.52 dopo avere oltrepassato Villa Santina, si seguono a destra le indicazioni per Colza. Dalla piccola frazione ci si innesta a sinistra sulla stretta rotabile che sale a Pani (cartello). Dopo avere percorso lungamente le ondulate pendici che racchiudono la Conca di Pani si arriva al piccolo intaglio della forca di Pani (m 1139, parcheggio lungo la strada).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Rupe
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Settembre
Carta Tabacco
013
Dislivello
1000
Lunghezza Km
9,6
Altitudine min
1139
Altitudine max
2003
Tempi
Dati aggiornati al
2009
I vostri commenti
  • 22/09/2021 Escursione breve per svilupo chilometrico, ma dalla pendenza intensa. Il sentiero e' in buono stato e si percorre piacevolmente. Arrivati a Casera Chiarzo' il sentiero 235a (che il minaccioso cartello definisce "solo per esperti"!!) e' ben segnalato, mentre la traccia del 235 e' piu' difficile da individuare perche' manca di cartello (c'e' solo un segnavia sul muro della casera). Basta comunque procedere verso il retro della casera e si incontra una debole traccia che poi diventa sentiero. Sotto la forca del Colador, camosci dispettosi fanno rotolare le pietre giu' per i canali detritici che fiancheggiano il sentiero a destra e a sinistra; prima di attraversare il canale di sinistra, attendo che se ne siano andati, e procedo. Arrivato alla forca, seguendo la traccia gps, mi incammino sul (dismesso) sentiero 236, in cerca del punto in cui sembra possibile risalire le pendici del monte... ma non avendo trovato la benche' minima traccia, torno sui miei passi, e prendo il debole sentiero che si inerpica a sinistra dalla forca, verso il monte Veltri. Questo e' sicuramente il punto piu' difficoltoso dell'escursione, perche' il sentiero non e' segnato ed e' molto inerbito, quando non addirittura 'mangiato' dagli arbusti. Si procede a fatica, ma poi si giunge alla vetta; oggi il panorama e' un po' ostruito dalle nubi, ma in una giornata di sole deve essere straordinario. Ritornato sui miei passi, al bivio col 235a (anche qui corredato di cartello 'sentiero esposto! solo per esperti!) decido di prendere quest'ultimo, per varieta'. Alla fine la difficolta' del sentiero si riduce a un brevissimo passaggio su una stretta cengia rocciosa, peraltro corredata di cavi metallici, e si passa senza difficolta' alcuna. Piu' avanti il sentiero addirittura interseca un nevaio piuttosto esteso (!) che e' sopravvissuto ai mesi estivi; anche qui si procede sicuri sopra la neve, che in realta' e' coperta di terra e detriti (e che probabilmente hanno contribuito a conservare il nevaio). Dopo questo passaggio il sentiero diventa piacevolissimo e in breve tempo si giunge di nuovo a casera Chiarzo'.
  • 23/08/2020 Escursione effettuata il 20/08/2020 come da descrizione di SN.Il percorso, ben tenuto fino alla C.ra Chiarzò, è poi abbandonato a sé stesso e si cammina spesso tra l’erba alta. Fino alla Forca del Colador è un normale percorso escursionistico, mai banale, soprattutto la risalita finale su ghiaioni e sfasciumi. La salita dalla Forca del Colador alla cima è una vera avventura. Rifatto a distanza di sette anni, ho trovato il percorso completamente sommerso dalla vegetazione. La traccia passa tra erba alta, arbusti di ontano e rovi di lamponi; sono giunto in cima con le braccia tutte graffiate! Anche questa volta panorama quasi inesistente a causa di nuvole basse. Buone camminate a tutti. Bepi da Cividale.
  • 08/10/2019 5 ottobre 2019. Saliti sul Monte Veltri dalla Forca di Pani come da relazione. Alla partenza la giornata è inaspettatamente serena, il bosco ha una bella luce autunnale, il fondo del sentiero piuttosto umido. Si sale tranquilli e senza problemi, prima lungamente nel bosco e poi su terreno progressivamente più aperto; il sentiero CAI 235 si presenta un po’ incerto e malagevole solo nell’ultimo tratto in salita alla Forca del Colador. Dalla Forca, la traccia che sale verso la cima è sufficientemente visibile, inizialmente si tiene in prossimità della cresta, più su piega a destra tra gli ontani e si perde nei prati sommitali, sui quali si sale liberamente a vista verso la cima. In vetta un semplice ometto e una gran bella visuale verso la cerchia dei monti di Sauris e le Dolomiti, mentre le Carniche e il vicino Col Gentile giocano a rimpiattino con le nubi. In fase di discesa, seguiamo il calpestio che ci porta lontano dalla cresta, e ci troviamo a baruffare un bel po’ con fango e ontani per riguadagnare la Forca, meglio sarebbe stato ricalcare la via della salita. Rientriamo a Casera Chiarzò per la variante del 235a, che consente di evitare una perdita di quota di un centinaio di metri. Il cartello posto al bivio con il crocifisso avverte che il sentiero è esposto e per EE. Inizialmente si scende e si attraversa un ghiaione, poi si rimonta sopra una balza rocciosa che viene attraversata tramite una cengia. L’esposizione c’è, ma non è vertiginosa, il sentiero è sempre sufficientemente largo ed agibile ed alcuni punti sono stati assicurati con cavi corrimano. Esaurito il traverso, il sentiero entra nel bosco e non presenta più alcuna criticità, riunendosi al 235 percorso all’andata esattamente a Casera Chiarzò. A parte una comitiva incontrata proprio alla partenza, alla Forca di Pani, l’escursione è stata molto solitaria, non abbiamo incrociato essere vivente in tutta la giornata … Mandi a tutti!
  • 14/06/2019 a distanza di 3 anni circa, ho ripercorso questo itinerario come da descrizione di SN. Questa volta il meteo è stato molto clemente per cui ho potuto godere di immensi panorami. Sentiero in buono stato e ben segnato. Anche il tratto finale, pur non essendo segnalato, è facile da seguire e non presenza pericoli o intoppi. Buona vita a tutti
  • 08/06/2019 Saliti oggi come da indicazioni SN, bel percorso vario, usciti dal bosco sotto la forca diversi camosci ci osservavano da lontano, il sentiero sul ghiaione un po’ si perde a causa del terreno in movimento, occhio agli ometti. Osservando attentamente i sassi è facile trovare fossili; dalla forca alla cima si cammina sulla traccia tra gli ontani per lo più in cresta, purtroppo il panorama era un po’ rovinato dalla nebbia. Mandi a duç
  • 28/09/2016 Salito ieri per la prima volta.Fino a forca colador, sentiero ottimamente segnato. poi, per la cresta, è doveroso prestare attenzione per la poco marcata traccia e un minimo di orientamento.In generale non ho riscontrato situazioni di pericolo. Fino a quota 1600 circa si resta in bosco e quindi panorami pochi e limitati. Dalla cima, non posso dire nulla perchè come sono arrivato, son stato avvolto da una nube bassa che mi ha impedito ogni panoramica. Pazienza. Tornerò. Buona vita a tutti
  • 02/11/2015 Alla forca i ricordi scolpiti di vecchi frequentatori ci riportano a cento anni fa.Un attimo di esitazione:si può andare al Col Gentile. Poi prevale il meno famoso Veltri, così la gita si ferma sulla sua cima erbosa e panoramica. Niente di nuovo da segnalare. Il comprensorio di Pani è davvero bello.
  • 14/07/2014 Salito sabato 12 luglio. Ultimo tratto colador rovinato dall'abbondante neve di quest'inverno e dalle piogge di inizio estate. Nevai e slavine ancora presenti a bassa quota. Cima Veltri senza croce e libro di vetta, piena di ortiche...ottimo panorama sia su Sauris che sulla val Tagliamento. Consigliabile prolungamento lungo la linea di cresta un pò più bassa fino al Crèt di pil, davvero meritevole e selvaggia.
  • 14/09/2013 Escursione effettuata 08/09/2013. L'attacco per la cima del monte Veltri si trova esattamente sull'intaglio della forca del Colador; non ci sono inizialmente segnalazioni (ho tracciato una freccia sulla roccia ed iniziato un ometto): si deve risalire per alcuni metri a sx sulla piastra rocciosa, fino ad individuare una discreta traccia che, con tutte le dovute attenzioni richieste da un percorso non "ufficiale", in breve (20 minuti circa dalla forca) porta poco sotto la sommità del Veltri; qui si abbandona la traccia principale per risalire a sx (come da descrizione); questo tratto è fortemente sconsigliato quando non c'è buona visibilità. Tralasciata la variante 235a (che pare adatta solo per EEE), il percorso sul 235 non presenta particolari difficoltà.Buone camminate a tutti.
  • 17/09/2012 Fatto ieri, in una domenica con la nebbia che precedeva i miei passi e il venticello che li seguiva. Periferia di Enemonzo campanile obliquo orfano di chiesa, attraverso Tartinis con l’acquolina in bocca, chissà se c’è anche un luogo chiamato Brioscinis…, strada infinita per arrivare alla Forca di Pani, mucche già al pascolo. Attacco del sentiero 235 segnalato da cartello nuovo (il vecchio sentiero si trova una decina di metri prima con scritte rosse sul muretto di contenimento), salita subito ripida, profumo di bosco umido, odore di funghi; scavalco il crinale, riesco appena ad intravedere la piana di Pani, mi raggiunge un cercatore di funghi, mi suggerisce di accorciare tramite “il troi dai purcis” che parte dalla casera, facile, dice lui, niente di che (ma io ho imparato a diffidare di chi presenta ogni cosa come facile). Dopo un tratto nel bosco abbastanza buio sbuco sul pianoro di casera Chiarzò, tetto verde, a basso impatto ambientale, all’esterno segni di un recente falò e ortiche a volontà. Da lì imbocco il sv 235 tralasciando il troi dai purcis agli esperti, ampio sentiero, qualche saliscendi, segnavia evidenti e anche ripassati, tutto bene fino alla base del vallone e poi inizia la salita fino all’intaglio della forca del Colador. Il percorso adesso è all’aperto e si snoda fra erba alta, piante di lamponi (qualcuno ancora buono), qualche tronco di traverso, e la nebbia che continua salire, fredda; nessuno in giro e oggi francamente mi farebbe piacere incrociare qualcuno in questo luogo appartato e tormentato. Fra svolte e zig zag arrivo alla croce posta su uno sperone (mi è però sfuggito il crocefisso posto alla congiunzione dei due sentieri, lo vedrò, ben evidente, solo al ritorno), un traverso su una pietraia mi porta verso sinistra, in quel bigiore spicca la vivace canapa screziata e la genziana sfrangiata. Ciottolo dopo ciottolo e riportandomi verso destra, arrivo alla forca del Colador, il vento che lì soffia mi convince a salire subito a sinistra (traccia erosa) sperando che S.Luigi Gonzaga che lì veglia, vegli anche su di me. Non si può certamente parlare di sentiero, è una traccia che ora sale fra gli arbusti, anzi negli arbusti, nel primo tratto il crinale è molto sottile, poi la traccia diventa più evidente ma comunque è una continua lotta con i rami, rovi ed erba, estrema attenzione nello spostarsi verso sinistra, poi si piega a destra su terreno più sicuro ma comunque intrigato. Grande assente il panorama, peccato che si indovini appena la sagoma del Col Gentile. Ritorno per la stessa via, meno tesa perché visto che il sentiero è comunque sempre evidente, peccato la poca frequentazione perché potrebbe essere una interessante alternativa per la salita al Col Gentile evitando la noiosissima pista da Mione. La discesa verso Colza avviene sotto un beffardo sole, davanti a una casetta un colorato giardino ed una macchia di girasoli a testa in giù, splendide surfinie ai balconi, bella la piccola vecchia chiesetta con la torre campanaria bifora.
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  • Il tratto iniziale della cengia del sentiero 235a (EE)
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