Avvicinamento
Da Cimolais ci si addentra nella
val Cimoliana, una delle valli comprese entro i confini del Parco delle Dolomiti Friulane. La carrozzabile è soggetta nei mesi estivi ad un pedaggio (2006, 5 euro) che si paga al punto informativo di ponte Compol. Si tratta di una pista asfaltata solo parzialmente che risale la valle fino a Pian Meluzzo e che può presentare tratti sconnessi specialmente ad inizio e fine stagione. Per questa escursione ci fermiamo al parcheggio di Pian Fontana alla confluenza della valle di S.Maria (m 920, cartelli).
Descrizione
Scesi sul greto lo si attraversa mirando ai visibili segnavia CAI sull’altra sponda (attenzione a non imboccare la evidente pista con divieto di transito che risale sulla destra). Raggiunta la mulattiera, inizialmente molto larga, si prende a salire con pendenza modesta lungo la destra orografica (segnavia CAI n.389). All’intorno si sviluppa un bel bosco a prevalenza di
faggio dove si scorgono anche diversi esemplari di
abete bianco mentre il sottobosco di agosto vede la presenza discreta del
ciclamino. Seguendo le segnalazioni si evita un tornante della strada e successivamente si lascia sulla destra il bivio con il segnavia CAI n.356 che si addentra nella valle di S.Maria (cartello). Ancora un breve tratto di salita e si perviene al bivio per il
dosso Nadei (cartello) sulla sinistra.
Il primo tratto di salita si svolge su pendenza piacevole ma poi il sentiero si impenna per raggiungere un costone boscato. La fitta vegetazione non consente grandi visuali sul fondovalle ma offre riparo agli ungulati come il
camoscio che non è raro sorprendere in prossimità del sentiero. La diagonale lungo il versante orientale del monte prosegue ancora lungamente alternando strappi più ripidi ad altri dove la pendenza si fa più moderata. Lungo il sentiero si possono osservare ad agosto gli arbusti del
fior di stecco, una pianta che vive nei boschi montani fino al limite della vegetazione arborea dove fiorisce a partire dagli ultimi mesi dell'inverno. I suoi fiori, assai profumati, sono riuniti in fascetti nella parte terminale dei rami e vengono sostituiti nell'estate da vistose bacche di colore rosso arancio, velenose se ingerite. A quota 1600 circa il bosco si dirada per dare spazio a qualche schiarita dove a stagione inoltrata si possono osservare ancora i
rododendri irsuti in fiore. Il sentiero compie finalmente una piccola ansa per poi riprendere a salire ancora decisamente in direzione del crinale che inizia ad intravedersi tra gli alberi.
Improvvisamente, giunti sulla linea della dorsale, il bosco scompare e la visuale si apre verso le pareti orientali della Cima dei Cantoni e la Cima delle Ciazze Alte, percorse da caratteristiche fasce rocciose inclinate. Quello che colpisce maggiormente tuttavia è l’aspetto singolare della cresta costellata di piante scheletrite abbarbicate sui profondi dirupi occidentali. Una traccia sembra risalire anche verso destra in direzione della Cima Mora ma ben presto i
mughi ostacolano il camminamento reso anche insidioso dalla esposizione sulla val Sciol de Tarsia. Il nostro itinerario invece volge a sinistra e con breve traverso, percorrendo una buona traccia aperta tra i baranci, raggiunge la piccola vetta del
dosso Nadei (m 1709, ometto).
La cresta allungata su cui ci troviamo costituisce il promontorio meridionale della più elevata Cima Mora. Il monte si presenta e nord e ad est moderatamente inclinato e ricoperto da un fitto bosco mentre a sud e ad ovest precipita verso il fondovalle con altissimi dirupi. Data la sua posizione centrale rispetto al corso della
val Cimoliana, la vetta costituisce un
balcone naturale assai favorevole nonostante la recente posa di un impianto di antenne. Il panorama infatti si apre a 360 gradi su questa zona del parco, iniziando da sud ovest con il monte Lodina ed i pascoli della omonima casera per proseguire verso il gruppo della Cima dei Preti. Osservando a nord si potrà facilmente individuare il
campanile di val Montanaia al centro del bel catino alpestre che lo ospita mentre ad est la visuale si incentra sulle vette del Turlon, della cima dei Vieres e sulla Vacalizza, rigate da solchi detritici che salgono verso le forcelle di cresta. Istruttiva è anche la vista sulla piana di Cimolais e sui terrazzi alluvionali che caratterizzano la parte alta della
val Cimoliana.
Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Bosco