Avvicinamento
Lungo la strada statale n.356 che collega Tarcento a Cividale, giunti all’altezza di Attimis si seguono le indicazioni per Forame e Subit. La strada risale la valletta del rio Malina toccando poi i numerosi borghi che sorgono a mezza costa. Una volta raggiunta la frazione di Subit si prosegue per Prossenicco percorrendo la tortuosa rotabile che asseconda il corso del torrente Lerada. Da Prossenicco, infine, si attraversa tutto il paese tenendosi poi a destra al primo bivio. Poco dopo si giunge al piccolo cimitero presso il quale si trova il grande cartello che segna l’inizio del percorso (m 518, piccolo spiazzo per il parcheggio).
Descrizione
Dal cartello informativo il sentiero comincia a scendere in diagonale verso la valle del rio Namlen attraversando un bosco nel quale possiamo ammirare ad aprile le caratteristiche fioriture primaverili: tra queste la
pulmonaria, la
pervinca, l'
anemone giallo e l'
anemone dei boschi. Il sentiero in breve va ad affiancarsi al torrente (m 402) che qui scorre tranquillo su un letto di pietre e limo assumendo una bellissima colorazione verde. Dopo poco si raggiunge il primo dei numerosi guadi che ci attendono da qui a Platischis (alla fine saranno quattordici). Spesso il punto migliore per attraversare è stato segnalato da cartelli verdi con la scritta “guado”; laddove questa indicazione manca il passaggio dovrebbe essere invece del tutto intuitivo. Se la portata d’acqua è abbastanza consistente occorre passare da una sponda all’altra utilizzando i sassi affioranti che però si presentano spesso scivolosi rendendo inevitabile qualche passo nell’acqua.
Sull’altra sponda il sentiero interseca alcuni piccoli rivoli fangosi il cui andamento è messo in evidenza anche dalle piante di
calta palustre. Il sentiero ora si alza un poco rispetto al letto del torrente attraversando una zona caratterizzata dalle fioriture della
dentaria a cinque foglie e della
borrana il cui azzurro vivo spicca tra l’erba ed il fogliame. Ancora un tratto rettilineo a fianco delle sponde ed un cartello ci invita a ritornare dall’altra parte. Segni tangibili di una passata frequentazione sono le file di muretti a secco ricoperti di muschio che ancora sopravvivono ai lati del sentiero come anche il vecchio rudere privo del tetto che si incontra poco dopo (m 420). Due guadi in rapida successione ci riportano sulla destra orografica dove rimaniamo fino al punto in cui il rio Pod Iauar confluisce nel torrente Namlen. Dopo un ulteriore guado il sentiero proseguirebbe lungo il greto del rio Pod Iauar ma a questo punto è d’obbligo la breve deviazione per andare a visitare la base della
cascata Cukula che dà il nome al sentiero. La traccia che raggiunge la cascata non è particolarmente comoda ma si tratta di pochi minuti e vale davvero la pena litigare un poco con le ramaglie per poter osservare questo salto d’acqua da vicino.
Dopo essere tornati sui propri passi fino alla confluenza si prosegue ora nella piccola valletta del rio Pod Iauar seguendone il corso. Dopo altri guadi ravvicinati le pendici che racchiudono il torrente si restringono decisamente formando una forra lungo la quale non è più possibile procedere. Il sentiero allora piega bruscamente a destra risalendo una specie di canalino addossato ad una parete dove ci si aiuta con il cavo passamano. Il tratto ripido dura poco in quanto la traccia esce in breve sulla sinistra tramite un camminamento rinforzato ed attrezzato. Da qui inizia la salita lungo un ripido e scivoloso pendio boscato inizialmente sospeso ed esposto sulla forra ma continuamente attrezzato con il cavo. Poco più in alto il cavo viene sostituito da una lunga serie di gradini in legno che facilitano la salita. La scalinata si esaurisce sulla sommità di un costone (m 570, punto ideale per la sosta). La costa boscata culmina poco più a destra con la quota 582 a cui si può accedere facilmente.
Dal costone la traccia scende ripida nell’opposto versante aiutandosi nuovamente con una serie di gradini in legno fino a toccare il greto del torrente. Qui si passa subito sull’altro lato ma prima di proseguire è possibile deviare a destra per giungere nei pressi del punto dove ha origine la
cascata Cukula. Ripreso il sentiero, dopo una piccola gradinata in legno, ci si accosta ad una bellissima pozza verde in prossimità di un piccolo salto d’acqua (cascata Pod Iama). Qui al guado fa seguito una serie di gradini in legno ed un cavo che aiutano a superare la parete rocciosa che chiude questo lato del torrente. Il sentiero ci propone subito un ulteriore guado in un tratto tranquillo e suggestivo, reso interessante anche dalle fioriture della
calta palustre. Si giunge così alla cascata conclusiva, presso la quale si trovano i resti dell’antico mulino che utilizzava l’acqua del torrente. Una gradinata in legno ed una passerella aiutano a superare il salto della cascata oltre il quale il sentiero si riporta definitivamente sulla sinistra orografica. Una scalinata in pietra, attrezzata con il cavo passamano, ci permette così di completare il percorso uscendo in diagonale dalla valletta del rio Namlen e raggiungendo in breve le case di Platischis (m 655).
Il ritorno può avvenire lungo la stessa via dell’andata oppure è possibile utilizzare la strada asfaltata che collega Platischis a Prossenicco. In questo secondo caso si esce dal paese verso est, tagliando poi in leggera discesa un ripido versante boscato (belvedere sulla prima ansa). Dopo circa 2 km dal paese, in corrispondenza di una decisa curva verso sinistra, possiamo evitare la lunga ansa che la strada compie scendendo direttamente a destra lungo la mulattiera che si stacca proprio dalla curva. Inizialmente ben marcato, il sentiero cala in diagonale senza tornanti arrivando ad una zona disboscata dove la traccia scompare. Tenendo come punto di riferimento la linea elettrica ci si innesta su una pista di esbosco fin dove si intravede a destra la possibilità di raggiungere facilmente il greto del rio Namlen, nel tratto poco a valle del primo guado. Si riattraversa per l’ultima volta il torrente ritrovando sull’altro lato il sentiero che abbiamo percorso all’andata con il quale si risale al punto di partenza presso il cimitero.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua