Avvicinamento
Da Forni Avoltri si imbocca la stradicciola che scende verso il centro sportivo attraversando il ponte sul torrente Degano poco oltre il quale si può parcheggiare (m 866).
Descrizione
Seguendo le indicazioni si inizia lungo la carrareccia che costeggia il torrente e che coincide qui con il segnavia CAI n.229. Percorsi pochi metri vi è la possibilità di seguire la scorciatoia che si diparte sulla destra lungo il cosiddetto Troi Mat (cartello). Il sentiero attraversa un versante boscato assai ripido e si presenta piuttosto scivoloso ed impervio. Il tipo di terreno su cui si svolge la salita nonché la presenza di un breve tratto attrezzato richiedono pertanto saldezza di piede ed esperienza. Volendo invece proseguire senza alcuna difficoltà si può trascurare il bivio e salire comodamente lungo la pista giungendo in ogni caso alla
casera Col Mezzodì Bassa. Lasciata quindi la strada ci si innalza in un magnifico bosco di
faggio,
abete rosso e
abete bianco, su terreno inizialmente facile, intersecando una serie di piccoli impluvi. Nel sottobosco di maggio si osservano i fiori dell’
anemone, del
latiro invernale e della
dentaria a cinque foglie dalle vistose fioriture rosa. Dopo un paio di tornanti ha inizio il tratto più impegnativo: una fascia rocciosa impedisce infatti il proseguimento lineare del sentiero. La si passa alla base mediante una breve cengia alla quale fanno seguito una serie di rampe assai ripide. Un paio di punti resi particolarmente scivolosi dalla lettiera sono stati anche attrezzati con passamani metallici. Il sentiero riprende a traversare incontrando un breve tratto roccioso bagnato ma assicurato dal cavo. Si scende ora a guadare il piccolo impluvio del rio Rosso che rappresenta l’ultima difficoltà in quanto il sentiero si porta su terreno più agevole guadagnando la base dell’ampio pascolo di
casera Col Mezzodì Bassa.
Il
panoramico ripiano si presenta abbellito dalle fioriture delle
sambucine e della
primula odorosa mentre sui
soffioni volano numerose le
vanesse dell’ortica e del
cardo. Al momento della nostra visita la casera presentava un locale aperto ma la presenza di attrezzature per la lavorazione del latte fa supporre che si tratti di una struttura ad uso privato. Seguendo le segnalazioni sulla parete della casera, si prosegue lungo una pista sconnessa che si innalza a piccole svolte nel bosco. La pista si esaurisce alla base di un ampio pendio erboso dove il sentiero si perde un poco. Mirando alla sommità del prato ed ai resti di un vecchio box in lamiera si risale senza difficoltà raggiungendo il ripiano erboso che ospitava la casera Col Mezzodì Alta ora completamente scomparsa (m 1377).
Facendo attenzione al segnavia si rientra nel bosco iniziando il lungo traverso in direzione della
sella di Tuglia. Con pendenza moderata, su tracciato ora comodo e piacevole, si percorrono le pendici orientali del monte Tuglia all’interno di un bel bosco di
faggio. Dopo un piccolo franamento rinforzato da passamani in legno si raggiunge terreno più aperto dove la visuale si apre anche sul versante settentrionale della dorsale montuosa che va dalle Crete di Chiampizzulon al passo di Entralais. Dopo un caratteristico tratto incassato, il sentiero sfocia nella ampia
sella di Tuglia (m 1618) situata ai piedi della omonima vetta. Si attraversano alcune praterie acquitrinose dove si possono osservare a primavera estese fioriture di
genziana di Koch,
soldanella e
calta palustre. Ancora un breve tratto in falsopiano e si raggiunge la
casera Tuglia (m 1597), dove la
visuale si apre anche verso i monti di Sappada.
Per il rientro, oltre ad utilizzare il medesimo itinerario, è possibile scendere lungo il sentiero “diretto” per il centro di Biathlon. Anche questa scorciatoia però presenta un tratto di discesa piuttosto ripido e malagevole ed infatti un cartello in legno poco dopo la casera la consiglia ad escursionisti esperti. In questo caso, dal crocevia presso la casera, si imbocca il segnavia CAI n.227 calando nel vallone del rio Tuglia sulla direttiva indicata da alcuni paletti. Raggiunta in breve la fascia di abeti, seguendo i recenti segnavia, si scende comodamente affiancando un ruscelletto. Il sentiero prende quindi a divallare molto più ripidamente nel bosco di
faggio fino a portarsi sull’orlo di una fascia rocciosa verticale. Si piega allora a destra scendendo lungo una ripida rampa erbosa che rappresenta il punto più impegnativo della discesa. Ci si ritrova così alla sommità di un pendio erboso che si percorre a tornantini agevolati in ultimo anche da alcuni gradini in legno. Oltrepassata la base della parete rocciosa si scende ancora percorrendo un tratto di bosco su terreno malagevole poi, in prossimità della presa di un acquedotto, ci si immette definitivamente su una pista forestale. Questa può essere ancora accorciata, pochi metri dopo, scendendo sulla destra (segnalazioni). In ogni caso si riguadagna la strada arrivando all’intreccio di piste che formano il Centro di Biathlon. Tenendo costantemente la destra ci si immette sulla strada sterrata che costeggia lungamente il rio Acqualena sfiorando stavoli e fienili. Una schiarita con bella visuale sull’abitato di Forni Avoltri segna il punto in cui la strada si trasforma in mulattiera inerbita e quindi in sentiero iniziando a perdere quota. Dopo la bella radura degli stavoli Tops ci si immette nuovamente sulla strada raggiungendo il ponte sul rio Acqualena e le prime case. Senza oltrepassarlo si prosegue lungo il sentierino che si snoda sulla destra, pochi metri sopra il greto. Caratteristici strati rocciosi ed una ancona incastonata nella pietra rendono interessante anche quest’ultimo tratto del percorso che si esaurisce proprio nel punto dove era stata lasciata l’auto.
Avvertenze
L'anello proposto presenta difficoltà che normalmente non ci si attende per escursioni che conducono a casere. Volendo evitare ogni problema si utilizzi la pista forestale per casera Col Mezzodì Bassa.