Avvicinamento
Da Paularo risalire la lunga rotabile che conduce al passo del Cason di Lanza (informarsi sulla percorribilità). Superato il locale da Nelut la strada scende verso il ponte sul Chiarsò oltre il quale riprende quota a svolte. Poco prima di
casera Ramaz. si individua sulla sinistra l’inizio della pista forestale di
casera Lodin dove si può parcheggiare (m 1060, evidenti segnalazioni per il
rifugio Fabiani, spazio limitato).
Descrizione
Imboccata la pista ci si innalza per poco entrando nell’ampio vallone del rio Cercevesa. Lasciato a destra un primo bivio segnalato, si prosegue lungo la strada che più avanti asseconda un piccolo impluvio con cascatella. In breve si giunge ad un crocevia dove la segnaletica CAI è in corso di aggiornamento (2008) a causa della apertura di una pista di servizio a
casera Lodin Alta. Tralasciamo per il momento la strada, che potrà essere usata eventualmente al ritorno, per proseguire diritti lungo il segnavia CAI n.407 che si trasforma presto in semplice sentiero, oltrepassa un aereo impluvio e scende poi moderatamente per andare ad intersecare altri piccoli greti tributari del rio Cercevesa. Si inizia ora a traversare una abetaia diradata fino ad incontrare i resti poco visibili della casera Lodinut Bassa (m 1124). Qui sulla destra è stato segnalato e reso di nuovo percorribile il sentiero diretto per
casera Lodin (cartelli CAI, segnavia 454a per il
rifugio Fabiani). Lo si imbocca iniziando a salire a svolte nel bosco sul fianco di un impluvio. Con percorso piacevole ci si innalza lungo questa antica via di comunicazione i cui muretti di contenimento ancora si ravvisano ai lati del tracciato. Il sentiero esce infine sul limite inferiore di una zona prativa e raggiunge il
ripiano di
Casera Lodin (m 1443), dove arriva anche la strada forestale.
Dalla casera si prosegue ancora per pochi metri lungo la pista poi un cartello ci segnala a sinistra la deviazione per il
rifugio Fabiani. Lasciata definitivamente la strada, con andamento pressoché lineare si attraversa un ponticello in legno uscendo poi su una bellissima radura inclinata. Un cartello segnala a destra il bivio con il sentiero CAI n.448 per
casera Lodin Alta ma noi proseguiamo diritti verso la base del pascolo della ex casera Pecol di Chiaula Alta, oggi trasformata nel
rifugio Fabiani. Non resta che percorrere gli ultimi metri tra le
romici per arrivare al recinto del
rifugio (m 1539). Poco a valle, un vasto prato acquitrinoso ospita interessanti esempi di flora igrofila come la
calta palustre dalla intensa colorazione gialla. Nelle modeste pozze che si formano è possibile osservare anche il
tritone alpino.
Chi lo desidera può estendere l'escursione fino al
passo Pecol di Chiaula dove si apre un panorama molto più vasto. Dal valico ci si può dilungare lungo la cresta di confine verso lo Zollnersee in un ambiente di particolare valenza naturalistica e storica sia per le straordinarie fioriture alpestri che per i resti di fortificazioni della Grande Guerra.
Il rientro si svolge lungo il medesimo itinerario dell'andata ma vi è anche una seconda opportunità ad anello, riservata però ad escursionisti esperti (vedi variante). Nel primo caso, da
Casera Lodin si può scendere direttamente lungo la pista di servizio che traversa, in diagonale nel bosco di
faggio e
abete rosso, ricalcando il tracciato dell'originario sentiero CAI (segnavia n.454) che più in basso riappare a tratti per abbreviare qualche tornante.
Variante per la Creta Rossa e il vallone del rio Cercevesa (EE)
Il sentiero CAI n.407a, attualmente dismesso, collega il
rifugio Fabiani con la
casera Pecol di Chiaula bassa posta nella parte alta del vallone del rio Cercevesa. Il percorso è stato interessato da alcune frane nel tratto compreso tra il rifugio ed il costone della Creta Rossa ed è scarsamente frequentato ma con la dovuta attenzione è possibile percorrerlo allungando sensibilmente l'escursione ma realizzando così un itinerario ad anello (informarsi comunque presso il gestore). Dal rifugio si scende ad intersecare un piccolo rio oltre il quale si riprende a salire in diagonale lungo una mulattiera che dopo poco presenta un punto completamente franato (attenzione). Ben presto si giunge al costone della Creta Rossa dove sono in atto frane e smottamenti che vanno aggirati in alto. Qui lo sguardo, finalmente libero da vegetazione, può spaziare sul
panorama circostante. Seguendo il tracciato di guerra (vecchia teleferica) si inizia a scendere verso il fondovalle incontrando altre frane che hanno cancellato alcuni tornanti. Superato questo punto non vi sono ulteriori difficoltà ed il sentiero inizia a perdere quota comodamente in diagonale nel bosco. Dopo alcune svolte e l'incontro con un paio di impluvi ci si infila nella abetaia, dove la direzione è ora poco evidente, fino ad uscire nei pressi della
casera Pecol di Chiaula bassa (m 1337), risistemata ma chiusa. Da qui ci si innesta a sinistra sul ritrovato segnavia CAI n.407 che scende piacevolmente sulla sinistra orografica del rio Cercevesa. Dopo una grande stalla con il tetto rosso, il sentiero interseca alcuni impluvi l'ultimo dei quali, particolarmente incassato, viene superato con l'ausilio di un
ponticello. Questo nell'estate del 2008 risultava compromesso da schianti rendendo necessaria la discesa sul greto. Pochi metri dopo si è al bivio con il segnavia CAI 454a di cui si è già detto. Non rimane che ripercorrere a ritroso quanto fatto all'andata fino a ricongiungersi con la pista forestale.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo