13/06/2020 daniele.russo Seguendo la traccia gps, per prendere la deviazione verso la parte alta del fontanone, abbiamo attraversato poco più in giù, perché il sentiero originale è bloccato da tronchi caduti. Qualche metro più a valle si trova un imboccatura nel boschetto che sta sull'altra riva, e salendo si trova il sentiero originale (un po' abbandonato) che porta alla discesa verso il rio Barman e il fontanone. Vale la pena di esplorare il corso d'acqua (con cautela!) scavalcando le rocce sia verso valle, per vedere lo strapiombo della cascata, sia verso monte dove si vede la 'grotta' e una pozza piena d'acqua cristallina. Il ritorno è tranquillo e non presenta problemi. Escursione abbastanza impegnativa, ma non difficile.
12/06/2020 alessandro Seicento metri di dislivello che sembrano di più, forse complice la quasi trimestrale inattività. Le pendenze sono comunque obiettivamente sostenute.Unica nota riguarda la visita alla parte alta del fontanone: subito dopo il guado del rio asciutto di cui si dice nella relazione, proseguire dritti per pochi metri (sentiero bisognoso di manutenzione) "tenendo un occhio" verso sinistra e subito si dovrebbe nuotare un varco con alcuni alberi e rami caduti, sopra a uno dei quali ho costruito un ometto, quindi proseguire in quella direzione. Subito dopo si ritroveranno i segnavia e si è agevolmente condotti al fontanone. Nei pressi delle acque il sentiero ridiventa un po' caotico ma non ci sono problemi, abbiamo anche sfrondato la vegetazione rendendo la percorrenza agevole.Fin troppo scontati i commenti sulla bellezza dei luoghi
31/05/2020 Manuel78 Percorso stamattina in famiglia seguendo il senso del gpx scaricabile dal sito.Cascata spettacolare, se la portata lo permette consiglio di salire fino alla vasca, merita.La parte alta del fontanone è meno interessante e più difficile da raggiungere visti gli alberi caduti e la parte finale un pò accidentata ma presenta una bella vista sulla valle sottostante. A tal proposito segnalo che non è facile trovare il sentiero a partire dal guado del torrente in secca e bisogna tenersi alla sinistra seguendo qualche "ometto".Dopo la parte alta del fontanone abbiamo proseguito la salita per completare l'anello. Una volta arrivati in alto la vegetazione non permette una vista totalmente aperta ma risulta comunque appagante. Ricordatevi vestiaro adeguato in quanto in cima soffia vento fresco.Consiglio inoltre di percorrere lo stesso senso della traccia seguendo le ottime indicazioni su alberi e pietre, quindi con il fontanon all'inizio in quanto il percorso risulta ripido e scivoloso sulle foglie ed è meglio percorrerlo in salita.Inutile ricordare di portare calzature adatte e bastoncini per evitare spiacevoli inconvenienti.
19/06/2017 alberto.ruan Escursione fatta il 18 giugno con il mio amico Claudio per sgranchire le nostre gambe dopo giorni di inattività montanara...La visita alla cascata e al lago che crea è molto interessante, davvero un luogo magico. La salita nel bosco ci fa faticare un bel po' e la discesa al tratto superiore della cascata l'avremmo sinceramente evitata perché forse a causa della poca acqua non c'era un gran che da vedere a parte l'affaccio sul salto di 70 metri. Ripartiti e completiamo l'anello nelle tre ore e mezza / quattro come da relazione. La discesa sul sentiero 703 è davvero molto bella in un bosco disseminato di massi e radure piene di tappeti di foglie giallo/marroni che ci hanno accolti per un riposino ristoratore. Tutta la gita siamo stati accompagnati da una brezza fresca che scendeva dalle pareti delle montagne circostanti e alleviava la calura di questi giorni. Alberto Ruan.
05/06/2015 askatasuna Il benvenuto in val Resia si veste da Sassifraga Alpina. Pare impossibile che da quelle timide rosette di foglie basali possa esplodere un candido abbraccio di petali dalle allegre lentiggini rosse. Un fusto rigido, fatto della stessa pietra a cui s’aggrappano, punta verso il cielo. Le screziature bianche delle foglie espirano calcare, guadagnandone in eleganza. Poi i Raponzoli! Pura divinazione barocca! Simmetrica, arruffata e crestosa. Quei capolini gonfi e ricurvi pronti ad incastonare una gemma preziosa e, attorno, un coro di pistilli arricciati. Itinerari leggeri, come questo, invitano ancor più a mangiar tutto con gli occhi. Quei colori che spesso sfioriam dall’alto ci sussurrano di fermarci, di abbassarci per entrare in un’altra dimensione del sentire. Esigono che il respiro si faccia lungo, che i tempi si dilatino. Quanto ce ne vuole per carpire ogni curva, ogni sfumatura. Per dare il giusto peso ad ogni cosa. Per abituare l’animo a sorprendersi ancora, davanti al così piccolo. Al così perfetto. Il fontanone è uno scivolar di dolcezza. A metà mattinata però, sonnecchia ancora tra le ombre e cela i suoi colori. Riesco solo a sfiorare l’incredibile contrasto tra quella pozza di cielo e le mille tonalità di marrone di cui si veston i sassi subacquei e quella parete che pare intagliata. Viva. Non è una semplice comparsa, ma giaciglio verticale che accompagna i rivoli più solitari. Le gocce più pigre, quelle che scendon in disparte, senza fretta, per godersi il panorama. Il troi che porta alla parte superiore è segnalato, anche se interrotto in alcuni punti. Una muraglia pettinata dal carsismo emerge a mò di installazione. Mi fermo sull’orlo del salto. Con le zampe a penzoloni. Sotto di me, ancora l’ombra a mitigar i colori. Più che lo sbuffar vivace mi catturano i pianti di quei sassi muschiati che addobbano le pozze. Dolce alternativa per scender a valle, ipnotizzano lo sguardo col loro continuo sgocciolare, suggerendo un delicato adagio. Pare possa sentirsi solo strizzando gli occhi come fossero orecchie. Ma è pura illusione giacché il resto dell’orchestra sta suonando un agitato vibrante e spumoso. Poi risalgo a cercar ancora acqua. Sotto un grande macigno pare aver inizio tutto il can can che si svolge di sotto. L’eco è tuonante e il rivoletto che esce fa lo stesso effetto di un chihuahua che abbaia in una caverna. Una grande pietra ha un foro. Perfetto. Profondo. Una domanda senza risposta. Poi si risale e ammiro il Cuzzer da un profilo per me inedito, corteggiato dai Maggiociondoli che lo incorniciano con le loro trecce aromatiche. La passeggiata si scioglie davanti ad un faggio. La poca peluria che lo ricopre ha la forma perfetta d’un cuore.(03.06.2015)
02/08/2014 simonetta Escursione effettuata oggi 2 agosto perché in questa strana estate ero sicura di non trovare il fontanone asciutto. E infatti per la molta acqua non siamo riusciti ad arrivare fin sotto la cascata e il guado non è stato facile. Nessuna difficoltà ad individuare il sentiero che porta alla parte superiore della cascata ma nella parte iniziale della discesa si viene guidati da alcuni ometti perché la traccia non è più visibile a causa dei crolli, poi sia segnali che sentiero diventano più evidenti. Nessun altro problema, sentieri perfettamente segnalati, anche se le foglie di faggio spesso nascondono la traccia il segnale Cai è sempre ben visibile.
29/04/2014 luca.deronch la situazione del Fontanone domenica 27 aprile non è ancora buona. Nella parte inferiore del Fontanone è impossibile guadare per la presenza di una grandissima slavina dall'altra parte del Rio e per la grande quantità d'acqua. Sono salito un tratto lungo il cordolo di cemento fin dove possibile ma la cascata è in parte nascosta ancora dalla grande presenza di neve. Per andare a visitare la cascata nella parte superiore il segnale sul grande masso è stato in parte cancellato dalla vernice grigia ma abbiamo costruito un grosso ometto, alla fine, guadato il rio secco abbiamo proseguito solo per un breve tratto per la presenza di grandi slavine e schianti provenienti dai Musi che hanno nascosto il sentiero. Ripreso il segnavia in direzione della C.ra Plananizza, sempre attraversando slavine siamo arrivati al grande masso di quota 1039 indicato nella relazione per fare una sosta. Da lì in avanti è stato impossibile ritrovare il sentiero ancora una volta per la presenza di una grossa slavina. Abbiamo proseguito comunque attraversandola per immergerci nel bosco senza sentiero. Proseguendo nel bosco piuttosto ripido mancando in pieno la casera ( guardando a casa con calma le curve di livello, probabilmente ci siamo tenuti troppo alti,in ogni caso si doveva incontrare prima o poi il 703 in discesa da la Forchia)e ritrovandoci sopra un dirupo con il 703 che passava sotto al di la di un rio. Risalito il filo del dirupo con non poca attenzione abbiamo trovato un passaggio per scendere e attraversare. Alla fine raggiunto il sentiero è stato facilissimo bersi una birra da mezzo a Resiutta :-)! Per visitare il Fontanone è meglio aspettare, forse un mese, forse di più.....
21/07/2013 cabicabas Bellissimo il fontanone ma attenzione al sasso dove dovreste svoltare per il fontanone, è molto labile e se lo mancate perdersi nella faggeta è quasi automatico.Ad ogni modo passeggiare nella faggeta è quasi magico quasi "elfico".
06/05/2013 Sandruz Fatto in data 05/05/2013. Escursione simpatica, la stagione purtroppo e` ancora indietro e la parte alta del fontanone e` ancora sepolta dalla neve. Veramente molta acqua nel torrente, sconsigliabile guadare il torrente a valle del fontanone.
02/05/2013 mappo68 Fatto ieri, bella escursione. Il fontanone è carico di acqua e quindi molto bello da fotografare.Il percorso è ben segnalato anche da ometti. Quando vi dirigete alla parte alta del fontanone, una volta guadato il torrente privo di acqua, svoltate subito a sinistra. L'avvicinamento alla discesa che vi porta al fontanone non è facilmente praticabile in quanto molti alberi sono caduti probabilmente per valanghe. Il tratto che precede il salto è ancora coperto di neve. Per il resto tutto molto semplice. Il bosco è bellissimo con colori stupendi. Unica pecca una zecchetta da eliminare in serata ma si sa la Val Resia ne è piena.
08/07/2012 debora.c La freccia che segnala la deviazione per la parte alta del Fontanone del Barman è molto sbiadita. Per fugare dubbi sulla correttezza della direzione da prendere ci si può aiutare orientandosi verso un albero su cui è posto un segnale rettangolare bianco. Mano a mano che si procede il percorso è ben segnalato. Arrivati al greto del rio la camminata è sbarrata da alcuni alberi sradicati per cui diventa difficile seguirne la prosecuzione. Qualche volenteroso ha provveduto facendo delle piccole pile di sassi per indicare la direzione corretta della quale si ha ancora più certezza dopo aver attraversato il greto: rientrati nel bosco le tracce da seguire per arrivare all’origine della cascata sono evidenti. Altro punto in cui serve prestare attenzione è, come da relazione, il passaggio dal bosco al greto che porta all’inizio della cascata: la vegetazione tra cui diverse rigogliose piante di ortiche, rende difficoltoso capire dove si mettono i piedi. Ritornati al bivio si prosegue seguendo i frequenti e ben marcati segnali su sassi e alberi (sentiero indicato col numero 762 fino all’intersezione con il numero 703). Abbondanza di zanzare in questa stagione.