Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.13 Pontebbana, poco prima di attraversare Resiutta, si devia a destra in direzione della
val Resia. La prima auto la lasciamo presso le case più a monte di Borgo Povici mentre con la seconda si riprende la strada principale e la si segue per circa 7 km, imboccando poi a destra la deviazione per
Sella Carnizza. Poco meno di un km oltre le case di Borgo Lischiazze, un ampio spiazzo presso la strada ci consente di parcheggiare comodamente (m 583, segnavia CAI, ancona votiva).
Descrizione
La traversata inizia lungo la pista forestale che si diparte dal parcheggio e che si segue in leggera salita fino ad incontrare l’inizio del segnavia CAI n.703 sulla destra. Volendo si può continuare diritti per una decina di minuti per visitare la parte bassa del
Fontanone Barman. Ritornati al bivio, si interseca il greto del Rio Secco per poi piegare subito a sinistra nel bosco di
faggio. Con andamento comodo e lineare, mantenendosi poco sopra il letto asciutto del rio, iniziamo a salire tralasciando a destra il segnavia CAI n.707 diretto a
forca Tasacuzzer e alla vetta del
monte Cuzzer (segnalazioni su un masso). Noi invece proseguiamo diritti incontrando il greto asciutto di un rio secondario dove, per un breve tratto, la
faggeta viene sostituita da una rada pineta a
pino nero. Il sentiero si riaccosta nuovamente al solco principale e lo attraversa in prossimità di un grande macigno. Poco più avanti ci si riporta sull’altro lato del greto dove si lascia a sinistra anche la deviazione per le sorgenti del
Fontanone Barman. Attraversate alcune radure intervallate da macchie di bosco, si arriva alla insellatura della
Forchia (m 1192), punto più alto della escursione odierna. Scendendo nel versante opposto, tralasciamo subito a sinistra il segnavia CAI n.740, mentre il nostro percorso prosegue ad ampie svolte nella
faggeta. Oltrepassata una zona interessata da schianti si incontra, ancora a sinistra, il bivio con il CAI 726 per
forca Campidello. Da questo punto in poi il CAI 703 si fa più ripido e ci porta ad attraversare terreno scosceso, uscendo infine sulla bella radura di
Casera Rio Nero (m 865). Ripreso il CAI 703 si percorre un tratto quasi pianeggiante nella
faggeta poi il sentiero scende a mezza costa attraversando alcuni scivoli ghiaiosi dai quali si intravedono le acque del rio Nero. Si cala ancora fin quasi al greto che va incassandosi in una forra. Il sentiero si innalza qualche metro e traversa un punto esposto, ma protetto da uno spezzone di cavo. Raggiunto un aereo sperone (parapetti), si cala sul greto di un rio secondario. Con stretti tornantini si scende lungo un ripido e grossolano pendio detritico che termina presso la passerella sul rio Nero. Bella la pozza che si forma immediatamente a monte del guado come anche quella più appartata che si può raggiungere risalendo per qualche minuto il greto. Da qui ha inizio lo spettacolare tratto sopra la forra del torrente con il sentiero che rimonta sullo scosceso versante opposto (passerella e cavo corrimano). Arrivati ad un ripiano boscato, si scende in diagonale lungo un tratto un poco esposto (cavo metallico). Successivamente si asseconda un impluvio riprendendo poi a traversare lungo una cengia comoda, ma tagliata a picco su un dirupo. Ancora tratti consolidati ed attrezzati facilitano il passo ma non devono far dimenticare l’esposizione comunque notevole su cui ci si muove. Dopo questo traverso il sentiero perde quota fino ad un aereo costone, ancora alto sulla forra. Da qui si scende a strette svolte con inaspettata semplicità e si guadagna definitivamente il greto del rio Nero che si costeggia per un buon tratto sulla sua sinistra orografica. Lungo i macereti che scendono sui bordi fiorisce a maggio la
violaciocca alpina e non è raro imbattersi nella
vipera dal corno. A stagione più inoltrata sulle sponde del rio fiorisce abbondante anche il
giglio dorato. Raggiunte le case presso lo sbocco della valle, si svolta a sinistra per il 703a che ci riporterà a borgo Povici. Si oltrepassano alcune radure ed un piccolo nucleo di case, alcune delle quali ristrutturate, poi la mulattiera esce sull’ampio greto di un canalone. Lo si attraversa per entrare nella estesa pineta che contraddistingue questo lato della valle. Qui si procede gradevolmente con qualche saliscendi mentre alcune schiarite ci permettono di intravedere il fondovalle principale. Nella parte finale della traversata, muretti a secco contornano in maniera discontinua il percorso che va trasformandosi in ampia mulattiera. Infine, arrivati al largo greto sassoso del torrente Resia, presso una ancona votiva si piega bruscamente a sinistra uscendo presso le case di Borgo Povici di Sopra.