Avvicinamento
Subito dopo aver oltrepassato Venzone in direzione nord, imboccare la strada che conduce alle case di borgo Sottomonte proseguendo poi lungo la rotabile che risale la val Venzonassa. Un km circa oltre il doppio tornante si incontra un piccolo spiazzo sulla destra in corrispondenza della marcata ansa che la strada compie per assecondare l’impluvio del Gran Rio (m 514, cartello, parcheggio lungo la strada).
Descrizione
Lasciato l’automezzo ed ignorati per il momento i due segnavia CAI n. 705a e 704, che si allontanano in direzioni opposte, si prosegue a piedi lungo la rotabile. In leggera discesa si oltrepassa il canalone ed una successiva galleria dove ha inizio anche il divieto di transito ai veicoli, quindi la strada riprende quota offrendo una
bella visuale sui monti che delimitano a sud la valle. Dopo avere oltrepassato i ruderi di borgo Maieron ed alcune piccole rientranze, con una decisa rampa si perviene alle case di Prabunello (m 763) dove sono in atto numerose risistemazioni.
Tralasciata a destra la scorciatoia per il Plan di Frassin, si sale a monte delle case con una serie di ampi tornanti. La strada poi riprende a traversare verso oriente raggiungendo un ulteriore bivio segnalato. Si lascia così la pista della val Venzonassa, che prosegue verso
forcella Tacia e si prende a sinistra seguendo le indicazioni per
malga Confin (cartello). Poco dopo il bivio la strada rasenta una bella radura attrezzata con osservatorio, quindi prende a risalire a regolari tornanti una costa boscata sulla sinistra orografica del Livinal di Confin. Utilizzando la strada cementata o le scorciatoie che tagliano i tornanti, si esce dal bosco di
faggio. La traccia priva di segnavia (quota 1130 circa) che si stacca a destra e serviva da scorciatoia è invasa da vegetazione; proseguiamo quindi lungo la strada fino a connetterci con la pista di collegamento tra malga Ungarina e
casera Confin dove prendiamo a destra. Si raggiunge così la
panoramica insellatura di
malga Confin che allo sciogliersi delle nevi si ricopre di
crochi (m 1330, piccolo sottotetto sempre aperto, panche e tavoli). Presso la malga, che è stata recentemente ristrutturata, ha funzionato per un certo tempo anche una attività agrituristica.
Dalla malga si riprende lo sterrato di servizio tagliando in lieve discesa tutto il versante meridionale della dorsale erbosa compresa tra il Lavara ed il
Plauris. Oltrepassato il bivio con la strada utilizzata in salita, con una lieve contropendenza si guadagna anche la piccola insellatura poco sotto la quale sorge
casera Ungarina (m 1296) dove il panorama si apre anche verso Venzone e la valle del Tagliamento. Presso la sella una grande
pozza offre un favorevole quartiere di riproduzione a diverse specie di anfibi quali il
rospo e l’
ululone dal ventre giallo.
Tralasciando le tracce che traversano alla stessa altezza della casera, si scende qualche metro seguendo le indicazioni del segnavia CAI n.705. Dopo un breve tratto su terreno aperto, punteggiato ad aprile dalla fioritura di
bucaneve e
cipollaccio giallo, il sentiero rientra nel bosco. Con andamento quasi rettilineo inizia il lungo aggiramento che ci condurrà a contornare il vallone del Gran Rio. La copertura arborea non lascia ora grande spazio alla vista ma in compenso il sottobosco presenta estese fioriture di
colombina,
epatica e
dentaria a nove foglie. La continuità del bosco è interrotta solo per un momento da un panoramico spallone oltre il quale il sentiero inizia a perdere quota più decisamente. Un punto franato viene aggirato in alto quindi il sentiero interseca un marcato impluvio passando successivamente accanto ad un caratteristico masso aggettante. Superati anche i resti dello stavolo Zuet, il sentiero costeggia alcune pareti rocciose uscendo poi su una aerea cengia erbosa. Al successivo bivio segnalato si abbandona il segnavia CAI n.705 che prosegue in
discesa verso Venzone (vedi variante) e si prende a sinistra in direzione della
chiesa di Sant’Antonio. Dopo la visita d’obbligo al
panoramico belvedere della chiesa (m 852, piccolo bivacco utile in caso di maltempo), il sentiero prende a calare decisamente compiendo una larga ansa. Ben presto tra i
carpini si inzia a scorgere la strada della val Venzonassa ed anche la pendenza si attenua in corrispondenza di una bella dorsale erbosa che il sentiero attraversa interamente. Ancora pochi metri e l’anello termina esattamente al punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo