Avvicinamento
Da Cividale imboccare la strada panoramica di Castelmonte. Dopo aver oltrepassato il piccolo borgo con il famoso Santuario lasciare la vettura lungo la strada in corrispondenza di uno sterrato che si diparte sulla destra (m 540, segnavia CAI n.747 del Sentiero Italia).
Descrizione
Imboccata la pista la si percorre in discesa all’interno di un bosco di
nocciolo,
castagno, ed
acero campestre, raccordandosi in breve con un’altra forestale che proviene da destra. Superata una zona di esbosco, la strada diventa sentiero e prosegue ancora in moderata discesa. Dopo alcuni piccoli saliscendi il sentiero inverte bruscamente direzione e pendenza innestandosi su una mulattiera a quota 425 circa. Toccato il punto più basso, dopo l’insolito inizio in discesa, il percorso riprende quota a tornanti raccordandosi una prima volta con la strada asfaltata in corrispondenza dei casali Dorgnach (m 586). Dalla parte opposta della sede stradale si ritrovano i segnavia bianco rossi che ci portano in breve sul crinale, caratterizzato da
radure aperte intervallate da boschetti di
roverella,
orniello,
carpino nero e
tiglio. L’occhio allenato
potrà anche individuare resti di trincee e piazzole risalenti alla Grande Guerra che il tempo sta lentamente cancellando. Più avanti, evitando di proseguire lungo le invitanti radure del monte San Nicolò, ci si porta sulla sinistra a traversare in quota un bosco di
faggio e
castagno. All’improvviso esaurirsi della vegetazione ci troviamo davanti alla
chiesa di San Nicolò (m 719), circondata da due file di alti
larici, prima tappa di questa lunga traversata. Si prosegue lungo il sentiero proprio dietro alla chiesa, raggiungendo una insellatura prativa oltre la quale ci si riporta sulla linea della dorsale. Si percorrono alcuni panoramici prati ondulati nei pressi della quota 692 poi il segnavia si riaccosta alla rotabile sulla quale ci si innesta poco prima del bivio a destra per Covacevizza. Quasi subito si abbandona la strada di Tribil per imboccare nuovamente il sentiero. Dopo una panoramica radura si attraversa una carrareccia, sfiorando la rotabile, per riprendere poi su sentiero sempre all’interno di bellissime macchie boscate alternate ad
ampie radure con
betulle e
ginepri. Raggiunto una specie di pulpito, affacciato sulla sottostante valle dello Judrio, si risale alla
chiesa di San Giovanni (m 702) situata in vetta al colle che porta lo stesso nome.
Dal ripiano della chiesa si scende per una mulattiera che ben presto esce su una panoramica dorsale erbosa dalla quale si può osservare tutto il crinale che ancora manca per arrivare al
monte Cum. Nel tratto successivo il segnavia si accosta un paio di volte alla strada asfaltata che però viene sempre evitata con percorso un poco tortuoso all'interno della boscaglia. In corrispondenza delle prime case di Varch evitare di imboccare la pista che scende verso lo Judrio e proseguire invece sul crinale seguendo con attenzione i segnavia. Anche a novembre, nelle giornate più miti, è possibile osservare il volo di qualche specie tardiva come la
crocea, instancabile frequentatrice delle praterie.
Il sentiero dopo poco si immette nuovamente sulla strada asfaltata in corrispondenza del bivio per Clinaz che si segue a destra, confortati anche da alcuni segnavia. Poco prima di arrivare alla piccola e discosta frazione fare attenzione al bivio sulla sinistra (segnalazioni) nei pressi di una fonte. Il sentiero appena intrapreso oltrepassa una grande radura e poi compie un lungo traverso sulle boscose pendici orientali del monte Kuk, salendo infine, tra vecchi orticelli terrazzati, alle case di Gnidovizza (m 582). Si attraversa brevemente l’abitato alla fine del quale si imbocca la carrareccia che scarta a sinistra (segnalazioni). Alla prima ansa, presso una grande vasca con fontana, la si abbandona per seguire la mulattiera che da qui si stacca. Questa confluisce in una ulteriore pista che seguiremo verso sinistra raggiungendo nuovamente la dorsale nei pressi di Tribil di Sopra. Lasciato il paese a sinistra, in leggera risalita, si perviene così alla base del
monte Cum dove ha inizio il tratto più faticoso dell'escursione anche in considerazione del buon numero di ore di cammino che sono già alle spalle. La salita avviene dapprima su comodi tornanti che poi si interrompono costringendo ad una ripida progressione. Più in alto ci si porta verso sinistra guadagnando infine, con pendenza più gradevole, la piccola vetta del
monte Cum (m 912). La cima, contrassegnata da un vistoso cippo, non offre alcuna visuale in quanto invasa dalla boscaglia. Per la discesa si prosegue lungo il crinale in direzione est poi, in modesta contropendenza, si sfiora la cima del monte Striesenca. Da qui la discesa lungo la dorsale orientale del monte si fa assai ripida. Fare attenzione ad una brusca svolta a sinistra tralasciando alcuni segnavia che continuano anche più in basso. La traccia, dapprima poco marcata, migliora sensibilmente con il procedere, fino a confluire in una mulattiera che ci porta alle abitazioni di Rucchin dove avremo lasciato un secondo veicolo.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Uomo