Avvicinamento
Raggiunto l'abitato di Avasinis (frazione di Trasaghis) e parcheggiato l'automezzo, individuare subito a destra della vecchia latteria sociale, il nostro sentiero che non è identificato da numerazione CAI.
Descrizione
Il sentiero prende a salire in un rado bosco di
orniello,
nocciolo e
roverella costeggiando una paretina rocciosa ricoperta dall’
edera. Si attraversa l’incassato greto di un corso d’acqua oltre il quale si esce su balze erbose ricoperte da pineta. La mulattiera si presenta in qualche punto inerbita ed erosa dal ruscellamento ma non si fatica a seguirne l’andamento grazie anche ai bolli rossi. Più in alto si esce su una piccola schiarita dalla quale si apre una prima visuale sul sottostante abitato. Nella estate inoltrata numerose specie di
ortotteri (cavallette) abitano questi prati creando il tipico sottofondo sonoro. Raggiunta una cappella votiva recentemente restaurata, si prosegue a salire a monte della stessa su percorso sempre ben marcato. Ad un evidente bivio ci si tiene a destra portandosi alla base di un costone roccioso che si risale lungo una cengetta gradinata. I segnavia proseguono sulla linea di una piccola dorsale coperta da rada boscaglia a
pino nero e
pino silvestre.
In corrispondenza di una piccola conca dove fiorisce in abbondanza il
colchico, il sentiero piega a destra guadagnando il versante nord del monte. Il tratto successivo, pressoché rettilineo, ci porta ad incrociare alcuni rivoli ombrosi mentre dalle rade schiarite del bosco si può osservare la vasta zona di erosione che dalle pendici del monte Curgnul scende nel vallone del torrente Leale. Dopo aver attraversato il letto di un ultimo rio si raggiunge una macchia di conifere dove il sentiero si fa meno evidente. Poco più in alto la traccia migliora e si porta verso un traliccio dell’alta tensione dove finiscono i problemi di orientamento. Con un’ultima ripida salita si rimonta una dorsale punteggiata dalla fioritura dell’
aglio serpentino e dell’
anterico minore raggiungendo un ripiano erboso. Da qui è possibile raggiunge in breve il
punto più alto della dorsale a quota 515. Si consiglia, comunque, di proseguire ulteriormente lungo il crinale erboso a raggiungere, con modesto saliscendi, la cima del
monte Jof, ricoperta dalla pineta (m 492,
limitato panorama sul
monte Brancot e sulla pianura). A settembre, lungo la dorsale, fiorisce la
genzianella pelosa mentre alcune conche umide ospitano la fioritura della rara
genziana mettimborsa.
Per il ritorno vi sono due possibilità: scendere dalla cima del
monte Jof per alcuni metri in direzione sud est fino ad un sentiero che si raccorda, dopo alcuni tornanti, al bivio di cui si è già detto oppure utilizzare la rotabile che da Avasinis sale al
Cuel di Forchia. Nel secondo caso ritornare sui propri passi fino all’edificio incontrato in precedenza, scendendo poi lungo il tratturo di servizio a raccordarsi con la strada asfaltata. Percorrerla in discesa fino a raggiungere il primo tornante dove una mulattiera lastricata consente di evitare la curva. Ripresa la strada asfaltata la si segue ancora per un tratto facendo attenzione ad imboccare una evidente mulattiera che si stacca sulla sinistra (freccia rossa sulla strada). Superata una ulteriore cappelletta dedicata a Sant’Antonio, si cala con piacevole percorso fino ad arrivare al paese a poca distanza dal punto di partenza.