29/10/2020 loredana.bergagna Mercoledi ancora una giornata promettente, ritornata ancora una volta su questi sentieri percorrendo l'anello così come proposto dalla guida, niente di nuovo da segnalare se non la presenza di qualche schianto che comunque si scavalca/bypassa o “sottopassa” senza particolari difficoltà, anche lo stato del canalino incassato non mi pare mutato di molto, conviene risalirlo sulla destra. In giornate come questa, soleggiate ma frizzanti, serve attenzione lungo il sentiero che sale fino alla Portella, è in ombra ed è scivolosamente ghiacciato, i sassi sono malandrini; richiede calma e la solita prudenza anche la discesa a Capanna Cinque Punte, la cui fontana è aperta. Da lì tante foglie ancora e qualche aggiramento, il guado si fa guadare senza particolari paure di pediluvio non voluto, ma finalmente, là sotto, si intravede la bianca fiumana del Rio Bianco che psicologicamente fa dire: bene, è fatta mentre in realtà ancora qualche passo va fatto.
14/06/2020 stefano.andorno Percorso ieri 13/06/2020, come da sentieri natura. Sottolineo che, giunti sull' ampia fiumana ghiaia della Valromana (punto 1 sul libro), non si deve riprendere la carrareccia sul lato opposto, bens� percorrere il margine opposto dell' alveo ignorando ovviamente le indicazioni per Capanna 5 Punte, il cui sentiero, che sfocia anch' esso nell' alveo, viene percorso al ritorno. Nell' attraversamento del dirupo canalone, in salita verso Sella Ursich, serve attenzione a mantenere il segnavia. Null' altro da segnalare se non la dovuta cautela nell' attraversamento dell' aerea cengia finale del sentiero 518 che conduce a detritico
21/09/2019 ectorus Dopo 6 anni ho rifatto ieri questo percorso come da relazione di SN. Devo dire che ho riscontrato diverse più difficoltà rispetto al 2013. La risalita lungo il ghiaione di punta del camoscio , l'incassato canalino una volta gradinato e un paio di traversi, secondo me andrebbero rivisti con una adeguata manutenzione oltre ad un ripasso della segnaletica. Mi sono ripromesso che la prossima volta salirò da Cave del Predil che presenta un sentiero " più umano ". Buona vita a tutti
28/07/2019 myshkin57 Saliti giovedì 25/07, da Cave sul 511 fino alla Portella e alla cima del Monte Sciober; ritorno per lo stesso sentiero. Tutto il tracciato è in ordine, libero da schianti e ben segnalato. Giornata MOLTO calda, fortunatamente la penombra del bosco risparmia almeno dal pieno sole; stranamente il tratto di cresta tra Portella e Sciober non è allietato da brezze e vento e così ne risulta la cottura finale.Il panorama dallo Sciober, nonostante le nuvole e la foschia, è notevole; in particolare l'allineamento tra Sella delle Cave, Forcella Carnizza di Riofreddo e Sella Nabois è un punto di vista inconsueto. La salita da Cave alla Portella vede questi 900mt di dislivello ripidi e senza tregua: è come salire con un ascensore un'escursione didattica attraverso tutte le fasce di vegetazione. Qualcuno mi fa notare che il termine "ascensore" forse non trova il consenso delle gambe affaticate.L'abete bianco monumentale, di cui pur di può ammirare solo solo il tratto più basso perché poi si perde tra le chiome degli altri alberi, è uno spettacolo emozionante nella sua bellezza.Lungo il ritorno si trova ancora l'enigmatico cartello "Ricordi", mah!Buone montagne a tutti.
05/07/2019 cjargnel Uscita di oggi 05/07/19 secondo quanto descritto in SN V32 con l'unica breve variante dell'aggiunta della salita alla facile forcella del Grintavec. Percorribilità in genere buona salvo qualche punto in cui ci si deve un po' destreggiare. Sul "dirupato canalone" citato in V32 si tratta semplicemente di seguire la variegata segnaletica che si incontra: paletti, qualche segno Cai, bollini e frecce rosse. Il canalino incassato si supera facilmente con un minimo di attenzione. Decisamente più attenzione è richiesta nell'attraversamento dell'ultimo pendio franoso prima del bosco che precede la conca verde ove il sentiero è stato portato via da una qualche slavina per tutta larghezza. Basta usare con attenzione piedi e bastoni e si passa. Infine scendendo dalla Capanna 5 Punte per il 518 (che si diparte dalla facciata verso valle della Capanna) dopo un buon tratto iniziale, superato il rio Sciober, poco oltre compaiono i primi schianti. Molti non interessano il sentiero ma diversi altri si, ma si superano scavalcando o sottopassando. La famosa cengetta è integra e non crea alcun problema a mio parere. Queste note hanno solo il senso di offrire qualche spunto per una valutazione da parte di chi volesse intraprendere l'effettuazione di questo anello che ho trovato eccellente per la varietà di ambienti e panorami e in linea con quanto già eccellentemente riportato in V32 di SN. Mandi e buine mont a duç.
09/09/2018 sandra.sentierinatura Saliti allo Sciober da Cave del Predil sul segnavia 511. Tutta la salita, fino poco sotto la Portella, si svolge nell’ombra fresca del bosco di abeti e faggi. La salita, seppur sostenuta, si svolge su buon fondo, di questo sono testimoni i miei piedi al ritorno! All’affacciarsi alla insellatura della Portella, da poco definitivamente fuori dal bosco, si è appagati dal vasto panorama che si apre improvviso sul versante opposto. Ormai la salita è praticamente fatta, mancano solo piccoli saliscendi tra i mughi in ambiente aperto e si perviene alla piccola cima dello Sciober, nei pressi della quale ci raggiunge un gruppo di escursionisti sloveni. Punto di interesse: nell’abetaia lungo la salita si ammira un grandioso esemplare di abete bianco segnalato da cartello indicatore.
18/06/2018 giuseppe.venica Escursione effettuata ieri 17/06/2018 come da relazione di SN. Fare attenzione appena attraversata l’ampia fiumana ghiaiosa della Valromana, non farsi ingannare dalla recente e rinnovata strada forestale che si alza davanti, per poi proseguire parallela appena un po’ più alta dell’alveo, ma piegare subito a dx e proseguire lungo le ghiaie (radi SV CAI). Il tratto “puntinato” del SV CAI N° 511 non è pericoloso, e può risultare attraente per chi ama qualche arrampicatina su rocce non esposte. Quasi tutto il percorso è ripulito ed in buone condizioni e non ci sono più residui di neve neppure sotto Sella Ursic. Qualche perplessità sulla discesa dalla Capanna Cinque Punte lungo il SV CAI N° 518. Già di per sé stesso alquanto ripido e con tratti molto “aerei”, presenta diversi schianti che obbligano a deviazioni impegnative (forse sarebbe meglio rientrare lungo il SV CAI N° 520). Percorso suggestivo per i panorami e la grande varietà di ambienti; fisicamente impegnativo. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
10/06/2018 loredana.bergagna Ripercorso dopo qualche anno l'anello così come proposto dalla guida, sempre interessanti e vari gli ambienti attraversati, permane un piccolo nevaio sotto Sella Ursic ma il sentiero gli cammina a lato per un brevissimo tratto, incredibilmente sulla pccola cima dello Sciober Grande ci ritroviamo in cinque umani ed una cagnetta che alla fine ha fatto il doppio dei chilometri percorsi da noi. Qualche goccia di pioggia a capanna Cinque Punte, il tempo di rifocillarci ed il sole è già tornato. Rientro lungo il sentiero 518 , qualche ostacolo lungo il cammino ma ben superabile con la solita attenzione che la montagna rchiede. Nei pressi del parcheggio le limpide pozze del Rio Bianco invitano un gruppetto di persone al pedilvio
18/06/2017 cheidoi Escursione dell'11/06 come da relazione SN. Tragitto in ambiente bellissimo e vario, seppure lungo, ma fortemente appagante quando si arriva a sella Ursic. Panorama grandioso. Contrariamente al solito incontrato altri escursionisti.Arrivati a Capanna cinque punte abbiamo deciso di scendere dal sent.cai 520. Un giro veramente sorprendente.
22/05/2017 lorenzo.cocianni Percorso in data 15 maggio, anello grandioso e lungo, sembra di tornare indietro nel tempo attraversando questi boschi, qualche nevaio residuo nella conca tra le due selle, capanna cinque punte in ordine, segnaletica chiara ovunque. Gli amici della montagna
25/10/2015 francesca Percorso ieri l'anello come da precisa relazione SN. Tragitto grandioso, in ambiente mai noioso, si attraversano boschi, ghiaioni, traversi panoramici in quota, cucuzzoli rocciosi, ripide discese e cengette a strapiombo... aggiungerei pure possibile avvistamento orso... visto che a noi è capitato (vedi forum fvg).La prima parte, cai 511 in ombra, eccetto la fiumana ghiaiosa della Val Romana, sole da quota 1400 ca., sentiero un po' umido e coperto di brina. Segnalo che a quota 1474 ca, si deve superare un canalino roccioso incassato tra le rocce, coperto un po' da ghiaie, dove una volta a quanto pare c'erano dei gradini in legno. Niente di particolarmente difficile per chi ovviamente è avezzo a certe situazioni, il tratto non è esposto, si sale con un po' di attenzione cercando di non smuovere ghiaie per non mettere in difficoltà chi segue. A quota 1600 ca. il sentiero è stato deviato verso sx, probabilmente a causa di un franamento su un ghiaione, il tratto interessato è opportunamente evidenziato con sbarramento di sassi e paletto segnavia. Poca neve, qualche centimetro, da quota 1600 ca fino a Sella della Malga, si cammina bene senza bisogno di ramponcini, il percorso è in pieno sole ed è panoramicissimo. A Capanna Cinque Punte incontriamo una giovane coppia che intende bivaccare, hanno tutta la mia ammirazione e invidia! Discesa per il cai 518 come da relazione SN, che avevamo già percorso in salita sempre in ottobre di due anni prima, in discesa non particolarmente difficile, certo bisogna sempre stare attenti dove si poggiano i piedi, dato che spesso il sentiero si riduce a stretta cengia ed il percorso è in ombra. Il tratto in cui la cengia diventa "molto aerea" si passa con piede sicuro, la cengia esiste, non ci si deve aggrappare alla roccia, la vegetazione nasconde un po' lo strapiombo. Gita sicuramente da rifare più volte per gli amanti dei luoghi appartati e selvaggi, ideale in ottobre quando al colore autunnale si aggiunge il bianco di brina e neve.
18/07/2014 askatasuna Si dice che gli elefanti posseggano una memoria molto affinata, ma anche i piedi non scherzano e di prima mattina tentano furtivi di scivolare via. La ghiaiosissima val Romana, oltre che l’avvicinamento al Dosaip, li han segnati a suo tempo. Ciuffoni di astranzia stemperano l’inizio del cammino. Nel bosco è tutto un plumbeo raponzolare. Un paio di schianti s’aggirano facilmente, mentre a quota 1600, un pezzo di sentiero non ha retto. Si passa senza patemi anche grazie a dei gradinamenti ormai consolidati. La visuale della conca soprastante apre il viso, gli occhi si tuffano in quei verdi, soggiogati da quei monoliti severi e imponenti. Alla Portella cedo. Fatico a credere di non essere di fronte ad una cartolina, ad un fermo immagine. Anche i piedi sorridono, senza farsi vedere. La vista verso Montâs e Kanin è impressionante, come la quantità di neve che prende tranquillamente il sole sull’altopiano carsico. Come nulla fosse. Completamente alla mercè delle emozioni, l’occhio si posa su una Raibl da quassù sembra quasi un presepe. Dai fianchi del monte Re sembra sgorgare ancora quel minerale sanguigno che è stata la linfa di un paese. Di tante famiglie. Finché è stato redditizio, Finché è convenuto al capitale. Per poi essere dimenticate, sotto la polvere respirata per decenni. Sotto le macerie dei ricordi. Rondini, Jôfs e Nabois sembran stretti a colloquiare fra loro. Appare una viperella. Minuscola, più esile di un orbettino. Si agita, fuggendo e soffiando come una scalmanata, provocando risate incontenibili. In vetta, mangio il panorama boccone per boccone e alla fine rimango in piedi. Dondolante. A fissare il massiccio del Mangart. Da qui è un abbraccio di pietra, caldo e protettivo. Mi penetra con la sua maestosa quiete, rotta solo dal buffo apparire del Travnik, che si staglia, facendo capolino col suo verde irriverente, alzandosi quasi sulle punte per spezzare quel biancastro grigiore verticale. La discesa riserva degli schianti che non disturbano e un gallo forcello che sfreccia rumoroso. Un tratto di bosco riunisce un simposio alato e moscoso. Da non credere quanto il rumore dello svolazzare sia forte. La capanna, nonostante tutto, è in buono stato, dispone di due materassi con rete al piano inferiore e due reti a quello superiore. L’acqua scorre fresca nella fontana. Un toccasana. Scendo per un 518 ove a tratti si notano i segni dei disastri invernali, già ripuliti. Un enorme albero caduto crea un minimondo surreale a metà tra Escher e Picasso, facendo ombra a piante ed ellebori che crescono vigorose sul suolo, mentre dalla sua base capovolta, fatta di terra e radici, penzolano ciuffi d’erba a testa in giù. Attenzione particolare va posta all’esile cengia erbosa se percorsa con pargoli a seguito. Poi il ritorno segue il pietroso copione, piccolo prezzo per una silente escursione a due passi dai titani. (16.07.2014)
21/10/2013 heidi.bruna Sabato 19/10 siamo saliti alla Capanna 5 Punte salendo lungo il CAI 518 lungo l'alveo del rio Sciober, proposto in discesa dal presente itinerario.Bisogna fare molta attenzione scendendo nell'ultimo tratto dal guado di quota 1104 in poi, transitando sotto le pareti a strapiombo per intenderci, perchè il sentiero risulta a tratti esiguo, esposto e ingombro di foglie!Nulla d'insuperabile ma bisogna porvi attenzione, usando precauzionalmente i bastoncini telescopici per un maggiore equilibrio!
14/10/2013 ectorus Escursione fatta per la prima volta.Viaggiando in solitaria,parto con le solite perplessità e i dubbi sulla effettiva fattibilità del percorso, malgrado lo studio della cartina e la lettura dei vari commenti. A conti fatti, devo dire che non ho trovato motivi di pericolo, anche nelle parti più dubbiose.Certo, non deve mancare la solita attenzione e la consapevolezza dei propri limiti.Quindi sono rimasto soddisfatto del giro fatto.La prima ora si cammina nella fiumana ghiaiosa guadagnando poco dislivello. Poi le cose si fanno più serie e qui mi hanno molto aiuitato gli spettacolari colori autunnali che mi hanno impedito di pensare alla fatica profusa. Dalla sella Ursic in poi si godono panorami stupendi e imponenti che appagano ogni sforzo passato. Insomma, un'altra bella giornata !!!!Buona vita a tutti
24/09/2013 alessandro.carnacina Splendida escursione fatta ad inzio Settembre. Gli ambienti solitari e l'ottima visibilità (grandiosi i panorami) l'hanno resa veramente indimenticabile. Il percorso è abbastanza faticoso (un medio escursionista - come il sottoscritto - impiega circa 7 ore). Attenzione alla risalita di un grande franamento con grossi blocchi (comunque ben segnalato) e di un canalino molto franoso (alcuni tronchi sistemati a mò di gradinatura, sono ormai marci ed insicuri). L'unico punto d'appoggio dell'anello è la Capanna Cinque Punte, verso la fine del percorso (dotata di due locali, dei quali solo uno accessibile), dove si trova una provvidenziale fontana.
17/08/2012 Pietro_Casarsa Il tratto attrezzato (canalino) del sentiero CAI511 appena sotto La F.lla Ursic è in pessime condizioni con pietre instabili e gli scalini di legno sono spariti. Il passaggio richiede molta attenzione in salita ed è molto impegnativo in discesa.
02/10/2011 sandra.sentierinatura Rifatto l'anello il 2 ottobre del 2011. Confermo il consiglio di compiere questa escursione nel mese di ottobre. Se si ha la fortuna di poter scegliere una giornata buona, infatti, i colori autunnali resi vividi dall'atmosfera tersa e fresca regalano un valore aggiunto al giro. Alla Capanna Cinque Punte, raggiunta nel pomeriggio e già in ombra, segnalo disponibile fonte con acqua.
01/09/2011 loredana.bergagna Meteo incerto, rischio pioggia già da tarda mattinata, non vale la pena sprecare una cima con il rischio di assenza panorama per cui ripiego su questo anello per il quale sento feeling, mi attrae. La strada che sale a Ortigara ora è tutta asfaltata fino al park che però non è raggiungibile in auto, c'è almeno km 1,5 prima, un divieto di transito causa lavori rinforzo un ponticello. Mi raccordo col sent.511 , faccio veloce per battere sul tempo la possibile pioggia, ma poi che sarà mai! Il sentiero corre lungo il greto del rio Bianco, rumore di acqua che scorre, poi scende lungo la fiumana ghiaiosa, sembra di essere in un anfiteatro. Abbandono il greto e salgo nel bosco, cammino leggera sul letto di foglie, numerosissime piante della rosa di natale, dev'essere una meraviglia all'epoca della fioritura; a destra scorci di pozze d'acqua e cascatelle limpide. Esco presso il canalone detritico alla base della Punta dei Camosci, risalgo sui massi, frecce , bollini e ometti indicano la via migliore da seguire, rientro nel bosco fino ad un canalino eroso e con sabbie instabili che mi porta inaspettatamente su verdi, erba alta ma traccia ben visibile. Fra sella Ursic e la Portella cammino in tranquillità, pensando; il soffio di un giovane seccatissimo marasso in posizione d'attacco mi riporta in un nano secondo alla realtà. Dalla Portella si gode una bella vista sul versante di Predil, il sentiero cammina ora in cresta fra un bel corridoio di mughi, uniche fioriture le genzianelle sfrangiate, le campanule e le immancabili parnassie. Il sentiero diventa ripido, arrivo alla capanna cinque punte, all'esterno acqua corrente e griglia da pulire, Imbocco il sent.518 che scende ripidissimo e a tratti è notevolmente esposto, un occhio al cielo grigio ma i formicai che incontro hanno tutti gli ingressi aperti: niente pioggia nell'immediato. Interseco due volte il greto, attraverso un'ulteriore zona detritica e giungo alla ghiaie della Valromana e da lì di nuovo il sent.511 dell'andata.Alla fine non è stata un'escursione di ripiego ma una piacevole scoperta, ottimamente segnalato. Naturalmente nessuno lungo i sentieri.Loredana