Avvicinamento
Percorrendo la strada che da Ampezzo conduce a Forni di sotto, poco prima della sella di Cima Corso, si incontra sulla sinistra un ampio parcheggio in corrispondenza dell'arrivo di quella che era la vecchia pista di discesa (m 836). Sistemato l'automezzo, iniziare l'escursione risalendo lungo il tratturo che parte a fianco della osteria Allo Skilift.
Descrizione
Il percorso segue il tracciato della pista di sci mantenendosi inizialmente sulla sinistra. Ai margini si sviluppa un rigoglioso bosco misto formato prevalentemente da
faggio,
acero di monte e
pino silvestre che offrono nell'autunno una eccezionale combinazione di colori. Dopo un primo ripido tratto si raggiunge, con pendenza più moderata, il punto di arrivo dei dismessi impianti di risalita, ove si trova una piccola baita in legno, aperta e regolarmente mantenuta (m 1100, libro del rifugio).
Qui si incontrano le segnalazioni del sentiero CAI n.239 che risale dalla forca di Priuso aggirando le pendici del
monte Pelois. Lo si segue verso destra iniziando a percorrere la dorsale del
monte Jof affacciati ora sul versante meridionale. Il sentiero, oggetto di recente manutenzione, compie alcuni piccoli saliscendi che offrono un bel panorama sulla sottostante ansa del Tagliamento. Dopo poco il percorso assume le caratteristiche di una comoda mulattiera ed attraversa un bosco a prevalenza di
pino silvestre ed
abete rosso. Si immette poi nella carrareccia che sale dal parcheggio raggiungendo una piccola cappella (m 1117).
Qui si lascia sulla sinistra la prosecuzione della pista che scende nel fondovalle opposto verso Caprizzi e si continua lungo la dorsale. Al bivio successivo ci si tiene a sinistra tralasciando la prosecuzipne della pista principale sul versante nord del
monte Corno. Percorso un tratto in quota nella
faggeta, la mulattiera si affaccia nuovamente sul versante sud, offrendo interessanti vedute verso le Prealpi Carniche. Proseguire ancora per un tratto raggiungendo i ruderi dello stavolo Claupa di Sopra dove ci si innesta su una diramazione della pista lasciata in precedenza. Si può proseguire ancora per qualche minuto fin dove la sterrata raggiunge il punto di maggiore elevazione (la mulattiera originaria si trova qualche metro più in alto). Da qui, volendo, è possibile guadagnare in pochi minuti senza percorso obbligato la vetta del
monte Corno, cercando i varchi migliori tra la vegetazione, consapevoli però che la cima, immersa in una fitta
faggeta, non offre una visuale migliore.
Per il rientro, ritornare sui propri passi fino alla cappelletta e scendere poi sulla sinistra a comodi tornanti lungo la pista forestale o tramite il segnavia CAI che taglia nel bosco. Nei prati circostanti solo pochissime specie ravvivano ancora il paesaggio di ottobre: tra queste il
colchico, il
cardo montano e qualche
genzianella delle Dolomiti. La piacevole discesa lungo questa strada, solo da ultimo asfaltata, ci riporta esattamente al punto di partenza.