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    Discesa della Val Dogna dal rifugio Grego a Chiout di Puppe
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaA34

Discesa della Val Dogna dal rifugio Grego a Chiout di Puppe

Avvicinamento

Risalendo la strada statale n.13, Pontebbana, si oltrepassano in successione Moggio, Resiutta e Chiusaforte. Poco prima del viadotto che la sovrasta si prende a destra la deviazione che entra a Dogna. Seguendo le indicazioni per la omonima valle si attraversa il ponte sul Fella imboccando la lunga e tortuosa rotabile che taglia il versante di destra orografica. A Chiout di Puppe si lascia la prima auto proseguendo poi a risalire tutta la valle fin dove la strada termina in corrispondenza della ampia sella di Somdogna (m 1397, comodo parcheggio).

Descrizione

Dalla sella, seguendo le indicazioni, si prende la pista sterrata che con qualche modesto saliscendi porta in meno di un quarto d’ora al rifugio Grego (m 1389). Subito a monte del rifugio si imbocca il segnavia CAI n.610 (sentiero Umberto Pacifico) che ci accompagnerà lungo tutto l’itinerario. Il sentiero risale comodamente fin dove il costone boscato si fa rettilineo digradando poi verso il laghetto di Somdogna (m 1442). Si sfiora il piccolo specchio d’acqua rimontando poi ad una insellatura dove si possono notare linee di trincee. Qui il segnavia si biforca: lasciato a sinistra il sentiero n.610 che sale allo Jof di Somdogna si prosegue lungo il 651 percorrendo ancora un breve tratto in falsopiano tra faggi, abeti rossi ed alcuni grandi larici. Il bosco si interrompe per un tratto in corrispondenza di un impluvio che ha rovinato il tracciato (neve ad inizio stagione). Toccato il punto più alto della escursione il sentiero inizia la sua lunghissima discesa sul versante di sinistra orografica calando con alcune svolte nel bosco. Più in basso ci si avvicina ad una zona scoperta dove il sentiero si fa nuovamente esile e disturbato dalla vegetazione. Ancora un piccolo impluvio rovinato ed in breve si confluisce nella pista che taglia questo versante. Si scende lungo la strada affacciata sulle grandi conoidi ghiaiose che caratterizzano la valle all’altezza del monte Piper. Il bosco che si sviluppa ai lati comprende ora faggio, pino nero, pino silvestre , sorbo montano e sorbo degli uccellatori. Dopo una curva vi è la prima possibilità di interrompere la traversata imboccando a destra la pista che si raccorda alla strada asfaltata poco dopo il Pian dei Spadovai.
La discesa prosegue fino ad una marcata ansa posta all’ingresso del vallone del rio di Montasio che ha origine dai recessi della Clapadorie. Qui la strada riprende leggermente quota per poi scendere con una serie di tornanti fino al guado sul greto presso una caratteristica stratificazione rocciosa (m 880). Poco prima si può notare come l’acqua abbia scavato in profondità il vallone formando uno stretto solco rinserrato da alte pareti verticali, regno incontrastato dei camosci. Ancora un tratto in rettilineo nel bosco e si giunge al punto dove si stacca a destra il segnavia CAI n.655 (ora dismesso) che scende verso il fondovalle per poi risalire a Pleziche sull’altro versante. Tralasciata quindi questa seconda possibilità di interruzione si prosegue per poco fino ad incontrare ancora sulla destra la prosecuzione del segnavia CAI n.651. Si abbandona definitivamente la strada sterrata per iniziare il tratto più impegnativo della traversata. Si perde quota a tornanti lungo una buona mulattiera interessata da qualche schianto poi, raggiunta una costa, si cala in diagonale nella pineta e con una marcata ansa ci si accosta al greto del rio Saline (m 675).
Cercando il punto migliore per guadare il torrente si passa sull’altro lato seguendo per un tratto la sponda di sinistra orografica. In breve il sentiero si discosta dall’acqua per andare a traversare un ripidissimo versante dove la traccia si fa poco marcata. Una interruzione del sentiero dovuta ad una frana deve essere aggirata con qualche attenzione in alto ed anche successivamente il sentiero interseca altri piccoli impluvi che richiedono passo sicuro. Oltrepassato un greto asciutto si riprende a traversare nel bosco di faggio incontrando dopo poco un cartello CAI che segnala la prosecuzione del segnavia sulla sinistra. Si lascia dunque il piacevole falsopiano per iniziare una ripida salita che ha lo scopo, come vedremo, di aggirare in alto il dirupo della costa Saline. Il camminamento è incerto e faticoso ma i segnavia sono abbondanti e si giunge così ad un costone dove la pendenza si esaurisce. Con cautela si traversa sopra il canale rovinato, iniziando subito a scendere con decisione lungo una dorsale boscata che in breve si trasforma in costa affilata ed esposta. La traccia perde quota velocemente guadagnando una piccola insellatura dove il segnavia piega bruscamente a sinistra entrando nel vallone del rio Rondolon. Una interruzione segnalata costringe ad una piccola ansa supplementare ma in breve ci si accosta al torrente invertendo nuovamente la direzione ed iniziando a scendere a poca distanza dal greto. Una bellissima cascata si intravede in basso ma l’incontro con l’acqua è rimandato solo di poco poiché il sentiero interseca il rio Rondolon in un punto tranquillo dove il guado non presenta problemi (m 604). Il sentiero prosegue per un tratto a fianco del corso d’acqua poi se ne discosta compiendo alcuni saliscendi sulle pendici della costa di Goliz. Raggiunti anche i resti degli omonimi stavoli abbiamo l’ultima possibilità di lasciare questo versante: in corrispondenza dei ruderi, infatti, si interseca anche il segnavia CAI n. 640 che scende dal bivacco CAI Cividale e che possiamo utilizzare per raggiungere il greto del Torrente Dogna (guado) e quindi la strada asfaltata a circa 2,5 km da Chiout di Puppe.
Il sentiero in breve divalla verso il rio Sfonderat che scorre qui incanalato in uno stretto ed incassato solco. La passerella, se così si può chiamare, è ridotta ad un incrocio di tubi ed un’asse di legno che però non copre tutto lo spazio. Se il passaggio non dovesse risultare gradito si può cercare con attenzione di raggiungere il greto un poco più a monte dove il guado è più semplice. Dopo avere intersecato anche il greto di un rio asciutto il sentiero guadagna l’orlo di un ripiano boscato dove finalmente si cammina su qualcosa di orizzontale. Seguendo con attenzione i segnavia ci si tiene a sinistra di un rudere (m 645) affacciandosi sull’ansa formata dal vallone del rio Granvalt. Si scende ad attraversarne senza problemi il piccolo impluvio per poi rimontare una cengetta erbosa al termine della quale ci si imbatte nella frana che ha cancellato diversi metri di sentiero. Facendo molta attenzione ad attraversare le ghiaie instabili che più in basso terminano con un salto si oltrepassa l’ostacolo incontrando subito a sinistra il bivio con il segnavia CAI n.619 (ora dismesso) che sale a sinistra verso il Cuel de la Bareta. Noi invece proseguiamo in traverso sopra un alto dirupo raggiungendo con qualche modesto saliscendi il greto del rio Budic. Si sale nuovamente tagliando ripidi pendii boscati che richiedono ancora attenzione poi il sentiero riprende a scendere con decisione attraversando una zona più aperta e pochi metri dopo anche il greto del rio Stuart, privo di qualunque difficoltà. Il sentiero si destreggia ancora nel bosco andando ad intersecare tramite un camminamento un poco esposto l’ultimo significativo impluvio della lunga traversata: il rio Ciondaris. L’incontro con l’acqua avviene in un tratto di particolare suggestione per la presenza di cascatelle a valle e a monte del guado, originate da una serie di gradoni rocciosi.
Il sentiero incontra ancora un paio di valloncelli ghiaiosi quindi aggira con aereo camminamento un ripido costone rasentando un caratteristico spuntone aggettante dal quale si cominciano finalmente a scorgere le case di Chiout di Puppe. Per un breve tratto è necessario fare ancora attenzione all’esposizione ma è davvero l’ultima difficoltà poichè la traccia prende a scendere definitivamente verso il fondovalle. Con una serie di serpentine si raggiunge il ripiano boscato nei pressi del greto poi, giunti sulle sponde del torrente Dogna, lo si percorre liberamente verso sinistra fino alla passerella che ci permette di guadagnare l’altra sponda e le case di Chiout di Puppe.

Avvertenze

Il sentiero Umberto Pacifico è un bellissimo itinerario in ambiente solitario e selvaggio che consente di percorrere la sinistra orografica della Val Dogna intersecando tutti gli impluvi che segnano quel lato della valle. È riservato però a escursionisti particolarmente esperti sia per la lunghezza che per la presenza di numerosi tratti impegnativi. I violenti eventi atmosferici degli ultimi anni hanno compromesso diversi punti tra i quali la passerella sul torrente Dogna e hanno portato alla dismissione di quasi tutti i sentieri di questo lato della valle.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Acqua
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Maggio
Carta Tabacco
018
Dislivello
700
Lunghezza Km
16,3
Altitudine min
469
Altitudine max
1465
Tempi
Dati aggiornati al
2007
I vostri commenti
  • 26/07/2010 Sentiero CAI: 651. dal bivio 652 al bivio 611, rif.Grego.. il sentiero è AGIBILE solo dal bivio 652 al rif.Grego dal 13 luglio dopo manutenzione, è da ripassare la marcatura dal rif. Grego fino all'altezza del Plan dei Spadovai ma comunque il percorso è obbligato e non si può sbagliare, attenzione al passaggio del canale a 10 minuti dal bivio 610.. il sentiero è AGIBILE nel tratto dal rif.Grego fino al bivio 652.. kiran.alessio@virgilio.it
  • 12/07/2010 Sentiero CAI: 651. dopo la quarta galleria della val dogna,si prende a destra prima della cappella Zacchi per strada forestale fino a incontrare il sent. 651 che porta al rifugio Grego. dopo oltre mezz'ora prima grossa frana profonda e larga che richiede molta attenzione e sconsigliabile a persone poco esperte. Una seconda frana più piccola poco dopo che richiede molta attenzione.. ho praticato questo sentiero il 10luglio con un gruppo di camminatori esperti e ci siamo trovati in difficoltà.Cordiali saluti . Normanni Gualtiero. g.normanni@libero.it
  • 29/09/2009 Sentiero CAI: n°652. dal bivio sent. 651 in val Dogna -sella Foran della Grave-bivio sent.n°610-bivio sent.611.. la sezione cai di Spilimbergo segnala tratti franati a poca distanza dalla partenza dal bivio n°651 in val Dogna.. frane sul sentiero nella parte bassa sul lato della val Dogna pregiudicano il passaggio. info da CAI SPILIMBERGO.. kiran.alessio@virgilio.it
  • 16/09/2009 Sentiero CAI: 640. dalla val Dogna al biv. Cividale. smottamenti terreno e crollo della passerella sul torrente.. chiusura sentiero causa frane e crollo della passerella sul torrente Dogna, info ricevute da CAI CIVIDALE .. kiran.alessio@virgilio.it
  • 03/09/2009 Sentiero CAI: 655. Pléziche - Rio Saline - Biv. CAI Cividale. Probabilmente piccole frane recenti. Una tabella presso il paese segnala che il sentiero è inagibile. In realtà esso risulta abbastanza ben percorribile (alberi caduti, segnalazioni sbiadite) fino al Rio Saline. Qui la traccia diviene incerta, prosegue brevemente in d. or., poi si perde tra i massi e non è evidente dove attraversare il Rio.. nardonf@libero.it
  • 27/11/2008 Sentiero CAI: sent.N.651 "ESCAI U.Pacifico". Chiout di Puppe- rif. Grego. sentiero interrotto causa frana su terreno ripido poco dopo il bivio sent.619 nei pressi del rio Granvalt.. sconsigliabile da Chiout di Puppe al bivio 640;oltre alla frana è poco frequentato, traccia a tratti non visibile anche dopo il bivio 640:partenza sentiero circa 300 mt dopo Chiout di Puppe nei pressi della centrale idroelettrica.. kiran.alessio@virgilio.it
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