Avvicinamento
Dalla strada statale n.464 che unisce Spilimbergo a Maniago, giunti all’altezza di Sequals, si imbocca la statale n.552 che piega verso nord in direzione della
val Tramontina. Risalire la valle fino a raggiungere e superare l’abitato di Tramonti di Sopra. Circa un km dopo le ultime case, in corrispondenza di una marcata ansa della strada, si individua sulla sinistra l’inizio del sentiero CAI n.377 (m 454, cartello, spiazzo per il parcheggio).
Descrizione
Si inizia l’escursione salendo a piccoli tornanti all’interno di una boscaglia termofila a
pino nero,
carpino nero,
nocciolo e
ginepro su un tracciato ben marcato. Con pendenza omogenea si risale fino alla boscosa
forcella del Rovin (m 703) dove la salita si appiana per un buon tratto. Si prosegue in rettilineo affacciandosi sul versante nord dove il sentiero piega a sinistra.
Oltrepassata definitivamente la linea dell’alta tensione si prende a traversare le pendici del del
monte Cretò cominciando ad intravedere, molto in basso, le impetuose acque del torrente Viellia il cui rumore ci accompagnerà per un buon tratto. Il tracciato è largo e ben marcato ma ciò non deve far dimenticare che stiamo transitando su balze rocciose molto esposte. Raggiunto il versante settentrionale il sentiero deve assecondare due rientranze. La prima è dovuta ad un impluvio che ha scavato un profondo solco oltre il quale un tratto franato è stato opportunamente assicurato con il cavo metallico. La seconda si giova di una passerella che assicura il transito in un punto dove la mulattiera manca completamente. Si prosegue in falsopiano attraversando piccoli rii secondari fino a raggiungere e superare sulla destra la deviazione segnalata da cartellino per gli stavoli Velleai che si intravedono sull’altro lato della valle. Ora in leggerissima discesa nel bosco, su terreno più agevole, il sentiero si abbassa fino a sfiorare il greto del torrente Viellia in un punto dove l’acqua scorre tranquillamente.
Da questo punto ha inizio la lunga risalita della valle, sempre sulla sua destra orografica, all’interno di una bella faggeta nella quale si riconoscono a maggio le fioriture del
latiro invernale e della
borrana. Il sentiero si dipana sempre a breve distanza dal corso d’acqua regalandoci continuamente magnifici scorci sulla valle. Alternando tratti in salita a brevi rettilinei si raggiunge un punto in cui il letto del torrente ha scavato profondamente la roccia creando anse e vasche in cui l’acqua scorre con grande forza. Si giunge così alla base di un ultimo risalto boscoso che ha portato alla formazione di alcune belle cascate. Con una serie di ripide serpentine si superano in successione due tratti scoscesi intervallati da un rio secondario poi all’improvviso la pendenza cessa ed il sentiero esce sull’ampio quanto inaspettato ripiano superiore. Il lungo avvicinamento a
casera Chiampis, visibile ma ancora lontana, si svolge inizialmente su ghiaie poi su prato punteggiato, allo sciogliersi della neve, dai
crochi e dalla
petasite maggiore. Al fondo della valle sorge il ricovero
casera Chiampis (m 1236), essenziale ma in grado di offrire cucina e circa una decina di posti letto.
Dalla casera, seguendo le indicazioni per il segnavia n.386, si guada il rio che scorre dietro poi si piega a sinistra, attraversando altri piccoli torrentelli secondari, fino a ritrovare evidenti segnalazioni su un albero. Si abbandona così questa straordinaria valle per iniziare a salire in direzione della forca del Frascola, dapprima in un bosco di faggio poi su terreno sempre più aperto tra i mughi. Su traccia che diviene man mano più ripida si risale all’interno di un canale roccioso poi si piega a destra traversando tra arbusti e balze erbose. Lasciata a destra la deviazione con il segnavia CAI n.392, con un ultimo ripido strappo, si raggiunge la
forca del Frascola, stretto ed aereo intaglio affacciato sul canale di Meduna (m 1520, croce).
Dalla forca si cala con cautela, inizialmente tra ripide balze erbose miste a detrito instabile poi su terreno via via più roccioso. Destreggiandosi tra i passaggi migliori evidenziati dal segnavia si perde quota rapidamente lungo il canale. Più in basso si rasenta sulla sinistra una parete strapiombante dopo la quale segue ancora un tratto ripido coincidente con il greto. Da ultimo, su un masso, evidenti frecce rosse segnalano l’uscita dal canale sulla sinistra dove una cengetta erbosa ci porta nuovamente su un pendio boscato. Il tratto impervio non è tuttavia terminato in quanto la discesa si mantiene ancora impegnativa e malagevole poiché si svolge su terreno reso scivoloso dalla lettiera. Solo più in basso il sentiero migliora un poco e prende a traversare decisamente verso sinistra, regalandoci un tratto in falsopiano, esaurito il quale esce sulla piccola schiarita della
stalla Giavons (m 1051).
Dal rudere si prosegue in traverso ancora per un tratto guadando successivamente il rio del Giavons poi, raggiunto un costone, il sentiero inverte la direzione e prende a scendere a ripide serpentine rasentando una bancata rocciosa. Più in basso si cala parallelamente ad un greto che poi si attraversa proseguendo sull’altro versante con un tratto quasi orizzontale. Assecondata una fascia rocciosa si riprende quota per oltrepassare infine un ultimo rio asciutto caratterizzato dalla presenza di enormi massi oltre il quale il sentiero cala definitivamente a regolari tornanti su terreno finalmente agevole raggiungendo le case di
Frassaneit di Sotto (m 525). Dopo questa discesa di circa 1000 metri ci attende ancora un lungo rientro per chiudere l’anello. Dall’antico borgo una
comoda mulattiera discende lungo la sinistra orografica del canale di Meduna in direzione di Tramonti di Sopra. Una lieve risalita permette di evitare una fascia rocciosa impraticabile poi il sentiero cala sul greto del torrente in un tratto caratterizzato dalla presenza di grandi massi modellati dall’acqua. Terminato il sentiero si prosegue su pista sterrata e poi su asfalto guadagnando infine l’abitato di Tramonti di Sopra. Non resta ora che tenere la sinistra e risalire la statale fino a raccordarsi con il punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua