Sulla strada da Lanusei a Usassai, superato il Rio Pardo, dopo alcuni tornanti si giunge a Taquisara, chiamata anche Gairo Taquisara. Quasi alla fine del paese ha inizio la nostra semplice passeggiata odierna. La sterrata sale intersecando subito la linea ferroviaria a scartamento ridotto del Trenino Verde che arriva da Arbatax. Dopo essersi innalzato comodamente, il tracciato verso il nuraghe e le grotte di Serbissi si fa pianeggiante per continuare sotto forma di bellissimo viottolo contornato da filari di pietre, tra lembi di bosco e prati pieni di fiori tra i quali osserviamo numerose specie di orchidee e profumatissimi ciclamini.
01-L'interno della grotta di Serbissi
02-Apertura della grotta di Serbissi nel versante di Osini
Da ultimo, saliamo alcune svolte gradinate per portarci presso l’ingresso della grotta di Serbissi, lasciando momentaneamente il tracciato per il vicino nuraghe. Si tratta di una cavità dall’ingresso molto largo e dal fondo perfettamente percorribile fino all'estremità opposta che si apre invece sul versante di Osini. La grotta di Serbissi era in collegamento con la costruzione nuragica poco distante e venne sicuramente utilizzata prima del nuraghe. All’interno gli archeologi hanno riconosciuto alcune aree adibite a diversi scopi. Probabilmente furono usate per la conservazione di prodotti alimentari derivanti dalla caccia, dall’allevamento, dalla agricoltura. La grotta di Serbissi è una cavità carsica, nata per dissoluzione dolomitica attraverso le acque meteoriche. Il nostro pensiero vola subito alla zona fortemente carsificata del Canin, nel nostro Friuli, ricca anch’essa di una quantità di grotte ancora in parte inesplorate.
03-Il Nuraghe di Serbissi
04-Fioritura di giglio marino
La frequentazione della grotta di Serbissi viene datata a partire dall’età del bronzo medio recente. Molto più vicino nella scala dei tempi, è dimora oggigiorno di alcuni volatili. Il sentiero prosegue e arriva poco sopra all’area che ospita il nuraghe, edificato sull’altopiano calcareo del Taccu (m 964). Il manufatto risale all’età del Bronzo ed è stato restaurato pochi anni fa. Una breve visita ci mostra come esso sia costituito da diverse costruzioni delle quali una presenta il classico tetto a cono con una scala esterna che sale in alto. Tutto rigorosamente realizzato in possenti macigni squadrati. Oggi funge da riparo anche a noi, in quanto si è messo a piovere.
05-I poderosi blocchi squadrati del Nuraghe di Serbissi