16/05/2021 sandra.sentierinatura Saliti oggi al Capin di Ponente da Coccau, via Sella Canton. Alla Sella, forse causa peso neve, è caduto il Crocifisso accanto alla campana. Più in alto la strada è solo parzialmente coperta da neve. Qualche schianto non difficile da scavalcare.La cima del Capin, sgombra da neve e dal prato ancora in veste invernale, presenta estese e vistose fioriture di elleboro bianco e crochi. La visuale sulla dorsale della Val Dogna ci mostra quanta neve occupi ancora i versanti.Incontrata una coppia di escursionisti.In discesa, presso il ricovero forestale Hofmann di Sella Canton (chiuso), si è palesata in alto la sagoma di un cinghiale, immobile per qualche momento prima di entrare nella boscaglia.Rientrati schivando la pioggia.
17/06/2020 alessandro Fatto oggi in senso antiorario, per evitare di "cuocermi" già al mattino facendo la strada della val Bartolo in salita. Scelta che a posteriori mi pare la migliore.Giro di medio impegno che tuttavia non risparmia tratti decisamente ripidi in entrambi i sensi. L'accesso alla cima è molto intuitivo nonostante l'assenza di tracce marcate e seguendo la relazione e guardando la carta tabacco non si avranno problemi.L'unica nota sui sentieri riguarda il 509, che nei pressi di quota 1120-1140 è interessato da uno smottamento/frana che ne ha completamente asportato qualche metro (allego foto): si passa aggirando a monte (soluzione preferibile) o percorrendo con estrema attenzione, dopo averne saggiata la solidità, la sottile cornice che rimane, in realtà parte del muraglione che sostiene la mulattiera
03/01/2020 loredana.bergagna Mai tirarsi indietro quando la giornata promette bene, e poi con gli amici “Scoiattoli” non si può davvero ed allora altra levataccia, ma poi è naturale ritrovarsi al parcheggio tutti soridenti e beneauguranti. Con le auto si percorre comodamente la Val Bartolo fino al divieto di transito, un bel risparmio di chilometri, proseguendo non servono né ciaspe e né ramponi, la strada è innevata a tratti, conviene camminare sui bordi evitando qualche tratto ghiacciato; agriturismo e baite chiuse, fa freddo, il sole non è ancora arrivato, velocemente siamo alla sella e quindi nel bosco, qua e là qualche aggiramento. Proseguiamo lentamente a causa dello spessore della neve e cercando i rari segnavia; si sale a memoria mantenendoci prudenzialmente a destra, più in alto intravediamo la linea del cielo, gli ultimi 50 m di dislivello ci impegnano ma poi tutti felici sul candido pianoro sommitale, c'è solo un passaggio obliquo di zampette. Discesa sprofondosa sulla neve asciutta ed in breve siamo sulla pista che scende all'ombrosa Sella Canton, cercando un posto al sole ove sostare saliamo lungo il sentiero 509 regalandoci ulteriori 100 m. di dislivello, salendo regna il silenzio più assoluto, la mente era già pronta in discesa... L'atmosfera cambia dopo la pausa, tutta discesa, e pure veloce, nei pressi del rio Scalina il sentiero è franato, dapprima si passa scavalcando un tronco per nulla stabile ed oltre ci si affida alle provvidenziali eriche ed in breve alle auto.
01/08/2018 cjargnel La scelta di oggi, 01/08/18, è dettata dalla voglia di bosco fresco per scantonare l'afa che perseguita di giorno e di notte. Quindi la scelta cade in controtendenza rispetto al consueto per cui, agosto o no, si percorre questo anello in senso orario. Park all'imbocco della valle e ci sciroppiamo la strada fino alla Sella di Bartolo in presenza di piacevole brezza. Valle sempre bella, ma con la neve... Da qui la salita, per quanto a tratti un po' erta, si percorre in un bosco refrigerante e con indicazioni ben visibili e piuttosto frequenti. Lungo il tragitto due tre schianti superati con facilità. Più ampia la zona interessata ove il sentiero incrocia la carrareccia. Molti i tronchi distesi e già pronti per il trasporto, ma il ns. tragitto non ne risente. Nessun problema neanche nel breve tratto presso la cima ove i cavalli han pensato a ripulire quasi tutto e son lì beati a godersi il pascolo. Panorama buono sulle Giulie nostre e Slovene, ma non eccelso per via della foschia. Ritorno per la Sella Canton e giù per il buon 509 solo a tratti un po' più ruscellato e rientro un po' noiosetto all'auto. L'afa non si è sentita! Bene così. Mandi a duç e buine mont.
29/04/2018 myshkin57 Effettuato l'anello in senso antiorario oggi 29/04; tempo bellissimo, caldo ma ventilato. Sentieri e mulattiere in ordine; la cima è sgombra e permette uno sguardo panoramico sulle Giulie slovene e italiane. Solo qualche chiazza di neve sul tratto in cresta Nord a scendere dal Capin di Ponente, da percorrere con attenzione per evitare inopportune scivolate. L'abetaia successiva, fino alla Sella di Bartolo ha offerto un'atmosfera magica e suggestiva. Persone incontrate fino alla Sella di Bartolo = 0!! Ed era anche una Domenica di ponte. Meno piacevole la lunga discesa in la Val Bartolo, accompagnati dalla sequenza di auto che salgono e scendono per andare a mangiare in Baita.Corrado
29/10/2017 loredana.bergagna Un incontro conviviale a chiusura della scarpinante stagione estiva, è stata l'occasione per tornae sul Capin di Ponente con un folto gruppo di amici, tanti che questa verde spelacchiata cimotta non ne vedeva da tempo. Lasciate le auto nei pressi del divieto di transito abbiamo percorso l'anello in senso antiorario imboccando a destra il sentiero 509 per Sella Canton, lungo la comoda mulattiera incontriamo qualche elleboro timidamente fiorito ed alcune pozze ghiacciate, sentieri in ordine con comoda discesa verso la Sella di Bartolo, presso una baita lunga sosta dove ci attendeva un'abbondante porzione di pasta, salumi e non solo, caldarroste e dolci senza fine, lento rientro alle auto.
11/09/2016 giuseppe.venica Oggi ho fatto il “pigro” ed ho risalito la Val Bartolo in auto fino al divieto di transito, dove si prende sulla dx il SV CAI N° 509 per Sella Canton, effettuando il giro in senso antiorario, lasciando per la parte finale dell’escursione la traversata tra le baite della Val Bartolo. Escursione di medio impegno (dislivello m 800; lunghezza km 10), privo di punti particolarmente impegnativi, per la durata complessiva di circa 5 ore compresa la pausa “panino” in cima del Capin di Ponente. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
15/05/2016 michele Percorso oggi in senso antiorario. Sentiero sempre evidente e oramai praticamente sgombro da neve anche a nord.Molto bella, ariosa e panoramica la lunga cima prativa anche se oggi le nubi coprivano la parte alta delle Giulie. Comodo e soleggiato lo stavolo a sella Bartolo con panche e tavoli per il meritato pic-nic e riposo.
01/06/2015 ectorus Salito oggi ma partendo dalle case più a ovest del paese, dove un sentiero dell'anello di fondovalle (A.F.)in direzione tarvisio, va a congiungersi con la strada della val bartolo.Percorso ottimamente segnalato, senza difficoltà alcuna , che si divide nella prima parte, fino a sella bartolo,caraterizzato per la sua lunghezza più che per il dislivello che si guadagna. Dalla sella in poi, il dislivello si fa più deciso.In cima il panorama è grandioso ma solo a sud verso gli jof , lussari , mangart ecc.Buona vita a tutti
17/05/2015 sandra.sentierinatura 14/05/2015-Nel primo tratto del descritto percorso è stato ripulito il bosco a lato della strada e sono riemerse un paio di opere del Vallo, di cui una è visitabile. Bella la camminata attraverso la val Bartolo che sfoggia i suoi verdi; segue la ripida salita in uno splendido tratto della foresta di Tarvisio. Sulla cresta, poco a nord della cima, ancora qualche croco e ellebori. In cima alcuni alberi secchi contornano la piana verde sommitale dove ci raggiungono alcune persone con un paio di pastori tedeschi.Da Sella Canton (la campana è di una sonorità unica!) la discesa sul sentiero per la val Bartolo è di una comodità speciale sia per il fondo che per la pendenza. Bella passeggiata.
11/02/2015 askatasuna Ma che bell’accoglienza! Una macina di panna, una ruota di legno e un ingranaggio arrugginito incagliato nell’inverno. Partiamo in quattro tra cataste di legna intinte nello zucchero a velo e alberelli dai rami sottili, delicatamente addobbati da bianchissime palle natalizie giunte con ritardo. L’acqua del rio si fa largo tra la glassa, i pochi faggi gareggiano per eleganza. Prendiam l’anello al contrario per goder della carezzevole val Bartolo al ritorno. Il troi è battuto da gorianisti incalliti ma non perde d’affabilità. Spesso invita al taglio. La neve oggi intenerisce ad ogni passo. I rivali si fan campi da gioco per cucciole di valanghe che cibandosi della loro stessa scia si fan riccioli di cotone, fermandosi all’unisono, ammaliandoci con la loro geometria rotolante. Lasciamo a sinistra la scorciatoia per la cima continuando per un traverso che si trasforma in fiaba. Gli alberi sono bombati di candore, dalle punte degli aghi minuscole stalattiti di ghiaccio rapiscono la luce. Poi il panorama s’apre, la dorsale del Mangart ingrigisce l’orizzonte, dall’altro lato un susseguirsi di maestosità. Lo Jôf Fuart si dona al trascendente, folgorato da una fulgore intenso che riverbera nel mare di cristalli rubati alle ripide fiancate dal turbinio del vento e attirati a sé, all’origine della luminescenza. Al bivio con il 403 puntiam alla vetta poco distante. Da qui le orme spariscono, come saran invise al ritorno fino a sella di Bartolo. Faccio il battistrada e nonostante i passi si faccian più faticosi, veder le gambe sparire nel bianco, sentirle affondare dolcemente, avanzare in quel mare intonso è una gioia che non riesco a contenere e che lascio scodinzolare tutta. In cima la giornata cambia forma. Un’impressionante marea nera avanza soffiando a più non posso, sbuffando neve in ogni dove, agita il bosco, ma non intimorisce. Cosa può accadere di brutto in una favola così curata nei dettagli da messer inverno? Scendiamo invocando la protezione della foresta. Qualche bollo, poi si va a naso. Per tutto il ritorno continua a nevicare, anche nel bosco il vento trova i pertugi per cospargerci generosamente di fiocchi. Gli alberi paiono animati tanto è pesante il loro fardello, io ho sempre il privilegio di avanzar tra l’ovatta. Cambio spesso andatura: a volte corro, pattino quando il troi si fa ripido, poi qualche metro quatto quatto, è il bosco innevato che inevitabilmente invita alla danza!. Ogni forma d’appoggiar le zampe dona una sensazione diversa. Poi, la verticalità del bianco decorato con sacapoche si stravolge nell’abetaia. Ritti e stretti i fusti partono come fusette verso l’alto. I rami spogli e sottili traslano il candore verso sottigliezze orizzontali. La ciliegina son quei faggi enormi che spuntano di colpo, quasi a far valere il loro senso artistico che l’inverno acuisce a dismisura. Giungiam alla sella ben intabarati e sovrastati da un cielo che non è grigio, non è blu, non fa giorno ne notte. Pare vivo e pulsante. La valle è avvolta dal grigiore ma riesce ancora a sussurar serenità e non spegne i regali di un soffice vagar per monti.(08.02.2014)
29/09/2013 giuseppe.venica Effettuato l'anello il 28/09/2013, come da descrizione. Per i più pigri si può risparmiare circa mezz'ora di strada bianca pianeggiante, risalendo in auto la Val Bartolo fino al divieto di transito(innesto SV 509). Stupendo il grande ripiano dei prati di Bartolo disseminato di baite e fienili. Nella parte alta della Val Bartolo mantenere sempre la strada principale fino a Sella di Bartolo (Bartolosattel 1173 m). Qui ci sono solo cartelli gialli austriaci (dovo sono finiti i fondi europei per i progetti transfrontalieri?!), ma a dx si trovano i segnavia CAI bianco-rosso che guideranno per tutto il resto dell'escursione senza timore di perdersi. Raggiunta la linea della dorsale, ad una piccola conca, si abbandona momentaneamente il SV CAI per risalire a dx senza problemi guidati da un'esile traccia che, tra ramaglie e qualche roccetta, in un ambiante ora povero di vegetazione arborea, porta in pochi minuti alla cima: qui c'è solo un piccolo sasso bianco con inciso il triangolo del punto trigonometrico (il prossimo escursionista si porti dietro un po' di colore o un grosso pennarello per evidenziare l'incisione). Seguendo il suggerimento di Loredana, sono ritornato sui miei passi a riprendere il SV 403 che, con una ripida calata, porta in breve all'innesto con il SV 510, che qui coincide con una larga strada forestale; dopo breve risalita, questa porta comodamente a Sella Canton. La discesa lungo il SV 509 è forse il tratto più piacevole dell'escursione (a parte la cima). Anch'io ho trovata una giornata con tempo incerto (la Valle del Gail era tutta coperta da una fitta nebbia), cielo coperto alla partenza, fitta foschia nei pressi della Sella Bartolo, si è poi rasserenato consentendo ampi scorsi di panorama. Buone camminate a tutti.
25/09/2013 alessandro.carnacina Altra bella escursione fatta un paio di settimane fa, ormai alla fine delle mie vacanze nel Tarvisiano. Tranquilla, quasi romantica direi, la traversata della Val Bartolo. Dalla sella fino al Capin di Ponente la salita è costante e abbastanza sostenuta. Ho poi proseguito fino al monte Goriane (grandioso il panorama sulle Giulie, anche quelle slovene e sulle valli austriache). Discesa ripida fino a Sella Canton, poi molto più comoda nel bosco a raggiungere di nuovo la Val Bartolo. Concluso il tutto in 7 ore abbondanti.
24/09/2012 loredana.bergagna Percorso ideale da farsi anche con il tempo incerto quando non si sa come butterà, semplice, senza fatica, la monotonia del tragitto lungo la Val Bartolo (strada lungamente asfaltata e questa domenica anche trafficata) è mitigato dal sottofondo delle acque che scorrono, poi fino a sella di Bartolo fanno compagnia i campanacci, si cammina fra casette, casucce e casettine e cartelli “proprietà privata” e un’alta nebbia leggera. A Sella di Bartolo il sentiero 403 entra nel bosco, in un bosco buio e umido, adesso silenzio totale, mulattiera ampia, alcuni segnavia riportano ancora vecchie numerazioni sbiadite, i grossi faggi sono lì, a sinistra, parecchi funghi, ne ho visti anche viola (chissà che buoni…).Poi il sentiero piega a dx e finalmente diventa sentiero, c’è ciò che resta di un osservatorio faunistico, poi ne incrocio un altro che sembra ancora in buono stato, la vista sulla valle del Gail non è buona. Intersecando due volte la mulattiera attraverso un corridoio di altissimi abeti e poi alcuni tratti rovinati, diversi cippi di confine affiancano il sentiero sul quale animali hanno lasciato traccia del loro passaggio. Ad una piccola conca sale a dx una traccia che fra ramaglie e qualche roccetta sbuca sulla cima inaspettatamente sgombra, allungata, solo qualche tronco scheletrito, peccato la foschia. Cammino lungo la vetta fino ad incontrare a dx una vecchia malandata erosa mulattiera, preferisco tornare sui miei passi fino al sottostante sv 403 per poi raccordarmi con il 510 (lì freccia e grande scritta in rosso Kapin), numerosissime piante della rosa di Natale, in breve arrivo a Sella Canton, e intanto il sole fa capolino permettendomi di sbirciare il Lussari e la cupola del Mangart. A Sella Canton grande campana, panca e libro delle firme, veloce sentiero che scende in un bel bosco ora luminoso e sbuca vicino alla palestra di roccia e da lì di nuovo il suono delle acque trasparenti del rio Bartolo mi accompagna fino al parcheggio.
11/06/2012 lorenzo.cocianni Visto le condizioni meteo non rassicuranti abbiamo optato per un escursione tra i boschi del Tarvisiano. Dopo abbondante colazione a Camporosso il sole ha abbracciato il Tarvisiano e abbiamo risalito la Val Bartolo tra belle fioriture fino alla sella per poi salire più ripidamente al Capin di Ponente,stupenda radura e grandioso il panorama verso le Giulie. Visto che il tempo teneva abbiamo proseguito verso la cima del Goriane tralasciando la discesa verso Sella Canton, qualche goccetta di pioggia insignificante, gran vista sulle vallate austriache e Villaco, quindi discesa per strada bianca fino Coccau. Tranquillo e lungo rientro per la strada romana sopra Tarvisio dove ha cominciato a piovere bene e ritorno a Camporosso. Avevo già fatto i due monti in inverno con la neve ed è bellissimo vedere la varietà delle stagioni come una Val Bartolo ricca di fiori a giugno e con un metro di neve a dicembre.Ritorneremo con le ciaspe il prossimo inverno