30/05/2021 giuseppe.venica La ”cima” del Monte dei Bovi è ora segnalata da un cippo eretto dal CAI Valnatisone. Non esiste un sentiero che conduca in cima e scarse sono le tracce. Imboccata la pista che termina in corrispondenza di uno slargo ora completamente invaso dai rovi; un centinaio di metri prima del suo termine, sulla sx si può individuare su un masso la scritta “BOVI” risalire poche decine di metri fino a raggiungere la dorsale ed aguzzare la vista. Buone camminate a tutti. Bepi da Cividale.
05/10/2020 laura.molinari 30 settembre 2020. Passeggiata pomeridiana per sfruttare gli ultimi scampoli di sole prima dell’arrivo del maltempo. Segnalo che l’anello, quasi interamente coincidente con quello proposto dalla guida, è stato ora valorizzato denominandolo “Anello di Guspergo” e tabellato con cartelli numerati, che invitano ad una percorrenza in senso orario con partenza dalla chiesa di San Floreano, nei pressi della quale si trova anche un pannello con il tracciato del percorso. I segnavia sono verdi, ma su alcuni tratti si trovano anche quelli blu del cammino celeste, rosa fluo e – in discesa dal Monte dei Bovi verso Sanguarzo - anche segnavia biancorossi CAI. Anello senza grosse pretese, ne’ particolari punti di interesse o panoramici, che si svolge quasi interamente nel bosco e su strade asfaltate o piste forestali (a tratti fangose). Ottimo comunque per passare qualche ora di relax a due passi da casa. Molto carina la piccola chiesetta di San Floreano, attualmente non visitabile in quanto interessata da lavori di restauro, mentre le rovine del Castello di Guspergo sono completamente fagocitate dalla vegetazione. Percorso di tipo turistico, le cui uniche difficoltà rimangono quelle di orientamento, in quanto i molteplici bivi non sempre sono tabellati; consigliabile quindi cartina Tabacco al seguito. Se non si trova posto nel parcheggio davanti alla chiesa, proseguire ed imboccare la prima strada a sinistra (Via San Floreano): si giunge ben presto al più ampio e comodo parcheggio della Scuola Elementare. Mandi a tutti!
02/02/2020 daniele.russo Piacevole e lunga passeggiata, poco impegnativa. Bella anche oggi, con la nebbia, che imbeve la natura circostante di tristezza e mistero.Purtroppo sul percorso si trovano ampi tratti sommersi nel fango.
30/03/2018 rossella.paviotti 30.03.2018Proprio oggi ho percorso l'anello.Segnalo anch'io la scarsezza della segnaletica...in ogni caso, è stata una gran bella passeggiata!
06/03/2018 giuseppe.venica Anello percorso il 04/03/2018. Semplice escursione, adatta quando la stagione non invita a percorsi più impegnativi; la maggior parte avviene su piste forestali; poco panoramica; scarse segnalazioni, richiede un po’ di senso di orientamento (dotarsi di Carta topografica). Ripercorso a distanza di 5 anni, il tratto finale in salita l’ho trovato molto degradato soprattutto a causa di lavori di esbosco. All’anello di Sanguarzo ho aggiunto la discesa e risalita per Vernasso. Dalla cima, si ritorna brevemente sui propri passi fino al primo bivio (i cartelli che indicavano la direzione per Vernasso sono stati abbattuti); prendere a dx e subito dopo a sx, scendendo lungo una larga pista, inizialmente molto fangosa. Un piccolo agglomerato di edifici, oramai ridotto a ruderi, precede di poche decine di metri un bivio (a sx si risale a Hlieva). La pista, in alcuni tratti cementata, si accosta al rio Patoc; la discesa termina presso la restaurata chiesetta di S. Bartolomeo, che s’incontra alle prime case di Vernasso. Nel tratto tra il M.te dei Bovi e Vernasso merita la breve deviazione (segnalata) per visitare gli stavoli Hlieva. L’aggiunta della discesa a Vernasso e relativa risalita, ha reso l’escursione non banale, richiedendo in totale cinque ore e mezza. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
10/11/2017 carlo.mulloni Anello fatto il 31/10 in una bellissima giornata di sole. Tempo impiegato h 3,5. Confermo quanto già scritto: percorso semplice nel bosco con pochi punti panoramici. Da evidenziare la scarsa e poco chiara segnaletica. Munirsi di cartina o gps se non pratici del posto.
01/05/2017 francesca Un full immersion nel verde l'anello di Sanguarzo che abbiamo ieri percorso come da relazione, mi ha ridato il buon umore dopo oltre due settimane di forzato riposo. Il bosco ombroso e fresco è un valore aggiunto a queste quote, e nonostante il panorama sia veramente scarso ora, mi gusto questa passeggiata tuffandomi nella vegetazione lussureggiante e facendomi inebriare dai suoi profumi. Al Monte dei Bovi 435 mt si riesce a fare un breve anello con vista monte Nero risbucando sulla pista. La chiesa di San Floreano è una finestra di storia sulle famiglie che qui abitarono oltre un secolo fa, osservate e leggete le 5 lapidi alle pareti! L'annesso cimitero altro viaggio nel tempo... cammino a passo felpato e rispettoso tra le vetuste tombe mentre gli spiriti mi aleggiano intorno.
19/03/2017 naioco fatto domenica scorsa , 12 marzo, una bella passeggiata di 4 ore . abbiamo incontrato diverse persone che lo percorrevano con il passo veloce del runner , con quello lento da trekking oppure con quello "spedito" da nordic walking ma anche sedute comode sui loro cavalli o sulle loro mountain bike. unica nota fastidiosa , ci hanno sgonfiato ( purtroppo ) un pneumatico posteriore dell' auto : forse perchè ho parcheggiato l' auto nel piccolo parcheggio pubblico vicino al campetto di calcetto di sanguarzo che si arriva attraverso una stradina ... che al momento del mio arrivo su 5 stalli ne aveva 3 liberi.ps: molto utile ,come sempre, l' app di sentieri natura . grazie.
14/04/2016 loredana.bergagna Passeggiata senza tempo e adatta a tutti i tempi, nel bosco di un verde brillante ferve la vita, cuculo e picchio accompagnano i cinguettii di vari toni, lentamente la chiocciola Lulù mi taglia la strada, dalla punta delle foglie gocce son lì lì per cadere...Camminata con la Tabacco a portata di mano se pur i segni non mancano, talvolta verdi rispettosi dell'ambiente, altre volti classici bianco/rossi oppur rosso/arancio...a scelta.. Sono consentite, anzi consigliate, divagazioni lungo i vari sentierini a destra e a sinistra, sopra e sotto, tanto probabilità zero di incontrare qualcuno che chieda: dove vai? Ti sei persa? Nel raggiungere lo spallone del Monte dei Bovi ho incontrato fra le due altane citate in relazione, una terza, a sinistra, poco prima del quadrivio ove si stacca la pista di discesa. Il castello di Guspergo è proprio messo male, qualche cumulo di sassi e nessuna considerazione per loro, e per quello che sono stati, nemmeno un misero cartello in legno che lo indichi, però a giudicare dal numero di lattine e bottiglie vuote il luogo dev'essere ben frequentato...La pista cementata che scende verso San Floriano è rigogliosamente verdeggiante, stranamente abbondano arbusti della famiglia delle palme, sui muri esterni della vecchia chiesetta alcune vecchie lapidi, e poi il minuscolo vecchio cimitero da visitare....
10/02/2015 ectorus Anello effettuato oggi come da descrizione. Percorso tranquillo, niente neve e sufficentemente chiaro nella sua percorrenza, purchè muniti di carta Tabacco. Avaro di grandi panoramiche, ma sempre interessante per conoscere il nostro territorio. Tempo di percorrenza, con sosta spuntino a sacco, 5 ore nette.Buona vita a tutti
30/01/2015 askatasuna Indossar le pedule più spesso delle ciabatte inizia a dar i suoi frutti e punto ad una semplice passeggiata che rifugga lunghe distanze. E’ una strana mattina, il cielo mostra delle sfumature d’azzurro talmente chiaro e pungente da apparire irreale, non vorrei che il bilanciamento automatico del bianco dei miei bulbi oculari si sia starato di brutto. Sanguarzo o Purgessimo? Opto per il primo senza immaginare, almeno consciamente, che zampin tramare mi porterà a non accontentarmi. Ben presto mi ritrovo a camminare tra vigne ben potate e legate, ormai in attesa d’un brioso rifiorire. Dietro fa bella vista il cammino che m’aspetta. Mi trattengo tra gli ulivi. Stranisce il passeggiarvi in mezzo. Una coppia di betulle svetta luccicante, impossibile amputar tanta bellezza! Lo sguardo si perde nelle piana, le antenne del Purgessimo mi squadrano da lontano mentre un rapace lo fa dall’alto. La carrareccia diventa un incedere fangoso che incita al sacramentaggio, tormentata dal continuo pigia pigia di copertoni d’ogni mezzo immaginabile. Una traccia si mostra sulla destra. La prendo. Come la strada, dopo poco si trasforma in pantan ma almeno l’alternativa, prima di riportar sulla retta via, mostra una semisferica postazione cementata di probabile natura militare. La radura dorata invita alla sosta anche se il panorama è divorato dalla luce. Castelmonte svetta lontano. Più avanti un rovistar di foglie. Il bosco rumoreggia. Mi blocco attendendo l’autore di tanto ravanare. Cinghiale? Capriolo? Macchè! Un canide autoctono più basso delle alte erbe secche sfreccia sotto i rami a tutto spiano. Lingua fuori ed entusiasmo incontenibile. Chissà se l’ha fatta grossa o se si tratta semplicemente della sua scampagnata quotidiana in libertà. In ogni caso sa bene dove andare e nemmeno mi degna di uno sguardo. La strada intanto alterna la sua sinuosità fangosa con pozze torbide. Il bosco è caotico e disordinato, geloso, trattiene i raggi del sole sulla punta dei rami, ma alla deviazione per Vernasso è parzialmente raso al suolo. A suo discapito l’esbosco regala uno spicchio d’orizzonte verso il Matajur e il bianco profilo del Krn. Dal monte dei Bovi faccio dietrofront, scendo in breve soffermandomi solo presso i resti del castello di Guspergo, curiosando invero con più attenzione il rudere adiacente. In piano taglio per prati e vigne concludendo un anello poco entusiasmante e vile imbrattator di calzature.(27.01.2015)