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    Alpe Moritsch dalla Valromana
    Alpi Giulie
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    Alpe Moritsch dalla Valromana
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    Alpe Moritsch dalla Valromana
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaS39

Alpe Moritsch dalla Valromana

Avvicinamento

Usciti da Tarvisio in direzione di Fusine, prendere la deviazione a destra per la frazione di Rutte. Raggiunto il piccolo abitato proseguire verso Ortigara fino all'incrocio con la pista forestale che scende dalla Valromana, poco prima di attraversare il rio Bianco (m 854, ampio spiazzo per il parcheggio, segnalazioni CAI).

Descrizione

La nostra escursione ha inizio lungo la strada sterrata che si addentra nella Valromana (segnavia CAI n.511) percorrendone comodamente, in questo primo tratto, la sinistra orografica. Il bosco è qui formato dalla classica associazione tra faggio e abete rosso che si ritrova comunemente in questo orizzonte. Il sottobosco di giugno comprende tra le altre specie anche alcune orchidee spontanee come la rara elleborine rosea. Dopo avere costeggiato lungamente l'alveo del torrente, si incontra e si lascia sulla destra la prima deviazione per la Capanna Cinque Punte (m 903, piccola radura con segnavia CAI n.520). Subito dopo, la strada sfocia ampia fiumana ghiaiosa della Valromana, ma prima incontra un ulteriore bivio con il segnavia CAI n.518, anch'esso diretto alla Capanna Cinque Punte. Lo si lascia a destra per seguire invece le indicazioni dei sentieri n.511 e n.519. Sulle ghiaie i segnavia tendono a scomparire ma il percorso da seguire è in ogni caso semplice: si attraversa l'alveo e si prosegue lungo il margine dell'opposto versante, mirando alla confluenza con il rio Torer. L'ambiente che stiamo attraversando, costituito dai depositi alluvionali della Valromana, si presenta particolarmente ostico per la vita vegetale a causa della povertà del substrato e della sua mobilità. Sono poche pertanto le specie che si possono osservare sulle ghiaie: tra queste l' aquilegia minore e il garofanino di Montpellier. Si giunge così alla confluenza del rio Torer con il rio Bianco (m 960), posta ai piedi della piramide rocciosa del monte Bucher Piccolo. Il tratto sulle ghiaie si è rivelato lungo ma il dislivello superato rispetto al punto di partenza è di soli cento metri. Dopo la confluenza riappare una mulattiera sassosa con la quale si abbandona temporaneamente il greto per iniziare a salire nel bosco con pendenza maggiore. Oltrepassata una grande radura con osservatorio rialzato, si incontra un ultimo bivio (cartello) dove si lascia a destra il segnavia CAI n.511 diretto alla Portella per seguire sulla sinistra il segnavia n.519. La mulattiera sale ora con pendenza più decisa fino ad una specie di piazzola dove essa ha termine. Seguendo i recenti segnavia ci si inoltra nel bosco percorrendo un tratto accidentato ma alquanto suggestivo tra piante di grandi dimensioni, macigni ed affioramenti rocciosi. Si esce poi su una ampia schiarita ai bordi dell'alveo del rio Torer (m 1156) in corrispondenza della confluenza di alcuni rii secondari. Si è qui alla base di un selvaggio vallone dirupato lungo il quale sono ben visibili alcune cascatelle. La fioritura estiva attira diverse specie di farfalle tra cui la crocea e la maera che sono osservabili con facilità.
Il sentiero, dopo aver guadato senza difficoltà il torrente, risale per gradoni rocciosi invasi dal mugo seguendo un percorso piuttosto tortuoso. Se la conca dovesse essere ancora occupata dalla neve, si tenga come punto di riferimento il lembo di bosco subito a sinistra della cascata principale, dove si dovrebbe ritrovare il sentiero. Le rocce levigate e rese umide dalla vicinanza con l'acqua e la ripidezza di alcuni tratti richiedono ora maggiore attenzione. Superato questo primo ripido zoccolo roccioso si sente rumoreggiare nuovamente il rio Torer: qui il sentiero piega a sinistra proseguendo con una serie di strette svolte. Su pendenza sempre sostenuta, tra piccoli solchi, impluvi e gradoni rocciosi opportunamente liberati dagli arbusti, ci si innalza tra le prime fioriture del rododendro irsuto e della clematide alpina. Finalmente si esce su terreno più aperto nel punto in cui il sentiero traversa sopra il greto del rio Torer. Dal punto in cui ci troviamo possiamo osservare come la parete che racchiude l'alveo sia franata ingombrando il greto con grandi massi. Il sentiero prosegue in salita raggiungendo la base del vasto anfiteatro che costituisce l'Alpe Moritsch, una conca alpestre di rara bellezza e solitudine, racchiusa da una potente quinta rocciosa a forma di arco che segna il confine con la vicina Slovenia. Seguendo i segnavia ci si destreggia tra roccette, detriti e fazzoletti erbosi portandosi nei pressi del macigno più grande, dove possiamo considerare conclusa l'escursione. Il segnavia CAI n.519 prosegue in salita verso la forcella di Ratece ed il Picco di Mezzodì con difficoltà decisamente superiori a quelle finora affrontate. Noi invece possiamo esplorare l'Alpe di Moritsch discostandoci un poco verso ovest senza percorso obbligato. L'appassionato di botanica potrà trovare qui, tra giugno e luglio, una varietà floristica straordinaria, culminante nelle spettacolari fioriture di rododendro irsuto, camedrio, e rododendro nano. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.

Avvertenze

Il tratto superiore dell'itinerario coincide con il greto di un torrente. Si sconsiglia pertanto di percorrerlo dopo abbondanti

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Silenzio
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
019
Dislivello
800
Lunghezza Km
10,3
Altitudine min
854
Altitudine max
1650
Tempi
Dati aggiornati al
2009
I vostri commenti
  • 17/06/2019 Buongiorno ho effettuato il percorso come da descrizione, il 06 giugno, il sentiero è ben segnato e non vi sono problemi.C'è un cartello all'imbocco del sentiero 519 che segnala l'inagibilità nel tratto dall'Alpe Moritsch al Picco di Mezzodì.
  • 01/07/2011 Buongiorno, vorrei sapere se i tempi indicati nei percorsi non ad anello sono relativi alla sola andata o includono anche il ritorno.Grazie
  • 28/09/2007 salve, sono il resp. manutenzione sentieri del CAI TARVISIO, colui che assieme ad alcuni soci e collaboratori sezionali ha provveduto negli ultimi 3 anni ad eseguire la manutenzione del 519 e che è percorribile in tutto il suo sviluppo sulla traccia originale dall'estate 2005;al punto sopra citato dove il sentiero seguiva il rio, questa era il vecchio percorso ma non quello originale, come scritto nel precedente commento ,non segue più il rio ma poco prima ,al bivio gira a sinistra e sale sostenuto direttamente il costone e sbuca sui primi massi dell'alpe Moritsch(lungo questo tratto abbiamo rinvenuto i vecchissimi bolli originali del sentiero e abbiamo provveduto a farlo passare dov'era sempre stato evitando la pericolosa traccia lungo il rio sopra menzionato). Nell'alpe Moritsch abbiamo apposto frequente marcatura CAI bianco -rossa e alcuni bolli rossi per seguire la via anche in caso di nebbia;arrivati a quasi metà alpe , nei pressi di grossi massi , la traccia gira a sinistra e sale lungo il margine di un costone erboso(posizionato tabella con avviso italiano-inglese di percorribilità solo x escursionisti esperti )e un canale detritico lungo il quale la traccia lo risale (brevi passaggi su placche levigate, possibile aggiramento leggermente verso sinistra, ma attenzione all'esposizione)per 3/4 della sua lunghezza e poi svolta a sinistra (attenzione al ghiaino, passi sicuri e con calma)sbucando su una cresta di mughi, leggera discesa verso sinistra (pali con tabelle segnaletiche), poi svoltare a destra per una trentina di metri circa in falso piano e risalire subito girando a destra ripidamente per riportarsi in cresta e lungo la quale si prosegue per breve ed esposto tratto per superare il canale sottostante;proseguire ora sempre in salita dentro un piccolo canale con tratti di facile arrampicata fino ad uscirne sopra accanto a dei mughi, ora discendere un canalino di detriti a raggiungere la vicina forcella Ratece (bel panorama sui laghi di Fusine), proseguire con breve percorso in cresta ed aggirare a sinistra un cimetta di roccia e mughi di fronte scendendo brevemente lungo la traccia (attenzione , passaggio delicato , mani ben fisse sulla roccia e sui mughi!)e poi seguirla verso destra in salita (tratto esposto) fino alla cima prima menzionata;ora scendere con massima attenzione lungo un canale con detriti instabili (frana recente) e seguire i bolli rossi direzionali, superato il quale la traccia risale ora tra mughi fino ad una cresta, seguirla e di seguito percorrerla in estenuanti ,a tratti ,su e giù , ancora qualche delicato passaggio su roccia friabile e di seguito un breve tratto esposto(un paio di metri con passaggio a "gatto") e di nuovo in salita in ambiente selvaggio ma molto panoramico (non sembra di arrivare mai )tra mughi, zolle erbose e detriti al bivio del n°515(palo con tabella bilingue avviso sentiero solo x escursionisti esperti) che in breve porta al Picco di Mezzodì ;dall'Alpe Moritsch calcolate 2 ore abbondanti x la cima . p.s. scosigliabile la discesa per il sent. n°519 dal bivio n°515 alla VALROMANA, meglio farlo in salita e scendere x il 515 prima e 514 poi a ritornare in Valromana al punto di partenza oppure scendere direttamente verso i laghi di Fusine nel caso si abbia a disposizione più auto; consigliato solo ad ESCURSIONISTI ESPERTI (un cordino nello zaino è consigliato) data l'esposizione di alcuni passaggi dopo l'Alpe Moritsch. Ultima manutenzione 25/08/2007. Alessio x caitarvisio@inwind.it
  • 31/07/2006 AGGIORNAMENTO DEL 30/07/2006. Una bella traversata dal Rifugio Mangart alla Valromana attraverso la Forcella Valromana (delicata la discesa!) mi permette di aggiornare l'itinerario che descriverò in salita.Parto dal punto in cui, nella descrizione originale, "si è alla base di un ripido vallone dirupato lungo il quale sono ben visibili alcune cascatelle". Il vallone da risalire è quello delle cascatelle.Recenti slavine e, più in alto una frana nel solco del vallone, hanno suggerito la segnalazione, di recente rinnovata, del sentiero 519 che sale SEMPRE sul costone di destra idrografica. Fintanto chè non si agguanta il ripidissimo costone, il breve tratto di sentiero per raggiungerlo è poco evidente a causa delle slavine; pertanto fare attenzione ai frequenti piccoli bolli rossi che conducono ai rassicuranti segnavia biancorossi. Attaccato il costone sulla sinistra (direzione di marcia) delle cascatelle, il sentiero diventa molto evidente e si sale bene. Assai più in alto si nota un recentissimo segnavia con il numero 519 su un ramo ed un segno che invita a voltare sinistra. Il vecchio sentiero traversava a destra, con una breve tagliata nei mughi entrava nel solco del vallone con e poi lo risaliva rimanendo sempre nel fondo (acqua), con qualche difficoltà per evitare i salti (Percorso da noi seguito in discesa, non avendo individuato in alto il raccordo con il sentiero n.519). INFORMAZIONE UTILE: Ove siamo ora, cioè nel punto in cui si stacca il vecchio sentiero, se si prosegue la breve traversata in quota verso destra, oltrepassando il solco del vallone principale ed un altro secondario, si arriva ad una baita in legno graziosa, non tanto per il tetto ricoperto di un vistoso telo verde, che può offrire un ottimo riparo in caso di necessità.Ritorniamo al segnavia 519 ed al segno di svolta a sinistra. Non avendo verificato il rimanente percorso in salita, ma valutando l'ambiente durante la nostra discesa dalla Forcella Valromana, è certo che il sentiero prosegue mantenendosi sul costone di destra idrografica rispetto al solco principale della valle. Raggiunto l'ampio e solitario circo terminale, con meravigliose fioriture, belle ed alte pareti, il sentiero si porterà sempre più a sinistra, a ridosso del Monte Buconig per poi salire, non so come, alla Forcella Ratece e sul Picco di Mezzodì (Alta Via delle Api Tarvisiane). Un consiglio pertanto a chi dovesse scendere come noi da Forcella Valromana: raggiunti i ghiaioni, non scendere ulteriormente, ma traversare anche in quota verso destra (direzione di marcia) fino ad innestarsi sul sentiero 519. Per chi dovesse salire, ovviamente seguire il sentiero segnalato 519 fino a raggiungere le ampie ghiaie sottostanti le pareti e quindi per tracce traversare tutto a destra (direzione di marcia) sostanzialmente in quota, oltrepassando lo sbocco del canalone e lo zoccolo basale della Forcella Valromana. Si sale ora per verdi puntando all'evidente canale e successiva rampa che rimontano a sinistra in direzione della forcella. Sulla rossa parete a destra del canale permane un antico bollo arancione che indica il momento di abbandonarlo, chè oramai è esaurito, e salire per la ripida rampa che mira ad un alto colletto verde (tracce di sentiero sul verde). Raggiuntolo, via verso destra fin sotto una ripida placca inclinata con resti arrugginiti di corde e chiodi di ancoraggio. Salire la placca, proseguire sul filo della successiva costola e, ultimamente, per il fondo del canale tenendosi preferibilmente sulla destra (direzione di marcia) fin sull'insellatura. Stefano Sanzovo - GRUPPO NATURA PREALPI - Pieve di Soligo (TV) - www.grupponaturaprealpi.qdp.it
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