Avvicinamento
Usciti da Tarvisio in direzione di Fusine, prendere la deviazione a destra per la frazione di Rutte. Raggiunto il piccolo abitato proseguire verso Ortigara fino all'incrocio con la pista forestale che scende dalla Valromana, poco prima di attraversare il rio Bianco (m 854, ampio spiazzo per il parcheggio, segnalazioni CAI).
Descrizione
La nostra escursione ha inizio lungo la strada sterrata che si addentra nella Valromana (segnavia CAI n.511) percorrendone comodamente, in questo primo tratto, la sinistra orografica. Il bosco è qui formato dalla classica associazione tra
faggio e
abete rosso che si ritrova comunemente in questo orizzonte. Il sottobosco di giugno comprende tra le altre specie anche alcune orchidee spontanee come la rara
elleborine rosea. Dopo avere costeggiato lungamente l'alveo del torrente, si incontra e si lascia sulla destra la prima deviazione per la
Capanna Cinque Punte (m 903, piccola radura con segnavia CAI n.520). Subito dopo, la strada sfocia
ampia fiumana ghiaiosa della Valromana, ma prima incontra un ulteriore bivio con il segnavia CAI n.518, anch'esso diretto alla Capanna Cinque Punte. Lo si lascia a destra per seguire invece le indicazioni dei sentieri n.511 e n.519. Sulle ghiaie i segnavia tendono a scomparire ma il percorso da seguire è in ogni caso semplice: si attraversa l'alveo e si prosegue lungo il margine dell'opposto versante, mirando alla confluenza con il rio Torer. L'ambiente che stiamo attraversando, costituito dai depositi alluvionali della Valromana, si presenta particolarmente ostico per la vita vegetale a causa della povertà del substrato e della sua mobilità. Sono poche pertanto le specie che si possono osservare sulle ghiaie: tra queste l'
aquilegia minore e il
garofanino di Montpellier. Si giunge così alla confluenza del rio Torer con il rio Bianco (m 960), posta ai piedi della piramide rocciosa del monte Bucher Piccolo. Il tratto sulle ghiaie si è rivelato lungo ma il dislivello superato rispetto al punto di partenza è di soli cento metri. Dopo la confluenza riappare una mulattiera sassosa con la quale si abbandona temporaneamente il greto per iniziare a salire nel bosco con pendenza maggiore. Oltrepassata una grande radura con osservatorio rialzato, si incontra un ultimo bivio (cartello) dove si lascia a destra il segnavia CAI n.511 diretto alla
Portella per seguire sulla sinistra il segnavia n.519. La mulattiera sale ora con pendenza più decisa fino ad una specie di piazzola dove essa ha termine. Seguendo i recenti segnavia ci si inoltra nel bosco percorrendo un tratto accidentato ma alquanto suggestivo tra piante di grandi dimensioni, macigni ed affioramenti rocciosi. Si esce poi su una ampia schiarita ai bordi dell'alveo del rio Torer (m 1156) in corrispondenza della confluenza di alcuni rii secondari. Si è qui alla base di un selvaggio vallone dirupato lungo il quale sono ben visibili alcune cascatelle. La fioritura estiva attira diverse specie di farfalle tra cui la
crocea e la
maera che sono osservabili con facilità.
Il sentiero, dopo aver guadato senza difficoltà il torrente, risale per gradoni rocciosi invasi dal
mugo seguendo un percorso piuttosto tortuoso. Se la conca dovesse essere ancora occupata dalla neve, si tenga come punto di riferimento il lembo di bosco subito a sinistra della cascata principale, dove si dovrebbe ritrovare il sentiero. Le rocce levigate e rese umide dalla vicinanza con l'acqua e la ripidezza di alcuni tratti richiedono ora maggiore attenzione. Superato questo primo ripido zoccolo roccioso si sente rumoreggiare nuovamente il rio Torer: qui il sentiero piega a sinistra proseguendo con una serie di strette svolte. Su pendenza sempre sostenuta, tra piccoli solchi, impluvi e gradoni rocciosi opportunamente liberati dagli arbusti, ci si innalza tra le prime fioriture del
rododendro irsuto e della
clematide alpina. Finalmente si esce su terreno più aperto nel punto in cui il sentiero traversa sopra il greto del rio Torer. Dal punto in cui ci troviamo possiamo osservare come la parete che racchiude l'alveo sia franata ingombrando il greto con grandi massi. Il sentiero prosegue in salita raggiungendo la base del vasto anfiteatro che costituisce l'
Alpe Moritsch, una conca alpestre di rara bellezza e solitudine, racchiusa da una potente quinta rocciosa a forma di arco che segna il confine con la vicina Slovenia. Seguendo i segnavia ci si destreggia tra roccette, detriti e fazzoletti erbosi portandosi nei pressi del macigno più grande, dove possiamo considerare conclusa l'escursione. Il segnavia CAI n.519 prosegue in salita verso la forcella di Ratece ed il
Picco di Mezzodì con difficoltà decisamente superiori a quelle finora affrontate. Noi invece possiamo esplorare l'Alpe di Moritsch discostandoci un poco verso ovest senza percorso obbligato. L'appassionato di botanica potrà trovare qui, tra giugno e luglio, una varietà floristica straordinaria, culminante nelle spettacolari fioriture di
rododendro irsuto,
camedrio, e
rododendro nano. Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Avvertenze
Il tratto superiore dell'itinerario coincide con il greto di un torrente. Si sconsiglia pertanto di percorrerlo dopo abbondanti
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio