Avvicinamento
Dalla strada statale n. 512, presso Cavazzo Carnico, giunti all'altezza del ponte sul rio Faeit, si imbocca la stretta rotabile che conduce alla trattoria Al Pescatore (cartello). La si percorre per qualche centinaio di metri fino ad incontrare sulla sinistra un comodo spiazzo per il parcheggio (m 298, cartello Forra Cjanevate,
Grotta dei Pagans).
Descrizione
Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata che costeggia la valletta del rio Faeit, racchiusa da alcune elevazioni boscose dai fianchi piuttosto impervi. Si raggiunge e si oltrepassa la bella radura punteggiata dalla fioritura del
latte di gallina della trattoria Al Pescatore continuando lungo la strada sterrata che si snoda ancora in falsopiano sulla sinistra orografica del torrente. Il bosco di fondovalle è formato qui da
carpino nero,
orniello,
viburno,
tiglio,
roverella e
pino nero mentre nel sottobosco si sviluppa una fitta copertura verde di
epimedio. Dopo avere offerto alcuni splendidi scorci sul greto del torrente la strada si esaurisce presso un ponte in legno che ci consente di guadagnare l'altra riva. Tralasciata la traccia che piega a sinistra noi proseguiamo a risalire il corso del torrente percorrendo un tratto a ridosso del greto. Qualche sbiaditissimo segnavia CAI e bolli rossi più recenti ci guidano a traversare agevolmente le pendici friabili che caratterizzano questo tratto della valle. Ben presto il sentiero si discosta dalle rive per risalire sulla sinistra dapprima attraversando un piccolo rio tributario e poi lungo un rampa boscata. Con pendenza più decisa si raggiunge il limitare di un ripiano inclinato immerso nel bosco di
faggio e
acero di monte. Facendo attenzione ai bolli si tralasciano alcune diramazioni per proseguire invece lungo un comodo sentiero che, dopo un impluvio, si trasforma in pista forestale. La si percorre con qualche saliscendi attraversando dapprima un rio secondario, presso l'inizio del segnavia CAI n.827, e poi di nuovo il greto del rio Faeit. Riguadagnata definitivamente la sinistra orografica, la strada sterrata sale con qualche svolta raggiungendo le case di
Pusea (m 504), precedute da un bel ripiano fiorito. Tra le tante specie che fioriscono tra maggio e giugno possiamo riconoscere il
latte di gallina dalla corolla stellata di colore bianco candido e la
elleborina bianca, una orchidea dalla spiga fiorifera piuttosto rada. La presenza di una strada asfaltata che giunge da Verzegnis, ha reso possibile la ristrutturazione di alcune case riportando così il borgo a nuova vita.
Dal centro del paese si piega a destra seguendo la strada che sale moderatamente trasformandosi dopo poco in pista sterrata. In corrispondenza di una marcata ansa vi è la possibilità di imboccare a destra la pista inerbita che riporta direttamente alla radura presso la locanda Al Pescatore (piccolo impluvio da attraversare su sentiero). Volendo invece divagare ancora un poco, si asseconda la curva raggiungendo una insellatura (m 583) dove si lascia a sinistra la pista sconnessa che sale allo stavolo Gadoria del Perar. Noi proseguiamo lungo la strada che che prende a traversare a mezza costa le pendici del monte Alz. Il percorso è abbastanza panoramico e lascia intravedere alcuni stavoli più in basso ma soprattutto le boscose pendici settentrionali che caratterizzano la dorsale del
monte Piciat. Tra le bellissime fioriture primaverili spiccano l'
anemone, la
pervinca ed il
citiso rosso mentre sulle prime rocce a ridosso della strada spuntano le
globularie piccole e l'
emero. Dopo essere passati accanto ad una serie di banconate rocciose la pista rientra nel bosco trasformandosi nuovamente in sentiero inerbito. A questo punto fare attenzione ad un marcato bivio sulla destra (bolli rossi) che ci consente di imboccare un comodo sentiero che divalla a tornanti. Prima di scendere può essere interessante proseguire ancora pochi minuti fin sulla boscosa vetta del monte Alz. Sulla sua ampia sommità si trovano due corridoi che portano agli ingressi di un'opera del Vallo Alpino. Ritornati al bivio, con percorso gradevole si perde quota nel bosco innestandosi definitivamente sulla pista forestale di cui si è già detto. Con alcune svolte la pista esce sul ripiano erboso a poca distanza dalla locanda. Da qui, percorrendo a ritroso il tratto in comune, si chiude l'anello.
Variante alla forra del rio Cjanevate
Se la portata d'acqua del rio Faeit lo consente, l'escursione può essere arricchita dalla visita alla vicina forra scavata dal rio Cjanevate, un esempio di erosione tra i più singolari e meno conosciuti della regione. Cercando quindi i passaggi migliori sulle pietre affioranti, dalle rive presso il parcheggio si raggiunge la sponda opposta dove un marcato sentiero porta in pochi minuti ad una grande parete attrezzata a palestra di roccia. L'ingresso nella forra si trova poco più avanti a sinistra, protetto da alcuni massi di conglomerato che ne ostruiscono l'accesso. Li si supera con facilità facendo solo attenzione al fatto che sono umidi e scivolosi. Oltre questi il fondo del greto riprende comodo e ghiaioso e consente di visitare in tutta facilità il primo tratto della forra. Il luogo è altamente spettacolare per la presenza di alte pareti che creano una discreta oscurità, ravvivata solo dai pochi punti dai quali la luce filtra. Purtroppo la percorrenza è piuttosto breve poiché, dopo qualche decina di metri, un ripido salto roccioso impedisce ogni possibilità di proseguire e non rimane che prendere la via del ritorno. Poco a sinistra rispetto all'ingresso nella forra si apre anche la grande volta della
Buse dai Pagans, anch'essa meritevole di una breve deviazione.
Variante per il monte Zouf
Da Pusea proseguire seguendo le indicazioni per Dueibis oltrepassando il piccolo gruppo di case per poi imboccare una stradina cementata che sale a monte delle ultime abitazioni. Dopo pochi metri, raggiunta la dorsale del
monte Zouf, abbandonare la stradina che scende verso il
lago di Verzegnis (possibile altra divagazione) e puntare verso destra, seguendo una traccia che sale in direzione est, dapprima esile, poi ben larga e marcata. L'ambiente ombreggiato ed una certa percentuale di umidità possono consentire di intravedere lungo il percorso la
salamandra pezzata e l'
orbettino. Il sentiero, abbastanza ripido nella prima parte, poi più agevole, si snoda in una boscaglia rada composta da
faggio,
pino silvestre,
acero di monte,
sorbo montano,
carpino nero,
orniello,
sorbo degli uccellatori e qualche
betulla. Nell'ultimo tratto si passa sul versante nord raggiungendo la cima del
monte Zouf (m 827), immersa in una bellissima e densa faggeta.
Sulla cima il sentiero praticamente scompare ed occorre allora scendere lungo la opposta dorsale senza percorso obbligato, tenendosi preferibilmente sulla destra, finché non si incontra nuovamente una buona traccia che cala a piccoli tornanti immettendosi su una pista forestale a pochi metri dallo stavolo Gadoria del Perar (m 656, possibilità di ricovero). Proseguire a destra, scendendo in pochi minuti alla forcelletta tra il
monte Zouf e il monte Alz (m 583). Abbandonare la carrareccia che scende verso gli stavoli Taulis e proseguire diritti lungo la mulattiera che traversa il fianco meridionale del monte Alz offrendo alcuni panoramici scorci sul
monte Piciat. Dopo essere rientrati nel bosco si giunge ad un'evidente deviazione sulla destra. Si abbandona quindi la mulattiera che nel frattempo si è trasformata in sentiero e si cala a comodi tornanti lungo una marcata traccia fino a raccordarsi, a quota 462, con il percorso dell'andata. Da qui fino al punto di partenza si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua