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    Il Sentiero della Fede da Casanova a Zuglio
    Alpi Carniche
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaU18

Il Sentiero della Fede da Casanova a Zuglio

Avvicinamento

Dalla periferia nordovest di Tolmezzo si seguono le indicazioni per Caneva imboccando il vecchio ponte sul torrente But. Sull’altro lato si piega subito a destra in direzione di Casanova. Senza raggiungere l’abitato si parcheggia l’auto poco prima della galleria stradale (m 331, piccolo spiazzo sulla destra).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Uomo
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Dicembre
Carta Tabacco
013
Dislivello
900
Lunghezza Km
14,2
Altitudine min
331
Altitudine max
915
Tempi
Dati aggiornati al
2017
I vostri commenti
  • 31/01/2021 30/01/21 partiti da Casanova evitando la salita alla Pieve s.Maria Oltrebut. Neve presente lungo tutti i tratti di sentiero che comunque si percorrono tranquillamente con i soli scarponi. La mulattiera che porta a Sezza ha diversi schianti superabili facilmente, arrivati alla Pieve di s.Pietro lunga sosta, non ricordavo un panorama così vasto. Rincasati ripercorrendo a ritroso la stessa via. Semplice ma bella camminata! Mandi a ducj
  • 09/12/2018 Percorso oggi 09/12/2018, come da relazione di SN. Non disponendo di una seconda vettura a Zuglio, sono salito fino alla cima del M. Spin, per poi fare ritorno utilizzando lo stesso itinerario dell’andata. Tutto il percorso è in buone condizioni, per la maggior parte ripulito; un solo abete schiantato, sul rio poco prima di Cazzaso, obbliga a qualche impegnativa contorsione. Raggiunto il paese si può piegare subito a sx lungo la Via Salanis, ma merita percorrere le suggestive viuzze del nucleo più antico della piccola borgata. Giunti a Loc. Sella Marcelie (m 780), si abbandona il percorso principale per risalire a dx lungo una rotabile asfaltata che, solo dopo aver superato la baita risistemata, diventa sterrata, per esaurirsi su un ampio pendio prativo. Si risale il pendio prativo puntando ad un piccolo abete isolato e recintato (sorgente captata), poco più in alto si trova una trascurata mulattiera che, con percorso antiorario, aggira le pendici del M. Spin; dove questa cenna a calare la si abbandona per piegare decisamente a sx. Raggiunte le inclinate praterie sommitali, si ritrova una buona traccia; rasentato un ciglio sulla sx, si prosegue in salita fino a raggiungere un ulteriore ciglio, dove si piega nuovamente a sx risalendo in breve alla cima del M. Spin segnalata da un grande cippo (ma non c’è libro di vetta). A parte gli inevitabili tratti su strada asfaltata, il percorso è sempre interessante, a partire dalla scalinata (ho contato 390 gradini) che conduce alla pieve di Santa Maria Oltre But. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 03/12/2017 Sentiero della Fede: ripercorso oggi. I tratti di strada sono puliti, presente neve sulla salita a vista al monte Spin (che comunque è facoltativa); sui restanti tratti di sentiero c'è, ad oggi, poca neve che non abbisogna di ramponcini. Uno schianto poco prima del ponte sul rio Bueda ci tiene allenati con le manovre di superamento. Dalla Pieve di San Pietro il consueto amplissimo panorama; la chiesa era aperta e visitabile.
  • 04/05/2016 Passato qualche anno dall'ultima volta, tanto che non ricordavo tutti quei gradini salendo a Santa Maria Oltrebut, tanti, e poi l'incertezza se seguire quella bella freccia rossa che dice: sali!!! oppure scendere verso la sottostante strada, poi tutto fila nel verso giusto in una giornata davvero primaverile, tutti all'opera come formichine, ronzio di tagliaerba, lame che sibilano sul legno, cani scatenati. Anche a Cazzaso si lavora, ma la falce è silenziosa; qualcuno, gerla sulla schiena, sale verso la latteria, a Cazzaso Nuova do un'occhiata all'orario delle corriere, non si sa mai, mi dico; la grande casa turchina è in vendita, acqua sulla strada, l'auto nuova è appena stata lavata. Si cammina in un bel corridoio alberato e così l'asfalto non pesa molto e poi ad una curva le mucche, in mezzo, mi guardano sospettose, c'è qualche vitellino, mi allontano velocemente verso Sella Marcelie, lì invece una mucca mi muggisce contro e mi tallona, non mi molla; m'infilo oltre il cancelletto, sudato per sfuggire al bovino! Per la cima ho seguito lo sterrato fino al suo termine quando diventa sentierino ben marcato al cui culmine trovo un bel cartello: Formeaso a sinistra, Terzo a destra. E' una novità tant'è che seguendo il sentiero per Formeaso arrivo in un attimo al cippo del monte Spin e lì finisce la mia gita. Ridiscesa a Cazzaso Nuova giusto in tempo per la corriera raccogliendo al volo il suggerimento di Luca postato in altro commento qualche giorno or sono.
  • 30/01/2015 Dopo tanto, un gruppo. Biele Int. Amici di SN conosciuti all’iniziativa resistente di Casera Ditta lo scorso settembre. L’itinerario prescelto salta per nuvolaglia che borbotta ad oriente ma in realtà è solo complice d’una beffa. Di mattina l’arzigogolo dei pensieri non si dipana e la voglia di traversata cade nel paradosso. Così, senza pensarci, il piccolo manipolo di atei, agnostici o diversamente credenti si ferma sulla pagina che mai avrei pensato di spiegazzare. Beffardo, il troi se la ride tutta quando ci vede salire quella splendida gradinata verde sommersa dal fogliame. Bucanevi addobbano il palco ove s’ergono le ancone della via crucis collettiva. Un colorato villaggio d’arnie con tetti alpini trasforma il sacramentar in sorrisi. Le primule si fan novizie. Le foglie son quasi interamente delle coste bianche. I fiori, chiusi, paion spilloni senza traccia alcuna delle anime gialle che coloreranno presto il sottobosco. I crochi presenti invece, si godono il sole. Da qui il Sernio domina ma lo star bassi pone in rilievo San Florean e il bell’itinerario del Giaideit. Il troi che sale verso Cazzaso è un continuo mutar d’ambiente, di luci e di vite arboree. Ammiriamo la latteria e tra una Farferugine e l’altra prendiam la via per lo Spin. Io sospiro verso Curiedi. Il versante eroso conquista l’attenzione e poi gli occhi s’alzano verso il Cucco per adagiarsi infine sulla pieve di San Pieri. Delle capre fuggono irritate alla nostra presenza. La sosta è piacevole, alcuni cercan riparo dal vento, la futura alpinista del gruppo addomestica il baratro, sedendosi sul ciglio e divorando l’orizzonte con gli occhi. Scendendo, ciuffoni d’erba e betulle alimentano ancor più il buonumore. Luciana d’un tratto chiama la mia attenzione sull’effimera scacchiera verticale creata dal sole. La stradina cambia volto di colpo. La staccionata, nello svolgersi, proietta millimetricamente la sua alternanza d’ombre invitando a riporvi le pedine e a reinventar le regole della dama. A Sezza un rudere mette in bella mostra le cornici di mattonelle giallo-arancio che avevamo notato anche in un edificio a Cazzaso. Ci intratteniamo ad ascoltare i racconti di un autoctono, amante delle rupi, che ha vissuto una vita di lavoro ta las Svizeras, da poco rientrato ta mari Cjargne. Ci chiede se conosciamo l’Antelao e il Mangart, al nostro assenso ci svela d’aver salito ogni cima che va dalle Giulie alla divina carega. Ci indica infine la strada verso il mulino. Un angolo da esplorare sottovoce, lasciando parlar le acque. All’ultima pieve risuona “I soi achi!” ma le croci non si baciano. Splendida per fattura e per il panorama che elargisce. Merita osservare con cura tutte le antiche lapidi, una ad una. Una, più “recente,” dà le spalle ai Lander, rami d’edera marmorea addobbano una foto in bianco e nero d’altri tempi, che mi rapisce. Un saluto al Coglians e si ridiscende, purtroppo senza aver incontrato la Federica in questione…(24.01.2015)
  • 16/03/2014 Escursione fatta domenica 9 marzo. Il sentiero in numerosi tratti è invaso da schianti che costringono a deviare per qualche decina di metri, prestare attenzione alle numerose diramazioni che si staccano dal sentiero principale. La cima del M. Spin è il punto ideale per una sosta pranzo……. pane e panorama! Arrivati alla pieve di San Pietro inaspettatamente aperta, siamo stati accolti da antiche melodie sacre. Da buon corista e amante della musica ho chiesto informazioni in merito a un signore che stava sistemando l’altare, “a son duç maurz chei che si sint a çjantâ, ma nô vin fat une ricerche e registrât dut par no smenteâ“ (sono tutti morti quelli che si sentono cantare, ma noi abbiamo fatto una ricerca e registrato tutto per non dimenticare). Anche il Troi di Zui che scende dalla pieve è molto ostacolato da alberi e rami spezzati dal peso delle nevicate invernali ma, con un po’ di pazienza si riesce a passare senza stappare il vestiario. Complessivamente bella escursione però a mio avviso meriterebbe qualche tabella in più nelle biforcazioni del sentiero per non stare ogni volta a consultare la mappa o la relazione.
Le vostre foto
  • Ponte sul rio di Bueda
    31/01/2021 Ponte sul rio di Bueda
  • Scalinata che sale a s.Pietro
    31/01/2021 Scalinata che sale a s.Pietro
  • Inizio della salita al M. Spin
    09/12/2018 Inizio della salita al M. Spin
  • Antica latteria di Cazzaso
    09/12/2018 Antica latteria di Cazzaso
  • Cavo passamano sullo scivolo roccioso di un rio
    09/12/2018 Cavo passamano sullo scivolo roccioso di un rio
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