Avvicinamento
Percorrendo la statale 13 Pontebbana, nel tratto compreso tra Camporosso e Tarvisio, giunti alla rotonda si seguono le indicazioni per Camporosso e poi per l'hotel Bellavista. Superato il sottopasso ci si innesta a destra in via Sella seguendo poi le segnalazioni CAI fino alle ultime case dove si può parcheggiare poco prima che la strada diventi sterrata (m 800, segnavia CAI n.509). In caso di forte innevamento risulta difficile parcheggiare nel punto indicato ed allora conviene ritornare indietro e lasciare l'auto in via Sella.
Descrizione
La rotabile che sale ai Prati di Bartolo costituisce in inverno una ottima occasione per intraprendere la facile passeggiata che porta alla celebre radura. Il dislivello minimo e la modesta pendenza, assieme al fatto che spesso la strada è battuta dagli automezzi, portano diverse persone a raggiungere in inverno le baite con le ciaspe o gli sci. Difficile quindi essere da soli alla testata della valle, soprattutto quando, dopo una bella nevicata, l'ambiente diviene quasi fiabesco con la grande distesa bianca punteggiata di stavoli e alberi carichi di neve. L'escursione ha inizio lungo la pista che da Camporosso si porta all'imbocco della val Bartolo passando a ridosso di una scarpata rocciosa e friabile. Un paio di targhe in alto sulla sinistra ricordano i combattimenti del 6 e 7 ottobre 1813 che videro impegnati i Cacciatori da Campo austriaci contro le truppe di Napoleone. Il corridoio iniziale si trova in ombra per gran parte della giornata invernale e, grazie anche all'umidità del vicino torrente, si trova immerso in una atmosfera fredda e cristallina. Con una marcata ansa la pista si orienta decisamente verso nord, sempre affiancata dal greto del rio Bartolo. Un primo ponte ci porta sull'altro lato della valle a percorrere un lungo rettilineo che ci fornisce l'occasione per dare uno sguardo più attento alla vegetazione arborea. Stiamo camminando all'interno di un bosco di
faggio e
abete rosso mentre sulle pendici più friabili si sviluppa una rada pineta a
pino nero,
pino silvestre e
mugo. La strada si riporta ancora sulla destra orografica nel punto in cui la valle si rinserra tra alti pinnacoli rocciosi. Gli stessi nomi degli impluvi che scendono dai due versanti, rio Malo e rio Dirupo, la dicono lunga sulla natura friabile e tormentata di questi versanti. A quota 935 (cartello CAI) si nota sulla destra l'imbocco del sentiero per
sella Canton mentre alla nostra sinistra sale una mulattiera rovinata risalente al periodo tra le due Guerre. A tale proposito, come in molti altri luoghi del Tarvisiano, le rupi circostanti celano ancora le vestigia delle opere difensive del Vallo Alpino. La strada riprende quota curvando leggermente per affacciarsi infine sul grande ripiano dei prati del Bartolo, disseminato di baite e fienili. Tralasciando le diramazioni laterali si inizia così il lungo rettilineo che conduce alla parte alta della valle: in passato la strada era diversa e passava tortuosa tra le baite ed i fienili. Questi erano abitati solo stagionalmente per alcune settimane a partire da luglio e fungevano da base per i grandi lavori di sfalcio che interessavano tutta la famiglia. Ai nostri giorni questa tradizione rimane nella festa che si tiene alla fine di agosto quando gli stavoli si ripopolano di autoctoni e turisti. Raggiunto il lembo più settentrionale della grande radura, dove in estate i prati si fanno acquitrinosi, la pista si alza e disegna una larga ansa verso destra portandosi alla boscosa
sella di Bartolo (m 1175), posta sul confine di stato con l'Austria. Qui sul passo transita il segnavia n.403 della Traversata Carnica ma per noi è giunto il momento di invertire la direzione e rientrare a Camporosso seguendo il medesimo itinerario.