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    Casera Salinchieit da Casasola
    Prealpi Carniche
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    Casera Salinchieit da Casasola
    Prealpi Carniche
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    Casera Salinchieit da Casasola
    Prealpi Carniche
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    Casera Salinchieit da Casasola
    Prealpi Carniche
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    Casera Salinchieit da Casasola
    Prealpi Carniche
SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaS13

Casera Salinchieit da Casasola

Avvicinamento

Da Meduno attraverso Navarons o da Maniago risalendo la Val Colvera si raggiunge l’abitato di Casasola (frazione di Frisanco). Giunti al centro del piccolo paese girare a destra prima della chiesa, risalendo una stretta rotabile asfaltata che conduce ad alcune vecchie abitazioni (m 460, cartelli, piccolo parcheggio).

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Silenzio
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Novembre
Carta Tabacco
028
Dislivello
1200
Lunghezza Km
10,2
Altitudine min
460
Altitudine max
1494
Tempi
Dati aggiornati al
2005
I vostri commenti
  • 05/11/2021 Il sentiero e' in ottime condizioni e ben segnalato; si percorre piacevolmente in tutta la sua lunghezza. Bisogna solo porre un po' di attenzione al letto di foglie appena cadute dai faggi spogli, che rendono alcuni tratti di sentiero scivolosi. Il Rodolino, oggi, contornato da un cielo azzurro limpido, avrebbe invogliato anche me... Ma sara' la meta di un altro giro; oggi si prende solo un biglietto di andata e ritorno per Casera Salinchieit...
  • 15/01/2015 Lo prendo alla larga per non incorrere nella maledizione del triangolo delle tre R che m’accoglie con la fumate in qualsiasi stagione. Fingo di puntar solo alla casera Salinchieit. L’importante è dissimulare e salirlo di colpo quando non se l’aspetta. Alla partenza ecco i primi bucaneve. Buca che? Dopo un po’ finalmente ecco il troi in puro west style: su dret e vonde! La sensazione di solitudine e isolamento permea questi luoghi alla cui guardia è posta una coppia di speroni che mi osserva dall’alto. Una porta che aspetta d’esser varcata. Ma si noteranno più tardi, ora è quella muraglia che impera. Salendo, appare un pino tutto spelacchiato. Solitario dimostra il suo carattere snob, fa il prezioso! Tutti i rami sono ricurvi all’insù, addosso solo qualche pallottola che sa di ricci di mare o d’albero natalizio mesto e disadorno . Alla sella finalmente il panorama si amplia. Da un lato una croce vigila la piana, dall’altro una scultura a forma di fucile punta verso il basso. Mah! Bella la cresta dei Tubers, soprattutto quando ci si può salire smarcando il troi. Il lago di Selva pare una risorgiva di petrolio. Lontano quello di Redona mentre i Tramonti son protetti dalle fiancate di Celant e Brusò. Dal Dosaip al Corda son tutti lì in un aggrovigliarsi di strette vallate. Mi sento osservato, mi giro…No! Il Rodolino s’è accorto di me e indossa già la vaporosa parrucca d’ordinanza! Proseguo fischiettando senza guardarlo negli occhi. Da forcella Salinchieit le orme scorte sulla poca neve presente scompaiono. Si passa sull’altro versante. Altra musica. Tutto si fa ombroso e bianco. Le impronte si moltiplicano, alcune di grandi dimensioni mi lascian titubante. Passo per primo sul troi e la neve si fa alleata scrocchiante. La casera si mostra tutto ad un tratto. Encomiabile il suo recupero. Rispettoso ed essenziale. Eleganza grezza, i cui calli rigano fieri ogni suppellettile. Splendido il pavimento in pietra. Il fogolâr al posto del solito mucchietto di cenere ne presenta uno di neve. Come se avessero arso il gelo stesso! Meraviglia! Ritorno verso la cresta facendo piano, dai che non mi sente! Alla forcella fingo di tirar dritto poi su per il crinale seguendo il limitar dei mughi. Pare prometta bene. Davanti all’ultimo strappo non vedo la traccia, mi sposto a destra, sul versante settentrionale. Non era la via giusta. Salgo per roccette aiutandomi con le mani e guadagno di nuovo la cresta passando da un ciuffone all’altro. Giungo morbidosamente all’antecima. Non si vede a venti metri. Ringhio. Poi mi metto il cuore in pace e scendo per un troi scomodo che, dopo tanto, fa vociar le ginocchia. Da sotto guardo in alto. Ci rivedremo Rodo! Magari per la traversata, partendo di mattina presto quando sonnecchierai! Tu viodaras mò! (13.01.2015)
  • 16/04/2014 Anello dei tubers ( Forcella di Salinchieit )Giornata grigia , le previsioni del tempo però non portano pioggia. Il posto di ritrovo con gli amici escursionisti è in piazza a Poffabro. Per la prima volta ci incontriamo amici di web per un escursione .Il gruppo di Loredana(il più consistente ) proveniente da Udine .Breve descrizione dei componenti: Loredana che ho conosciuto sul forum di sentieri natura,poderosa macchina da guerra,tosta, kilometraggio infinito .Luciana degna erede di Loredana ( il suo braccio destro )nel gruppo impersona la parte mistica .Paola la più giovane come esperienza, partenza sprintosa e divertente ,infine Graziano l’unico con cui ho avuto esperienze precedenti ( tre ferrate )tipo flemmatico, sorriso da gioconda. Il gruppo di Andre ( Polcenigo ), composto oggi in via sperimentale da lui e se stesso , ragazzo giovane di età,la mascotte in questa escursione,vulcanico, entusiasmo da vendere ,coinvolgente e carismatico. Infine io e il mio fido Magritte . Puntuali all’appuntamento , si parte alle 08.00 dal borgo di Poffabro (magico sin dalle prime ore del mattino ), per il sentiero 973 a , si attraversa il rio Muie sopra un paio di umide e scivolose passerelle ,segue una vecchia mulattiera con muri di pietra, per poi risalire la ripida dorsale . Sentiero ben marcato che risale un ampio boschetto di noccioli. La pendenza del sentiero è sostenuta e costante. Il gruppo si dirama su una distanza di 200 metri, prima Paola e andre , poco dietro L &L , a una centinaio di metri io e infine a chiudere la colonna Graziano ,rapito dalle bellezze del luogo e oggi in versione Fellini. Si attraversa un ghiaione ( quota 1000 mt circa ) spostandoci sulla sinistra dove brevi tornanti ci portano sulla dorsale che ci collega alla base rocciosa del monte. Risaliamo per zorle erbose e gradoni fino ad una piccola cengia leggermente esposta ,che attraversiamo senza patemi ( sgombra da neve ), gli ultimi tornanti con minor pendenza ci portano alla meta prefissata , la forcella di Salinchieit .Pausa d’obbligo, si da un occhiata intorno per il da farsi. Il Rodolino avvolto nelle nebbie, il lato nord imbiancato di neve. Dalla nebbia dopo aver dato spettacolo con le mie virtù si decide sull’opzione più sicura, percorrere la cresta discendente da l Rodolino attraversando i Tubers fino alla sella Moltrin , da qui scendere per il sentiero 973 fino al borgo di Casasola.Si sa che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.Per via dell’abbondate neve che copriva il sentiero , Il primo tratto dei Tubers lo abbiamo percorso in cresta, ma a causa della fitta vegetazione sul crinale esposto, ci siamo spostati all’interno . Abbassandoci di quota con cautela sullla neve, in cerca delle trqacce del sentiero, che occhi di falco ( Graziano ) avvistava.Molto in basso rispetto alla nostra posizione.Andre come apripista in diagonale si abbassava e noi sulle sue orme procedevamo in sicurezza fino a incrociare il sentiero che dopo pochi metri perdendo quota era sgombro da neve. Scampato il pericolo breve sosta e commenti degni di Piero Angela sull’etnologia del nome Tubers( ne abbiamo sparato di tutti i colori )dalle nebbie una voce suggeriva…: Patata , Andre con gesti ne mimava le forme. Chiusa la pagina culturale, tra le nebbie siamo discesi a sella Moltrin, e da questa ci siamo calati nel canalone che scende , affascinate sentiero, forse uno dei più belli di questa zona montana,tra ammirazione e stupore ci siamo abbassati compatti verso la meta nascosta dalle nebbie , convinti in cuor nostro che nebbia e neve hanno un valore aggiunto in questa escursione. Giunti a pochi metri dal borgo ,si è proseguiti su un marcato sentiero verso prat della Zorza , lambendo una chiesetta di Campagna e guadando il torrente Muie , Andre (Mosè ) divideva le acque per far passare Paola . Gli ultimi metri ci portavano alla carreggiata in asfalto che sale a Poffabro, giro turistico nel vecchio borgo e caffè di rito nell’affascinate piazza , sbanchetti ma non troppo ,sorseggiando bevande e commentando le imperizie umane ,abbiamo riposato le membra. Saluti . abbracci e ripartenza per i luoghi di appartenenza.Dal forestiero ,solitario (non oggi ) sempre innamorato dei monti friulani.Malfy
  • 29/09/2012 Eh si, proprio una bella escursione del silenzio questa, nessun bipede né quadrupede né strisciante, solo qualche saltellante cavalletta e due galli cedroni poco prima della sella del Moltrin. Bellissima giornata soleggiata di fine settembre, il centro di Casasola è pedonale per cui o si lascia l’auto al piccolo parcheggio presso la chiesa oppure da lì si prosegue in auto mantenendosi a destra, fino all’inizio del sentiero 973 (cartelli in legno del Parco delle Dolomiti Friulane). Il rumore dell’acqua accompagna i passi lungamente, i vecchi fienili profumano ancora di fieno, l’ambiente è appartato e solitario, un po’ faticoso e rude come quasi sempre in queste zone, ma quando meno te l’aspetti ti ripaga regalandoti il piacere della vista di uno scorcio particolare, il lago di Selva e la curva della sua diga, più a est il lago di Tramonti con le nubi che si riflettono sulle sue acque. Il sentiero sempre ben segnato e visibile pur nei tratti di erba alta sale senza particolari difficoltà, solo i sassi e i legnetti insidiosi richiedono più cautela in discesa. Bello e ricco il bosco verso sella del Moltrin, poi con sali scendi appare forcella Salinchieit con alle spalle il Rodolino, panorama ampio nonostante la velatura verso il mare, ancora sali scendi fra erba e roccette e si passa accanto alla vecchia e arrugginita croce di ferro e poi il sentiero si affaccia su una spettacolare conca ove abbondano massi e mughi, e scende, e credi che oramai sia fatta, che sia tutta discesa, la casera sulla carta sembra vicina e invece no, c’è ancora da salire per poi ridiscendere facendosi strada fra qualche tronco marcescente e sassi, poi si rientra nel bosco e finalmente appare la luminosa spianata di casera Salinchieit. Bella la casera, ben ristrutturata, acqua corrente all’esterno, arieggiato un po’ per far uscire l’odore di fumo poi un panino sulla panca. Si alza un vento leggero, meglio un posto al sole accanto ai resti del fuoco.
  • 26/12/2011 Questa escursione mi è proprio piaciuta: moderatamente impegnativa dal punto di vista fisico, mantiene la promessa di essere un "sentiero del silenzio" e regala grandi panorami, soprattutto dal crinale dei Tubers. Oltre la forcella Salinchieit trovati 20 cm di neve, che hanno reso gli ambienti attraversati davvero suggestivi, accentuando ancor più la sensazione di isolamento. Il tratto dalla forcella alla casera è più lungo di quanto sembri, ma non troppo faticoso.
  • 10/06/2007 Ho risalito la sella oggi 10/06/07. Molto caldo, molto sudore ma la sella è panoramica e insospettabilmente elevata. Risalendo i Tubers c'è una bellissima vista sui laghi di Ca' Selva e Redona e di tutte le montagne attorno. Alla F. Salinchet ho attaccato la cresta, meravigliosamente panoramica e "di croda", del Rodolino. Un percorso eccellente che, a tratti, bisogna ricavarsi da soli (consiglio di tenere il più possibile la cresta). E' un entusiasmante saliscendi in cresta (qualche volta un po' sottile e dirupata ma mai difficile, anzi piuttosto allegra e aerea). Sono sceso per Forcella Racli a Poffabro. Il tutto ha richiesto circa 4 ore e mezza abbondanti. Come l'ultima volta che ero salito, il Rodolino non mi ha voluto concedere il paesaggio ma va bene anche così. Lo consiglio a tutti (soprattutto ai più avventurosi e allenati escursionisti).
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  • Lago di Tramonti e monte Valcalda dal monte Dassa. . . fata9 ...
    30/04/2006 Lago di Tramonti e monte Valcalda dal monte Dassa. . . fata9 ...
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    30/04/2006 Caserine dal Monte Dassa. . . fata95@aliceposta.it
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    30/04/2006 Monte Dassa da Casasola. . . fata95@aliceposta.it
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