Avvicinamento
Lungo la statale 13 (Pontebbana), nel tratto compreso tra Moggio Udinese e Chiusaforte, oltrepassata la galleria prendere a sinistra la deviazione per Roveredo. Dopo avere scavalcato l’autostrada si raggiunge la piccola ansa con il ponte sul rio Simon dove si può parcheggiare comodamente (m 346).
Descrizione
Il sentiero ha inizio qualche metro prima del ponte ed è stato recentemente marcato con il segnavia CAI n.425a. Si sale un ripido costone caratterizzato da strette svolte all’interno di una rada boscaglia a
pino nero e
carpino nero. Ai bordi del sentiero fioriscono ad aprile la
globularia piccola, il
citiso rosso, la
biscutella e lo
cneoro. In breve ci si ritrova già alti sulla valle del Fella e sulla annessa rete viaria il cui incessante brusio ci accompagnerà ancora per un tratto. Continuando a salire si entra in una pineta più fitta e progressivamente ci si sposta verso destra per evitare una fascia rocciosa. Con una ultima serie di svolte ed un breve corridoio naturale si accede ad un ripiano erboso a pochi metri dai ruderi dello
stavolo Sterpeit (m 648) dove fiorisce abbondante la
primula odorosa. Il sentiero rientra quindi nella pineta e, dopo un traverso in salita, piega a destra raggiungendo lo
stavolo Polizza di Là (m 774) anch’esso completamente in rovina. Abbandonare ora il segnavia CAI che scende verso il greto del rio Cuestis ed imboccare invece la traccia che sale immediatamente a sinistra dell’edificio principale (il sentiero CAI raggiunge ugualmente la forcella di quota 1121 alla quale puntiamo, ma con percorso più lungo). La traccia guadagna in breve un ripiano con un rudere poi sale ripidamente raggiungendo una sorta di crinale boscato dove la pendenza si appiana. Mirando alla parete rocciosa del
Piccolo Belepeit si percorre tutta la dorsale fino dove essa si impenna a ridosso della montagna. Prima di proseguire è consigliabile assecondare ancora per un tratto la traccia più marcata che traversa a sinistra tra le
eriche passando pochi metri al di sopra di uno spettacolare canalone e poi scende a raggiungere lo
stavolo Belepeit ed il suo panoramico ripiano. Ritornati al pendio franato si prosegue lungo il filo della dorsale su una traccia inizialmente poco marcata. Destreggiandosi tra
pini e
mughi la traccia risale il versante sudorientale del monte raggiungendo le praterie sommitali dalle quali con facilità si sale al punto più elevato del del
Piccolo Belepeit (m 1170).
Dalla vetta si cala lungo il comodo versante settentrionale fino alla forcella di quota 1121 dove si recupera anche il segnavia CAI n.425. Dalla sella il sentiero scende definitivamente nel vallone del rio Simon con una lunga diagonale puntando verso il ben visibile ripiano sottostante. Per balze erbose si raggiunge così lo
stavolo Conturate (m 936), in grado di offrire solo un precario riparo. Da qui ha inizio la lunga traversata che ci condurrà a percorrere con diversi saliscendi e rientranze tutto il vallone del rio Simon. Dallo stavolo il sentiero perde leggermente quota per assecondare il profondo incavo scavato dal rio Canalotto il cui greto si attraversa senza difficoltà. Da qui si rimonta per riguadagnare la quota persa, passando sopra un esteso franamento, poi si traversa piacevolmente nel bosco attraversando un secondo alveo dove il sentiero risulta in più punti danneggiato. Si giunge così al trivio di quota 976 evidenziato da segnalazioni su un grande masso. Qui si abbandona il segnavia CAI n.425 che sale a
Sot Cretis e forcella Fondariis e si prende a sinistra il n.424. I primi metri sono rovinati ma più avanti la mulattiera riprende più marcata e scende verso il greto del rio Simon in un tratto in cui il corso d’acqua scorre tranquillo e consente il guado. Appena più a monte scendono gole detritiche frequentate dai
camosci e la forra si impenna dando vita ad alcune splendide cascate. Da questo suggestivo e solitario punto la marcia si inverte ed ha inizio il rientro lungo la destra orografica della valle.
Si attraversa un rio secondario poi si prosegue costeggiando in alto il corso dell’affluente che con la sua caduta verso valle forma continuamente vasche e cascatelle. Il sentiero riprende quota rispetto al greto ed inizia a traversare in direzione sud oltrepassando altre piccole rientranze ed un grande incavo incombente sul sentiero che ospita una estesa colonia di
orecchia d’orso. Poco dopo, con un traverso largo e marcato ma anche piuttosto esposto, ci si avvicina ad un canale addossato ad una grande parete rocciosa. Lo si attraversa senza difficoltà riguadagnando quota lungo una cengia erbosa. Il successivo traverso ci porta alla
panoramica schiarita dello
stavolo Fondariis, ben ristrutturato ma chiuso, dove si trova anche una presa d’acqua. Dal piccolo ricovero il sentiero prosegue con alterni saliscendi assecondando anche il vallone del rio Fondariis con tratti un poco esposti prima e dopo di esso. Oltre questa ennesima rientranza ci si affaccia su un versante roccioso che sembra precludere ogni possibilità di passaggio. In realtà il sentiero, ora molto esposto, traversa lungo una cengia erbosa a mezza costa guadagnando uno sperone roccioso (due punti rovinati richiedono molta attenzione). L’esposizione cessa definitivamente ed il sentiero comincia a perdere quota decisamente lungo un pendio cespuglioso punteggiato dalla fioritura dello
cneoro e della
genziana di Clusius. Aggirata una ultima rientranza il sentiero raggiunge un bivio in corrispondenza di alcune croci. Si lascia a destra la traccia che collega al segnavia CAI n.450 e si prosegue diritti arrivando ad uno spallone dove sorgono i resti degli
stavoli Rauni (m 633). Oltrepassata anche la cappella alpina si incontra sulla sinistra una evidente traccia non segnalata che consente di abbreviare un poco il rientro raggiungendo la strada in corrispondenza delle ultime case. Ancora un breve tratto sull’asfalto e si ritorna al punto di partenza.
Avvertenze
Il tratto compreso tra lo stavolo Polizza di Là e la forcella di quota 1121 si svolge su tracce non segnalate che richiedono capacità di orientamento.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua