Avvicinamento
Subito dopo aver oltrepassato Venzone in direzione nord, imboccare la strada che conduce alle case di borgo Sottomonte proseguendo poi lungo la rotabile che risale la val Venzonassa. Dopo circa due km, poco prima del doppio tornante, si incontra sulla destra un cartello CAI che segnala l’inizio del sentiero (m 411, piccolo parcheggio nell’ansa della strada). E’ possibile iniziare l’escursione anche più avanti, da Borgo Costa, ma in questo caso si perde il suggestivo traverso iniziale.
Descrizione
L’inizio si presenta in comoda discesa all’interno di un rado boschetto poi la traccia prende a traversare alta, rientrando in corrispondenza di un impluvio con ponticello. Dopo aver oltrepassato un piccolo edificio si traversa quasi in rettilineo su un sentiero largo ma assai esposto che ci regala le prime visuali sulla forra sottostante. Con la dovuta attenzione si superano alcuni brevi tratti assicurati dal cavo metallico poi la traccia prende a scendere fino a confluire sul sentiero CAI n.704 che scende da Borgo Costa. Pochi metri dopo si tocca il punto più basso dell’escursione (m 386) in corrispondenza del vecchio ponte sull’alveo principale della Venzonassa. Passati sulla sinistra orografica si prosegue costeggiando il corso del torrente a poca distanza da questo. Il tracciato si presenta generalmente ben marcato, alcuni tratti franati o scavati sono stati debitamente consolidati, ma l’esposizione sul pendio sottostante richiede ancora attenzione. Ci si innalza per evitare una fascia di rocce dirupate poi il traverso prosegue nuovamente in quota, alto sull’acqua. In questo tratto, forse il più bello dell’intera escursione, lo sguardo viene continuamente attratto dalle pendici dirimpetto disseminate a marzo da estesi tappeti di
erica oppure dalle vasche di colore verde brillante che l’acqua forma lungo il suo corso. Dopo aver superato un impluvio dirupato a mezzo di un ponticello in cemento, si scende nuovamente a sfiorare il letto del torrente, camminando sopra le rocce che rinserrano la gola. In breve si raggiunge la confluenza con il secondario rio Scuro dove ha termine il tratto più incassato della forra; la valle, infatti, si allarga concedendo al torrente un portamento più tranquillo.
Facendo attenzione alle segnalazioni CAI si attraversa il rio secondario e si prosegue lungo il greto della Venzonassa sempre sulla sua sinistra orografica. La fioritura primaverile comprende a marzo
primula,
elleboro,
erba trinità e
fior di stecco. Dopo i primi metri più agevoli si risale una breve rampa scivolosa continuando poi a destreggiarsi tra i numerosi schianti della vegetazione. In questo punto della valle si può cogliere in maniera abbastanza evidente la differenza di copertura arborea tra il versante dove ci si trova, più fresco e ricoperto da
faggeta a cui si associa il
nocciolo ed il versante di fronte, esposto al sole, dove è il
pino nero a colonizzare le pendici sgretolate della Costa di Dae. Dopo un buon tratto in rettilineo si raggiungono i ruderi di uno stavolo diroccato e quindi il greto del rio Bombasine. Si guada il torrente e poi, facendo attenzione alle segnalazioni, si piega definitivamente a destra cominciando a risalire le pendici della valle. Ci si trova ora all’interno di una bella faggeta sassosa nella cui lettiera si osservano a marzo le prime fioriture poco appariscenti della
dentaria a nove foglie e della
mercorella canina. L’ambiente particolarmente solitario e lontano da insediamenti umani ci ha concesso la fortuna di scorgere un piccolo gruppo di
cervi. La risalita è faticosa e solo in alto qualche tornante attenua la pendenza della traccia che alla fine raggiunge l’orlo di un vallone superiore ricoperto da un bosco di conifere. Cercando di aggirare gli schianti di alcuni grandi abeti si attraversa con pendenza lieve tutto il bosco guadagnando la carrareccia in corrispondenza di un punto di sosta con tavolo e panca. A questo punto, se desiderate una salita tranquilla, proseguite a sinistra lungo la comoda pista che sale direttamente a
forcella Tacia. Se cercate invece un percorso più impegnativo piegate a destra per circa 200 m, fino ad incontrare il cartello che segnala l'inizio del sentiero CAI n.708 per casera Gleris. Lasciata la strada, si sale ad ampie svolte nel bosco di faggio su una traccia poco frequentata. Il sentiero aggira il Cuel Taront raggiungendo la piccola insellatura che ospita la casera Gleris (ruderi e piccolo ricovero) poi perde quota per andare ad intersecare il greto asciutto in Val dal Soreli. Qui la direzione si inverte e la traccia prende ad innalzarsi nuovamente accostandosi alle pareti. Con grande cautela si traversa sopra alti dirupi, aiutati anche dal cavo metallico, uscendo infine sull'ultimo tornante della pista forestale. Percorso un lungo rettilineo si guadagna l’insellatura di
forcella Tacia, immersa nella boscaglia ed affacciata sulla
valle del Torre (m 1089).
Dalla forcella si ritorna sui propri passi per imboccare la carrareccia che si stacca a destra in discesa.
Questa perde quota verso il greto della Venzonassa con una lunga serie di svolte, in parte evitabili con scorciatoie, all'interno di un bosco frequentato dai
caprioli dove solo saltuariamente si apre qualche scorcio sul gruppo del
monte Plauris.
Raggiunto il ponte si ritorna definitivamente sulla destra orografica della valle raggiungendo in breve la deviazione per
casera Navis che si scorge poco sotto. La casera offre un buon riparo, la possibilità di accendere il fuoco e due spartani tavolacci. Dopo il bivio la strada risale leggermente per evitare un pendio eroso poi compie una larga ansa ed infine riprende quota guadagnando il panoramico Plan di
Frassin, coperto di
bucaneve (m 792). Ora, seguendo le indicazioni, è possibile evitare una larga ansa della strada a favore del vecchio sentiero per Prabunello. Attraversato quindi il pianoro della casera, si scende ad ampi tornanti verso il vallone del rio Bruschie fino a toccarne l’alveo, in un punto alquanto incassato e suggestivo. Il piccolo corso d’acqua viene attraversato tramite un ponticello inerbito poi il sentiero prende a salire sul versante opposto lungo una cengia scoscesa. Superato il pendio franoso il sentiero si inoltra nel bosco e riguadagna la strada in corrispondenza di borgo Prabunello (m 761). Da qui in poi si prosegue definitivamente lungo la rotabile oltrepassando in sequenza i ruderi di borgo Maieron, la galleria ed il bivio per
Sant’Antonio. Se si è scelto di partire da qui il lungo anello è terminato altrimenti occorrono ancora una ventina di minuti per raggiungere il punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri dell'Acqua